29 maggio 2018

DOPING TECNOLOGICO: c'è anche nella scherma?

Ai recenti Campionati Italiani Giovani, ha destato sorpresa, e direi anche perplessità, il provvedimento della Commissione SEMI con il quale, alla fine di un assalto di finale, ha disposto un inusuale quanto intempestivo controllo delle attrezzature degli atleti in gara. A quel punto si sono rincorse voci e sospetti, ma a detta dei presenti, pare non siano emerse irregolarità a carico di nessuno degli atleti. Sembra, però che vi siano stati dei comportamenti che abbiamo destato qualche sospetto sulla possibile manomissione delle attrezzature ritirate. 
Il sospetto, sembra, siamo sempre nel campo delle ipotesi, sia supportato da alcuni video, i quali girerebbero  in maniera quasi virale, e dagli stessi apparrebbero strani comportamenti di uno dei genitori degli atleti, il quale pare abbia tra le mani un oggetto (si presume un telecomando) con cui avrebbe potuto inviare un segnale di inibizione/interruzione all’apparecchio segna stoccate, facendo sì che questo segnali solo una delle due luci.
Nei video in argomento, con i quali sarebbe stato ripreso l’intero l’assalto tra i due schermidori, sembrerebbe che vi sia un filmato che riprenda uno spettatore, molto interessato, armeggiare in maniera compulsiva con qualcosa che ha in tasca.
L’episodio, dicono sempre le voci di corridoio, pare sia ormai sulla bocca di tanti frequentatori dei palazzetti, ma soprattutto tra gli addetti ai lavori, tant’è che anche ai recenti campionati del mondo di Verona più volte, in occasioni di alcuni match che vedevano coinvolto uno degli atleti di cui sopra, vi siano state stoccate incomprensibilmente non segnalate dall’apparecchio, con vibranti proteste soprattutto della delegazione russa.  Sembra inoltre che nel mese di marzo del 2017 sia stata inviata una mail alla FIE e per conoscenza ai componenti della commissione atleti, nella quale vengono addirittura segnalati dei match specifici, con l’elencazione delle stoccate sulle quali, pare, siano stati adombrati sospetti sulla loro regolarità.
Certamente l’intervento della Commissione SEMI farà chiarezza sull’episodio che, sono convinto, risulterà assolutamente inesistente. D’altronde, qualora fosse vero vi immaginate che figura faremmo anche a livello internazionale?
Intanto altri soffioni riferiscono della convocazione di un atleta e dei suoi genitori dal Presidente FIS: che pensare? Che ci sia qualcosa di vero? Oppure il Presidente vorrà dire ai convenuti che sono sotto osservazione? Spero ci sia presto un comunicato chiarificatore che possa eliminare dicerie, sospetti, malignità e pettegolezzi vari.
Ezio RINALDI


28 maggio 2018

La "stalla" democratica

Gli ultimi eventi politici, specialmente quelli avvenuti dal 4/3/18 a tutt'oggi, hanno dimostrato che ci sono le persone per bene - e sono tante - che si recano alle urne e votano.
Essi lo fanno perché, nonostante le delusioni e le disillusioni, ciascuno ha bisogno di credere, sempre, in un cambiamento in positivo: e allora, vanno e votano, esprimendo la loro preferenza, secondo coscienza, dando fiducia alla persona, o a quella parte politica, che più ha saputo essere vicina a quel determinato "sentire" o è stata più capace a smuovere l'empatia dell'elettore.
Dopo, uscite dal seggio, queste persone attendono fiduciose che il cambiamento si realizzi.
Ma poi si aprono le urne e, finito il "teatrino pre-elettorale", si apre quello "post elettorale", dove, mentre gli elettori, ciascuno in proprio, continuano le proprie vite e attendono l'avverarsi della promessa di cambiamento, gli eletti si trasfigurano e iniziano una triste e squallida lotta di potere per il potere, continuando, successivamente, a produrre ogni sforzo solo e soltanto per il mantenimento dello stesso (cosa ancora più triste e squallida), senza occuparsi o preoccuparsi minimamente di lavorare, operare e adoperarsi nell'attuazione del tanto decantato cambiamento, strombazzato a viva voce in sede pre-elettorale, e provocando così un pericoloso ed ineluttabile precipitare in una situazione di stallo. 
Il perché di questo mutamento/trasfigurazione è assolutamente chiaro, limpido, lampante e manifesto: loro, gli eletti, il cambiamento che volevano lo hanno già ottenuto.
E lo stallo si tramuta, miseramente, in una "stalla".
Meditate, gente, meditate.
Cordialmente
Gaspare Fardella

24 maggio 2018

F.I.S. - A.I.M.S - A.N.S.: la storia infinita!


