25 novembre 2017

PSICOLOGI, "CINESI E CANGURI"

Lo scorso fine settimana abbiamo accompagnato i nostri figli a Mazara del Vallo per partecipare alla gara nazionale di sciabola trofeo Kinder sport.
Da assidui lettori del blog, nutrivamo particolari aspettative da questa gara, e infatti non siamo rimasti delusi!
Mazara, come città ci è piaciuta parecchio e riteniamo meriti una visita estiva meno affrettata, diverse le impressioni della gara.
Cominciamo dal palazzetto, una costruzione da scempio edilizio degli anni ’70 collocata in una landa incolta e isolata; servizi igienici pessimi e acustica infernale.
Tutto sommato, niente di insolito, dato che la maggior parte dei palazzetti dello sport conosciuti grazie alle folli trasferte in giro per l’Italia cui ci ha abituato Mamma Federazione, sono suppergiù così. Però considerato il denaro che la Regione Sicilia spende per lo sport (si diceva 4.000.000 di euro di contributi per la stagione 2017 di cui 400.000,00 al Coni Sicilia e 60.908,00 al Comitato regionale FIS) e la sovrabbondanza di politici che sforna, ci saremmo aspettati di meglio.
Ma evidentemente in Sicilia il denaro lo spendono in opere non immediatamente visibili.
Tornando alla gara, la seconda cosa che ci ha colpito sono stati i numeri, molto bassi. Solo 288 atleti, meno di una gara interregionale g.p.g., un numero di gran lunga inferiore a quello dei partecipanti alla medesima gara solo un anno fa. A Montecatini nel novembre 2016 hanno partecipato 510 atleti mentre a marzo, a San Severo, di solito boicottata per le difficoltà logistiche, 450 atleti (a cui vanno sottratti circa  una ventina di partecipanti ad un torneo promozionale).
Il motivo è evidente, la trasferta (come abbiamo sperimentato personalmente) era molto costosa e le società non hanno fatto partecipare i più piccoli tra i loro atleti, persuasi che mettere una famiglia alla sua prima trasferta davanti ad una spesa ingente quale quella che abbiamo sostenuto noi, avrebbe comportato una disaffezione precoce dall’attività agonistica.
E non ci si venga a dire “così capite che sacrifici affrontiamo noi siciliani”, perché con i bei soldini che il Comitato regionale riceve da Regione e Federazione, sicuramente avrà modo di aiutare le società.
La terza cosa che ci ha colpito è stata l’atmosfera.
Sarà stato per i bassi numeri dei partecipanti, o per altro motivo, Mamma Federazione a Mazara ci è sembrata piuttosto Matrigna.
Per la Federazione erano presenti il presidente e il consigliere federale Vezzali. Mentre la Vezzali elargiva sorrisi, strette di mano e ringraziamenti ai genitori raccogliendo consensi a destra e manca, il presidente saettava occhiate truci agli arbitri, impartendo comandi silenziosi affinché intervenissero qua e là a fare osservare il regolamento.
Apparentemente, infatti, la direzione di torneo sotto lo sguardo vigile e torvo del presidente, con il sostegno “a distanza” del segretario generale, ha applicato il regolamento, non alla lettera, ma addirittura “oltre”.
Tre episodi tra tutti: nella giornata di sabato durante il minuto di intervallo di un assalto per i quarti di finale un maestro ha porto un auricolare al suo atleta. Naturalmente non sapremo mai quale fosse il fine del Maestro, se far ascoltare una musichetta rilassante al proprio atleta o farlo parlare con la mamma, fatto sta che la direzione di torneo ha deciso di intervenire per impedire che ciò accadesse e, addirittura, il giorno dopo, ha letto un avviso secondo cui non era consentito l’uso di auricolari nell’intervallo degli assalti.
