28 febbraio 2022

COMUNICATO


Cari lettori del blog, in data odierna, l’amico Luca GIOVANGIACOMO ha comunicato che per ragioni strettamente personali interrompe la sua collaborazione con la redazione. Non entriamo nel merito della sua decisione ma ne rispettiamo la volontà, augurandogli ogni bene ed un in bocca al lupo per la sua carriera.

Ezio RINALDI

27 febbraio 2022

LA GUERRA E LE INIZIATIVE DEL MONDO DELLO SPORT

Sul conflitto in atto, ma è più preciso affermare sull’aggressione della Russia ai danni dell’Ukraina, si stanno versando fiumi di inchiostro con le più svariate posizioni. L’occidente, naturalmente, parla di invasione, i filo russi di guerra preventiva. La realtà è che la Russia ha mire espansionistiche al fine di ripristinare il vecchio impero sovietico. Putin e i suoi sostenitori, anche in Italia, afferma di essere stato accerchiato dall’espansione della NATO, la quale con la sua politica avrebbe occupato gran parte delle nazioni satelliti del vecchia URSS.

A noi comuni mortali non è dato conoscere esattam
ente come stanno le cose, parliamo e ci esprimiamo per quello che vediamo e leggiamo ed in tale contesto, qualsivoglia motivazione russa e dei suoi sostenitori è del tutto inammissibile. Non è accettabile che nel 2022 si debbano risolvere questioni politiche con il ricorso alle armi. Quando succede, e chiunque sia l’attore principale, vuol dire che si è diventati prepotenti, arroganti ed egoisti. Migliaia di persone innocenti, che con la guerra non hanno nulla a che vedere, ci rimettono la vita, senza distinzione di età: è aberrante!

Abbiamo il dovere di combattere, senza armi, con i mezzi che la tecnologia ci mette a disposizione per difendere la libertà ed i confini territoriali della propria Patria. Per capire le ragioni dell’aggressione bisognerebbe fare un passo indietro e studiare un po’ di storia dello stato Ukraino, nato nel 1991.

Non intendo addentrarmi nella storia, prendo atto che questo conflitto altro non è che una aggressione da parte della Russia ad uno Stato libero ed indipendente. Se la scusa è l’espansione ad est della NATO la Russia deve porsi la domanda sul perché ciò sia avvenuto e va detto che l’alleanza atlantica non ha imposto l’adesione alla sua organizzazione con la forza ma è stata una libera scelta delle nazioni aderenti.

Ora il mondo intero o meglio l’occidente ha deciso di inviare aiuti ma di non intervenire direttamente a favore dell’Ukraina, oltre a ciò sta studiando gli interventi più efficaci da adottare e tra questi vi sono l’adozione di sanzioni politiche e finanziarie.

Il mondo dello sport si è mobilitato con varie iniziative a salvaguardia dei valori universali di libertà, democrazia e uguaglianza. La UEFA ha stabilito che tutte le competizioni cui vedono impegnati atleti ukraini e russi si svolgano in campo neutro ed ha spostato la finale di Champions da San Pietroburgo a Parigi.

In ogni sport, atleti di tutto il mondo stanno manifestando la propria avversione alla guerra, rifiutandosi di prendere parte a manifestazioni sportive in territorio russo. Inoltre il CIO ha emesso un comunicato ufficiale con il quale ha invitato tutte le federazioni a cancellare la partecipazione ad eventi sportivi in Russia ed in Bielorussia. E la FIS cosa ha fatto? C’era da aspettarsi che la partecipazione della nazionale di spada femminile alla competizione di Sochi fosse cancellata e che le atlete italiane fossero invitate dalla federazione a non salire in pedana, in segno di rispetto verso donne e uomini del paese invaso, che stanno subendo una guerra odiosa, ma anche verso tutti quei cittadini russi che hanno trovato il coraggio di scendere in piazza, supplicando il proprio governo di porre fine al conflitto. La FIS ha lasciato all’arbitrio delle atlete se gareggiare o meno, quindi non ha deciso: verrebbe da ricordare una famosa frase, fuori onda, espressa dal giornalista Emilio FEDE, ma lasciamo perdere.

