28 aprile 2022

MOLESTIE ED ABUSI SESSUALI: lo scandalo della scherma - Sospeso l'arbitro.

Oramai, cliccando sul web, è impossibile non incappare nello scandalo della scherma, relativo ad un arbitro che è accusato di molestie sessuali in ben due distinti episodi. Di questa brutta e penosa faccenda se ne sono occupati quotidiani nazionali, locali e perfino il sito “DAGOSPIA”.
La scherma è sulla bocca di tutti e questa volta non certo per le medaglie vinte, ma per uno scandalo difficile da digerire. Anche la stessa “Piazza” se ne è occupata, avendo pubblicato interamente tutte le comunicazioni rese dalla stampa, dai giornali e dai mass-media. Ciò che spiace maggiormente è la poca sensibilità mostrata dalla Federazione Italiana Scherma, la quale, a fronte di episodi gravissimi, ha fatto fin’ora ben poco, giungendo finanche a respingere accorati appelli: è, infatti, di questi giorni l’episodio citato da “DAGOSPIA” a proposito del rifiuto operato dalla FIS sulla “sollecitazione-invito” a lei rivolto dalle famiglie coinvolte nei fatti summenzionati, motivato con l’affermazione che tali istanze fossero fondate su generiche informazioni e, pertanto, non meritevoli di accoglimento. Ma all’improvviso qualcosa sembra essere cambiata. Il 27.04.2022 Repubblica, con un articolo a firma di Cosimo CITO, da notizia della sospensiva “sine die” dell’arbitro in discussione. Quindi la Federazione, evidentemente pressata da più parti, ha finalmente assunto il precitato provvedimento di sospensione “sine die”: meglio tardi che mai!
Comunque, è giusto anche precisare che le ultime notizie in circolazione, e riprese pure dalla “Piazza”, riferivano della riapertura del caso, che era stato, in un primo momento, archiviato. Tuttavia, di tale iniziativa non v’è traccia sul sito federale e non vi è traccia neanche dell’applicato provvedimento di sospensione (non siamo riusciti a trovarlo): ciò, a nostro modesto avviso, è un ulteriore errore dei vertici federali, sia in termini di immagine che di comunicazione, perché in tal modo si ha come l’impressione che la FIS ne sia infastidita, non sappia cosa fare e cerchi di prendere tempo; mentre, invece, sarebbe proprio il caso che la Federazione, con il Presidente in testa e specie in questo delicato frangente, operasse sui binari di una più chiara e limpida trasparenza, che le renderebbe maggior onore e rispetto.
Meritoria l'azione di "Repubblica" e della associazione ChangeTheGame, senza la quale, molto probabilmente, non si sarebbe adottato alcun provvedimento (è una nostra convinzione).
Detto questo, nella considerazione che - a quanto pare, per come sopra anticipato - si stiano per materializzare ulteriori ed apposite iniziative volte alla ricerca della verità, la “Piazza” intende non andare oltre e così attendere che i competenti organi inquirenti (disciplinari e giudiziari) facciano il loro corso, con tranquillità e serenità, ed alla fine assumano, qualora appurate le relative responsabilità, i provvedimenti più adatti.
In tale quadro, ci sia permesso di suggerire, molto sommessamente, alla FIS di:
  • assumere una condotta chiara, netta, precisa, lineare, cristallina e trasparente, nel pieno rispetto di tutte le parti in causa ed a tutela delle stesse;
  • integrare il gruppo del Safeguarding policy con persone altamente specializzate, con qualificate competenze in materia, i cui requisiti siano ben attestati;
così facendo, l’intero movimento schermistico ne trarrebbe sicuro beneficio, visto che non si deve dimenticare che, se è vero, come è vero, che vige il principio sacrosanto della “presunzione di innocenza”, è altrettanto vero e sacrosanto che c’è qualcuno che soffre ed ha chiesto “giustizia” e la attende.
Ezio RINALDI

25 aprile 2022

MOLESTIE ED ABUSI: la FIS riapre il caso

 

Dal “Corriere Romagna” del 23 aprile 2022 a firma della redazione web https://www.corriereromagna.it/caso-arbitro-le-precisazionidella-federazione-scherma/

“Caso arbitro: le precisazioni della Federazione Scherma

La Federazione Italiana Scherma, a seguito dell’articolo da noi pubblicato, avente ad oggetto i presunti illeciti contestati all’arbitro Bucca, ha inteso fornire una rappresentazione dei fatti che, come documentalmente provato, si rivela ben differente da quanto sostenuto in precedenza. In particolare, le evidenze documentali prodotte dalla FIS, rappresentata dall’Avv. Guido Settimj che ne cura gli interessi, consentono di ricostruire più fedelmente il susseguirsi degli eventi che hanno determinato il perfezionamento del patteggiamento senza incolpazione in capo all’arbitro, oggi indagato dalla Procura di Rimini. 

Come è noto Emanuele Bucca, a seguito del procedimento disciplinare nei suoi confronti, relativo ai fatti occorsi a Riccione nel mese di ottobre 2021, ha chiesto di poter definire la propria posizione con un accordo ai sensi dell’art. 86 del regolamento di giustizia. L’accordo raggiunto dalle parti è stato quindi trasmesso alla Procura Generale del CONI in data 01.01.2022. Pervenuto il parere favorevole della Procura Generale del CONI in data 10.01.2022 (entro giorni 10, come per legge), il patteggiamento è stato ratificato ed è passato in giudicato in data 11.01.2022. La sanzione è stata quindi comminata e notificata all’arbitro Bucca in data 27.01.2022. 

Lo stesso Procuratore Federale aveva confermato l’applicabilità della sanzione in capo a Bucca, stante l’assenza di precedenti nel casellario e carichi pendenti alla data del procedimento disciplinare. Contrariamente a quanto sostenuto in precedenza, infatti, la Federazione Italiana Scherma aveva avuto notizia – per la prima volta – dell’esistenza di un procedimento penale che vedeva indagato l’arbitro Bucca, solo quando in data 05 aprile 2022 i familiari della presunta vittima, che lo denunciò a giugno del 2021, inviarono una PEC alla Procura Federale, fornendo i riferimenti di una notizia di reato e chiedendo che la Federazione si adoperasse, anche per una sospensione cautelativa del soggetto indagato.