Tra noi genitori abbiamo fatto un consulto veloce, dato che è di moda tra i ragazzini ascoltare musica con le cuffiette per darsi la carica. Qualcuno ha tirato fuori i regolamenti, ma non siamo riusciti a trovare la regola che stabilisce il divieto di usare l’auricolare nel minuto di riposo durante un assalto.
Forse sarebbe giusto che, specialmente nelle gare di g.p.g., Mamma Federazione comunicasse prima regole e sottoregole che “in quell’occasione” riterrà di applicare.
E diciamo “in quell’occasione” perché a noi, che seguiamo i nostri figli da anni, questa regola è sembrata inventata al momento, e anche inutilmente vessatoria, così come quando agli ebrei si proibivano cioccolata e patate: una cosa a caso giusto per dare fastidio e ricordare chi comanda veramente. Una stupidissima  e ridicola dimostrazione di potere allo stato puro.
Il secondo episodio è occorso di domenica. Non lo avremmo potuto apprezzare veramente se non fossimo assidui lettori del blog e quindi non ne conoscessimo l’antefatto che era stato raccontato nell’articolo “Integrazioni e provvedimenti disciplinari”.
A quanto sembra la Corte d’appello federale avrebbe sospeso la squalifica che il giudice sportivo aveva inflitto al tecnico menzionato in quell’articolo, al solo fine di consentirgli di assistere in gara quell’unico atleta per difendere il quale si è beccato la sanzione.
Sembra che la direzione di torneo abbia consentito al tecnico di seguire quell’atleta impedendo, tuttavia, al suo psicologo di accedere al parterre.
Tale divieto, sarebbe stato impartito direttamente dal segretario generale, al quale si era rivolta la direzione di torneo a seguito delle proteste sollevate nell’interesse dell’atleta autistico. Secondo quanto riferito da alcuni genitori il segretario avrebbe liquidato la questione con una affermazione gnomica: se il ragazzo autistico era stato iscritto alla gara voleva dire che non aveva bisogno dello psicologo,  perché se avesse avuto bisogno dello psicologo non avrebbe potuto partecipare alle gara.
Abbiamo discusso a lungo con quei genitori ed anche in questo caso ci è sembrato che la regola applicata sia stata  “no cioccolato e patate” dato che ciò che è stato proibito allo psicologo è stato invece consentito a mamme e ragazzini.  Bambinetti muniti di pass e mammine ansiose (ma prive di pass) hanno passeggiato nel parterre sotto gli occhi ardenti del presidente. Anche ieri, qui a Ravenna, una gran folla camminava nel parterre senza che nessuno dicesse niente e non hanno neppure distribuito pass, sarà che  per regolamento l’accesso al parterre è vietato soltanto agli psicologi (il cui cognome non inizi per M)   e a “cinesi e canguri”.
Terzo episodio. In entrambe le giornate di gara l’accompagnatore non tesserato di cui si parla sempre nell’articolo “Integrazioni e provvedimenti disciplinari” ha accompagnato gli atleti della sua società. Evidentemente, il giorno dopo il fattaccio si è tesserato per Mamma Federazione, almeno così vogliamo sperare. (E la paziente Mammina glielo ha consentito)
In ogni caso, la sua presenza lì ha suonato come una beffa alle regole di Mamma Federazione, che fa figli e figliastri, e ha sollevato il velo sulla ridicola pantomima che stava andando in scena.
Ma ha suonato ben più di uno schiaffo in pieno viso alla mamma di quell’atleta, che dopo quell’infausta gara del 21 ottobre, si è chiuso in sé stesso e non ha rivolto la parola ai suoi familiari per una settimana, e i cui progressi di un anno sono stati cancellati in un momento.
Non dimenticheremo facilmente questa gara, anche perché tra le foto pubblicate da Mamma Federazione in quel giorno ce n’è una che ritrae gli occhi di una madre, forse proprio la madre di quel ragazzino, occhi che non ci fanno dormire la notte, occhi che chiedono Giustizia, occhi che la otterranno.
Italia, 25 novembre  2017
GENITORI STUPITI