L’articolo “CHIARIMENTI SU “SCHERMA E ARBITRAGGIO” del 12 maggio 2018.”, ha visto diversi commenti, ma non tutti attinenti alla materia trattata: moltissimi di essi, la stragrande maggioranza, erano fuori tema. Infatti vertevano sui rapporti FIS/AIMS/ANS.
Visto che le questioni esposte hanno suscitando un particolare interesse, ritengo doveroso accogliere l’invito e dare spazio in prima pagina al post che segue, ancorché anonimo, ma certamente molto interessante:
“Rinaldi, le chiedo di dare la massima pubblicità alla mia risposta all’Anonimo 24 maggio 2018 16:10, il quale non ha colpa se è nell’ignoranza, perché la responsabilità delle fake news è tutta di questa classe dirigente FIS-AIMS.
Se vuole può utilizzare il mio testo per fare un suo articolo che abbia maggiore risalto.
Cari Lettori andate a pagina 31 dello SNAQ CONI http: //www. scuoladellosport.coni.it/ images/ documenti /SNAQ. pdf e leggete il paragrafo 6 che è intitolato licenza o abilitazione professionale.
Lo SNAQ CONI è stato pubblicato nel 2009 e così afferma: “Il modello SNaQ prevede che i tecnici sportivi e le altre figure professionali specializzate, conformemente alle indicazioni europee, una volta conseguita la qualifica debbano anche essere titolari di una abilitazione a svolgere le proprie attività a titolo professionale o volontario (ovviamente sempre nel contesto del sistema CONI-FSN-DSA). L’abilitazione dovrà avere la forma di una certificazione basata su un sistema di riconoscimento controllato e convalidato dalle Federazioni Sportive e, se necessario, dall’autorità nazionale competente (in questo caso il CONI)”. 
Lo SNAQ CONI afferma “conformemente alle indicazioni europee”, pertanto il “terrorismo” è stato fatto da coloro che in malafede hanno sostenuto altre tesi.
L’ANS ha sempre sostenuto quello che è scritto sullo SNAQ CONI: si deve lasciare alla relazione tra Maestro e Sala d’armi affiliata alla FIS se intrattenere un rapporto remunerato in base alle disposizioni sui dilettanti o se invece avere una retribuzione da lavoratore dipendente o autonomo, con il versamento degli oneri previdenziali etc. etc.
“Conformemente alle indicazioni europee” e allo SNAQ CONI, all’atto dell’affiliazione e del tesseramento la Sala e il Maestro segnalano alla FIS la natura del loro rapporto. Poi la FIS rilascia al Maestro la licenza o abilitazione professionale indicando come il Maestro svolge le attività e cioè se da volontario o da professionista.
TUTTO IL RESTO È TERRORISMO DELLA FIS-AIMS.
Chi ha scritto “Per fortuna la FIS è intervenuta a fermarvi prima che fosse troppo tardi!! Irresponsabili!” è un ignorante e da ignorante ignora la storia della FIS.
C’è scritto “Una apposita Commissione, presieduta dal conte Enzo Ravaneschi, venne incaricata di redigire lo statuto della nuova Federazione (che operava tra l'altro la distinzione tra maestri e dilettanti) che fu approvato nel giugno 1910”.
Ma vi rendete conto che il conte Enzo Ravaneschi era uno dei più importanti soci dell’ANS!!
Se la FIS-AIMS vuole farsi i propri tecnici abbia il coraggio di affermare che essi non potranno mai chiamarsi Maestri ma soltanto allenatori di scherma di livello SNAQ CONI 1,2, etc. etc.
Tutti i diplomi FIS-AIMS con la dicitura Maestro sono IRREGOLARI, questa è la tragica verità.”
E’ chiaro che chiunque voglia controbattere troverà porte aperte, quindi A VOI!
Ezio RINALDI