Appare quindi evidente come nessuna delle responsabilità, asseritamente attribuite alla FIS, trovi una concreta rispondenza nei fatti, così come sono stati documentalmente ricostruiti e provati. 

Nei confronti dell”arbitro Bucca la FIS ha oggi intrapreso un nuovo procedimento disciplinare e, alla luce delle intervenute emergenze procedimentali fornite dalla procura di Rimini, non potrà questa volta non tener conto delle serie implicazioni della vicenda.”

Da quanto emerge dall’articolo del “Corriere Romagna”, la FIS, nel produrre una rappresentazione dei fatti in maniera difforme da quella da lei stessa fornita, con il suo ben noto precedente comunicato, ha contestualmente affermato di voler riaprire il caso.

Ora, pur prendendo positivamente atto della riapertura del caso “Bucca”, da parte della FIS (era il minimo), non può non notarsi come questa annaspi visibilmente nel rendere la “sua” verità dei fatti, che appare ancora una volta incompleta, piena di omissioni, inesattezze e contraddizioni, rese nel vano tentativo di allontanare da sè precise responsabilità, e senza nulla dire dell’evidente sforzo di farla passare quasi come concordata con il CONI, visto che il medesimo sarebbe stato - a suo dire – regolarmente informato di tutto.

Ciò lo si rileva chiaramente dalla lettura della nota della Procura Generale dello Sport presso il CONI, pubblicata, quasi integralmente, sulla pagina FB de “Il Cavallo Rosa – Change the Game” (ed anch’essa qui riportata), che, precisando in modo netto, puntuale, lineare, palese ed evidente quali sono stati i passi e le attività dei due enti, dimostra chi dei due ha affermato la verità e chi, invece, ha tentato di negarla o nasconderla, trincerandosi dietro dei deboli, poco probabili e poco credibili (per non dire del tutto impossibili ed incredibili) “non sapevo”, “non ho letto”, “non mi è arrivato alcunché”, “non c’ero”, “non ho capito”; ma la cosa peggiore è che queste asserzioni sembrerebbero provenire – secondo l’autore/firmatario della nota – dai massimi vertici federali.

È lecito affermare di una ennesima figura di m…a? Giudicate voi.

Alla “Piazza” comunque interessa che sia stato riaperto il caso, ma è tuttavia da sottolineare che la Federazione ha riaperto il caso solo dopo una comunicazione, via pec, dei familiari della presunta(!?) vittima, pervenuta in FIS il 5 aprile 2022. Da quella data ad oggi sono trascorsi 18 gg., ed anche se è facile dire che è meglio tardi che mai, perché attendere tanto per riaprire il procedimento?

Ma questo non è certo l’unico interrogativo, perché, nella considerazione che ora il procuratore federale riaprirà il caso e le indagini, visto che il primo procedimento disciplinare è stato archiviato, ci chiediamo:


-          cosa dovrà appurare?

-          quale sarà l’oggetto della sua indagine?

-          entro quale perimetro egli si muoverà?

Non credo voglia accertare se la Procura di Rimini abbia fatto il proprio dovere, perché ciò non rientra nelle sue competenze. Per lo stesso motivo (mancanza di competenza a giudicare), non credo neppure che egli vorrà verificare l’attività posta in essere dal CONI, alla luce delle differenti e contrastanti dichiarazioni dei due enti (FIS-CONI), in questo triste e squallido accadimento.

E’ possibile invece - ma siamo nel campo delle ipotesi – che, accanto al possibile accertamento delle responsabilità di Bucca, egli vorrà ricomprendere e circoscrivere le indagini al comportamento della FIS, nelle persone di taluni singoli componenti, al fine di accertare se costoro, nel procedimento de quo, abbiano agito correttamente, legittimamente e nel pieno rispetto delle norme o, al contrario, abbiano omesso colpevolmente degli atti dovuti, nell’illusorio tentativo di mettere a tacere il tutto, rendendosi così complici dell’autore di queste ignobili ed indecorose gesta.

Infine, per completezza informativa, va anche riferito che, sul versante giudiziario, a quanto è dato sapere, la Procura della Repubblica di Rimini, nell’espletamento delle sue indagini, ha già programmato un incidente probatorio, durante il quale la “presunta” vittima sarà assistita anche da un perito. Non tocca alla “Piazza” indagare o raccogliere prove attestanti i fatti denunciati, per questo ci sono i competenti organi. A noi interessa che venga fatta chiarezza - visto che la FIS ne ha fatto ben poca - e che chi ha sbagliato paghi veramente, ed in modo adeguato, per le proprie azioni. Nella pendenza di tutti i succitati accertamenti, siano essi quelli della Procura della Repubblica, siano quelli della Procura Federale FIS e/o del CONI, sarebbe auspicabile, oltre che opportuno per tutte la parti in causa che il presunto responsabile fosse sospeso da tutte le attività federali.

La “Piazza”, comunque, assicura che, a conclusione del caso, non mancherà di dare il giusto e sacrosanto rilievo sull’esisto dello stesso, qualunque esso sia, perché ciò che maggiormente e massimamente preme a noi è soltanto la ricerca della verità, quella VERA.

