31 marzo 2017

CONVOCAZIONI E RICHIESTE

La partecipazione alle gare all’estero, prevede un rigido protocollo per coloro i quali intendono partecipare a proprie spese. Infatti spirati i termini per effettuarne richiesta, la Federazione, a garanzia di tutti i richiedenti, pubblica sul sito un  apposito comunicato allegando  copia delle richieste di partecipazione pervenute tramite il “fantastico” programma tesseramento/iscrizioni.
Da questo sistema non vi è possibilità di derogare almeno così ci viene riferito dagli uffici Federali.
Stranamente però in occasione della prova di CDM U20 di Phoneix (USA) del 21 gennaio 2017, come da comunicato FIS, tra le iscrizioni pervenute non era presente il nome di Riccardi Federico (RMCC). Se ne desume, pertanto, che secondo le regole stabile e sino ad allora rigorosamente applicate,  il carabiniere non avrebbe potuto/dovuto partecipare, non essendo convocato ne risulta averne fatto richiesta, a meno che l'istanza di partecipazione a proprie spese, per una svista(!?) federale, non sia stata pubblicata.
Con sommo stupore nello scorrere la classifica della stessa competizione Riccardi risulta partecipante e classificatosi al 5^ posto.
Sorge il dubbio che non siano state rispettate le regole e come sempre per la F.I.S. figli e figliastri”.

 Ezio RINALDI

29 marzo 2017

ANCORA INTERROGAZIONI PARLAMENTARI: la scherma sempre protagonista!

Atto Camera
Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-02910
presentato da
GUIDESI Guido
testo di
Martedì 28 marzo 2017, seduta n. 768
GUIDESI, FEDRIGA, GIANLUCA PINI, ALLASIA, ATTAGUILE, BORGHESI, BOSSI BUSIN, CAPARINI, CASTIELLO, GIANCARLO GIORGETTI, GRIMOLDI, INVERNIZZI, MOLTENI, PAGANO. PICCHI, RONDINI, SALTAMARTINI e SIMONETTI.
– Al Ministro per lo sport . – Per sapere – premesso che: 
la recente tornata elettorale nelle federazioni sportive ha visto l'elezione di 15 nuovi presidenti su 44, anche se un vero rinnovamento sembra avvenuto solo in sette casi, considerata l'opacità che circonda alcune rielezioni, in primis quelle dei due vicepresidenti del Coni, Luciano Buonfiglio alla guida di Federcanoa e Giorgio Scarso presidente di Federscherma, cui si aggiungono quelle di Ernfried Obrist, leader dell'Unione tiro a segno, e di Giuseppe Leoni presidente dell'Aeroclub, attualmente sospeso per 18 mesi; 
clamorosa la riconferma di Buonfiglio, avvenuta con schede prive di alcun timbro e/o vidimazione, come previsto dai regolamenti federali, ora oggetto di ricorso presso il collegio di garanzia del Coni; 
scarso addirittura risulterebbe incandidabile, poiché, con una semplice correzione di «refusi non sostanziali» all'articolo 64 dello statuto della FederScherma, ha superato l'ostacolo del limite di due mandati, senza convocare un'assemblea straordinaria e senza approvazione da parte di nessun organo; 
identico problema anche per la rielezione di Obrist, presidente dell'Unione tiro a segno dal 2008, il quale, ignorando il comma 1 dell'articolo 39 del suo statuto, che dispone la durata in carica per un quadriennio olimpico e la riconferma per un solo ulteriore mandato, si è fatto rieleggere per un terzo mandato non previsto dalla Carta federale;
più che di rinnovi delle cariche delle federazioni sportive, sembra essersi trattato, negli ultimi tre mesi, a parere degli interroganti di un vero e proprio «assalto alla diligenza» dello sport, con l'intento – come riportato a mezzo stampa – del presidente uscente Malagò di una legge che ridefinisca il numero dei mandati dei presidenti federali e dello stesso numero uno del Coni, così da arrivare a cinque mandati e 20 anni di presidenza Coni;
il Coni, si ricorda, è ancora oggi interamente finanziato dal Ministero dell'economia e delle finanze per un importo di poco superiore a 410 milioni di euro e la palese opacità nella gestione dei rinnovi dei vertici delle federazioni denota a giudizio degli interroganti la mancata vigilanza del Coni sulle federazioni sportive e del Ministro interrogato sul Coni, evidenziando il conflitto di interesse del vigilante sui vigilati, atteso che i presidenti federali vigilati sono elettori del presidente vigilante –:
se ed in che termini intenda adottare iniziative di competenza per garantire che lo svolgimento delle elezioni per il rinnovo del Coni, previste per l'11 maggio 2017, avvenga in un clima di regolarità e trasparenza, al momento non assicurato, a parere degli interroganti, dalla partecipazione di presidenti delle federazioni incandidabili o ineleggibili. (3-02910).
L'ennesima interrogazione parlamentare, che si aggiunge alle precedenti, presentate da esponenti di aree diverse. Fonti bene informate mi riferiscono che il Ministro LOTTI questo pomeriggio sarà alla camera per rispondere alle interpellanze degli onorevoli autori dell'iniziativa.
Non voglio aggiungere altro poichè il mio pensiero l'ho espresso, in più di una circostanza, molto chiaramente. Mi preme al momento evidenziare che la F.I.S. ha visto la sospensione della approvazione e registrazione dello statuto nel registro delle persone giuridiche da parte della Prefettura di Roma. Pertanto, per quanto ne sappia, lo statuto del 2016, quello modificato impropriamente dalla F.I.S., non è valido ed, in tal senso, mi piacerebbe conoscere quale sia la normativa vigente per la gestione della federazione. Lascio a voi i commenti.
Ezio RINALDI


25 marzo 2017

INTERROGAZIONI PARLAMENTARI: Il Presidente F.I.S. sotto tiro!