CAMPIONATI ITALIANI A SQUADRE DI ANCONA

Venendo incontro a una probabile carenza (o distrazione) del settore comunicazione del C.R.Sicilia
(pur di solito tanto solerte e attento nel dare spazio alle notizie schermistiche della nostra isola),
per potenziare lo spirito di parte , il legittimo orgoglio e la nota solidarietà della scherma siciliana,
ho il piacere di comunicare che, ai Campionati Italiani di Ancona,  l’A.S.D. METHODOS  ha conquistato
il Titolo Italiano a squadre di A2 e la conseguente Promozione nella serie A1.
M° Gianni Sperlinga

20 maggio 2018

CHIARIMENTI SU “SCHERMA E ARBITRAGGIO” del 12 maggio 2018.


Si sono svolti i Campionati Italiani del Gran Premio Giovanissimi a Riccione e sono corse rapidamente voci e deduzioni sul mio articolo circa l’arbitraggio del 12 maggio 2018. In particolare l’attenzione di molti si è soffermata su una frase (riporto una frase che ha fatto storcere il naso agli) ritenuta offensiva per gli arbitri e che vi riporto qui sotto per esteso:
“Mi preme concludere dicendo che la classe arbitrale italiana è all’avanguardia, ma, sempre a detta delle solite voci, che mi tocca selezionare per forza di cose, ve ne sono alcuni che sono prezzolati, che si vendono per piatti di lenticchie, e certe volte anche meno, cosa che dal celebre Byron Moreno a oggi si ripete con una certa costanza, ma che io personalmente ancora stento a credere. Non posso far altro che incoraggiare gli onesti e desistere gli altri, sperando che la Federazione sappia regolare il movimento in maniera adeguata.”.
È importante che io chiarisca in maniera inequivocabile il mio pensiero in quanto non è mia usanza mancare di rispetto a chicchessia e nella fattispecie men che meno alla classe arbitrale, anzi, chi mi conosce può testimoniare che ho sempre avuto un contegno riguardoso verso tutti, nel rispetto dei ruoli che vengono ricoperti nella società civile e ovviamente anche nella scherma.
L’intero paragrafo dell’articolo che ho riportato in calce va letto in tutta la sua interezza, e il senso che volevo esprimere è il seguente:
“Mi preme concludere dicendo che la classe arbitrale italiana è all’avanguardia, ma, sempre a detta delle solite voci –  [omissis ndr] – ve ne sono alcuni che sono prezzolati, che si vendono per piatti di lenticchie – [omissis ndr] – ma che io personalmente ancora stento a credere [cioè che io non credo che esistano]. Non posso far altro che incoraggiare gli onesti – [arbitri, a continuare a essere tali, cioè onesti ndr] – e desistere gli altri – [cioè chi li calunnia], sperando che la Federazione sappia regolare il movimento in maniera adeguata.[cioè, sia capace di tutelare il movimento].
Spero non me ne vorrete, se per chiarire ho eliminato dal fraseggio originale gli incisi letterari che nella prima versione servivano solo a fare da contrappeso all’incipit calcistico e ad arricchire la lettura con reminiscenze note a tutti, ma che nulla hanno a che vedere con la classe arbitrale schermistica.
Il chiarimento era dovuto nel rispetto dei ruoli e della mia opinione che sia ben chiaro ha un solo scopo, quello di migliorare sempre di più l’attività sportiva che pratico nell’interesse di tutto il movimento schermistico che io amo.
Purtroppo, talvolta gli interventi come il mio vengono letti con il pregiudizio che induce il lettore a credere che sia un attacco polemico o, peggio, offensivo nei confronti del sistema o di persone in particolare. Se si svuotasse la mente da inutili preconcetti e si leggessero le parole per come sono esattamente scritte, sono certo che si riuscirebbe a cogliere il reale messaggio che intendono offrire e cioè che la Federazione ha il dovere ascoltare quello che la base pensa e agire di conseguenza.
Infatti, se esistesse anche una sola persona che pensa che gli arbitri siano in qualche modo “influenzabili” il rimedio non è punire il malpensante, ma adoperarsi affinché la classe arbitrale non dia mai adito al ben che minimo sospetto su di sé. Soltanto così la Federazione potrà tutelare il movimento, cioè sé  stessa e i propri membri, a vantaggio di tutti.
Parallelamente, visto che aprivo con metafore calcistiche, mi preme concludere dicendo che non credo che la FIGC si sia mai preoccupata di deferire chi insulta gli arbitri, quanto piuttosto di rafforzare la classe arbitrale fino a renderla un organismo autonomo e perciò protetto e per certi versi inattaccabile, nel rispetto dei ruoli, con le regole dovute e definite assieme a tutto il movimento schermistico con l’aiuto delle figure dei suoi rappresentanti.
Perciò alla fine di questa schermaglia linguistica, mi sia concesso di salutare il compagno d’arme che mi legge, unito alla stretta di mano, pronto per un nuovo e sempre leale assalto.
Fabrizio Orsini