Ezio RINALDI

21 aprile 2022

LA FUNZIONE (dis)EDUCATIVA DELLO SPORT

La vicenda che imperversa nelle cronache schermistiche di questi giorni ha qualcosa di paradossale.
Come è noto, alcuni autorevoli giornali a diffusione nazionale hanno riportato la notizia che, qualche tempo addietro, un “arbitro” sarebbe stato sanzionato dai competenti organi della FIS con 30 giorni di sospensione (in applicazione della procedura del patteggiamento senza incolpazione e conseguente secretazione della vicenda). Repubblica del 16 aprile 2022 così ricostruisce il clou della vicenda: l’arbitro, dopo avere avuto la presenza nella sua camera d’albergo di una ragazza, aspirante, a sua volta, al ruolo di arbitro di scherma, le avrebbe offerto il suo appoggio in cambio di prestazioni sessuali. Al rifiuto della ragazza, avrebbe reagito violentemente. A tal punto, scrive testualmente il giornalista, “la ragazza urla, chiede di andarsene; lui le blocca le mani, ostruisce con il corpo la porta della camera, la lancia ripetutamente sul letto. A un certo punto bussa qualcuno alla porta, forse allertato dalle urla”.
Ebbene anche uno studente di giurisprudenza sarebbe in grado di dire, fatta naturalmente salva – ça va sans dire – la presunzione di non colpevolezza, che nella condotta come sopra ricostruita (rectius: ipotizzata) si rinvengono gli estremi dei seguenti reati: sequestro di persona (delitto procedibile di ufficio), tentata violenza sessuale (delitto procedibile a querela irrevocabile, ma di ufficio se connesso con altro delitto procedibile di ufficio) e, forse, tentata estorsione (delitto procedibile di ufficio).
Come si vede - sempre che  i fatti siano accaduti come descritti - si tratta di reati tutt’altro che bagattellari.
Non sarebbe stato il caso di informare la competente Procura della Repubblica? (Rimini).
Do per scontato che, in capo alla FIS, non sussisteva alcun obbligo giuridico in tal senso. Direi però che sussisteva un obbligo morale e…. di “etica sportiva”. La federazione si è dotata del “famoso” safeguarding policy (it’s so British!), come dire: un elenco di buoni propositi che però non prevede che, almeno per i fatti più gravi e chiaramente costituenti reato, sia avvisata la autorità giudiziaria. Quanto al CONI, ente pubblico, il discorso non si può chiudere tanto semplicemente. Ma non è questa la sede. Peraltro - così ho capito - il procuratore CONI è un ex prefetto. Anche lui distratto in presenza di (gravi) ipotesi di reato procedibili di ufficio? Se mal non ricordo, i vari codici sportivi imporrebbero di agire secondo lealtà, probità e correttezza. Queste tre parole, credo, sarebbero sufficienti per suggerire la denunzia di reati così gravi in danno di una ragazza poco più che maggiorenne. In fin dei conti, si parla tanto oggi di violenza contro le donne, codice rosso ecc. Ma, evidentemente, se ne parla solo, oppure il mondo dello sport è un mondo a parte (o così crede).
E invece, proprio in relazione a quella che è (dovrebbe essere) la funzione dello sport, la vicenda dell’arbitro esuberante (diciamo così) si presta a ulteriori considerazioni. La domanda di fondo è: lo scopo (principale) dello sport è quello di fare man bassa di medaglie olimpiche o quello di educare fisicamente e moralmente le giovani generazioni? La risposta pilatesca è: “entrambe le cose!” Già, ma secondo quale gerarchia di valori? Perché, se si dà priorità alla prima opzione, allora tutto deve essere subordinato al conseguimento del risultato “di vetrina”. E allora è logico conservarsi il “prezioso” contributo di un arbitro di livello internazionale, cui si può anche perdonare qualche marachella. È anche logico incrementare lo sport di Stato, il finto dilettantismo, la militarizzazione del parco atleti e dei commissari tecnici (“figuranti” poliziotti, carabinieri e finanzieri, che percepiscono stipendi statali e prebende federali, mentre i loro colleghi “veri” rischiano la vita). È anche logico infischiarsene delle sentenze del TAR e del Consiglio di Stato, continuando a bandire prove di esami per il rilascio di titoli professionali che il giudice amministrativo ha dichiarato nulli.
In fin dei conti, questa è ciò che in consiglio federale chiamano “politica”. Insomma il fine (le medaglie) giustifica i mezzi (quelli appena indicati). La politica sportiva in Italia è ancora tesa alla conquista di “prestigio tra le nazioni”; la funzione educativa è un (eventuale) “effetto collaterale”. La politica sportiva la fa il CONI, non la scuola.

Se viceversa si ritenesse (per avventura) che la principale funzione dello sport sia quella di fornire modelli educativi “pratici e concreti”, incentrati, innanzitutto, sul rispetto delle regole e, conseguentemente, delle persone, sulla lealtà della competizione, sul governo della vittoria in gara e sulla gestione della sconfitta, allora episodi come quello dell’arbitro non dovrebbero accadere. E non mi riferisco alla (ipotizzata) performance di chi tenta di estorcere una prestazione sessuale (queste cose, purtroppo, accadono in tutti gli ambienti), mi riferisco alla condotta tartufesca, delle istituzioni sportive. Persino in una istituzione chiusa, ultraverticistica e autoreferenziale quale è la Chiesa è “passato” il principio che i fatti ipoteticamente costituenti reato vanno denunziati alla autorità giudiziaria; possibile che in una struttura organizzativa finanziata da fondi pubblici (e vigilata dal CONI) ancora ci si comporti secondo la regola degli interna corporis?
Evidentemente questi enti non hanno piena consapevolezza del loro ruolo. D’altronde è anche un problema di livello culturale dei vertici di quelle che dovrebbero essere (principalmente) agenzie educative e non (esclusivamente) fabbriche di campioni (a qualsiasi costo). Il fatto è che, per insegnare credibilmente agli altri il rispetto delle regole, bisognerebbe che i primi a rispettarle fossero gli “insegnanti”. Altrimenti il messaggio che si propaga è sottilmente diseducativo: se sei bravo, se sei famoso, se sei utile, allora sei “più eguale” degli altri. E se fai qualcosa di “storto”, si trova la maniera di chiudere la faccenda con una sanzione poco più che simbolica.
Secondo la versione federale, il CONI, informato della vicenda, ha emesso una sibillina comunicazione, vale a dire: “erroneamente nulla osservando in merito”. Ma il contenuto stesso di tale ermetico dictum sembra far riferimento ad una comunicazione ancora precedente, il cui contenuto intende smentire (perché, appunto, “erroneamente” nulla era stato osservato). Di qui sembrerebbe prendere il via il grottesco battibecco con la federazione, che nega di aver ricevuto il tardivo parere contrario alla conclusione del frettoloso “patteggiamento”. Una trama da commedia degli equivoci o, se volete, da commedia all’italiana, per una vicenda che di comico non ha proprio nulla, ma parecchio di (tragicamente) ridicolo.
Maurizio FUMO

19 aprile 2022

MOLESTIE SESSUALI: il caso sta sfuggendo di mano.