Stando a quanto si legge in giro, sembra che quella del “refuso statutario” sia una infezione virale che sta prendendo sempre più campo nel mondo schermistico italiano.
 Prendiamo ad esempio lo strano caso dell’A.I.M.S
 Qualche giorno fa ho dato un’occhiatina proprio all’art. 1 del vigente  Statuto AIMS, entrato in vigore il 2 aprile 2011:
Art. 1 – L’associazione
L’Associazione Italiana Maestri di Scherma, Associazione Sportiva Dilettantistica, sorta come Gruppo Schermistico Magistrale e Sezione Magistrale della F.I.S., già denominata “Accademia d’Italia dei Maestri di scherma”, che ha assunto nell’Assemblea del 19-20 dicembre del 1970 la denominazione di A.I.M.S., Associazione Italiana Maestri di Scherma A.S.D. è Associazione aconfessionale ed apartitica senza scopo di lucro.
La prima cosa che salta agli occhi del lettore è il fatto che, secondo quanto scritto, la trasformazione dell’AIMS in A.S.D. e, quindi, la modifica statutaria per la nuova denominazione associativa, sarebbe addirittura avvenuta nel lontano dicembre del 1970. Sennonché la versione statutaria del medesimo art. 1,  che precedeva quella  del 2011, così recitava:
Art. 1L’Associazione Italiana Maestri di Scherma, Associazione Sportiva dilettantistica, sorta come Gruppo Schermistico Magistrale e Sezione Magistrale della F.I.S., già denominata Accademia d’Italia dei Maestri di scherma, che ha assunto nell’Assemblea del 19-20 dicembre del 1970 la denominazione di A.I.M.S., Associazione Italiana Maestri di Scherma, è Associazione aconfessionale ed apartitica senza scopo di lucro.
A questo punto, viene da domandarsi dove sta la verità? Siamo certi che quello del “2011” sia solo un refuso non sostanziale?
Il problema è sempre lo stesso! Siamo certi che la nuova denominazione sociale in ASD sia mai stata deliberata dall’assemblea dell’AIMS? Chi può dirlo!
In realtà, la successione dei due statuti come sopra riportati dimostra in ogni caso che lo “Statuto” AIMS non contiene espressamente la denominazione sociale dilettantistica ma unicamente l’acronimo “ASD”  che è soltanto richiamato nei cenni storici e di fatto non sembra essere stato oggetto di apposita deliberazione.
In altri termini, la denominazione sociale dell’AIMS, non è quella di Associazione Sportiva Dilettantistica e tale circostanza fa sì che l’AIMS risulta iscritta nel registro CONI sebbene il suo statuto non sia idoneo, secondo gli standard del CONI, ai fini di tale iscrizione.
Come mai, allora, la FIS non se ne è mai accorta e non ha segnalato questa circostanza al CONI?
Forse perché avrà valutato tale contingenza quale sintomo di un mero refuso?
Una cosa però è certa: quando un’epidemia incomincia a diffondersi la migliore terapia è quella di somministrare una massiccia dose di anticorpi.
Ed è per questo che, nel frattempo, la storiella dei refusi FIS ha preso una bruttissima piega; è infatti di ieri la notizia della presentazione  di alcune interrogazioni parlamentari che hanno elevato il problema al più alto livello governativo.
BUONA LETTURA
 A. Fileccia