Ciò che mi aspetto, aspetterò invano, è che il Presidente Azzi inviti Usmanov a dimettersi dalla carica di presidente della FIE e ciò in palese conflitto di interesse essendo egli un oligarca russo vicino a Putin. Nulla contro la persona del presidente FIE ma, chiaramente, da parte della nostra federazione sarebbe un segnale forte e di vicinanza vera verso il popolo ukraino, uniformandosi, peraltro, alle iniziative messe in atto dall’occidente. L’azione darebbe un profondo peso alla parola “sdegno” di cui tanti si riempiono la bocca. Soprattutto diamo un significato più incisivo alle nostre azioni contro l’invasore e di vicinanza all’aggredito, perché è chiaro chi sia l’invasore e chi l’aggredito.

Ezio RINALDI

 

25 febbraio 2022

GUERRA E SCHERMA NEL TERZO MILLENNIO

 “Hello world… oggi sono stata svegliata dai miei genitori alle 6 am per per avvisarmi che da stamattina siamo in guerra”, sono le parole di Olga Kharlan che vive e si allena in Italia, presso la Virtus Bologna, e pronunciate dal suo profilo Instagram.

Anche gli italiani, svegliandosi oggi hanno trovato sui loro social e sui giornali la notizia tristissima che nel mezzo dell’Europa era scoppiata una nuova guerra. Le parole di Vladimir Putin hanno fatto da eco alla situazione: “Vogliamo smilitarizzare e de-nazificare l’Ucraina. E chiunque interferirà con la nostra operazione militare e minaccerà la nostra nazione o il nostro popolo, la nostra risposta sarà immediata e porterà a conseguenze che la storia non avrà mai sperimentato”. Non proprio dichiarazioni diplomatiche o di circostanza, pronunciate per calmare le acque peraltro già agitate, ma al contrario per ben chiare fatti e persone, e senza mezzi toni, il cui senso potrebbe essere così parafrasato: “lasciateci fare, perché sono affari nostri e non vostri”.

Non entreremo quindi nei meandri della politica, ma in quelli della scherma ovviamente sì.

Da mesi infatti si parlava di queste mobilitazioni militari, e il dibattito era sì allarmato, ma non eccessivo. In Italia si è cantato a Sanremo, e molto si è speso per gossip di basso livello, specie nei giorni scorsi, anche perché il calcio la fa sempre da padrone. Eppure nel fine settimana passato, quello dell’11-13 febbraio (una data non di certo a caso), si è svolta la gara di Coppa del mondo di spada maschile a Sochi, in Russia, cioè in casa di Vladimir Putin, o per meglio dire di Alisher Uzmanov che è il presidente della FIE e presidente di Gazprom, la maggiore azienda produttrice di gas della Russia.

L’11 febbraio si sposa è il caso di dirlo con quella di oggi, 24 febbraio 2022, giorno in cui sono atterrate a Sochi le donne della spada mondiale, per la loro prova individuale e a squadre, alla cui prova sono ovviamente assenti le spadiste ucraine, avendo disdetto la loro partecipazione la settimana scorsa.

Il dato più corposo dal punto di vista diplomatico è che nessuna federazione schermistica nazionale ha pensato di boicottare la gara, e fra queste né quella americana, né la nostra che è infatti atterrata ieri sera e sta vivendo da molto vicino questa esperienza.

Mai avremmo pensato di vedere una nuova guerra nel cuore dell’Europa, dopo quella della ex-Jugoslavia.

Ci auguriamo pertanto che tutto si possa risolvere nel migliore e più rapido modo possibile e che si riesca a chiarire soprattutto diplomaticamente quanto sta accadendo in Ucraina, per il bene degli amici ucraini e del mondo intero. Nel frattempo seguiremo le gare, per capire quale sarà il tono della competizione e speriamo di riuscire a farvene un resoconto adeguato.