 Dal quotidiano "La Repubblica" del 19.04.2022
"Scherma, il caso Bucca: scontro tra tribunali sportivi e le mancanze della Federazione
di Cosimo Cito
La ricostruzione della vicenda mette in evidenza la diversa visione di Procura federale e Procura generale del Coni sul caso dell'arbitro di sciabola, accusato da una ragazza di molestie sessuali e giunto a un patteggiamento "senza incolpazione", senza cioè la pubblicazione del dispositivo della sentenza
La storia di Emanuele Bucca, l’arbitro di sciabola accusato di molestie sessuali da una aspirante collega ventenne e sotto indagine da parte della Procura di Rimini per un analogo episodio ai danni di un’atleta minorenne, rischia di provocare un terremoto all’interno dello sport italiano. In una nota la Federscherma ha ricostruito la vicenda, difendendo il proprio operato. Ma lo svolgersi dei fatti fa venire alla luce evidenti criticità nella gestione della vicenda e nei rapporti tra la propria Procura federale e la Procura generale del Coni.
La vicenda, punto per punto
Questa la ricostruzione punto per punto, utile a capire le dinamiche intercorse tra federazione e Coni, Procura federale Fis e Procura generale del Comitato olimpico italiano. Bucca ha evitato il processo sportivo appellandosi all’articolo 86 del Regolamento di giustizia FIS, che fa riferimento all’istituto del patteggiamento “senza incolpazione”, ossia senza che il dispositivo della sentenza venga reso pubblico. Nel caso di Bucca (i fatti risalgono all’ottobre 2021 e avvengono in hotel a Riccione), secondo la ricostruzione del Procuratore generale del Coni Taucer del 24 marzo 2022 in seguito alla richiesta di chiarimenti formulata dall’associazione ChangeTheGame il 21 febbraio 2022, avviene questo:
Il 1° gennaio 2022 il Procuratore federale della FIS informa la Procura del Coni del possibile accordo con Bucca.
Il 10 gennaio la Procura Generale del Coni riscontrava la richiesta di accordo “erroneamente nulla osservando in merito”.
Il 12 gennaio la Procura generale informa la Procura Federale di non poter aderire al patteggiamento e invita la stessa a esercitare l’azione disciplinare, mediante atto di deferimento, nei confronti di Bucca. Il segretario generale della Fis Marco Cannella nega di aver mai ricevuto questa comunicazione.
Il 21 febbraio, dopo aver ricevuto una lettera scritta da alcuni tesserati coinvolti a vario titolo nella vicenda di Riccione, l’associazione ChangeTheGame scrive a Taucer per far presente che Bucca è uscito dalla vicenda con un patteggiamento senza incolpazione e una sospensione di 30 giorni.
Il 28 febbraio la Procura del Coni scrive una nota alla FIS contestando che era impossibile non avesse ricevuto la precedente nota del 12 gennaio 2022,
comunque visibile al Procuratore federale sulla piattaforma – il database presso la Procura del Coni che contiene tutte le azioni disciplinari intraprese dai Procuratori federali delle singole federazioni-, e invitava il Presidente FIS a riconvocare il Consiglio federale per rivedere la propria decisione.
Il 18 marzo, su richiesta del Procuratore Federale, si svolge un incontro, al quale prendono parte, oltre al Prefetto Taucer, al Segretario della stessa Procura Generale dello Sport e allo stesso Procuratore Federale, anche il Presidente Federale Azzi e il Segretario Generale. il Prefetto Taucer confermava i contenuti della comunicazione del 12 gennaio 2022, ribadendo l’opportunità, vista la gravità dei fatti, che nei confronti di Bucca venisse esercitata l’azione disciplinare mediante atto di deferimento a giudizio dinanzi al Tribunale Federale.
La nota della Federscherma
Lo stesso giorno però la Procura Generale del Coni riceve da parte del Procuratore Federale – tramite inserimento sulla piattaforma informatica – la comunicazione per mezzo della quale il Presidente Federale informa che, sentito anche il Consiglio Federale in data 13 marzo 2022, confermava di non avere osservazioni da formulare in merito all’accordo e che quindi la vicenda era sostanzialmente chiusa con il patteggiamento e la sospensione di trenta giorni. In una nota la Federscherma fa riferimento a “trasparenza e senso di responsabilità” nella volontà di tutelare la presunta vittima delle molestie “per il quale è stato valutato opportuno non dare riscontro dell’accordo fra l’incolpato e la Procura”. "Se la Federscherma avesse avuto a cuore la vittima" fa notare ChangeTheGame "la sanzione patteggiata non sarebbe stata certamente di un mese soltanto"."