Interrogazione a risposta scritta 4-16025
presentato da
PINI Gianluca
seduta n. 765
  GIANLUCA PINI. — Al Ministro per lo sport . — Per sapere – premesso che: la tornata di elezioni nelle Federazioni sportive appena conclusasi ha previsto la rielezione di chi non avrebbe potuto esserlo: Luciano Buonfiglio, numero uno della canoa nonché vicepresidente del Coni, Giorgio Scarso, capo della scherma e vicario di Malagò, Ernfried Obrist, leader del tiro a segno e Giuseppe Leoni presidente dell'Aeroclub; il bilancio delle elezioni federali conferma 15 nuovi presidenti su 44, ma sembra che soli in sette casi si possa parlare di vero rinnovamento, anche perché per alcune riconferme risulta esserci stata una forzatura; il Collegio di garanzia del Coni ha appena accolto i ricorsi contro la riconferma di Luciano Buonfiglio alla guida della FederCanoa (Fick), perché la rielezione, molto contestata dagli sfidanti, è dovuta al superamento del quorum del 55 per cento (necessario dopo il terzo mandato) con l'esclusione dal conteggio delle schede bianche e nulle; addirittura risulterebbe che le schede non siano state né vidimate, né timbrate o firmate, praticamente i delegati avevano votato su pezzi di carta bianca senza alcun valore giuridico, ed il Collegio di garanzia non ha potuto fare altro che prenderne atto;
altra questione è la riconferma di Giorgio Scarso, braccio destro e vicario di Giovanni Malagò al Coni, avvenuta lo scorso novembre con un voto «plebiscitario» (86 per cento di voti per il presidente uscente, appena l'11 per cento per lo sfidante Maurizio Seminara), che non avrebbe potuto ricandidarsi; lo statuto della FederScherma, fatto riscrivere dallo stesso Scarso nel 2014, prevedeva all'articolo 64 il limite di due mandati, in apparente contrasto con la normativa diffusa in tutte le Federazioni, che prevede un quorum maggiorato del 55 per cento per la rielezione dopo 8 anni, per cui per lo stesso Scarso, alla guida degli schermidori dal 2005, si sarebbe profilata l'incandidabilità;
risulta da fonti di stampa, invero, che il presidente Scarso, per eliminare ogni dubbio sulle modalità di rielezione, abbia eliminato il passaggio incriminato ma in maniera velata, inviandolo direttamente al Coni senza convocare un'assemblea straordinaria e senza approvazione da parte di nessun organo, spacciandolo come semplice correzione di «refusi non sostanziali presenti nel precedente»; il tutto però è finito al centro di un ricorso, con il Coni che deve ancora pronunciarsi e la prefettura di Roma che non ha ancora registrato il nuovo regolamento, in attesa di verificare se la procedura sia stata corretta; il problema del limite dei mandati sembra abbia investito anche Ernfried Obrist, presidente dell'Unione Tiro a segno italiano dal 2008 che, ignorando completamente il comma 1 dell'articolo 39 del suo statuto, secondo cui tutte le cariche dell'Uits «restano in carica per un quadriennio olimpico e possono essere confermate una sola volta per un solo ulteriore mandato», si è fatto rileggere con l'85 per cento dei voti per un terzo mandato non previsto dalla Carta federale –:
se e quali provvedimenti urgenti di propria competenza intenda adottare per garantire che le elezioni per il rinnovo del Coni, previste per il prossimo 11 maggio, si svolgano in un clima di regolarità e trasparenza, che non appare all'interrogante garantito dalla partecipazione dei presidenti delle federazioni, eletti o rinnovati, in candidabili o ineleggibili.
(Iniziative di competenza, anche di carattere normativo, in merito a situazioni di sostanziale incompatibilità e di conflitto di interessi con riguardo ad organi di vertice di federazioni sportive - n. 2-01723)
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Simone Valente n. 2-01723 (Vedi l'allegato A).
Mi sembra che l'onorevole Valente sia intenzionato ad illustrare la sua interpellanza, ma, prima di dargli la parola, salutiamo studenti ed insegnanti dell'Istituto comprensivo “De Finetti” di Roma, che stanno assistendo ai nostri lavori dalla tribuna.
Prego, onorevole Valente.
SIMONE VALENTE. Presidente, attualmente le federazioni sportive riconosciute dal CONI sono in tutto 45 e tutte devono essere disciplinate da un ordinamento statutario e regolamentate ispirandosi ai principi di rappresentatività e democrazia interna; tale principio di democrazia deve manifestarsi, in particolare, in occasione delle procedure di rinnovamento degli incarichi e dei vertici delle federazioni. La democrazia rappresentativa e la regolarità nelle procedure elettive che portano al rinnovo dei vertici federali rappresentano componenti imprescindibili che dovrebbero essere sempre scevre da meccanismi poco trasparenti o falsati…….
Queste svariate anomalie del sistema ne impediscono di fatto un sano rinnovamento e costituiscono un evidente segnale di come, negli ultimi anni, le federazioni, che dovrebbero avvicinare il cittadino alla pratica sportiva e alla cultura dello sport, sono in realtà diventati dei centri di potere o, peggio ancora, in alcuni casi, spartizioni di cariche tra politici……..
Alla luce dei fatti esposti, si ritiene indispensabile un intervento volto a sanare queste evidenti difformità e a riportare le federazioni sportive al loro ruolo primario, che consiste nella promozione dello sport in tutte le sue forme. Accurati controlli sono necessari, al fine di eliminare gli effetti di questo modusoperandi e di contrastare ogni forma di illegalità nello sport. In virtù del potere di vigilanza e controllo esercitato dal Governo sul CONI e dal CONI sulle federazioni sportive, chiedo in che modo il Ministro intenda vigilare sull'operato delle federazioni sportive, valutando la legittimità delle deliberazioni assunte e assicurando lo svolgimento di controlli nella gestione finanziaria.
Altro quesito è quali misure intenda adottare per garantire che gli statuti delle federazioni rispettino i princìpi di democraticità interna, arginando le anomalie sopraccitate, che privano le federazioni di adeguata rappresentanza e democrazia.
Chiediamo, inoltre, se non ritenga opportuno stabilire dei limiti al rinnovo dei mandati degli organi del Comitato olimpico nazionale e delle federazioni sportive, limitandoli a due mandati, garantendo così l'effettività del ricambio degli organi elettivi apicali e arginando il rischio di cristallizzazioni dell'assetto gestionale.
Infine, siamo a chiedere quali siano gli intendimenti del Ministro in merito alle diffuse situazioni di incompatibilità di cariche e di conflitto di interessi sopraccitati.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la Salute, Davide Faraone, ha facoltà di rispondere.
DAVIDE FARAONE, Sottosegretario di Stato per la Salute. Presidente, con l'interpellanza sono state poste all'attenzione del Ministro per lo sport, onorevole Luca Lotti, vari episodi di irregolarità nel funzionamento di alcune federazioni sportive. In particolare, gli interpellanti chiedono al Ministro di illustrare quali iniziative, anche di carattere normativo, egli intenda assumere per contrastare i brogli nelle procedure elettive degli organi di governo, per ostacolare i conflitti d'interesse che, stando sempre all'interpellanza, coinvolgerebbero alcune figure apicali.
Tutte le questioni poste concernono, sia pure in termini parzialmente diversi l'uno dall'altro, il tema dei rapporti delle federazioni sportive, il CONI e il Ministro per lo sport. Come correttamente sottolineato dagli stessi interpellanti, il potere di vigilanza sulle federazioni sportive è assegnato non al Ministro per lo sport, ma al CONI, cui gli articoli 5 e 7 del decreto legislativo n. 242 del 1999 conferiscono il potere di controllo in caso di gravi irregolarità e di commissariamento delle federazioni sportive.
Il Ministro per lo sport, la cui funzione di vigilanza è limitata ai soli provvedimenti del CONI concernenti indirizzo e controllo, non ha nessun potere di intervento diretto suscettibile a rimuovere eventuali ostacoli che si frappongano al corretto svolgimento della vita democratica delle federazioni sportive. Si tratta di una prerogativa - si ripete - che l'ordinamento riconosce al Comitato olimpico nazionale. Questo, almeno, il diritto vigente.
Ciò nonostante, le questioni poste nell'interpellanza sono di primario interesse per il Ministro e investono, quanto meno sul piano politico, le sue attribuzioni. Per questa ragione, il Ministro intende approfondire i fatti riferiti nell'interpellanza e sollecitare il CONI ad effettuare verifiche di competenza, nonché ad esercitare i poteri che la legge gli conferisce, per rimediare ad eventuali irregolarità nelle procedure elettorali o eventuali incompatibilità dei vertici federali derivanti da situazioni di conflitto d'interesse.
Infine, per quanto in particolare attiene al ricambio delle posizioni di verifica delle federazioni sportive, il Ministro per lo sport conferma il proprio impegno, già rappresentato nell'audizione del 24 gennaio scorso davanti alle Commissioni cultura riunite, a far sì che si concluda nel più breve tempo possibile l'iter di approvazione della proposta di legge n. 3960, a firma degli onorevoli Ranucci e Puglisi, con la quale si propone, come suggerito dagli interpellanti, di limitare a due il numero di rinnovi dei mandati.
PRESIDENTE. L'onorevole Simone Valente ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.
SIMONE VALENTE. …….Io devo dire che però il problema qua è della politica, del Governo, che non si è mai interessato, non ha mai vigilato, non ha mai portato avanti i propri compiti di vigilanza sullo sport. Lo abbiamo visto per più di un anno e mezzo, quando non c'era un referente politico a cui indirizzare tutte queste osservazioni o che prendesse delle decisioni, anche facendole notare al CONI. L'abbiamo visto quando l'ex Premier Matteo Renzi ha tenuto per sé la delega. Poi l'abbiamo visto con il Ministro Lotti, che attualmente non ha neanche ancora mosso un dito in campo sportivo.
Noi aspettiamo e prendiamo atto di quello che oggi ci viene riferito, ma sicuramente abbiamo molti, molti dubbi, che ciò venga applicato, perché politica e sport ormai sono la stessa cosa; diciamo che a essere scoraggiate sono sempre in realtà le persone che vogliono praticare sport, che vogliono portare avanti uno sport pulito.
Io oggi sono qua in Aula a denunciare alcuni fatti, a chiedere anche spiegazioni di alcuni fatti, in primis sulle elezioni dei presidenti federali, perché io in premessa ho citato tantissimi casi, ma ce ne sarebbero molti altri che sono stati oggetto di alcuni miei atti di sindacato ispettivo, che aspettano ancora risposta. Questo per dire che il problema della democrazia interna è un problema che va affrontato. Va affrontato a maggior ragione quando devono essere rinnovati gli organi federali, perché non è possibile che si arrivi all'elezione del presidente del CONI, che ci sarà a maggio, con dei presidenti federali su cui ci sono delle incertezze di legittimazione.
Allora io mi chiedo: se lo sport italiano ha eletto tutti i presidenti federali, in alcuni casi, con irregolarità, alcuni casi, con delle procedure incerte, come possiamo poi andare a legittimare l'elezione di un presidente del CONI? Questa è la prima domanda che pongo e in questo caso, secondo me, anche il Governo è arrivato assolutamente in ritardo, perché ha chiuso gli occhi davanti a tantissime situazioni che continuano a esserci ormai da anni all'interno delle federazioni.
Io ho parlato di centri di potere: ovviamente non è così in tutte le federazioni, perché ci sono federazioni sportive gestite molto bene, ma è così nella maggior parte dei casi, nelle federazioni che prendono e ricevono tantissimi soldi.
Voglio ricordare che lo Stato ogni anno dà al CONI più di 400 milioni di euro e il CONI alle federazioni sportive nazionali per il 2017 ha stanziato 145 milioni di euro e questo dovrebbe farci riflettere circa la vigilanza sui soldi pubblici, perché sono soldi di tutti i cittadini e quindi va capito come vengono spesi. Su questo devo dire che i centri di potere si sono creati anche con presidenti federali che, ahimè, ormai sono da tantissimi anni in carica, che ormai hanno acquisito un potere molto importante, hanno sicuramente avvicinato in alcuni casi amici, politici e conoscenti. Quindi, le federazioni diventano impermeabili anche a chi vorrebbe entrare, anche per lavorare nel mondo sportivo, ma che, in realtà, trova una barriera.
Su questo devo dire che il rinnovo della classe dirigente è uno dei primi punti che andrebbe affrontato, perché le nostre università italiane sfornano tantissimi studenti, tantissime persone che si occupano anche di gestione dello sport, non solo tecnici o allenatori, che vorrebbero entrare nel mondo sportivo e trovano assolutamente un ambiente che non è meritocratico.
Io vi voglio leggere alcune situazioni presenti nelle federazioni. Ho parlato di tantissimi mandati, allora: nella Federazione pattinaggio il presidente è da più di vent'anni ed è stato rinnovato; nella Federazione tiro al volo, il presidente è lì dal 1993; nella Federazione golf, il suo presidente è dal 2002 ed è stato rieletto; nella Federazione nuoto, il presidente ha fatto cinque mandati, così come il presidente della Federazione tennis; il presidente della Federazione bocce è lì da ventiquattro anni (apro una parentesi, abbiamo visto anche cosa sta succedendo nella Federazione bocce e come ci siano stretti contatti con il Comitato paraolimpico e su questo io chiederei anche delle delucidazioni in futuro); il presidente della Federazione pallavolo è dal 1995; il presidente della Federazione motonautica è al quinto mandato; il presidente della Federazione scherma è dal 2005, così come il presidente della Federazione del ciclismo.
Questi sono semplicemente alcuni casi eclatanti, ma, se poi andiamo a prendere anche i presidenti regionali, allora qui apriamo il vaso di Pandora. C'è un sistema incancrenito ed è per questo che noi chiediamo che venga messo un limite di mandati, ma non è che lo chiediamo adesso, noi lo chiediamo da tempo e infatti, se adesso voi vi esponete dicendo che lo farete, noi abbiamo molti dubbi su questo, perché andava fatto prima, prima che venissero rieletti tantissimi presidenti. Invece, voi avete aspettato le elezioni dei presidenti federali per non andare a toccare gli interessi di qualcuno e adesso vi fate belli dicendo che forse la proposta di legge andrà avanti. Io me lo auguro per trovare una soluzione definitiva, ma su questo non potete avere la fiducia del mondo sportivo.
Ho parlato anche di conflitti di interessi, certo, perché, come avviene spesso, ci sono alcuni buchi normativi che permettono delle situazioni anche di legalità, ma che sono totalmente inopportune, perché abbiamo delle situazioni in cui il controllore è anche il controllato e nel campo sportivo questo sistema è evidente. Ho già citato casi di duplici cariche tra CONI Servizi e alcune federazioni, ma non sono i soli, non sono i soli, e andrebbero affrontati anche con una seria legge sul conflitto di interessi che tocchi anche l'aspetto sportivo. In questo caso devo dire anche che i doppi incarichi sono inaccettabili.
Noi abbiamo sempre portato avanti una politica di contrasto ai doppi incarichi, perché non è accettabile che al giorno d'oggi un senatore possa fare anche il presidente di una federazione, perché sono due incarichi molto importanti, che richiedono tempo e impegno e che soprattutto non devono sommarsi, perché andrebbero a creare il conflitto di interessi di cui parlavo prima. Anche qui ho citato alcuni casi che abbiamo anche già denunciato in passato, ma io penso che la politica non debba entrare in questo modo nel mondo sportivo. Dovrebbe stare al di fuori di queste logiche, perché, se noi iniziamo a pensare al mondo dello sport come alla politica, come a dei centri di potere, come una distribuzione di poltrone, come un utilizzo di soldi pubblici in maniera scriteriata o un posto dove sistemare amici degli amici, ecco lì che allora non parliamo più di sport, ma parliamo di tutt'altra cosa.
Vengo ad un altro punto, quello di alcuni presidenti condannati. Ho citato il caso del presidente Aracu, condannato per corruzione. Allora, io mi chiedo come mai è da inizio legislatura che il MoVimento 5 Stelle denuncia questa situazione e nessuno ha mai, se non altro, fatto una dichiarazione, preso una posizione su questo caso. Che esempio date ai giovani che si avvicinano al pattinaggio, ai giovani che vogliono praticare sport? È questo il messaggio che volete dare? Quantomeno prendete una posizione, muovetevi dal punto di vista normativo, se proprio non potete incidere sulle dinamiche del CONI e delle Federazioni.
Tutto questo va a incidere negativamente sul mondo sportivo e vi dico che, parlando con tantissimi persone del settore, ci sono anche persone che ogni giorno lavorano nelle federazioni, nel CONI, nelle associazioni sportive, che vorrebbero un vero rinnovamento, un vero cambiamento, perché non possono più portare avanti questa politica che voi ormai avete portato avanti da anni. Tutto ciò lo trovo totalmente irrispettoso e io mi auguro che tutte queste situazioni un giorno cessino, cessino davvero, perché è bene che anche noi parlamentari dobbiamo fare vigilanza, ma noi dovremmo in realtà proporre delle soluzioni per migliorare il mondo sportivo, ci dovremmo occupare di prospettive, di innovazione, di uno sguardo al futuro a lungo termine, una programmazione a lungo termine, non di continui casi di questo tipo che alla fine vanno a inficiare tutto il lavoro che fanno le federazioni, che fa il CONI, che anche vuole portare avanti la politica.
Allora in tutto questo marasma di situazioni, pongo sempre una domanda, quando le vedo e le affronto: ma in questo Paese quand'è che si parlerà di sport.