L'articolo è stato preceduto da una telefonata di un signore a me sconosciuto, che parlava in rappresentanza di un folto gruppo di genitori, manifestandomi incredulità e rincrescimento per quanto accaduto a Mazara. Non conosco il signore, non ero presente sul luogo di gara ma non oso mettere in dubbio quanto riferitomi: che ragione avrebbe avuto nel mentirmi? 
Ezio RINALDI



19 novembre 2017

LE VERITA' PARALLELE DELLA F.I.S. - 3^ parte




ACCADEMIA NAZIONALE DI SCHERMA
ENTE MORALE FONDATO IN NAPOLI 1861 -ASD
A Proposito di Procura Federale
Sapete tutti, o quasi, che la Federazione ha deferito al Procuratore federale i consiglieri dell’Accademia Nazionale di Scherma tesserati con la FIS, imputando loro, evidentemente, visto che non è stato prodotto un preciso capo d’accusa fino al momento del processo, la loro appartenenza al consiglio di amministrazione dell’Accademia Nazionale di Scherma di Napoli, il cui Presidente, non tesserato FIS, ha prodotto ricorso al TAR contro la Federazione in merito alle decisioni del suo CDF di indire in proprio gli esami per maestro di scherma.
Non sto a tediarvi su questo argomento, mi limito solo a dire che il ricorso al TAR è l’unico rimedio giurisdizionale  contro le decisioni del CDF della FIS, per cui pretendere di escludere questa unica possibilità significa  aspirare al “potere assoluto” ! D’altra parte mi sembra di ricordare che l’art. 24 della nostra Costituzione affermi che tutti possono adire il giudice per tutelare diritti e interessi legittimi
Ebbene è di qualche giorno fa (17 ottobre 2017) la notizia che l’organo di giustizia federale di primo grado ha “assolto” i nostri soci tesserati FIS, non avendo, evidentemente, rinvenuto alcunché di illecito nella loro condotta. Le motivazioni inoltrate successivamente confermano la mancanza dell'illecito comportamento e, cosa molto interessante, confermano l'autonomia del nostro Ente nei confronti anche della FIS!
Il fatto si commenta da sé e il commento diviene ancora più incisivo, se la vicenda che oggi ha visto il suo epilogo decisorio viene comparata  ad un caso  di un recente passato.
Si tratta di questo.
La FIS (e per essa il suo Presidente)  ritenne di  segnalare al Procuratore, in seguito ad una lettera inviata da me proprio al maestro Scarso, i fatti verificatisi durante le ultime (con riferimento a quell’epoca) sedute di esame. Invero, a nome dell’Accademia Nazionale di Scherma, mi lamentavo del comportamento del Maestro Crisci, Presidente dell’AIMS, comportamento fortemente ostile ed offensivo, comportamento che sembrava, addirittura,  superare, in qualche caso, anche i limiti della legalità, nei confronti dell’Accademia ed i suoi stessi soci.  Ed  a questo punto mi tocca invitarvi a leggere la lettera in questione (all.1).
L’All.2  riporta la risposta di Scarso, francamente molto deludente, ma anche molto significativa circa la sua vocazione al “potere assoluto”.  E lascio al lettore le altre considerazioni (anche relativamente alla mancanza di riscontro a proposito delle “questioni morali”, considerazioni  che pure la lettera sollecitava). Per altro, la risposta del presidente federale appare, ahinoi!, intrinsecamente contraddittoria (è forse stata scritta in minuta da due persone diverse?). Infatti, nella prima parte, si qualificano semplici “beghe” i contrasti tra AIMS ed Accademia Nazionale di Scherma (vale a dire le raccomandazioni in sede di esami e la sottrazione - sia pure temporanea - di una cartella contenete documenti dell’Ente da me presieduto); nella seconda, si afferma che gli episodi segnalati rivestono carattere di “gravità” (testuale), tanto che ne deve essere informato il Procuratore federale.
Insomma: sono beghe o fatti gravi?
Evidentemente, secondo la convenienza del momento e l’interesse di qualcuno.
La lettera di Scarso contiene, poi, un altro passaggio interessante. Si tratta della frase in cui si afferma che AIMS ed Accademia sono enti “autonomi”. Che l’Accademia sia autonoma lo do per certo (fu istituita molto primo della FIS e da un atto avente forza di legge); sono meno certo, però, dell’autonomia dell’AIMS, visto che esso è ampiamente “foraggiato” (mezzi, fondi, locali) dalla FIS e che il suo vicepresidente siede nel consiglio federale. Voglio comunque prendere per buona la affermazione di Scarso, ma allora, se l’Accademia nazionale di Scherma è autonomo, perché la FIS si arroga il diritto (che non ha) di interferire nella sua vita e di deferire, addirittura, al Procuratore federale alcuni suoi soci per le condotte liberamente tenute nel corso delle riunioni dei consigli di amministrazione? (con quale esito, si è visto!).
Torniamo però allo scambio epistolare tra me, Scarso e il Procuratore. Sei giorni dopo, il Procuratore federale mi scrisse (allegando proprio la lettera che avevo inviato a Scarso, l’all.1), “al fine di poter procedere con le opportune verifiche” (all.3).
E’ lo stesso giorno in cui si svolse uno dei famigerati Comitati Operativi (ai quali potrei in seguito dedicare un’apposita puntata) e nel corso del quale il maestro Crisci, messo a confronto con i bigliettini da lui distribuiti,  riconobbe di aver averli scritti, ma affermò che  i suoi erano  solo affettuosi “suggerimenti”….
Il 12 novembre inviai la mia risposta al Procuratore: si tratta di un’altra missiva, con la segnalazione più approfondita dei fatti, comunque, già sopra descritti e non solo quelli (all.4).
Qualche giorno dopo, su sollecitazione della segreteria del Procuratore (che poi è la stessa segreteria federale, SIC!), ebbi modo di telefonargli ed in pratica di confermagli le cose che già gli avevo scritte.
Ovviamente, di questa telefonata non può esservi traccia; meno ovviamente, non c’è traccia nemmeno del post-deferimento del maestro Crisci.
Forse il Procuratore si sarà lasciato convincere che i suoi erano solo degli  affettuosi “suggerimenti”. O forse in Federazione e in alcuni collegati organi “autonomi” si professa la filosofia (e si attua la prassi) dei due presi e delle due misure?
Alla prossima
Il Presidente
Dott. Pasquale La Ragione