Dalla pagina facebook de il cavallo rosa change the game:
"
Facciamo chiarezza sulla vicenda dell'arbitro di scherma che ha patteggiato un mese di sospensione attraverso un accordo senza incolpazione con la FIS per un episodio di abusi durante un evento sportivo.
Nel caso di specie, secondo la ricostruzione dei fatti riportata dal Prefetto Taucer nella sua nota del 24 marzo 2022 in riscontro alle richieste di chiarimenti formulate da ChangeTheGame con nota del 21.2.2022, sarebbe avvenuto che:
a) il Procuratore federale FIS ha informato la Procura Generale del Coni del possibile accordo tramite inserimento sulla piattaforma, in data 1° gennaio 2022;
b) il 10 gennaio 2022 la Procura Generale del Coni riscontrava la richiesta di accordo “erroneamente nulla osservando in merito”;
c) due giorni dopo la Procura Generale del Coni “avvedutasi dell’errore materiale, in data 12 gennaio 2022 trasmetteva immediatamente una comunicazione di annullamento e rettifica del riscontro precedente”;
d) “con tale comunicazione in data 12 gennaio 2022, questa Procura Generale dello Sport, rammentando le preclusioni più volte espresse, informava la Procura Federale di non poter aderire al chiesto patteggiamento e invitava tale Ufficio a esercitare l’azione disciplinare, mediante atto di deferimento, nei confronti del Sig. Emanuele Bucca”;
e) contattato il Segretario Generale della FIS, questi sostiene di non avere mai ricevuto la nota di rettifica del 12.1.2022;
f) precisa la Procura Generale del Coni che essendo stata inserita sulla piattaforma era in ogni caso visibile al Procuratore Federale FIS;
g) il 21 febbraio 2022 ChangeTheGame scrive al Prefetto Taucer rappresentando che l’accordo sembrerebbe essere diventato efficace (o esecutivo);
h) il 28 febbraio 2022 la Procura del Coni scrive una nota alla FIS contestando che era impossibile non avesse ricevuto la precedente nota del 12 gennaio 2022, comunque visibile al Procuratore federale sulla piattaforma, e invitava il Presidente FIS a riconvocare il Consiglio federale per rivedere e riesprimersi sull’accordo;
i) Il 18 marzo 2022, su richiesta del Procuratore Federale, si svolgeva, presso la Procura Generale dello Sport, un incontro, al quale prendevano parte, oltre al Prefetto Taucer, al Segretario della stessa Procura Generale dello Sport e allo stesso Procuratore Federale, anche il Presidente Federale e il Segretario Generale della Federazione Italiana Scherma;
j) In tale incontro il Prefetto Taucer confermava i contenuti della comunicazione del 12 gennaio 2022, ritenendo, quindi, doveroso che il Consiglio Federale fosse messo a conoscenza di tale comunicazione, ribadendo l’opportunità, vista la gravità dei fatti, che nei confronti del Sig. Emanuele Bucca venisse esercitata l’azione disciplinare mediante atto di deferimento a giudizio dinanzi al Tribunale Federale, seppure nell’autonomia, riconosciuta dalle normative in vigore, del Presidente Federale – sentito il Consiglio Federale – di non formulare osservazioni, facendo così acquistare efficacia all’accordo intervenuto tra il Sig. Emanuele Bucca e la Procura Federale, seppure con il parere contrario della Procura Generale dello Sport;
k) In data 18 marzo 2022, la Procura Generale del Coni riceveva, da parte del Procuratore Federale – tramite inserimento sulla piattaforma informatica – la comunicazione per mezzo della quale il Presidente Federale informava che, sentito anche il Consiglio Federale in data 13 marzo 2022, confermava di non avere osservazioni da formulare in merito all’accordo."
Questi i fatti ed è sconcertante che su un simile accadimento ci sia lo scarica barile. Delle due l'una, o mente la Procura Generale del CONI o mente la Procura federale FIS e con essa il Presidente AZZI ed il suo Consiglio. Conseguentemente, appurate le responsabilità (da queste pagine è stato suggerito la istituzione di una commissione di indagine composta da persone terze), o si dimette il Procuratore Generale del CONI o il Presidente FIS che ha firmato la nota in cui contesta il Comitato Olimpico Italiano.
Tante cose ci sarebbero da dire ma, al momento, è meglio tacere.
Ezio RINALDI

18 aprile 2022

MOLESTIE SESSUALI NELLA SCHERMA: La nota della Federazione Italiana Scherma.

Dal sito federale: https://www.federscherma.it/homepage/media/news/14-news/top-news/32566-nota-della-federazione-italiana-scherma-2.html - Si riporta il comunicato della Federazione Italiana Scherma in merito alla vicenda degli ausi sessuali:

"

NOTA DELLA FEDERAZIONE ITALIANA SCHERMA
18 Aprile 2022
La Federazione Italiana Scherma, in merito alle notizie pubblicate nei giorni scorsi da alcuni organi di stampa e riguardanti un suo tesserato, l’arbitro Emanuele Bucca, precisa di aver dato mandato ai propri legali al fine di tutelare l’immagine della FIS rettificando e/o smentendo circostanze non rispondenti al vero che sono state riportate in alcuni articoli gravemente diffamatori.
 
Nell’intera vicenda raccontata nel primo articolo del quotidiano Repubblica, ricostruita mediaticamente con inaccettabili imprecisioni oggetto di apposite contestazioni nelle sedi competenti, la Federazione Italiana Scherma ha agito sempre nel pieno rispetto dei suoi compiti, primo fra tutti rispettando l’indipendenza della giustizia endofederale, con tempestività e responsabilità, adoperandosi per la puntuale trasmissione delle notizie di presunti illeciti alle competenti autorità e per l’accertamento dei fatti, dunque nel rispetto di leggi, regolamenti, ruoli e persone, con la finalità unica della verità. 
 
Prima Federazione a dotarsi di un regolamento di Safeguarding Policy, servizio immediatamente attivato anche nella circostanza finita all’attenzione delle cronache, la FIS ha operato con l’attenzione e la scrupolosità che il caso imponeva. Ed è stata la Federscherma - benché non vi sia stato alcun accertamento dei fatti da parte dell’autorità giudiziaria ordinaria per mancanza di denuncia, quindi in assenza di qualsivoglia giudizio di responsabilità - ad attivare le autorità sportive competenti affinché eventuali responsabilità potessero emergere o essere chiarite.
 
Grave e falso è il messaggio fatto passare secondo cui la sanzione di un mese di sospensione per l’arbitro Bucca, a seguito del “patteggiamento senza incolpazione”, sia stata applicata nonostante un parere negativo della Procura generale del CONI. 
 
Vi è prova documentale dell’esatto contrario. La giustizia sportiva della Federazione ha provveduto a ratificare l’accordo solo dopo aver ricevuto un parere favorevole da parte del Procuratore Generale del CONI, il quale, sollecitato solo successivamente da enti esterni, ha sorprendentemente deciso di comunicare una sua - inaspettata - disapprovazione, solo quando il patteggiamento era stato oramai ratificato e, pertanto, definitivamente passato in giudicato.
 
La Federazione Italiana Scherma, che ha fatto e sempre farà della trasparenza e del senso di responsabilità le linee guida delle sue azioni, rivendica il fatto che la trasparenza può trovare un ostacolo solo laddove sia necessario tutelare la presunta vittima, come è accaduto nel caso oggetto dell’attenzione mediatica per il quale è stato valutato opportuno non dare riscontro dell’accordo fra l’incolpato e la procura proprio al fine di tutelare la persona vittima dal presunto illecito.
 