Interrogazione a risposta in commissione 5-10887
presentato da
VALENTE Simone
seduta n. 763
SIMONE VALENTE, COLONNESE, SIBILIA e SILVIA GIORDANO. — Al Ministro per lo sport . — Per sapere – premesso che:
per effetto del decreto Reale 21 novembre 1880, l'Accademia nazionale di Scherma di Napoli, costituita nel 1861, è l'unico ente riconosciuto dallo Stato italiano per il rilascio dei diplomi magistrali abilitanti all'insegnamento della scherma in ogni sua forma, sia nell'originario contesto militare che civile; tale prerogativa è stata sempre ribadita dai competenti organi statali e recentemente riaffermata e rafforzata dal decreto legislativo 9 novembre 2007, n. 2016, che ha dato attuazione alla direttiva europea 2005/36/EC concernente il regime di riconoscimento delle qualifiche professionali; la Federazione italiana scherma, sorta quasi metà secolo dopo l'Accademia Nazionale di Scherma, ha continuato a riconoscere esclusivamente l'Accademia nazionale di Napoli quale ente titolare del rilascio dei diplomi magistrali abilitanti all'insegnamento della scherma, in virtù del suo stesso statuto che all'articolo 1, comma 12 recita testualmente che «L'Accademia Nazionale di Scherma con sede a Napoli, è Membro d'Onore della F.I.S.; essa è riconosciuta dalla F.I.S. al fine del rilascio di diplomi magistrali»;
l'Accademia, quindi, non svolge attività schermistica ma è persona giuridica che opera nel settore della formazione professionale dei maestri e degli istruttori di scherma;
in data 22 gennaio 2017, la suddetta federazione ha assunto una delibera di approvazione di un nuovo Regolamento federale, attuativo del proprio statuto, col quale ha ridefinito le proprie attività in materia di rilascio dei diplomi e ha indetto un bando per sessioni di esami; con tale modifica del regolamento attuativo del «Sistema Nazionale di Qualifica dei Tecnici Sportivi» definito SNaQ, la federazione ha eliminato le esclusive prerogative al rilascio di titoli e diplomi da parte dell'Accademia; inoltre, emerge come il bando della federazione, nella sua prima formulazione, avrebbe addirittura riportato impropriamente il logo dell'Accademia pur non avendo dalla stessa ricevuto espressa autorizzazione; tali atti federali sarebbero stati assunti dalla federazione senza il preventivo assenso del Coni e senza l'approvazione della Giunta nazionale del Coni, prevista dal legislatore per i regolamenti federali attuativi degli statuti;
negli ultimi tempi, si sarebbero inoltre verificate ulteriori anomalie all'interno della federazione concernenti la governance e i poteri ad essa conferiti; innanzitutto si rileva facoltà in capo alla federazione di scherma di bandire autonomamente sessioni di esami e designare componenti della commissione esaminatrice, che appare agli interroganti di dubbia legittimità; si rileva inoltre come siano state apportate modifiche allo statuto della federazione approvate dapprima con delibera n. 324 del 16 settembre 2014 della Giunta nazionale Coni e successivamente, a seguito di richiesta della Federazione medesima che riscontrava dei refusi nel testo, con delibera n. 417 del 23 settembre 2016, Della vicenda è stata informata la prefettura di Roma;

