29 settembre 2017

Ci ha lasciato Antonio SPALLINO

Nella notte del 28 settembre, un grande campione di scherma e di vita ci ha lasciati. Antonio Spallino, comasco, classe 1925, era nato il 1° aprile e tracciare un profilo di quest’uomo è di notevole difficoltà, non di certo per la chiarezza della sua vita, che fu estesa, quanto per la sua ricchezza.
Quando lo incrociai telefonicamente per alcune delucidazioni e perché avrei voluto incontrarlo, mi parve uomo veramente nobile e oltremodo riservato, al limite della timidezza. Ne ebbi soggezione ed esitai nel proseguire l’approfondimento. Mi disse chiaramente: “ho scritto un libro sulla mia vita schermistica, non vedo cosa dovrei aggiungere di più”. Aveva ragione. Il suo libro l’avevo letto e come autobiografia è talmente equilibrata e ben scritta che sarebbe stato ingiusto aggiungere altro. E per certi versi conoscere altro di quanto ebbe a raccontare e senza porsi il problema di avere i peli sulla lingua poteva risultare anche antipatico, oltre che inutile.
Cominciò la sua vita sportiva a scopo terapeutico, prima con il canottaggio, poi con la scherma, dopo che il padre gli fece realizzare una pedana di legno che posizionarono nello scantinato di casa. Il maestro fu un amico schermitore della Comense, che non era maestro, tale Gottardo Arrighi, un buonissimo fiorettista che lo impostò per un breve periodo, prima che varcasse poi la soglia della Comense qualche anno dopo, divenendo allievo del maestro napoletano Giuseppe Pisani di Castagneto. Questi gli fu maestro di vita e di scherma e fatalmente si trovò molto a suo agio in tutti i sensi, lasciandogli oltre che l’impronta schermistica che lo avrebbe reso campione, anche l’eredità morale che ci inorgoglisce di ripetere assieme: “Ricordati che in pedana, a differenza di ciò che può accadere nella vita quotidiana, non potrai dissimulare nulla; sarai soltanto e tutto te stesso”. Parole sante.
Passata la guerra dove fu volontario in Abissinia, riprese l’attività sportiva, sempre aumentando in bravura, con il grande piacere di “fare lezione” che lo aveva strutturato non solo nelle capacità, ma anche nello stile, che oggi chiameremmo estetica, ma che allora era il tratto distintivo della scuola di una intera nazione. Cosa che si porterà dietro per tutta la vita, in quanto fu sempre uomo di stile umano e professionale impareggiabile.
Nel suo enorme palmarès, citerò solo il bronzo di Helsinki nel 1952 e l’oro a squadre nel fioretto di Melbourne nel 1956, unito al bronzo nell’individuale, che lo pone fra i più importanti fiorettisti di tutti i tempi, infatti le medaglie mondiali sono 6, delle quali tre d’oro, tutte conquistate nelle prove a squadre.
Fu importante avvocato, ma anche politico, dove si distinse per equilibrio e capacità, sempre ci piace  ripeterlo con uno stile inconfondibile. Non solo fu sindaco della sua città dal 1970 al 1985, ma anche commissario straordinario per il disastro di Seveso e l’allarme diossina. Non fu facile, ma dobbiamo a lui l’essere stato presente con la maturità di un uomo degno di risolvere problematiche gravissime.
Il suo testamento sportivo, lo ha scritto lui nel suo “Una frase d’armi” (ed. La vita felice – Milano 1997) che non è solo una sorta di memoria, ma anche un opera letteraria dalla impaginazione straordinaria, intrisa di notizie, aneddoti, frasi, aforismi efficaci e immagini, la maggior parte di queste estratte dai numerosi trattati di scherma che lui stesso collezionava la cui entità speriamo un giorno di conoscere e di consultare.