 Fabrizio Orsini

21 febbraio 2022

ABUSI E DOPING

Mi è stato segnalato un articolo che tratta di un argomento secondo me particolarmente interessante. Vista la sua importanza, credo sia opportuno divulgarlo il più possibile. Fino ad oggi la situazione è stata sottaciuta anzi, quasi condivisa, visto che l'atleta nonostante sia risultata positiva ha avuto l'autorizzazione a gareggiare. Potete leggere il pezzo al seguente link:
https://slate.com/culture/2022/02/kamila-valieva-coach-eteri-tutberidze-abuse-russia-doping.html
La giornalista autrice del recentissimo articolo, 16 febbraio, è Rita Wenxin Wang, che scrive per Slate Magazine: ha riferito che l'allenatrice russa di pattinaggio artistico Eteri Tutberidze costringe da tempo gli atleti a prendere sostanze proibite che influiscono pesantemente sullo sviluppo, e le sottopone a trattamenti psicologici e fisici che configurano pesanti abusi sui minori. La medaglia, innanzitutto.
Sintetizzo quanto scritto dalla giornalista e ripreso anche da altre testate italiane, come ad esempio quella che segue:
https://www.fanpage.it/sport/sport-invernali/lallenatrice-della-valieva-e-disumana-invece-di-consolarla-lattacca-perche-non-hai-combattuto/
Due sono i punti importanti, e di gravità tale che se dovessero passare come normali, porterebbe alla fine dello sport come oggi lo concepiamo: il primo è quello degli abusi, particolarmente riprovevoli in quanto effettuati su minori, con conseguenze serie sullo sviluppo e sulla salute. Il secondo è quello del rispetto delle regole: è inammissibile che queste valgano per gli altri, per i soggetti più deboli, ma possano essere tranquillamente ignorate quando riguardano soggetti potenti, o amici.
“La decisione di consentire alla quindicenne favorita della medaglia d'oro Kamila Valieva di pattinare nonostante un test antidroga positivo è diventata la storia più importante dei Giochi invernali. Ma la storia più grande del successo del pattinaggio russo e di come è successo è iniziata molto prima.”La Wang riferisce che “il pattinaggio artistico femminile, negli ultimi otto anni, è stato dominato dalle ragazze russe in età prepuberale. Si allenano tutti con la stessa allenatrice, Eteri Tutberidze, in una leggendaria pista di pattinaggio a Mosca chiamata Sambo-70. Dopo l'ascesa fulminea di Yulia Lipnitskaya, la bambina in rosso alle Olimpiadi del 2014, e la rivalità fra Alina Zagitova ed Evgenia Medvedeva ai Giochi del 2018 , è arrivata la rivoluzione dei quad del pattinaggio artistico. Queste “ragazze Eteri” potrebbero effettuare innumerevoli salti quadrupli e vincere tutte le medaglie assegnate, ad ogni singola competizione…
Tutberidze è diventato la principale esperta mondiale nella creazione di campioni di pattinaggio artistico. I suoi metodi non sono segreti. Le ragazze Eteri parlano apertamente di non poter bere acqua durante le gare. Fanno del loro meglio per ritardare la pubertà mangiando solo "nutrienti in polvere" o assumendo Lupron, un bloccante della pubertà noto per indurre la menopausa. Sono soggetti a pesate pubbliche quotidiane e abusi verbali e fisici. E gareggiano mentre sono infortunati, annusando "sali odorosi" [Sali di ammonio, che stimolano la produzione di adrenalina] mentre indossano ginocchiere e crollano per il dolore dopo i programmi.”
Il secondo punto è forse ancora più grave, perché se passasse con l’indifferenza della gente, e di coloro che sono preposti a salvaguardare l’integrità dello sport, ne segnerebbe forse la fine: chi vorrebbe esporre i propri figli non solo alle manipolazioni di allenatori disonesti e troppo ambiziosi, ma anche ad un sistema in cui gli appoggi politici contano più del merito? Forse questo in parte già accade, ma non possiamo nasconderci fingendo di non saperlo, e avallando il tutto con la nostra indifferenza.
A quanto pare, come citato dalla Wang e da altri,  “il New York Times ha riferito martedì che Valieva, una bambina sana senza problemi cardiaci, è risultata positiva a tre farmaci per il cuore: trimetazidina, ipossene e L-carnitina. Ci sono poche ricerche su come una qualsiasi di queste sostanze influenzi lo sviluppo a lungo termine dei bambini. Ma ben prima che il caso Valieva facesse notizia a livello internazionale, c'era motivo di credere che Tutberidze presiedesse un programma antidoping. Ha difeso il meldonio, una sostanza nell'elenco delle sostanze vietate dall'Agenzia mondiale antidoping, come innocua, dicendo che "non aiuta con 'il più alto, il più forte, il più veloce' e aiuta solo a recuperare i muscoli del cuore". Nel 2019 Anastasiia Shabotova, una ragazza di 13 anni all'epoca, ha detto su Instagram Live: “Come comportarsi in modo coerente? Bevi molta droga e ti esibisci in modo stabile. È tutto. Devi solo bere la droga giusta. È stata quindi considerata una persona non grata nel pattinaggio artistico russo e ha cambiato paese per rappresentare l'Ucraina.”
La Wang passa poi a raccontare come anche altre famose allenatrici di ginnastica, Bela e Marta Karolyi, fossero ben note per i loro metodi, del tutto simili a quelli della Tutberidze, e conclude citando “Rachael Denhollander, la prima ginnasta americana ad accusare pubblicamente Larry Nassar di abusi, che ha posto la domanda giusta durante la sua causa legale del 2018: “Quanto vale una bambina?” La decisione della Corte Arbitrale dello Sport di far gareggiare Kamila Valieva risponde alla domanda: niente. Una ragazza di 15 anni risultata positiva per una sostanza vietata non avrebbe potuto ingerire quella sostanza senza la direzione e l'approvazione degli adulti. Consentendole di pattinare alle Olimpiadi, il CAS  [Court of Arbitration for Sport] ha rivalutato i suoi aggressori, incoraggiandoli a usare ulteriori metodi impensabili. E lo guarderemo tutti in diretta televisiva, mentre il suo corpo sopporta il trauma dei desideri degli adulti: vincere, a qualunque costo."
Mentre scrivo mi giunge notizia che Bach, presidente del CIO, voglia finalmente intervenire per porre un limite all'età per gareggiare alle olimpiadi. Spero che faccia presto e che non si presti ai soliti giochi politici per non inimicarsi questo o quello.
Comunque la vicenda non mi meraviglia più di tanto, né per quanto riguarda la politica russa sulle attività sportive internazionali (vincere, costi quel che costi), né per quanto riguarda la politica del CIO e per esso a scendere le federazioni internazionali e nazionali, poiché là dove scorre denaro non ci potrà mai essere chiarezza e fermezza di intenti.
Lo sport non è quella isola felice i cui valori di lealtà, correttezza e rispetto delle regole dovrebbero essere fondanti per la sua stessa esistenza. Oggi si permette ad una atleta russa di gareggiare quando avrebbe dovuto essere fermata e protetta e nessun provvedimento a carico della federazione di appartenenza, conseguentemente si conferma la linea del forte con i deboli e deboli con i forti. Non parliamo poi dell'antidoping. Qui si dimostra come si usano due pesi e due misure: dove ci sono interessi superiori le regole non valgono e si passa sopra la vita di una bimba, mentre dove tali interessi non hanno un livello appetibile si comminano squalifiche di 5 anni ad atleti che non sono nemmeno professionisti. Ma ciò che indigna e che dovrebbe far vergognare i governanti dello sport, e non solo, sono gli abusi psicologici e fisici sui minori, perpetrati da gente senza scrupoli la cui morale è pari allo zero e che andrebbero banditi a vita e non solo dallo sport. 
Ezio RINALDI