il testo dello statuto, nella prima e nella seconda formulazione, riporta differenze tali da incidere in modo sostanziale sull'organizzazione dell'ente e in particolare sulla nomina del presidente della federazione;
per dirimere controversie legate alle relative potestà e prerogative sarebbe stata indispensabile una convenzione tra i due enti che avrebbe garantito un assetto definitivo nei loro rapporti e una definizione delle competenze; convenzione che era stata abbozzata, presumibilmente condivisa ma mai definitivamente sottoscritta e approvata –: se non intenda acquisire elementi, tramite il CONI, nella vicenda, in particolare in ordine alla legittimità delle modifiche statutarie di cui in premessa. 

21 marzo 2017

ESAMI A.N.S. e SITUAZIONE STATUTARIA

Negli ultimi 10 giorni due situazioni mi hanno particolarmente colpito: la dichiarazione della FIS di non riconoscere gli esami svolti dall’Accademia Nazionale di Scherma (ANS) e il comunicato apparso sul sito federale, relativamente alla visita di due parlamentari del Movimento 5 Stelle, con il quale si annunciava l’avvenuta informazione al CONI circa la situazione statutaria (variazioni/modifiche effettuate senza il passaggio assembleare).
Ebbene, per quanto attiene la dichiarazione circa il disconoscimento degli esami effettuati dall’ANS, ancora una volta la Federazione in barba a ciò che prevede lo statuto ha assunto iniziative e provvedimenti in contrasto con lo stesso. Vale la pena ricordare che l’art.1 comma 12 recita :” L’Accademia Nazionale di Scherma con sede a Napoli, è Membro d’Onore della F.I.S.; essa è riconoscita dalla F.I.S. al fine del rilascio di diplomi magistrali.”;
l’art. 52 recita: “L’Accademia Nazionale di Scherma di cui al comma 12 dell’art.1 è ente autonomo riconosciuto dalla F.I.S., regolato da uno statuto approvato dalla F.I.S. ed opera in collaborazione con essa sulla base di apposite convenzioni.
Mi domando:” Forse non è stato approvato lo statuto dell’Accademia?; forse non esiste apposita convenzione con la F.I.S.?”. Per la prima domanda mi piacerebbe conoscere la data o il periodo in cui non è stato approvato lo statuto dell’ANS , poichè prima del 22 gennaio 2017 l’ente napoletano risultava essere indicato nel regolamento dello SnAQ quale soggetto deputato dalla F.I.S. ad indire il bando d’esame per Istruttori Nazionali e Maestri di Scherma. Se lo statuto non era stato approvato e se non era stata stipulata alcuna convenzione perché era inserito nel regolamento dello SNaQ?
Personalmente condivido il pensiero del Maestro TORAN, che sulla pagina facebook di “La frase schermistica”, ad una mia domanda ha così risposto: Ho una mia idea precisa sulla genesi di questa situazione, e devo aver anche scritto qualcosa in proposito. Mi soffermo solo sui fatti che citi. Credo che la delibera federale che ha sottratto ruolo ed esami all’Accademia di Napoli sia stata un grave errore, tecnico, storico e politico. Penso che con quella delibera sia stato aperto il vaso di Pandora: sottovalutando le prevedibili reazioni di chi vuole difendere la propria esistenza. Reazioni che hanno portato ormai la questione ben al di fuori dell’ambito più domestico della giustizia sportiva: con conseguenze che è difficile prevedere in tutta la loro portata.
Bisognerà attendere la fine di questa crisi, che a me appare grave, e capire quale nuovo ordine ne sortirà. Idee ne avrei, a partire dalla rimozione delle cause dei conflitti, ma non credo che oggi sarebbero prese in considerazione.”
Per  quel che è il mio pensiero ritengo che gli esami di Napoli siano assolutamente validi e che la FIS non possa disconoscerli: per farlo dovrebbe prima modificare lo statuto. Ah! Dimenticavo, le basta dire che negli articoli riguardanti l’Accademia ci siano dei refusi non sostanziali per modificarlo o cambiarlo.
In merito alla visita dei 5 stelle, risulta che i componenti la delegazione stiano facendo un giro di tutte le federazioni al fine di rendersi conto del sistema organizzativo/gestionale del mondo dello sport, che, a sentire i loro portavoce, vorrebbero riformare con una apposita legge. In tale quadro il Presidente federale ha fatto accenno alla situazione statutaria esponendo di aver fornito le necessarie informazioni al CONI e che  con lo stesso ci sia una assoluta convergenza di opinioni. Ha anche riferito di una lettera che il massimo ente sportivo avrebbe inviato alla Prefettura di Roma, chiarendo la questione statuto F.I.S..  Ma perché la F.I.S. non ha reso pubblica l’informativa che ha inviato al CONI?
Sarebbe stata l’occasione per fare chiarezza, ma, purtroppo, la situazione non è di facile gestione, la definirei abbastanza grave, e le conseguenze per la F.I.S. potrebbero essere devastanti.