Riguardo altre eventuali vicende, riferite dalle cronache e che escano dal campo della giustizia sportiva, la FIS non esercita alcuna prerogativa che non sia determinata da notizie ufficiali provenienti dalla Procura ordinaria e dalla polizia giudiziaria da essa delegata, non essendo autonomamente in possesso di notizie - che, durante la fase delle indagini preliminari, come è noto, sono sottoposte al segreto istruttorio e non sono suscettibili di comunicazione - potendo solo valutare le situazioni, per quanto di sua competenza, una volta informata dall’autorità giudiziaria circa gli specifici addebiti.
Particolarmente grave, inoltre, è la falsa notizia, riportata dai quotidiani, secondo cui la FIS sarebbe stata già a conoscenza del procedimento penale che vede l'arbitro Bucca indagato dalla Procura di Rimini. È stato documentato come la prima notizia del riferito suo illecito, comunicata alla Federazione dai familiari della persona presuntivamente offesa, risale al giorno 6 aprile del corrente anno, ovvero a distanza di diversi mesi dall'avvenuto noto patteggiamento accordato al tesserato dalla giustizia federale. Ed anche in quest'ultima occasione, tutt'altro che inerte e silente, la Federazione ha puntualmente sollecitato la Procura Generale del CONI affinché ottenesse senza ulteriore ritardo tutte le necessarie conferme da parte della magistratura Inquirente ordinaria, così da poter adottare le conseguenti eventuali determinazioni in sede disciplinare.
 
La FIS dunque ribadisce con forza il rigore e la correttezza del proprio operato, così come il suo ruolo di portatrice di valori sani, che afferma e diffonde quotidianamente attraverso lo sport."
 

17 aprile 2022

MOLESTIE SESSUALI NELLA SCHERMA: l'impalpabilità della FIS

 

Piazza della Scherma si è occupata ed ha trattato argomenti inerenti gli abusi sessuali nello sport, in particolare con gli articoli: FORSE L’AMERICA CI SALVERA di Giancarlo TORAN (17.0421); ABUSI SESSUALI NELLO SPORT di Luca GIOVANGIACOMO (23.04.21); ABUSI E DOPING di Ezio RINALDI (21.02.22); SIAMO ALLA DERIVA? Di Ezio RINALDI (16.03.22). I pezzi hanno suscitato grande interesse (numero di letture elevato) perchè i contenuti degli stessi erano particolarmente significativi.
La cronaca quotidianamente riporta notizie sugli abusi che soggetti più deboli sono costretti a subire e tutti ci mostriamo angosciati e soprattutto disgustati per il continuo perpetrarsi di simili turpitudini.
Ma quali reali iniziative assumiamo in presenza di simili atti? Nel caso specifico la Federazione Italiana Scherma ha cercato di non dare particolare risalto al fatto, mentre ci si sarebbe atteso l’assunzione di considerevoli provvedimenti perché i reati sessuali sono ingiustificabili e vanno sradicati da tutti i contesti nei quali si opera. Combattere lo sfruttamento e gli abusi sessuali, nonché le molestie sul posto di lavoro è una priorità assoluta.
Il mostro o, se volete, l’orco, che commette tali atti arreca danni irreparabili alle vittime ed alle loro famiglie e per questo si devono intraprendere azioni ferme e decise al fine di rafforzare i meccanismi di prevenzione, di controllo e di risposta allo sfruttamento, alle molestie e agli abusi sessuali. In tale quadro non sono ammissibili tentennamenti, non ci possono essere né se né ma. E’ anche vero che in alcune occasioni si è sbattuto il mostro in prima pagina, condannandolo prima ancora di un regolare processo, al termine del quale il cosiddetto ”mostro” è risultato innocente e nessuno gli ha chiesto scusa.
Dove voglio arrivare, semplice: sono dalla parte di chi denuncia, di chi subisce ma non condanno nessuno fino alla emissione di un verdetto che vada oltre ogni ragionevole dubbio.
Ciò che per me è assolutamente incomprensibile sono gli interventi tesi a tacitare chiunque abbia il coraggio di denunciare, che sia la vittima o il giornalista. Capisco l’angoscia e la pena dei familiari degli accusati e, quindi, i loro interventi tesi a salvaguardare i propri cari li giustifico. Non posso giustificare chi è terzo e si permette di intervenire al fine di ridurre al silenzio i denuncianti. Questa, qualora attestata la colpevolezza, la ritengo complicità e la condanna per costoro deve essere pari a quella per l’imputato.
Nel caso specifico abbiamo il colpevole che ha patteggiato la condanna, ma ciò che stride sono le dichiarazioni del Presidente FIS e dello stesso arbitro. Non le commento perché c’è poco da commentare.  La condotta dell’incolpato è stata oggetto di indagini da parte della Procura federale, la quale, ritenuti sussistenti gli elementi per il deferimento, ha rimesso gli atti agli Organi di giustizia, chiedendo che contro l’incolpato, si aprisse il dovuto e necessario procedimento disciplinare. A questo punto, il protagonista della triste vicenda, per concludere la stessa ed evitare di sottoporsi al processo sportivo, ha preferito patteggiare la sospensione dall’attività di arbitraggio con un mese di stop. Del provvedimento non vi è traccia sul sito federale, la domanda è: come mai?
Se ho ricevuto tanti whatsApp ed e-mail con copia del giornale (Repubblica) che ha riportato in luce la squallida vicenda è chiaro che si vogliono conoscere le considerazioni della “PIAZZA” e noi non ci sottraiamo a tale incombenza.
Il Provvedimento più adeguato alla grave colpa era la sospensione da tutte le attività schermistiche per un tempo molto, ma molto più lungo e non voglio parlare di radiazione. Non ci si dica che un errore, uno sbaglio capita a tutti: non a un quarantaduenne con un ventenne! L’altra domanda è: perché la Procura del CONI non è intervenuta?
Da questa triste e squallida storia ne esce male la FIS (un comportamento inqualificabile), la Procura federale e la procura del CONI.
Ciò che amareggia, e di molto, è la circostanza che la Federazione, nelle persone dei suoi massimi esponenti, sapeva benissimo che il caso conteneva aspetti e profili piuttosto pesanti e gravosi, con risvolti addirittura anche di carattere “penale” - visto che la molestia sessuale, come tutti sanno, è un preciso ed odioso reato - per il quale, come dicevo prima, avrebbe richiesto e meritato una sanzione importante e significativa, al fine di una giusta e corretta stigmatizzazione dell’accaduto.
Ma ciò che è peggio, e che fa URLARE allo scandalo, è il fatto che - stando alla stampa di oggi: Repubblica del 17/4/22 – il protagonista sarebbe recidivo, visto che presso la Procura della Repubblica di Rimini vi è un fascicolo penale aperto a suo carico per un fatto del tutto simile, e di tutto questo la FIS aveva già piena contezza, ma non ha mai attivato alcuna indagine interna; con la conseguenza che, essendo pendente un procedimento penale, se verranno accertate delle omissioni da parte della Federazione, questa rischierebbe di essere incriminata di “favoreggiamento”, che è un’accusa pesantissima e non solo in termini di immagine.
Ciononostante, malgrado tutto questo, ancora una volta si è deciso, invece, di mettere la polvere, anzi, la schifosissima “monnezza” sotto il tappeto - come più volte si è rimarcato da questo BLOG - con l’incredibile risultato - al limite del paradosso - che il protagonista in negativo della vicenda ha avuto conferma delle sue millanterie ed, al contrario, la vera “vittima” non ha trovato la giusta tutela.
A questo punto, tanti sono gli interrogativi, proviamo a farne qualcuno:
  •  Ma è proprio vero che la FIS non sapesse nulla?
  •  Ma è possibile che anche il Coni fosse all’oscuro di tutto?
  •  Perché non è stata comunque attivata la Procura del CONI?
  •  Le tre scimmiette sono il simbolo di questa FIS?
  • Cui prodest tutto ciò?
  • Ma allora è vero che l'arbitro godeva e continua a godere di “protezioni” altolocate?
  • Qualcuno che siede in alto si rende conto che un atteggiamento stranamente silente (non si vuole dire omertoso) in simili casi equivale a proteggere gli autori di tali atroci malefatte?
  • Sempre questo qualcuno si rende conto che proteggere tali soggetti equivale a rendersi loro complice?
  • Nella considerazione che il nuovo CF della FIS, oggi presieduto nella persona di Azzi, si è proposto ed imposto all’elettorato nel senso della continuità con il precedente, la strombazzata continuità riguardava anche un certo modus agendi?
  • Quindi, qualcuno deve pagare delle “cambiali politiche”?
  • Queste “cambiali” sono molte?
  • Ci sono anche delle firme di “avallo”?
  • E’ condivisibile un tale modus operandi?
  • E’ possibile condurre così una Federazione prestigiosa come quella nostra?
  • E’ minimamente accettabile tutto ciò?
  • Non sarebbe ora di cambiare?
E al di là di tali interrogativi politici, sia consentito a me – che  sono un uomo della strada e molto terra, terra – di farne un paio, ma molto più semplici e diretti:
  • Qualcuno ha provato a mettersi nei panni dei genitori della vittima?
  • Se la vittima fosse vostra figlia, cosa vi aspettereste da chi “comanda” veramente?
Penso realmente che sarebbe ora che il CONI intervenisse direttamente, costituendo una apposita commissione d'inchiesta con componenti terzi, al fine di verificare non soltanto delle possibili responsabilità sul caso in discussione, ma altresì per accertare se la gestione federale sia corretta, democratica, trasparente e cristallina.
Nel frattempo, la deriva continua!
Ezio RINALDI