12 maggio 2018

SCHERMA ED ARBITRAGGIO


“Questi arbitri hanno un bidone di spazzatura nel cuore”, diceva Gianluigi Buffon all’indomani della partita persa contro il Real Madrid, valida per l’accesso alla finale di Champions League, lamentandosi di un arbitraggio che a suo dire doveva essere più consono agli standard ai quali è maggiormente abituato dove gioca di solito.
E nella scherma? Ci sono arbitri con l’oramai classico bidone nel cuore? C’è da chiederselo, anche a valle di avvenimenti già descritti in questo blog grazie ai quali invito il lettore a rinverdire la memoria.
Purtroppo mi è impossibile portare nomi e avvenimenti non solo di prima mano, ma nemmeno di seconda e terza, perché metterei in difficoltà le persone, che chi mi hanno fornito le notizie che sto per narrare, ma per l’amore che nutro verso questo magnifico sport, che ho il privilegio di praticare, non posso esimermi dall’esporre un pensiero condiviso con i miei informatori.
Se la spada gode del miglior arbitraggio possibile, in quanto non si può barare in nessun modo se non nelle rare situazioni di dubbio (rimessa, corpo a corpo, prima o dopo l’alt ecc…) nel fioretto e nella sciabola le cose cambiano faccia a seconda della gara e di altre sfaccettature che mi riferiscono, ma personalmente giudico con ampio margine di beneficio del dubbio.
Vediamo il Fioretto.
Praticamente i più frequenti casi di errore arbitrale sono più o meno relativi allo stabilire la differenza se l’attacco con il ferro esista ancora oppure no, unito anche al fatto che se l’avversario cava, mentre cerchi ferro, l’arbitro potrebbe sbagliarsi e dare un attacco con finta e cavazione. Anche io personalmente ho riscontrato che alcuni casi di attacco con il ferro, dove i ferri non si sono per nulla toccati, sono stati cambiati in attacco con finta e cavazione. Andrebbe chiarito una volta per tutte.
Passiamo a un altro caso. Per fortuna le battute effettuate con i vari gradi di lama, che da tali diventano parate dell’avversario non si vedono quasi più, a vantaggio del gesto dello schermitore cioè se lo schermitore batte il ferro immobile dell’avversario è battuta, a prescindere dal grado con il quale compie il gesto. Mi pare una grande conquista. Lo trovo corretto e sono felice che si sia arrivati a una chiarezza in merito.
Tocca ora alla Sciabola, che ha connessioni con l’arbitraggio del fioretto e fa sospirare moltissimo gli sciabolatori, ogni volta che vanno in pedana.
Le stoccate dubbie sono praticamente all’ordine del giorno e l’arbitro è chiamato quotidianamente a dirimere la casistica. Quando è dubbia, estrae il “tempo comune” e si riparte. Nessun commento.
Vediamo gli altri.
Attacco sulla preparazione. Guardando arbitrare, questa è l’idea che mi sono fatto, ma è giusto che gli specialisti del settore intervengano per chiarire. Se gli atleti partono assieme sull’A-voi, la stoccata va al primo dei due che riesce a fare l’affondo, perché in sostanza ha concluso l’attacco per primo e quindi l’altro è in ancora in preparazione. A questo si aggiunge anche la variabile del braccio, per alcuni arbitri se hai fatto l’affondo, ma il braccio non è disteso, l’attacco non è completo, per altri, se il braccio è disteso, e si sta facendo l’affondo, l’attacco è completo o quasi. Urge un chiarimento così da poter insegnare correttamente in sala scherma.
Altro caso la parata e risposta. Non è chiaro quanta debba essere l’intensità della parata. Se si para e quindi il suono fra le lame è intenso allora la parata è valida, se al contrario il suono è scarso allora è un “mal paré” (mi chiedo se esista ancora nel regolamento questa dicitura).
Per la verità ho anche visto dare stoccate a gente che si è presa la linea posta da atleti che nemmeno un muratore l’avrebbero potuti mettere in bolla talmente la linea era perfetta e solo per piccolissimi difetti chessò, della marcia dell’avversario, o di un tentennamento di chi metteva la linea, magari con la testa, veniva assegnata all’altro.