17 febbraio 2022

PIOVE SUL BAGNATO

ZANOTTI Nicola
Sono trascorsi un po’ di giorni dalla nomina del nuovo CT della sciabola azzurra e voglio esprimere su tale nomina il mio pensiero.

La nomina del nuovo CT della sciabola Nicola Zanotti non può che essere vista positivamente per il settore sciabola. Nicola, infatti, vanta un passato ed un presente schermistico a tutto tondo. Cresciuto al Circolo Scherma Fides sotto le sapienti mani di Rolando Rigoli e del maestro Viktor Sidiak, Nicola ha avuto una carriera agonistica di tutto rispetto entrando a far parte del Gruppo Sportivo Fiamme Oro e partecipando a varie stagioni di Coppa del  Mondo e mondiali. La sua carriera poi ha avuto una parentesi arbitrale che lo ha visto emergere anche in quel settore per poi propendere per l’insegnamento diventando Maestro. All’attivo vanta l’aver allenato Aldo Montano per un certo periodo di tempo, Ilaria Bianco ed Irene Vecchi insieme anche alla Baldini, aver portato Bahavani Dehvi quale prima atleta indiana ad una olimpiade ed essere attualmente l’allenatore di Pietro Torre che rappresenta un po’ il futuro della sciabola maschile in Italia. Insomma con un curriculum del genere potremmo dire che la scelta di nominarlo CT fosse quasi obbligata se si aggiunge anche il suo carattere calmo e riservato ma sempre con quelle punte di sana ironia livornese che nell’ambiente della sciabola non guastano.