Al momento non rimane che attendere le determinazioni della Prefettura di Roma.
Ezio RINALDI

11 marzo 2017

DOMANI NELLA BATTAGLIA PENSA A ME!

L’insipienza di alcuni commenti anonimi postati sul blog a margine dell’articolo “confusione totale” mi fa dubitare che esistano persone realmente convinte che “il mondo della scherma” sia una realtà a sé stante, sottratta alle regole del diritto, dove l’unica cosa che conta sono le medaglie conquistate e le convocazioni in nazionale dei tecnici e degli atleti.
Mi dispiace dovere distruggere questa poetica illusione, ma cari i miei anonimi sognatori, “il mondo della scherma” esiste soltanto perché lo Stato lo riconosce e, in tale misura, è obbligato a sottostare alle regole di diritto.
La Federazione Italiana Scherma, in realtà, non è altro che un’associazione di diritto privato dotata di personalità giuridica, che riceve, attraverso il CONI, finanziamenti pubblici e alla quale sono delegate alcune funzioni pubbliche dal CONI.
Gli anonimi sognatori potranno, adesso, pensare “visto, siamo importantissimi!”, ma chi ha qualche cognizione del mondo, sa bene che questo significa soltanto che chi amministra la Federazione, vale a dire il Presidente e il Consiglio Federale, è tenuto a conformarsi alle leggi e può essere chiamato a rispondere, in ogni momento, del proprio operato di fronte all’autorità pubblica.
Questa fastidiosa verità è alla base della comunicazione inviata qualche giorno fa dalla Prefettura di Roma al CONI e alla FIS con la quale è stata comunicata la mancata annotazione nel registro delle persone giuridiche delle modifiche apportate allo statuto nel settembre 2016.
Vorrei chiarire agli anonimi sognatori che questo ha un unico significato: lo statuto attualmente vigente è quello che è stato iscritto nel registro delle persone giuridiche presso la Prefettura di Roma nell’ottobre 2014, mentre quello attualmente pubblicato sul sito federale non è mai entrato in vigore.
Qual è la conseguenza di ciò? Beh, non sta a me dirlo.
Chi amministra la Federazione è obbligato ad  agire in conformità alla legge e quindi deve sapere quali atti è obbligatorio adottare. Inoltre, la Federazione è assistita da eminenti giuristi che sapranno assumersi la responsabilità dei pareri che saranno chiamati a rendere.
Quindi non sono io che devo fornire le risposte. Io,  da cittadino, ho solo il diritto di pretendere l’osservanza della legge da chi ha la presunzione di sapere bene amministrare, e di attendere le doverose risposte.
Una notazione: “Domani nella battaglia pensa a me” non è soltanto una citazione dal Riccardo III di Shakespeare, è anche il titolo del libro di Javier Marias che ha ispirato questo articolo.
Antonello Fileccia


08 marzo 2017

CONFUSIONE TOTALE


Nell’articolo “LA GIUSTIZIA E’ IL CUORE PULSANTE DELL’UMANITA”, nel penultimo ed ultimo capoverso, il Dr FILECCIA scriveva: “La Corte federale non si è neppure pronunciata sulla validità dello Statuto sulla cui questione pende ancora il giudizio della Prefettura di Roma ed eventualmente anche del Tar Lazio. 
E sono queste le probabili forche caudine sotto cui dovrà passare, fra non molto, l’obiettiva capacità gestionale del Presidente e del suo Consiglio Federale. “
Ebbene la Prefettutra di Roma – U.T.G. in data 6 febbraio 2017 con una lettera inviata agli aventi causa, tra i quali il CONI e FIS, e facendo seguito a precedenti missive, con le quali veniva chiesto ai due Enti di fornire ogni utile chiarimento riguarda le modifiche statutarie, al fine di consentirle la valutazione della fondatezza delle lamentele esposte nei ricorsi presentati da vari soggetti aventi diritto, nell’ultimo capoverso ha così precisato:
“Si precisa che, ad oggi, in attesa dei predetti chiarimenti, non si é ritenuto di procedere all’annotazione delle modifiche in argomento sul Registro delle persone giuridiche.”
Mi domando: “siamo forse senza regolare statuto”?; l’Assemblea del 20 novembre era valida?; tutte le delibere adottate sono valide?;”
E perché il CONI non fornisce i dovuti chiarimenti? Intanto la FIS fa e disfa a suo piacimento: a chi attribuire tutte le responsabilità?