Tipi di attacchi veri o presunti. Uno dei migliori è stato, a detta di chi mi ha riferito lo sfogo, “l’attacco di piede”. L’arbitro alle prime armi siccome vedeva sbattere il piede durante la marcia dell’atleta che attaccava, descriveva il moto di attacco come una serie di attacchi, tutti regolari, pur tenendo il braccio immobile, senza fare né finte né mosse di alcun tipo. Di cosa stiamo parlando? Cioè sbattere il piede corrisponde a un attacco? Cioè se uno avanza verso di me e io sbatto il piede allora è attacco comune? Qui più che chiarimenti servono iniezioni di logica.
Per concludere vi racconto la fantasiosa ricostruzione di un arbitro il quale pur di non dare interruzione di attacco a un atleta che faceva passo avanti e con il piede posteriore indietreggiava per riprendere l’attacco subito dopo, ricostruiva l’azione dicendo che nella sciabola non conta il movimento di piedi se è continuativo, pertanto quel “vizietto” era del tutto trascurabile. (di questo arbitro non solo mi è stato dato nome, cognome, club di appartenenza e gara in cui ha operato la sua prestazione, ma anche un filmato in cui si vede l’azione da me descritta e un audio in cui si riconosce la sua voce mentre ricostruisce quanto vi ho detto).
Per certi versi mi preme dire che quest’ultimo è certamente un caso isolato, in quanto non mi pare sia la regola e voglio credere che non esistano arbitri così fantasiosi, benché una certa quantità di sfoghi in merito io li riceva abbastanza di frequente e tutti di matrice “inspiegabile”.
Effetti collaterali. Se un arbitro di sciabola si trova ad arbitrare il fioretto, che succede? Vediamo un paio di casi.
Il primo. All’A-Voi, lo schermitore di destra saltella sul posto, il fiorettista di sinistra percorre un fulmineo attacco di non meno di quattro metri e toccano assieme senza che le armi nemmeo si sfiorino. L’arbitro tutto soddisfatto dà un bell’attacco da destra. Al “perché questo?”, la risposta è stata: “si è mosso prima”.
Il secondo. Va premesso che si incominciano a vedere gli attacchi sulla preparazione, così dati: spesso un fiorettista parte verso l’avversario con la sua progressione, l’avversario tira un bell’affondo e toccano assieme, senza che il primo che stava attaccando abbia fatto l’affondo; in questo caso magicamente viene dato l’attacco sulla preparazione.
Di questo come per gli altri è necessario che si chiarisca per evitare che in sala scherma si insegni una cosa e poi in gara se ne veda un’altra.
Sono però contento che arbitri e tecnici comincino a dialogare per non snaturare questo sport, tenendo conto che fioretto e sciabola hanno medesimo regolamento.
Mi preme concludere dicendo che la classe arbitrale italiana è all’avanguardia, ma, sempre a detta delle solite voci, che mi tocca selezionare per forza di cose, ve ne sono alcuni che sono prezzolati, che si vendono per piatti di lenticchie, e certe volte anche meno, cosa che dal celebre Byron Moreno  a oggi si ripete con una certa costanza, ma che io personalmente ancora stento a credere. Non posso far altro che incoraggiare gli onesti e desistere gli altri, sperando che la Federazione sappia regolare il movimento in maniera adeguata.
La nostra Federazione infatti, dovrà prima o poi decidere cosa fare di una figura che per forze di cose è sempre più proiettata verso il professionismo. E’ indubbio che in un mondo piccolo come quello della scherma le reclute che dovranno riempire i ranghi arbitrali debbano essere prese fra gli atleti, ma il fatto che molti arbitri siano anche atleti in attività ad alcuni, se non a molti, fa storcere il naso. È un settore che andrà regolamentato con estrema serietà e chiarezza.
Fabrizio Orsini