Quello della scherma è un addio solenne, a un nobile fiorettista.
Fabrizio ORSINI

LEGITTIMO IMPEDIMENTO

Nel pomeriggio del 27.09.2017 mi sono recato in viale Tiziano 70 per assistere all’udienza del processo a carico dei quattro esponenti del consiglio di amministrazione dell’ Accademia Nazionale di Scherma.
Con mia enorme sorpresa, condivisa dagli avvocati delle parti, ho trovato l'aula di udienza chiusa.
Si è appreso poi, dopo qualche telefonata, dato che la segreteria degli organi di giustizia  era già chiusa a quell'ora, che il rinvio dell'udienza era stato comunicato poco dopo le 13 con email.
Motivo del rinvio, a quanto sembra,  l'impossibilità di costituire il collegio.
Da uomo della strada ho tratto ancora una volta la consapevolezza della pessima organizzazione della macchina federale. 
Intanto mi è sembrato particolarmente strano il l fatto che il tribunale non fosse in grado di costituire il collegio,  dato che è prevista la sostituzione per il caso di impedimento di uno dei membri.  Già al momento della costituzione si prevedono dei membri supplenti proprio per evitare problemi di questo tipo.
Poi mi ha stupito il fatto che,  dato che nessuno dei membri del tribunale federale è romano,  l’impedimento sia stato comunicato soltanto all'una. Anche gli altri giudici sono stati fatti venire inutilmente a Roma? Oppure a loro il rinvio è stato comunicato per tempo?
Infine, come è possibile che la segreteria fosse chiusa già alle 17,00, dato che era prevista un'udienza e, anche solo per cortesia se non per efficienza, qualcuno avrebbe dovuto farsi trovare sul posto per assicurarsi che le parti fossero state informate del rinvio.
Qualche malizioso potrebbe pensare che la federazione, nella sua guerra contro l’accademia non disdegni certi dispettucci da bambinetti.  Io, che non sono malizioso, penso soltanto che la federazione abbia dimostrato ancora una volta la propria inefficienza e un'assoluta mancanza di rispetto verso la professionalità altrui.
Sarebbe ora di cambiare regime!
Ezio RINALDI



24 settembre 2017

SITO FEDERALE 2


La Federazione Italiana sta facendo ripartire la nuova stagione sportiva 2017-2018. Uno dei protagonisti della nuova stagione, lo avevamo già annunciato (vedi blog del 22 luglio 2017), è il nuovo sito federale, quello che consente di tesserarci ogni anno e poter fare le gare cui tanto ambiamo.
Che dire se non che il salto in avanti finalmente è stato fatto? Oramai le ere informatiche si contano non più con il metro del processore del pc, ma con i nuovi sistemi operativi dei computer e il vecchio sito era concepito per funzionare con Windows 97 o giù di lì, mentre nel frattempo, direi 20 anni dopo, le cose sono cambiate enormemente e infatti la base gridava ogni anno: "Basta!". E finalmente ci siamo riusciti. Il nuovo sito federale è operativo
Molti però hanno incontrato parecchie difficoltà con la nuova impaginazione e il nuovo schema di immissione dei dati. Devo dire che anche io ho fatto non poche telefonate e, nonostante mi senta di essere esperto, confesso che mi sono trovato in difficoltà.