Ci sono però delle riserve che dobbiamo evidenziare nei confronti del Consiglio federale e non certo nei confronti di Nicola. Zanotti è l’ennesimo CT in servizio presso la Polizia di Stato, diventa così il quarto CT a doppia busta paga insieme a Ciari, Vanni e Martinelli. Possibile che la nostra Federazione, non paga dell’esperienza pregressa, si debba per forza avvalere di Maestri che già hanno uno stipendio statale che noi stessi contribuiamo a pagare con le nostre tasse? Tutti e 4 i CT che ho appena citato oltre a essere in servizio presso la Polizia sono anche maestri in altrettante società di scherma. Premesso che tutto questo viene svolto in forma lecita e consentita a mio avviso si potrebbe evitare di spendere ulteriori soldi del contribuente/tesserato per far piovere sul bagnato. Davvero non ci sarebbero stati altri CT/Maestri in grado di poter gestire il settore della sciabola e/o quello paralimpico?

So che la scelta del nuovo CT ha visto al rush finale concorrere insieme a Zanotti il Maestro Dentico della Virtus Bologna. Anche lui vanta un passato a tutto tondo, brillante arbitro che ha culminato la carriera arbitrando ad una Olimpiade è stato l’anima della sciabola presso il Club Scherma Roma ed ora porta avanti egregiamente un progetto presso la sala scherma di Bologna dove si allenano Samele e Neri (presente e futuro della sciabola maschile). Oppure mi viene in mente anche un certo Leonardo Caserta, fratello e maestro di Luca Curatoli. Insomma ci potevano essere almeno un paio di alternative per evitare di andare a rimpinguare le tasche di chi ha già dalla sua uno stipendio statale. Alle volte il CF potrebbe e dovrebbe guardare più avanti, avere vedute più larghe e premiare anche quei maestri che, se il curriculum li sostiene, fanno sacrifici per sbarcare il lunario.

Altro punto dolente che sottolineo è la toscanizzazione che sta subendo la FIS. Non me ne voglia AZZI ma avere 4 CT su 6 toscani quanto meno è una coincidenza non di poco conto. La Federazione deve vedere al di là del proprio naso e cercare, quanto più possibile, di rappresentare tutte le realtà del nostro mondo.

Oltre i nomi già fatti ve ne sarebbero altri che possono vantare di aver formato atleti importanti o che abbiano esperienze e capacità tali da poter assumere l’incarico di CT  e avrebbero potuto essere esaminati, però non sono stati presi neanche in considerazione.

Concludendo, la “toscanizzazione” di una bella fetta del settore tecnico pone in evidenza una certa continuità con il passato, infatti con il succedersi della presidenza sembra essere del tutto normale (per gli altri) avvicendare anche le regioni da tenere in particolare considerazione (a seconda dell’appartenenza del Presidente). E secondo questa logica è del tutto manifesta la carenza di valide alternative, tecniche e gestionali, nel resto d’Italia.

Ezio RINALDI

05 febbraio 2022

REGOLE E INCOMPATIBILITA': è arrivato il momento di agire!