08 maggio 2018

DEMOCRAZIA E INFORMAZIONE


Miei Cari Lettori,
ormai da anni questo blog si occupa di dare voce a tutte le anime che compongono il mondo della scherma.
Sebbene io sia stato accusato più volte di pubblicare soltanto i commenti degli oppositori all’attuale dirigenza FIS, nella realtà dei fatti io pubblico tutto ciò che è pubblicabile, anche quando non ne condivido il contenuto.
Il mio intento è quello di creare un dibattito tra maggioranza ed opposizione in modo da fare crescere in democrazia il mondo della scherma. E per questo motivo ho scelto negli ultimi anni di dare spazio anche ai commenti anonimi volendo in questo modo dare voce a tutti coloro che, per paura o per la posizione rivestita, non ritengono di potere esprimersi in piena libertà se non in forma anonima.
Ma effettivamente è vero che io evito di pubblicare alcuni commenti.
Quelli che non pubblico sono testimonianze che a mio avviso possono essere considerate astrattamente lesive dell’onore e della reputazione dei soggetti ivi menzionati.
Dato che in questi giorni mi sono arrivati numerosi post che si prestano a tale censura, vorrei chiarire definitivamente le linee guida a cui mi attengo nella pubblicazione delle notizie e dei commenti quando questi non contengono mere opinioni su questo o quell’altro argomento bensì l’attribuzione di fatti determinati a soggetti individuabili.
In questi casi io mi preoccupo di verificare la veridicità delle notizie riportate reperendo documenti e testimonianze che ne attestino la plausibilità. Quando non ne trovo non pubblico.
Ovviamente questo non significa che quanto riferito in dette testimonianze sia falso, ma soltanto che io non sono in grado di verificarne la fondatezza. Spesso, infatti, si tratta di questioni note soltanto ai protagonisti, oppure di risonanza locale, rispetto alle quali per me è oggettivamente impossibile accertarne la fonte.
Poiché il mio desiderio rimane quello di dare voce a tutti, invito quindi chi intende intervenire sul blog raccontando fatti determinati riferibili a persone identificabili, ad inviarmi, sia pure in ulteriore forma anonima, gli articoli di giornale, i commenti facebook e ogni altro fonte che possa consentirmi la pubblicazione del commento.
Questo modus operandi mi ha consentito sino ad oggi di rendere un servizio alla democrazia superando senza conseguenze le querele di cui sono stato oggetto.
Mi piace riportare esattamente la frase utilizzata dal GUP di Roma nel provvedimento con cui è stata disposta l’archiviazione della querela presentata nei miei confronti dal Segretario Generale Marco Cannella in relazione all’articolo “Fiabe, balle e tasse”: “Nel caso di specie, va poi considerato che Rinaldi ha esposto da un lato meri fatti sulla cui veridicità storica non sono state esposte censure e, dall’altro, mere opinioni personali che seppure concretizzandosi in una critica molto aspra, almeno in certi tratti, non esorbitano dal diritto di critica e manifestazione del pensiero”.
Quindi cari lettori, continuate ad intervenire e mettendomi in condizione di pubblicare i vostri scritti!
E a tutti coloro, che continuano ad accusarmi di faziosità rinnovo l’invito a metterci la faccia, intervenendo sul blog e smentendo quello che pubblico.
Ezio Rinaldi