Vediamo i pregi. L'immissione degli atleti la trovo ottima. Prima, lasciatemelo dire era una faccenda a dir poco pessima, mentre ora gli storici, e il modo di selezionare gli atleti è facile e rapido. Le gare sembrerebbero di facile iscrizione, molto più di prima, ma aspetteremo quando tutta la scherma italiana entrerà nel vivo, per dire che va bene. Ottima anche la generazione del Mod.C che prima se non si conosceva la sequenza esatta, il sito non lo produceva con tutti i nomi, ma completamente vuoto.
Ora di difetti. Credo che il difetto principale sia che prima si paga, e poi ci si tessera... bisogna fare bene i conti prima e a tavolino. I soldi anticipati e avanzati restano però sul conto cosiddetto virtuale della società schermistica ovvero nel sito web/conto federale, ma oramai sono versati e serviranno per tesseramenti di atleti successivi. Non si potranno usare per pagare le gare. Penso che sarebbe più giusto che il sito trovi il modo di fare un calcolo anticipato o una sorta di simulazione economica, per poi procedere al pagamento e quindi chiudere la procedura. La password era promessa dalla FIS, ma poi la cosa si è risolta senza la fatidica comunicazione tramite pec, gli schermitori italiani hanno trovato la soluzione da soli come al solito.
Curiosità. In data 23 settembre 2017, sul sito federale è comparsa una circolare del tutto originale, in cui si spiega che dal credito residuo delle società, caricate nel conto corrente "virtuale" della FIS, ogni società potrà attingere non solo per i tesseramenti futuri, ma anche per le gare di carattere nazionale, mentre per le altre gare, a carattere locale, zonale, e regionale, si dovrà pagare con il solito metodo, senza poter attingere dal CC virtuale. Sembrerebbe che il sito non sia ancora abbastanza evoluto per dividere i flussi monetari verso i destinatari voluti e che sia pertanto cura della singola società indirizzare i soldi di gara nei canali corretti. Aspettiamo che si facciano le mosse informatiche per migliorare il sito sempre più.
Prospettive. Mi sembra di capire che il nuovo sito sia stato voluto o imposto dal CONI, più che dagli schermitori o dalla federazione. Cioè che l'ente supremo olimpico italiano abbia chiesto di allineare tutti i siti federali italiani ad un unico sistema in modo di avere un controllo maggiore e più coerente con le necessità. Cosa pienamente legittima! Se la FIS avesse cambiato il sito prima di questa richiesta, forse oggi ci lamenteremmo di più. Ma è anche vero che il Vicepresidente del CONI nei passati governi, cioè negli ultimi quattro, se non otto anni, avrebbe potuto sfruttare meglio la sua posizione per accelerare il cambiamento informatico in FIS, in linea con le prospettive informatiche del Comitato Olimpico e raggiungere lo scopo senza che la base si lamentasse per anni. Purtroppo però le cose sono andate diversamente.
Non mi rimane altro da dire se non buon lavoro per questo anno sportivo a tutti gli schermitori e come sempre "viva la scherma italiana!".
Fabrizio ORSINI