La confusione più totale!
Ezio RINALDI

05 marzo 2017

LO STATUTO F.I.S. : le infinite modifiche

Come noto Lo Statuto è la parte normativa di ogni Federazione sportiva nazionale e contiene le disposizioni fondamentali che riguardano l'organizzazione e il funzionamento della stessa; l’adozione dello Statuto, cosi come ogni sua successiva modifica, deve avvenire per atto pubblico cioè alla presenza di un notaio rogante. 
Ogni modifica dello Statuto è poi soggetta all’approvazione da parte della Giunta Nazionale del CONI, la quale in caso di necessità o motivi di urgenza, può nominare un Commissario ad acta, in sostituzione dell’Assemblea Nazionale (società-tecnici ed atleti) quale unico organo naturalmente investito del potere di modifica. Per l'iscrizione delle varianti sul registro delle Persone Giuridiche occorre produrre copia autenticata della delibera di variazione emessa dal competente organo dell'ente.
Nel mese di settembre 2016 la FIS publicò sul proprio sito internet il testo di un nuovo statuto, preceduto da una nota del Segretario Generale Marco Cannella con la quale comunicò che, con delibera n. 417 del 23 settembre 2016, la Giunta Nazionale del Coni approvò tale testo in sostituzione di quello precedentemente ratificato che presentava refusi non sostanziali.
Negli ultimi mesi si è tanto parlato delle ultime variazioni apportate allo statuto federale e così come ho fatto con l’articolo F.I.S./A.N.S.: guerra totale, provo a sintetizzare le varie fasi che ne hanno scandito i tempi.
Non intendo riportare le variazioni di tutti gli articoli modificati, voglio limitarmi esclusivamente a quello che riguarda l’elezione del presidente e della sua candidabilità.
Il decreto Meladri stabiliva che il presidente uscente al secondo mandato non potesse più candidarsi a meno che uno dei due mandati precedenti avesse avuto una durata inferiore a due anni e un giorno per causa diversa dalle dimissioni volontarie. Il Presidente in carica, guardando al futuro e a possibili ricandidature dopo il secondo mandato, propose all’Assemblea Straordinaria del 22 gennaio 2011 una integrazione all’art.64, che di seguito riporto integralmente:
5. Chi ha ricoperto la carica di Presidente per due mandati consecutivi non è immediatamente rieleggibile. È consentito un terzo mandato consecutivo se uno dei due mandati precedenti ha avuto durata inferiore a due anni e un giorno per causa diversa dalle dimissioni volontarie. Per l’elezione successiva a due o più mandati consecutivi il Presidente uscente candidato è confermato qualora raggiunga una maggioranza non inferiore al cinquantacinque per cento dei voti validamente espressi.
Qualora il Presidente uscente non raggiunga alla prima votazione il quorum del cinquantacinque per cento dei voti validamente espressi, ed in presenza di almeno altri due candidati verrà effettuata contestualmente una nuova votazione alla quale il Presidente uscente non potrà concorrere, salvo il caso che abbia ottenuto la maggioranza assoluta dei voti dei presenti. (integrazione)
In caso diverso dovrà celebrarsi una nuova assemblea alla quale il Presidente uscente non potrà candidarsi.”
Lo Statuto venne ratificato dalla G.N. del CONI con delibera n.307 del 29 settembre 2011.
Ad aprile 2012 il CDF della F.I.S. chiese al CONI la nomina di un Commissario ad acta al fine di effettuare altre modifiche allo Statuto, il quale con propria delibera n. 3547 del 11 giugno 2012 apportò ulteriori varianti, che vennero ratificate dalla G.N. del CONI con deliberazione n. 250 del 3 luglio 2012. In particolare l’art. 64 venne così esteso:
“ 5. Chi ha ricoperto la carica di Presidente per due mandati consecutivi non è immediatamente rieleggibile se non nei casi ed alle condizioni di seguito indicate.
È consentito un terzo mandato consecutivo se uno dei due mandati precedenti ha avuto durata inferiore a due anni e un giorno per causa diversa dalle dimissioni volontarie. In deroga a quanto previsto dai precedenti commi per l’elezione successiva a due o più mandati consecutivi il Presidente uscente candidato è confermato qualora raggiunga una maggioranza non inferiore al cinquantacinque per cento dei voti validamente espressi.
Qualora il Presidente uscente non raggiunga alla prima votazione il quorum del cinquantacinque per cento dei voti validamente espressi, ed in presenza di almeno altri due candidati verrà effettuata contestualmente una nuova votazione alla quale il Presidente uscente non potrà concorrere, salvo il caso che abbia ottenuto la maggioranza assoluta dei voti dei presenti.
In caso diverso dovrà celebrarsi una nuova assemblea alla quale il Presidente uscente non potrà candidarsi.”
Con questa modifica fu rafforzata la possibilità di un terzo ed ulteriori mandati, non prevista dal D.lsg n.242 del 1999.
Nel periodo giugno/luglio 2014 vennero emanati dal CONI i “Principi fondamentali degli Statuti federali ed i Principi della Giustizia sportiva”, ai quali tutti gli Statuti federali dovevano adeguarsi ed in quel quadro il massimo ente sportivo nominò un Commissario ad acta per ottemperare alle suddette incombenze. Egli, tra le altre modifiche, rivisitò anche l’art. 64 riportandolo esattamente alla versione del 2011,(deliberazione dell’assemblea straordinaria) e conforme alle disposizioni di legge:
“5. Chi ha ricoperto la carica di Presidente per due mandati consecutivi non è immediatamente rieleggibile. È consentito un terzo mandato consecutivo se uno dei due mandati precedenti ha avuto durata inferiore a due anni e un giorno per causa diversa dalle dimissioni volontarie. Per l’elezione successiva a due o più mandati consecutivi il Presidente uscente candidato è confermato qualora raggiunga una maggioranza non inferiore al cinquantacinque per cento dei voti validamente espressi.
Qualora il Presidente uscente non raggiunga alla prima votazione il quorum del cinquantacinque per cento dei voti validamente espressi, ed in presenza di almeno altri due candidati verrà effettuata contestualmente una nuova votazione alla quale il Presidente uscente non potrà concorrere, salvo il caso che abbia ottenuto la maggioranza assoluta dei voti dei presenti.
In caso diverso dovrà celebrarsi una nuova assemblea alla quale il Presidente uscente non potrà candidarsi.”
Come si può dedurre spariscono: “se non nei casi ed alle condizioni di seguito indicate.”; “In deroga a quanto previsto dai precedenti commi .”
Con la nuova modifica al Presidente uscente al secondo mandato è preclusa la possibilità di ricandidarsi per un ulteriore quadriennio.
Il nuovo Statuto venne prima deliberato dal Commissario ad acta e consegnato alla FIS, la quale dopo averlo ricontrollato (lo avrà fatto?) lo inviò al Presidente del CONI che con propria delibera lo approvò, evidentemente procedendo ad un ulteriore controllo. Successivamente lo sottopose alla ratifica della Giunta Nazionale che certamente lo lesse. Il passo successivo fu l’invio di tutti gli atti alla Prefettura di Roma – Ufficio Territoriale del Governo – per l’approvazione e la relativa registrazione nell’apposito registro.
Ben quattro passaggi!!!!
A settembre 2016, come dicevo, l’emanazione del nuovo statuto, pubblicato sul sito internet della F.I.S. La nota del Segretario Generale Marco Cannella parlava esclusivamente di refusi non sostanziali e non di modifiche. Il CONI, con delibera n. 417 del 23 settembre 2016, approvò il testo dello Statuto della Federazione Italiana Scherma, in sostituzione di quello precedente.
L’affermare che le modifiche apportate riguardassero esclusivamente dei refusi indusse in errore i delegati presenti nell’Assemblea del 20 novembre 2016, i quali si fidarono delle comunicazioni avute e delle dichiarazioni del Presidente Giorgio Scarso che, illustrando la relazione di fine mandato e trattando dello statuto, asserì che lo stesso fu oggetto di una lunga revisione terminata il 23 settembre e che per motivi di urgenza non era stato possibile portarlo in Assemblea, per l’obbligatoria adozione.
Le modifiche apportate furono sì di alcuni refusi ma anche di sostanza tanto da cambiare letteralmente molti articoli: le norme risultate oggetto di revisione hanno riguardarono gli art. 16, 18, 19, 24, 26, 27, 28, 30, 31, 32, 33, 43, 46, 57, 58, 59, 60, 64, 65 e 67.
In particolare,  l’art. 64 fu riportato alla formulazione del 2012, approvato dal Commissario ad acta, ma certamente diverso da quanto previsto dal D.lsg n.242 del 1999.
Le considerazioni da fare riguardano la tempistica e le responsabilità di chi ha operato tali modifiche, ovvero:
- la Federazione aveva un anno di tempo per apportare le variazioni e cioè dal luglio 2014 a luglio 2015;
- perché effettuarle a distanza di due anni e a ridosso dell’assemblea elettiva e perché modificare ancora l’art. 64?;
- chi ha provveduto ad effettuarle?;
- c’è una delibera in tal senso?;
- perché il CONI non assume adeguate iniziative tese al ripristino delle più elementari regole di rispetto, chiarezza e correttezza?
Credo fermamente che la situazione sia estremamente ingarbugliata ma soprattutto di presa per i fondelli per gli affiliati e tesserati, talmente brutta che non vedo vie d’uscite onorevoli. A mio avviso c’è una unica possibilità per rimettere tutto a posto, anche nella considerazione che nessuno vuole assumersi le responsabilità derivanti dalle proprie azioni, l’adozione di un provvedimento forte e significativo che potrebbe essere solo il commissariamento della F.I.S.
Ezio RINALDI