15 aprile 2022

PASQUA DI PACE O DI GUERRA?

Inviare o formulare gli auguri pasquali in un periodo come questo non può e non deve essere un atto fine a sè stesso.
Negli ultimi due anni la pandemia ci ha messo a dura prova, facendoci sopportare dolori fortissimi per la perdita di persone a noi care. Il covid non ha fatto scelte, ha colpito tutti e come se non bastasse i conflitti sul pianeta, ce ne sono almeno una cinquantina, continuano a portare morte e distruzioni, ultimo in ordine di tempo l’aggressione all’Ucraina da parte della Russia.
Non entro nel merito delle cause scatenanti tale conflitto, ma i massacri, le violenze, le distruzioni devono portarci ad una seria riflessione sul termine di PACE. Esso indica una situazione contraria allo stato di guerra e indica, altresì, il rispetto dell'idea di interdipendenza nei rapporti internazionali ed interni ad uno stesso stato ed il normale e fruttuoso svolgimento della vita politica, economica, sociale e culturale.
Festeggiare la Santa Pasqua (per i cristiani cattolici) senza il principio dell’interazione con l’altro non ha senso e potrei dire quanto mai incoerente con i valori che il cristianesimo professa.
Noi amiamo la libertà e la reclamiamo per i tutti i popoli della terra, ma cosè la libertà? Per me è la consapevolezza di poter dire e fare ciò che sentiamo dentro di noi, avendo coscienza che intorno ci sono altre persone che hanno i nostri stessi diritti e doveri. La libertà personale sta nell’incontrare l’altro anche se diverso o nemico: la grandezza dell’arcobaleno sta nei suoi colori che, messi insieme, lo formano. Quindi l’unità attraverso la diversità. Non è chiudendo le porte che si ottiene la pace ma aprirsi e dialogare senza la pretesa di voler sopraffare l’altro.
Con questi pensieri auguro ai cristiani cattolici una Santa Pasqua, invitandoli a dedicare un pensiero a chi soffre, agli atei e a chi professa altre religioni di trascorrere questi giorni di festa in serenità ed in pace con il proprio prossimo.
Ezio RINALDI

05 aprile 2022

LA POLITICA DEGLI IMPIANTI SPORTIVI: non pervenuta!

Villa Glicini
Da anni ormai scrivo su questo blog e uno dei miei temi preferiti è quello degli spazi schermistici. Sarà per deformazione professionale, in quanto architetto, o perché, da maestro di scherma sogno una sala in cui non si debba sempre montare e smontare gli apparecchi e le pedane, dividendomi gli spazi con altre società sportive.

Credo che siano nella mia stessa condizione un’enorme quantità di società italiane che fanno questo sport e in ultima istanza purtroppo, anche due clubs storici italiani, il Club Scherma Torino, e il Dauno Foggia.

Il primo termina la sua lunga corsa nella storica Villa Glicini che lo ha visto presente in quei locali da non so quanti decenni. Una vicenda dolorosa cui si è messa di mezzo la politica comunale, una dirigenza del Club la quale non è riuscita a trovare il bandolo della matassa per continuare ad allenarsi in quei locali e una Federazione che pur muovendosi a favore del club non è stata molto incisiva con le autorità comunali, elementi, che meriterebbero approfondimenti. Parimenti anche il Dauno a Foggia ha patito una simile ventura. Infatti lo storico club foggiano, fondato da Angelo Maestri, e lanciato in alto da Aurelio Virgilio, si trovava in un Palascherma glorioso, che ha ospitato campionati italiani e internazionali, forte del fatto che aveva un grande numero di pedane e apparecchi. E infatti anche loro dopo molti anni, credo quasi mezzo secolo, si sono trovati sfrattati grazie alla solita gara di assegnazione degli spazi… Dauno VS Olympia, che è una polisportiva nella quale milita anche Marco Siesto e Francesco D’Armiento, che nel dettaglio evidentemente hanno saputo offrire di più del Dauno, e quindi la preferenza è passata ad altri.