21 settembre 2017

LE VERITA' PARALLELE DELLA F.I.S. - Parte prima

ACCADEMIA NAZIONALE DI SCHERMA
ENTE MORALE FONDATO IN NAPOLI - 1861


Buongiorno,
Penso che buona parte delle mondo della scherma sia a conoscenza della decisione della Federazione Italiana Scherma (FIS) di … “avocare” a sé il compito di svolgere gli esami per istruttori e maestri di scherma, cosa che, viceversa, fin dal 1880, è sempre stata una prerogativa dall’Accademia Nazionale di Scherma (ANS). Chi ha seguito la vicenda, principalmente sulle pagine di internet (Blog, Facebook e quant’altro) non ha potuto - probabilmente - farsi un’idea esatta di cosa sia successo e perché.
È dunque mia intenzione esporre i fatti, nudi e crudi, nella loro sequenza temporale, ovvero nella loro necessaria concatenazione logica, lasciando al lettore la piena libertà di trarre le sue conclusioni, di operare le sue valutazioni, di formulare i suoi giudizi. In altre parole, intendo, nella mia qualità di presidente dell’Accademia Nazionale di Scherma e con riferimento alle vicende che negli ultimi mesi hanno caratterizzato la contrapposizione tra il predetto Ente e la FIS, esercitare il mio diritto di cronaca (per informare le persone interessate) nonché, anche se in misura molto più limitata, quello di critica (per rendere note le mie valutazioni su tali avvenimenti).
Insomma, considerata la situazione, ritengo, necessario intervenire affinché tutti coloro che, a vario titolo, compongono il mondo della scherma (società, atleti, maestri, giudici, dirigenti ed appassionati) conoscano - perché ne hanno diritto - i fatti (farò riferimento a quelli documentati o documentabili), in modo che tutti possano giudicare il comportamento tanto dell’ANS, quanto della FIS e possano, in particolare, valutare la condotta di alcuni tra i protagonisti della vicenda.
Per la complessità dei fatti e per non abusare della vostra pazienza ho pensato di procedere per puntate, come nelle serie TV.
In questa prima puntata mi propongo di illustrare l’origine della contrapposizione ed il suo epilogo, vale a dire “l’esproprio” degli esami da parte della FIS in danno dell’ANS. Nella seconda ci sarà un (breve, non temete) accenno alle fonti normative che regolano la materia, in modo che i lettori possano farsi un’idea sul fondamento della pretesa della FIS. Nella terza mi propongo di illustrare le prospettive e i possibili sviluppi di questi penosi avvenimenti.
PREMESSA: avete certamente saputo che la controversia ha avuto un suo “sbocco istituzionale”. È stato adito il TAR Lazio con una richiesta di sospensiva della sessione di esami indetta dalla FIS, senza il concorso dell’Accademia. Purtroppo la sospensiva non è stata accordata e il TAR, con decisione sommaria (e motivazione inesistente), ha sostenuto che l’ANS non ha “l’esclusiva” degli esami.
Naturalmente il giudizio proseguirà in sede di merito, sede nella quale, si spera, la questione verrà esaminata più approfonditamente, tenendo conto anche degli orientamenti della dottrina (come si illustrerà nella seconda puntata) e della giurisprudenza.
È stata poi coinvolta la Prefettura di Roma, che per lungo tempo non ha registrato le modifiche statutarie della FIS e che, solo a seguito di un parere – a dir poco eccentrico – dell’Avvocatura dello Stato ha, improvvisamente cambiato idea. Nel frattempo sono fioccate le interrogazioni parlamentari e gli articoli di stampa. Insomma, la giustizia, come si sa, è un po’ lenta e, a mio parere, fa fatica a dare torto agli Enti più importanti (mi riferisco non tanto alla federazione, quanto piuttosto al CONI, che in questa vicenda è entrato pesantemente, difendendo a spada tratta la FIS, il cui presidente, come è noto, era, all’epoca, anche il vice di Malagó).
Prima puntata: le “verità parallele” della Federazione.
Poco dopo il fattaccio, l’ANS scrisse al giornale “Il Mattino” lamentandosi di quanto era successo e due giorni dopo lo stesso giornale pubblicava la risposta di Scarso, presidente della FIS. Questo uno dei passaggi fondamentali delle argomentazioni (!) presidenziali.
Ma la FIS – unica federazione Sportiva titolare delle attribuzioni previste dalla legge per le discipline schermistiche, ha anche il dovere di verificare la rispondenza dello statuto dell’Accademia Nazionale di Scherma, ai principi della Federazione e dell’ordinamento sportivo. Questa rispondenza è venuta a mancare nel recente periodo ed ha comportato la mancata approvazione dell’ultima revisione dello statuto dell’Accademia Nazionale di Scherma, nel testo proposto dalla stessa.” Da qui la decisione di avocare “i compiti a suo tempo demandati all’Accademia Nazionale di Scherma……”