02 marzo 2017

IL SERPENTE “uroboro”

Gaspare FARDELLA
L’uroboro è un simbolo molto antico, presente in tutti i popoli e in tutte le epoche, e raffigura un serpente o un drago che si morde la coda, formando un cerchio senza inizio, né fine, e che vive nutrendosi di sé stesso, mangiandosi appunto la propria coda (dal greco: oùrà = coda; boròs = divorante). 
Simbolicamente, è un animale all'apparenza immobile, ma in eterno movimento, e rappresenta il potere che divora e rigenera se stesso, l'energia universale che si consuma e si rinnova di continuo, la natura ciclica delle cose, che ricominciano dall'inizio dopo aver raggiunto la propria fine.
Spogliata dal sovraccarico dei significati propri di ogni figura del mito e limitandoci a pensarla come ad una raffigurazione dell’eterno ritorno, l’im­magine spiega bene il meccanismo per cui il denaro nutre il potere e il potere alimenta il denaro, in un costante doppio scambio tra orifizi che trasmettono l’una sostanza all’altra. Sembrerebbe un meccanismo perfetto: il moto perpetuo, che - sappiamo bene dalla fisica - non esistere.
Ora, anche in politica, e non solo in fisica, qualunque sistema di scambio d’energia chiuso su sé stesso, autoreferen­ziale, è destinato a morire. L’energia e il nutrimento prodot­to sono inevitabilmente insufficienti a sostenere nel tempo il movimento del meccanismo e/o la vita dell’organismo.
Uroboro
In più, in politica, si ha a che fare con un organismo dalle necessità non costanti, ma crescenti; il suo appetito ha qualcosa di pazzesco: non conosce sazietà, ma cresce crescendo.
Di denaro e di potere, non ce n’è mai abbastanza.
Questa è la natura degli esseri umani - e, quindi, delle loro società - quando non si apprestano rimedi e non si pongono limitazioni.
È all’opera una forza che ha certamente radici in un’in­dole appropriatrice e sopraffattrice che costituisce il pro­blema essenziale d’ogni tipo di costruzione ordinata della vita sociale.
Il denaro o, meglio, l’uomo di denaro non è statico, ma aspira all’accrescimento e la forza dell’arricchi­mento è l’arricchimento stesso: e, dunque, più si possiede, più si mira a possedere. 
La stessa ed identica cosa vale per il potere.
Basta ricordare la massima d’esperienza antropologica di Montesquieu, sulla naturale tendenza tirannica dell’essere umano, che quanto più è potente tanto più tende a tiranneggiare.
La vita sociale consiste nel contenimento di queste due forze, denaro e potere.
Sono forze disgregatrici poiché la lotta per il denaro divide le società, con un solco via via più profondo, tra ricchi e poveri; la lotta per il potere, a sua volta, tra potenti e impotenti.
La forza intrinseca di questa lotta porta alla concentrazione, sia dell’uno, il denaro, che dell’altro, il potere. Essa si estende nella cerchia dei già ricchi e già potenti, in lotta tra loro, ma solidali quando la loro ricchezza e il loro potere sono minacciati dagli esclusi dalla ricchezza e dal potere.
L’esigenza di accrescimento, tuttavia, non proviene sol­tanto da ragioni d’indole soggettiva.
È il sistema stesso del denaro-potere che ha bisogno di crescere costantemente.
La crescita è la condizione della fiducia e dell’esistere. La mera crescita è però una sorta di condanna, poiché non ammette sosta.
La sosta e, perfino, la “crescita lenta” equi­valgono all’inizio della corsa verso il fallimento, a meno che il denaro e il potere non si rimettano sempre di nuovo in corsa. Si tratta non di vivere, ma di sopravvivere a sé stes­si. 
In conclusione l’uroboro è un animale aggressivo, consuma risorse e potere, crea sempre più poveri e sempre più impotenti.
In virtù della sua forza espansiva, rastrella per tutta la terra e per tutti i popoli della terra quanto può servire a placa­re momentaneamente la sua fame.
Ma, soprattutto, l’uroboro è cieco: guarda solo le sue ter­ga e non si chiede in quale direzione i suoi appetiti porta­no il mondo in cui cerca di sopravvivere.
Non è in grado di avvertire i pericoli che minacciano la sopravvivenza del mondo e, nel mondo, lui stesso. Non è in grado di dar­si una direzione. È un animale nichilistico, perfettamente adeguato al tempo nichilista.
Ed è anche spietato, non per volontà propria ma, ancor peggio, per intrinseca necessità. 
Il processo è in corso da secoli e, da ultimo, ha preso velocità: motus in fine velocior.
Da principio si poteva non vedere o fare finta di non vedere; si poteva anche credere che si trattasse di episodi isolati.
Oggi, non più.
Gaspare Fardella