Pareva incredibile che a Foggia vi fosse un palazzetto della scherma concepito solo per quello sport. Ce lo saremmo aspettato a Roma, o a Milano, magari a Firenze o a Bologna, forse anche a Napoli, ma no, è stato costruito nella città meno probabile d’Italia, indice che se un dirigente sa come muoversi e ha una visione, riesce a raggiungere lo scopo.

La visione, gli scopi, sapersi muovere… è praticamente un vero e proprio lavoro, un qualcosa che meriterebbe uno staff, con una testa pensante, un programma, una roadmap, come si dice oggi, un censimento di quel che c’è e di quel che manca, e alla fine, per il marketing, uno slogan: “100 palestre di scherma per il nuovo millennio!”. Insomma cose del genere, tanto da far pesare le più di cento medaglie olimpiche, costruite negli scantinati, nei garages, che fa tanto Rocky Balboa VS Apollo Creed e gli eye of the tiger, che se solo avessimo un Silvester Stallone nel nostro cinema, a quest’ora con i proventi di un solo film di quelli, tutte le 330 società italiane avrebbero una palestra di scherma. E spero me lo concederete un sogno così, visto che la notte degli oscar si è appena conclusa a suon di schiaffoni.

Eh già, gli schiaffi, quelli che il Club Scherma Partenopeo prese quando partecipò alla gara per la gestione dello stadio Collana, che vinsero come d’incanto Cannavaro e compagnia briscola. I milioni di euro, contro le medaglie… Davide contro Golia, Zorro contro Mazinga Z. Nulla da fare, quando il calcio vuole una cosa, se la prende, e di milionari che in mutandoni rincorrono la palla ne abbiamo molti qui in Italia, e qualcuno orgogliosamente si dà anche da fare, reinvestendo nello sport. E come dargli torto? Ma la scherma, vive come una cenerentola, in attesa della fatina, del principe, e del ballo, una combinazione a dir poco perfetta, un qualcosa che se hai il ballo, ma non la fatina, col cavolo che ci vai dal principe, specie se la matrigna fa di te quello che vuole, preferendo le due figlie babbione.

Ex Palazzetto della scherma di Foggia

Nessuna allusione, per favore, qui nessuno dice che vi siano matrigne, né cenerentole, nella Federazione più bella d’Italia, perché tutti abbiamo le stesse occasioni degli altri, per lo meno dal punto di vista agonistico, e spesso vediamo vincere atleti di società neonate, il che vuol dire che la scherma italiana è vivace, imprevedibile, ma sempre nel garage o in palestre rabberciate. Qualcuno ha sfruttato anche un bocciodromo, e ci chiediamo come mai ve ne siano così tanti in Italia, (molti sono in dismissione!) mentre di palestre di scherma non ce ne sono. Sarà forse che la Federazione Italiana delle Bocce, ha trovato la formula magica, o una fatina che gli fa il vestitino compreso di scarpe di cristallo? O forse, cosa più probabile ha cavalcato un trend felice, che è piaciuto? Ha fatto marketing? Un piano economico funzionante? Un dialogo con le amministrazioni e le società sportive? In una sola parola: sièdatadafare? Mi sa di sì. E allora io vorrei il manager delle Bocce per costruire 300 palestre di scherma in Italia, anche lì dove la scherma non si fa, per farla fare a chiunque, grandi, piccoli, vecchi, disabili, ciechi e sordi, e anche ai muti e mi chiedo oramai da anni, come sia riuscita la Federazione Italiana Nuoto a convincere tutte le amministrazioni pubbliche italiane a costruire una piscina nel loro territorio, (impianti che lavorano addirittura più di inverno che d’estate, con ingentissime bollette del gas!). Cosa dire se non: complimenti!? Anche il manager della FIN mi andrebbe bene, purché vi sia un progetto per la scherma, di matrice federale.

Mi chiedo però se sia vantaggioso politicamente che la scherma sia così solida nel suo territorio, cioè se sia utile per l’elezione di presidenti e consiglieri avere tante società così ben strutturate, e non sia meglio averle deboli, bisognose di aiuto e di consolazione, per poter porgere una spalla su cui piangere ogni volta che si chiede il voto, le cui lacrime saranno asciugate con una promessa (legittima!), spesso mantenuta (evviva!), e facilissima da attuare.

So che vale poco, ma prometto di votare il prossimo presidente, solo se nel suo programma avrà almeno una voce che riguarda gli impianti schermistici, e mi offro di spiegargli come strutturarsi per raggiungere questo scopo, in poche, ma efficienti mosse.

Buon lavoro!

Fabrizio ORSINI

 

02 aprile 2022

CI HA LASCIATO IL MAESTRO Paolo CAZZATO

M°Paolo CAZZATO
Ieri, è mancato il Maestro Paolo CAZZATO, ex sottufficiale dell’Aeronautica Militare aveva conseguito il diploma di Maestro di scherma formandosi alla Scuola Militare di Educazione Fisica di Orvieto. Nell’arco della sua carriera schermistica ha formato tantissimi atleti della penisola salentina in quell’Accademia di Scherma di Lecce da lui stesso fondata. Mancherà a molti di noi, soprattutto ai figli Roberto ed Elena, i quali ricevono una eredità tanto onorevole quanto onerosa poiché sostituire Paolo sarà impossibile.

Buon viaggio MAESTRO, vai ad insegnare scherma in posto dove troverai santi, poeti scrittori e navigatori.

A Roberto ed Elena le sentite condoglianze di tutta la “PIAZZA”.

Le esequie saranno svolte oggi, alle 16,30, presso la chiesa di San Biagio a Galatina.
Ezio RINALDI
M° Paolo CAZZATO in una delle sue ultime lezioni