così Scarso ha pensato, con queste poche righe, di liquidare la questione. Peccato che le … inesattezze espresse siano più numerose delle notizie fornite.
Andiamo per ordine. Nel primo rigo non è ben comprensibile il pensiero del presidente. Comunque l’affermazione è quanto meno esagerata: esiste infatti un’altra Federazione che ha a che fare con la scherma: la Federazione Pentathlon Moderno ed esistono altri tipi di scherma oltre a quella olimpica (es. scherma storica ecc.).
Veniamo, ora, alle affermazioni macroscopicamente inesatte. La FIS non ha affatto il dovere di verificare lo statuto dell’ANS. E’ pur vero che tale affermazione figura nello statuto federale, ma questa è una iniziativa di parte (se avessero scritto che la FIS elegge il Papa, ciò sarebbe stato vincolante per il Vaticano?). In realtà l’ANS è un Ente Autonomo (elevato al rango di Ente Morale) con personalità giuridica, cui, per legge, è demandato il compito di esaminare e diplomare i maestri di scherma. L’ANS ha il solo obbligo di presentare il suo statuto alla Prefettura per l’approvazione. E’ pur vero che l’ANS è iscritta, tramite gli enti di promozione, al registro del CONI, ma, anche in questo caso, non compete alla FIS controllarne lo statuto. Tale competenza è delegata alla FIS dal CONI, ma è limitata alle sole società affiliate. L’ANS non è affiliata alla FIS ma ne è, da tempo immemorabile, “membro d’Onore”.
La (rispettosa) esegesi del testo presidenziale, poi, evidenzia altre incongruenze. E infatti, nelle righe successive, dalle parole “Questa rispondenza” fino a “proposto dalla stessa”, si colgono non poche aporie e contraddizioni, al limite del grottesco. Invero: come può venire a mancare qualcosa che da decenni non è cambiato? Quando mai la FIS ha o non ha approvato uno statuto dell’ANS (ovvero i vari statuti che si sono succeduti nel corso del tempo)? Ma la più grossa di tutte è questa: il testo dell’ultimo statuto dell’Accademia Nazionale di Scherma è esattamente quello proposto (imposto?) dalla FIS, elaborato in un incontro tra Azzi, Lauria e Annitto per la FIS e Fumo e La Ragione per l’ANS. Peraltro - udite udite - successivamente a quella riunione indetta per rivisitare lo statuto, affinché piacesse alla FIS (e questo vi dà già un’idea del tipo di pressioni che l’ANS ha dovuto subire nei tempi proprio per evitare rotture), Scarso, nientemeno (!) personalmente (!) mi ha mandato una lettera nella quale si complimentava per il lavoro svolto e per il clima di serenità e fattiva collaborazione. La lettera era inviata per conoscenza ad altri e potete leggere i nomi … illustri tra i destinatari. Come se non bastasse con queste pretestuose motivazioni la FIS ha deciso di “avocare i compiti a suo tempo demandati all’ANS”. Ma quando la FIS avrebbe demandato all’ANS questi compiti? MAI.
La FIS contempla nel suo statuto, norma a tutt’oggi vigente, il riconoscimento dei diplomi  rilasciati dall’ANS essa non ha alcun potere di delega in tal senso, non l’ha dal Coni non dalla FIE, al massimo avrebbe potuto rilasciare diplomi di allenatore in quanto aderente al Sistema Nazionale delle qualifiche - SNaQ, e mai di Maestro di scherma (ma di ciò ne parleremo in modo più approfondito in una prossima “puntata”).
L’ANS ha ricevuto si una delega a rilasciare i diplomi di Maestro di scherma, ma dalla Legge Italiana. Ad oggi è l’unica Accademia, dopo la scomparsa di quella Francese, ad avere una simile prerogativa delegata direttamente dallo Stato. 
Pasquale LA RAGIONE
Lascio a voi le conclusioni di questa prima “puntata”, ma prima di congedarmi non posso tacere sul fatto che questo modus operandi ha evidentemente contribuito a una erronea rappresentazione della realtà nella mente di alcuni consiglieri federali, i quali, non sapendone molto e non potendo immaginare quanto distante dalla verità fosse la sua rappresentazione ad opera della FIS, hanno votato a favore dell’iniziativa bellica del presidente. E non posso tacere la mia meraviglia ed il mio dispiacere di fronte al comportamento, direi piuttosto pilatesco, del vice presidente Paolo Azzi, persona che stimavo molto, persona perfettamente al corrente della situazione e il cui operato di mediazione è stato brutalmente “calpestato”. In altra epoca una condotta di tal genere avrebbe forse determinato una sfida a duello; al giorno d’oggi una persona così platealmente offesa, avrebbe fatto migliore figura col presentare le sue dimissioni da un Consiglio che la ha, in pratica, frontalmente sconfessato.