13 novembre 2017

CAMPIONATI DEL MONDO PARALIMPICI - LAMENTELE E COMMENTI


Si sono conclusi il giorno 12 c.m. i Campionati del mondo di scherma paralimpica, che hanno avuto inizio il 7 novembre 2017 nell’Hotel  Hilton Rome Airport di Fiumicino. Non mi soffermo sul numero delle nazioni partecipanti, che comunque ha visto sulle pedane i rappresentanti di Russia, Polonia, Iraq, Ukraina, Hong Kong, Germania, Grecia, Bielorussia, Brasile, Francia, Thailandia, Korea del Sud, Ungheria, Georgia, USA, Canada e, naturalmente l’Italia. Non era presente la Cina.Spero non mi sia sfuggito nessuno.
Sono andato a vedere la manifestazione e devo subito dire che è stato emozionante assistere agli assalti, svoltisi con passione, determinazione ma in un clima di assoluta sportività. L’Italia ha portato a casa 11 medaglie: 5 ori, 3 arg, e 3 bro. Un bottino assai cospicuo per il quale vanno ringraziati tutti i nostri ragazzi: scrivere altro non avrebbe senso se non scadere nella retorica e nella demagogia. Il luogo di gara a me non è sembrato molto felice anche se devo ammettere che arrivare in aereo, soggiornare e gareggiare nell’hotel dell’aeroporto, ancorché prestigioso come l’Hilton, ha consentito un più agevole movimento per tutti i partecipanti. Non mi è piaciuta la sede poiché ritengo che una manifestazione per scherma seduta debba essere ospitata in siti a piano terra e senza alcuna barriera, non che non siano state abbattute, anzi direi che l’organizzazione, in collaborazione con la direzione dell’hotel, abbia fatto il massimo. L’aria era stagnante perché non vi erano finestre che ne potessero garantire un ricambio: spero che l’esperienza di questa prima edizione mondiale serva per il futuro affinché si trovino strutture adeguate. Altra considerazione è relativa ai costi di soggiorno: se l’indicazione che ho avuto dalla consumazione di due caffè dovesse essere quella reale allora alle nazioni partecipanti dev’essere costata parecchio la trasferta italiana. Infatti se i due espressi hanno avuto un importo di 5,80€ (2,90 ciascuno) non oso immaginare la spesa totale per ogni partecipante. Credo logico supporre una convenzione tra la Direzione dell’hotel ed il COL e se così non fosse ci sarà stato un bagno di sangue: ritengo, invece, che l’attenzione del Presidente su tale problema abbia fatto sì che il tutto fosse condotto ad una normale trasferta per la partecipazione ad una gara internazionale. Nel complesso l’opinione che ne ho ricavato è positiva. Devo però sottolineare che anche in ambito paralimpici si verificano situazioni un tantino discutibili. Infatti, le convocazioni hanno tenuto fuori atleti meritevoli ed a dimostrazione di ciò vi è stata una comunicazione della FIS, datata 17 settembre 2017, con la quale si informavano le società che in considerazione della circostanza che l’Italia si accinge ad ospitare una manifestazione tanto prestigiosa, eccezionalmente la Federazione Italiana Scherma ha inteso offrire ai propri atleti maggiori possibilità di partecipazione; pertanto, oltre agli atleti componenti la Squadra nazionale convocati dai Commissari d’arma, la FIS ha previsto nelle prove individuali la partecipazione a proprie spese degli atleti italiani che ne faranno richiesta, tramite le loro Società di appartenenza e secondo i seguenti criteri:
·         gli atleti devono essere in possesso di classificazione internazionale;
·         il numero complessivo di partecipanti per ciascuna arma e categoria dovrà essere al massimo di 4 tra atleti convocati e autorizzati;
·         le autorizzazioni verranno concesse tenendo conto della posizione nel ranking paralimpico aggiornato;
·         gli atleti che verranno ammessi dovranno essere in possesso dell’attrezzatura schermistica completa; essi inoltre dovranno dotarsi dei copriraggi con il logo dell’Italia (il logo in formato riproducibile sarà fornito agli interessati dalla Federazione). "
Qualche atleta ha rispedito al mittente l’invito, ritenendolo un non riconoscimento al merito acquisito in pedana. Non voglio minimamente entrare nelle dinamiche delle convocazioni, però non riesco a capire le regole, se ci sono, relative alle chiamate degli atleti. La partecipazione ad un mondiale compete alla federazione, la quale sceglie i competitori sulla base delle indicazioni del Commissari d’arma. Il numero dei componenti per ogni squadra è stabilito da precise regole a livello internazionale: per i normodotati sono quattro, di cui uno riserva.
Pur in presenza di un comunicato della FIS emanato per tempo, mi è difficile capire come sia possibile partecipare ad un mondiale a spese proprie.  Le regole sono uguali anche per la scherma seduta? Chi ne sa più di me potrà commentare e chiarire sul blog. Non aggiungo altro!
La competizione ha visto la costante presenza del Presidente Scarso, del  vice presidente Giampiero Pastore e del Presidente del Comitato Paralimpico Italiano Luca Pancalli. Non ho mancato di salutare sia Pancalli che Scarso, il quale mi è sembrato alquanto imbarazzato nel salutarmi: probabilmente la mia attività di blogger lo disturba molto e quello che scrivo lo rende nervoso. A proposito di questo argomento, in varie circostanze il presidente avrebbe avuto modo di lamentarsi di essere attaccato da chi è stato trombato e non è nemmeno iscritto alla FIS. Non voglio essere presuntuoso però sembra che ce l’abbia con me, infatti non sono iscritto alla FIS, ma se sono io l’oggetto del suo risentimento colgo l’occasione per ricordargli che diedi le dimissioni da Consigliere federale a febbraio 2012 e le elezioni per il rinnovo delle cariche elettive si tennero il 2 dicembre dello stesso anno, quindi lasciai il consiglio con quasi un anno di anticipo sulla scadenza del mandato, ma forse il trombato era riferito a qualcun altro! Inoltre mi è stato riportato che il Presidente abbia commentato che su Piazza della scherma vengono scritte cose non rispondenti alla realtà, ovverro si scrivono delle castronerie. Orbene sono da sempre disponibile ad un confronto aperto e pubblico con il Presidente su qualunque tematica federale e se davvero ritiene offensivo e menzognero il contenuto degli articoli, mi quereli. In mancanza di tali presupposti a raccontare frottole non sono i pezzi scritti sul blog, peraltro la Piazza ha dimostrato di essere corretta ospitando i commenti di tutti ed a maggior ragione quelli sostenitori della linea federale.
Ezio RINALDI