La settimana che sta volgendo al termine ha posto in evidenza un paio di episodi di cui il blog si è occupato nei giorni scorsi.
Innanzitutto, vorrei soffermare l’attenzione su uno, in particolare, e cioè quello riguardante la vicenda che ha avuto come attori l’ex CT della sciabola, Tarantino, da un lato, e l’atleta Ciaraglia (sciabola femminile), dall’altro.
Come si ricorderà - e come sembrerebbe -, i due sono stati protagonisti di una furiosa lite in quel di Nola (Napoli), per la quale sono intervenute le forze dell’ordine. Indiscrezioni, soffi, spifferi e rumors vari riferiscono altresì di un successivo allenamento, tenutosi in quel di Norcia, in un clima particolarmente teso.
Sempre le solite voci riportano che la Ciaraglia avrebbe denunciato l’ex CT (ma non si sa per quale ragione) e che la situazione sia ancora in fieri; mentre il suo fidanzato, anch’egli sciabolatore nel giro della nazionale, non avrebbe partecipato al collegiale (ufficialmente) per un problema alla spalla, ma in realtà perché sembrerebbe avere il morale sotto i piedi.
Alcune di queste indiscrezioni (non si sa quali) potrebbero anche avere un fondamento di verità, ma non è dato comprendere se queste, per la loro tempistica, entrino o no, e in quale misura, col fatto che il CT abbia rassegnato le dimissioni dall’incarico (comunicato FIS).
Non entro nel merito di tutta la vicenda, però, nell’articolo “Gigi TARANTINO: oltraggio a pubblico ufficiale”, mi ero permesso di osservare che, qualora l’ormai ex CT non avesse ampiamente giustificato il suo comportamento e quello dell’atleta, la FIS avrebbe dovuto assumere provvedimenti anche piuttosto pesanti.
Molto verosimilmente, Tarantino, anticipando probabili interventi federali o volendo evitare ulteriori momenti di tensione, ha rassegnato le dimissioni dall’incarico rivestito di sua spontanea volontà, dando così il via alla lotteria del “toto nomi”, per l’individuazione del soggetto che dovrà sostituirlo.
Credo fermamente che non sia il caso di prestarsi a questo gioco, limitandomi a suggerire, però, di scegliere una persona che sia capace di gestire il settore non soltanto come tecnico, ma soprattutto come manager. In altre parole, una persona autorevole, carismatica, capace di dialogare con il proprio staff, sia sotto l’aspetto tecnico che umano, che riesca a mettere al centro il raggiungimento di adeguati risultati, unitamente allo sviluppo della sciabola sul territorio; più che altro, un vero e proprio “personaggio di spessore” in grado di gestire le risorse umane, che abbia competenze non solo tecniche e che, soprattutto, non sia portatore di possibili situazioni di conflitto di interessi, preventivamente individuate dalla FIS, che opportunamente dovrà - a mio sommesso avviso - metterlo nelle migliori ed ideai condizioni di dedicarsi a 360 gradi alla causa, senza interessi in chissà quale Club.
A Gigi Tarantino va il mio saluto, con l’augurio di risolvere per il meglio tutta la vicenda e che possa presto tornare ad un ruolo di primo attore.
L’altro episodio che mi ha lasciato un po’ perplesso riguarda un video, attinente il fioretto, sul quale sono state costruite fantasiose verità.
Dal filmato si riconosce un tecnico italiano che, in una gara di Coppa del Mondo, segue, a fondo pedana, un atleta della Repubblica Ceca che si apprestava a tirare contro un italiano.
Ora, riconosco che la circostanza può apparire abbastanza singolare e curiosa, ma considerato che il tecnico in questione è una persona seria, il cui comportamento è sempre stato irreprensibile, è pur vero che, allorquando un tecnico affronti una trasferta a proprie spese per seguire un suo atleta, e cioè uno schermidore che egli stesso allena e prepara tutto l’anno per le gare, è una attività perfettamente lecita, con la conseguenza che “gridare allo scandalo” rappresenta un esercizio fuori luogo.
Tuttavia, non nascondo che, sul piano della pura “opportunità”, qualche perplessità la si potrebbe nutrire, giacchè - a mio avviso - chi ha rapporti di collaborazione, anche privi del carattere di esclusiva, con la FIS, e da questa riceve compensi, dovrebbe astenersi dal seguire atleti di altre nazioni.
Ad ogni buon conto, mi pare giusto segnalare il link dove trovare il video in questione: (https://www.youtube.com/watch?v=pp86pHUErlw).
Alla luce di questi discutibili episodi, mi sembra che sia ormai giunto il tempo di regolamentare e disciplinare dettagliatamente, e una volta per tutte, quali devono essere i requisiti, e le correlative incompatibilità, di coloro che aspirano a ricoprire incarichi, a qualunque livello, in ambito federale, e ciò indipendentemente dal fatto che tali mansioni siano a titolo oneroso o gratuito: indugiare oltremodo e non chiarire (o, meglio, non volere chiarire) tali aspetti è di assoluto danno (e non solo di immagine) per il nostro mondo.
Ezio RINALDI