f.to Pasquale La Ragione

Presidente Accademia Nazionale di Scherma di Napoli

19 settembre 2017

CHI HA PAURA DELL’ASSEMBLEA?

Nel pomeriggio di oggi sono previste alla Camera dei Deputati le dichiarazioni di voto e la votazione finale sul provvedimento A.C. 3960 A, meglio noto come il disegno di legge “in materia di limiti al rinnovo dei mandati degli organi del CONI e delle Federazioni sportive nazionali”.
Il disegno di legge originario, prevedeva un limite molto ridotto (soltanto due) al rinnovo dei mandati; limite rafforzato dalla disposizione transitoria che escludeva ogni possibilità di ricandidatura per coloro che avessero già esaurito il doppio mandato alla data di entrata in vigore della legge.
Nel passaggio in Commissione Senato lo spirito riformista è andato parzialmente scemando e si è raggiunto un compromesso, fortemente voluto dal CONI, che innalza il limite dei mandati a tre e salva presidenti & co. in carica da almeno tre mandati consentendogli, “se eletti”, ancora un ultimo incarico. Tale previsione si applica non più soltanto ai Presidenti del CONI e delle federazioni ma anche a tutti i componenti gli organi del CONI (con esclusione dei membri italiani del CIO) e delle sue strutture territoriali e ai membri degli organi direttivi di FSN, EPS, DSA, CIP, FSP, DSP e delle rispettive strutture territoriali.
Gli statuti delle Federazioni e delle Discipline associate potranno, tuttavia, prevedere un limite di rieleggibilità inferiore, salvo quanto previsto dalla disciplina transitoria. Il che tradotto in parole povere vuol dire che le Assemblee potranno pure scegliere di limitare ad uno solo il numero dei mandati da svolgere, ma questo non escluderà la possibilità per i “dinosauri” oggi ancora al comando di rimanere in corsa per il mandato “della staffa”. Sempre però che superino lo sbarramento del 55% dei voti.
Gli Statuti di Federazioni e Discipline associate dovranno poi “prevedere le procedure per le elezioni del presidente e dei membri degli organi direttivi e promuovere le pari opportunità tra uomini e donne”.
Nonostante i numerosi emendamenti e l’impegno profuso da diversi parlamentari, non ultima l’On. Vezzali che ha fatto un lungo intervento in tal senso, le disposizioni sulla parità di genere si esauriscono a questa stiracchiata previsione che in sé significa molto poco. Quindi, a meno che le Assemblee non riescano, con buona volontà, a creare dei meccanismi reali che consentano la partecipazione non minoritaria delle donne alla governance dello sport, la parità di genere continuerà a rimanere soltanto un ritornello da campagna elettorale politically correct.
A chiudere l’esiguo drappello di novità, la disposizione in materia di esercizio di voto in assemblea che impone l’adozione di meccanismi atti ad evitare le concentrazioni di deleghe nelle mani di un solo partecipante.
L’adeguamento degli statuti dovrà avvenire entro quattro mesi dalla data di approvazione delle modifiche statutarie del CONI, il quale a propria volta ha a disposizione quattro mesi dall’entrata in vigore della legge per modificare il proprio statuto.
Superato tale termine, il CONI, previa diffida, nominerà un commissario ad acta che avrà sessanta giorni per provvedere. Il che significa che la nomina del commissario potrà avvenire soltanto qualora sia inutilmente ispirato anche l’ulteriore termine assegnato con la diffida.
Facendo un rapido calcolo, le Federazioni hanno a propria disposizione circa otto mesi (diffida a parte) per adeguare i propri statuti alle nuove disposizioni. E, considerato, che le norme da cambiare sono davvero poche ed hanno un contenuto prettamente politico c’è tutto il tempo per evitare di lasciare ad un commissario ad acta compiti che sono di competenza esclusiva dell’assemblea.
A parte, infatti, che i commissari si pagano con denaro pubblico ed hanno la fastidiosa tendenza a lasciarsi dietro una scia di refusi che poi tocca correggere, sembra più giusto che siano solo gli associati a decidere (gratuitamente) se i membri dei propri organi direttivi possono rimanere in carica per  meno di tre mandati consecutivi o se deve essere assicurata o no, una data percentuale di presenze femminili negli organi direttivi.
Tale decisione, infatti, ha carattere meramente politico, cioè discrezionale, e come tale compete unicamente agli affiliati, agli atleti ed ai tecnici.
Se il Consiglio Federale vorrà organizzarsi, quindi ha tutto il tempo per avviare sin d’ora un dibattito democratico e calendarizzare i tempi dell’Assemblea straordinaria; tanto, qualunque siano le modifiche che saranno approvate, queste non toccheranno né il presidente né i consiglieri attualmente in carica, che, avendo già svolto tre mandati, ne potranno svolgere, comunque, uno soltanto (se eletti).
Sempre che non ci sia qualcuno che ha paura dell’Assemblea. O no?
A. Fileccia