09 novembre 2017

PRIMA IL VOLLEY, ORA IL BASKET: A QUANDO LA SCHERMA?


 Accadde circa quarant’anni fa che la FIPAV concepì un progetto scolastico per insegnare il volley a tappeto fra gli italiani. Partì dall’ISEF e poi a cascata sugli insegnanti di educazione fisica, ai quali insegnò i movimenti base e qualche elementare schema di gioco. In poco tempo in Italia durante le lezioni di educazione fisica si cominciò a giocare a pallavolo, con un proliferare di squadre e campionati che non conosce sosta, raggiungendo il grandioso risultato di essere il terzo sport più praticato in Italia dopo il calcio e gli sport acquatici.
Ora ci prova il basket che non soffre di carenze di risultati, in termini di numeri, con il progetto EASYBASKETinCLASSE completamente finanziato dalla FIP ma ispirato e proposto alla Federazione dalla società veronese Neways.
La Neways vanta una esperienza decennale nel campo della formazione scolastica con progetti eterogenei che spaziano dal food all’educazione civica e in questo caso lo sport. Infatti, sul Corriere dello sport dell’8 novembre 2017 appare un articolo che mostra come la Federazione Pallacanestro (FIP) diretta da Giovanni Petrucci, abbia recepito l’invito per portare avanti tale progetto. È sufficiente che le scuole si iscrivano all’iniziativa e verranno munite di un kit, con schede che mostrano i vantaggi biomedici ottenuti nella pratica di questo sport, ad uso dei bambini e dei genitori, un libretto che spiega le regole del basket e un pallone per ogni classe. Ma non finisce qui. Nel kit è compreso anche un manifesto per far disegnare agli studenti la casacca della nazionale, in modo che le migliori 20 proposte, saranno selezionate cosicché la prima riceverà i biglietti per assistere a una partita della nazionale e molti altri palloni. Ben due campioni saranno a disposizione per coadiuvare le operazioni di marketing e rendere il tutto più accattivante. La dichiarazione del presidente federale sul sito della FIP è un proclama: “La Federazione ha soldi da investire e se si investe sui giovani, sono sempre soldi ben spesi” e sul sito della FIP è possibile leggere anche il seguente passaggio: “la lotta alla sedentarietà nei bambini è un dovere che hanno tutte le federazioni sportive, ed è stato raccolto anche da questo Parlamento, che per lo sport ha fatto in questa legislatura come mai era stato fatto prima”.
Il progetto mirerà infatti a più di 50 scuole per far aderire, da novembre a giugno, all’incirca 50.000 bambini della scuola primaria (3^, 4^ e 5^) in tutta Italia coinvolgendo più di 2.000 insegnanti, che dovranno gestire le operazioni sul campo; e i numeri stanno felicemente aumentando.
La scherma avrebbe tutte le carte in regola per poter creare un progetto come questo; i campioni non mancano, anzi abbondano, i maestri a disposizione si potrebbero reperire senza problema per una formazione di base sulla scherma verso gli insegnanti, ma mancherebbero i finanziamenti.
La situazione odierna, e dobbiamo dire anche annosa, è basata sul progetto Scherma-scuola, dove i Kit della Kinder sono contati come gli zolfanelli della piccola fiammiferaia, in quanto terminano non appena vengono “accesi” sul mercato. Le ore da dedicare alle attività scolstiche è a carico degli istruttori che devono versare tempo e fatica tenendo conto che devono essere svolti senza retribuzione alcuna. Perciò ogni istruttore a sua discrezione, spesso e volentieri, per evitare fatiche improbe, dedica breve tempo al corso, sperando che poi in palestra si affaccino nuove leve.
Giova ricordare che il tutto avviene senza sforzo alcuno da parte della Federazione Scherma che i kit se li fa comprare dallo sponsor, quindi senza investire e ci pare di capire senza nemmeno programmare, né a livello di società né a livello di aree geografiche. Mentre in realtà la nostra federazione ha un bisogno cronico di atleti, in quanto l’asfittico numero dei circa 20.000 praticanti, può sembrare strano, corrisponde a una misera proporzione fra i bugget societari e le spese da sostenere. Anche se non si riuscisse a raggiungere l’elevato numero di schermitori francesi che si attesta sui 200.000 (duecentomila equivale a dieci volte quelli italiani!), forse la più plausibile cifra di 40.000 sarebbe congrua con le aspettative di un piano di investimento promozionale che oramai si invoca da anni, ma inspiegabilmente non arriva mai. Mi auguro che per poter sviluppare un progetto simile si possa ideare la SPADAinCLASSE, con uno sforzo economico da farsi, ma che porterebbe vantaggi nazionali cioè federali notevoli e soprattutto darebbe l’ossigeno che manca alle società da tempo. Miraggi invernali cercansi.
Fabrizio ORSINI