11 settembre 2017

APPELLO

Ritengo di fare cosa gradita riprendendo da facebook e rilanciando sul blog l'appello dell'Accademia della Scherma Livorno. Piazza della scherma invita i propri frequentatori ad una reale sensibilizzazione per un concreto aiuto.
Ezio RINALDI
"Accademia della Scherma Livorno

Vogliamo risollevarci, ma lo vogliamo fare dando una mano anche a chi l'altra notte è caduto insieme a noi, per colpa dell'alluvione.
Aiutateci a ricostruire l'Accademia ma anche il quartiere. Devolveremo gli aiuti a favore della parrocchia attigua alla nostra palestra, che non ha più il suo campo da calcetto (nel video), che era l'unico punto di aggregazione per i ragazzi del quartiere, fino a prima del nostro arrivo.
Il mondo della scherma è forte, grande e con un cuore str...epitoso, perché noi schermitori facciamo quello che facciamo mossi esclusivamente dalla passione!!
Aiutate Livorno. Aiutate Collinaia!!
Sarà possibile effettuare i versamenti volontari all'indirizzo IBAN: IT 60 Z 06370 13902 000010001610
Banca: CASSA DI RISPARMIO DI VOLTERRA Via Giotto Ciardi, 62 LIVORNO
Nella causale scrivete: Alluvione Livorno"

08 settembre 2017

RICORSI, DENUNCE E FERMENTI

I cospiratori (film del 1970)
Avevo già posto in evidenza negli articoli “Gabelle, convocazioni e ricorsi” – “Il nuovo corso per gli esami di tecnico di scherma” che le vicende inerenti lo Statuto erano in itinere, infatti informavo di un possibile ricorso al TAR contro l'iscrizione dello statuto FIS nel registro delle persone giuridiche della prefettura di Roma.  Tale atto è stato depositato e da poco la federazione ha prodotto una scarna memoria di poche righe nella quale non viene indicato nessun argomento difensivo.
Potrebbe essere una strategia, quella di non dire nulla adesso e lasciare all'ultimo atto difensivo prima dell'udienza le ragioni della difesa, in modo da ridurre il tempo per le repliche dei ricorrenti.
O forse la federazione non sa davvero come replicare al ricorso e si nasconde dietro la finzione di una strategia difensiva.
Lo sapremo a tempo debito.
Certo il legale della FIS cercherà di sfruttare tutto il tempo che può per costruire una difesa che per adesso appare molto difficile.
Speriamo che la sua concentrazione non venga distratta dalla necessità di approntare altro tipo di difese, dinanzi ad altri organi, perché pare che il caldo estivo abbia fatto maturare nuove denunce. Intanto, a seguito di ulteriori indagini, sono emersi nuovi elementi per il quali è stata presentata alla Prefettura di Roma una nuova istanza in autotutela avverso la registrazione dello Statuto da parte dell’Ufficio Territoriale del Governo.
L'oggetto delle precitate denunce non è ancora noto ma deve essere consistente. I segnali sono nell'aria: l'attività dei “fedelissimi" del presidente per trovare un sostituto è ripresa. Infatti mi giunge voce che autorevoli componenti il Consiglio federale si stiano agitando in tal senso.
Tutti sanno che nella scorsa primavera quando si sono svolte le note vicende grazie alle quali il presidente ha perso la sua roccaforte al coni, i più fedeli in gran segreto lavoravano alle sue spalle per accreditarsi come successori tessendo alleanze su tutti e due i fronti. Devo essere sincero non mi sono stati fatti i nomi di tali autorevoli personaggi però la matematica non è una opinione e due più due fa quattro, pertanto basta scorrere i nomi, la loro anzianità e i bacini di voti che li sostengono e potrete individuarli. Qualche indicazione: a mio avviso sono quattro i personaggi, tre hanno esperienza con una lunga navigazione federale; un altro è arrivato da poco, quindi senza la necessaria conoscenza gestionale. Provate anche voi a capire chi possano essere e qualora non ci arrivaste vi dirò il mio pensiero. Intanto c’è da prendere atto che, nonostante la sempre più incalzante attività politica sul territorio da parte del Presidente, ormai si è capito che avrà una fronda interna sempre più difficile da controllare
Questa attività non è mai cessata del tutto, ma adesso ha acquistato nuova intensità.
Ezio RINALDI