07 novembre 2017

SCENARI E PROSPETTIVE


Valentina VEZZALI
Nel fine settimana del 4/5 novembre 2017 in quel di Foggia si è tenuta la due giorni schermistica dedicata alla categoria cadetti di sciabola e fioretto maschile e femminile: circa 800 i partecipanti. Luogo di gara: Pala fiera e l’organizzazione a cura del Circolo schermistico Dauno.
Personalmente ho presenziato per circa due ore durante le quali ho avuto modo di salutare alcuni personaggi, che rispetto al passato hanno espresso molta più cordialità: sarà perché non sono tesserato alla FIS o semplicemente perché nell’aria c’è qualcosa di diverso? Non saprei dirlo. Comunque sono andato in capitanata perché invitato per una riunione molto ristretta.
Nel parterre del luogo di gara ho avuto modo di ascoltare alcuni sussurri relativi a possibili scenari futuri, che potrebbero vedere attore protagonista qualche pezzo da novanta dell’attuale Consiglio federale (Valentina VEZZALI?). In tal senso le correnti di pensiero sono molteplici: alcune vorrebbero la scesa in campo di personaggi nati e cresciuti a pane e scherma, altre vorrebbero personalità con adeguata esperienza amministrativa e manageriale, con profonde conoscenze schermistiche. A me è stato chiesto cosa ne pensassi e, come sempre, non mi sono sottratto.
Innanzitutto ritengo prematuro parlare di queste cose adesso, giacché il 26 novembre p.v. l’attuale consiglio federale festeggia un anno di attività dalla sua elezione, quindi ne mancano 3 alla fine del mandato, però provando ad immaginare gli anzi detti scenari credo ci siano degli interludi da non sottovalutare, quali, ad esempio, le modifiche statutarie che dovranno essere effettuate per adeguare lo statuto a quello del CONI, in aderenza alla legge di prossima approvazione, che avverrà certamente entro dicembre del 2017. Pertanto, stando alle attuali regole, dovrebbe essere convocata una Assemblea straordinaria la cui scadenza non potrà andare oltre il quarto mese dall’approvazione dello statuto CONI. A meno che il massimo ente sportivo non decida di nominare un Commissario ad acta, provvedimento nefasto poiché priverebbe gli affiliati della loro prerogativa principale, cioè di deliberare sulla propria legge quadro, dando uno schiaffo alla democrazia, né, tan poco, si potrebbe giustificare tale iniziativa con la motivazione del risparmio: questo si può ottenere in altri significativi modi. Pertanto, tale appuntamento rivestirebbe non solo una importanza statutaria ma anche politica. Non intendendo per questo una messa in discussione della Presidenza, bensì un momento di confronto tra gli stessi affiliati e tra questi ed il Consiglio in carica. Un altro elemento di valutazione potrà essere la ricandidatura dell’attuale Presidente (cosa assai probabile, anzi personalmente la do per certo) che potrebbe indirizzare scelte diversamente da come mi sono state prospettate. Altro fattore da valutare sarà la costituzione di varie cordate per la corsa al soglio presidenziale: ne prevedo almeno tre. Al momento vi è la conferma che all’interno del Consiglio federale vi siano alcuni mal di pancia che nemmeno il malox riesce a lenire, pertanto anche questa situazione andrà vagliata con molta attenzione. Infine, tra sussurri e mormorii, una alta percentuale di affiliati comincia a maturare l’idea che questa dirigenza sia arrivata al capolinea e che ogni suo componente, nessuno escluso, abbia esaurito la propria funzione.
E’ chiaro che riferisco quanto ascoltato ed espongo il mio pensiero, probabilmente ho sentito male ma il mio pensiero rimane intatto.
Ezio RINALDI

04 novembre 2017

CI HA LASCIATO DONNA MIMI'

La scherma piange la scomparsa di Camilla Castiglioni, meglio conosciuta come Donna Mimì, moglie del già compianto Edoardo Mangiarotti.
A 90 anni ci lascia una donna il cui ruolo rimarrà sempre impresso nella storia della scherma lombarda. Nessuna moglie di schermitore infatti, in Italia e forse nel mondo, ha avuto un ruolo e un peso nella scherma, come Donna Mimì. La conobbi personalmente in occasione della redazione del profilo di Edoardo e Dario per conto del Dizionario Biografico degli italiani e in quella tarda mattinata, mi offrì un aperitivo come soleva fare tutti i giorni oserei dire da sempre, nel salottino magnifico della residenza milanese dove abitò con il marito, in via Solferino, accanto alla sede del Corriere della sera. Da quello sguardo azzurro traspariva l'intelligenza che aveva ereditato e saputo conservare dall'antenato che a suo tempo seppe mettere in piedi una fortuna nel settore chimico e diede una più che notevole agiatezza alla famiglia.
Un tratto signorile e aristocratico la collocava immediatamente fra le persone che oramai siamo abituati a ricordare, in quanto oggi sono assolutamente rare. Ovviamente andai preparato all'incontro e le mie fonti mi fecero fare bella, anzi bellissima figura e lei rimase compiaciuta, tanto che mi raccontò senza esitazioni o tentennamenti, come conobbe Edoardo, con tutti gli aneddoti che relegavano l'incontro fra gli avvenimenti epici.
Il campione giunse alla casa di campagna con un amico, lei era assente, ma arrivò guidando una decappottabile noncurante dei due che già l'attendevano e quasi distrattamente dedicò loro il suo tempo. Durante il pranzo fu protagonista un ragno che scaramenticamente cadde nel bicchiere (di Edo o di Mimì, nessuno lo ricordava) battezzando l'evento come fortunato. La giornata fu passata mettendo qualche disco di vinile e ballando, ma non chiesi che musica fosse, erano gli anni cinquanta ed Edoardo era già nella storia della scherma a pienissimo titolo. Da quel momento in poi, corteggiamento e matrimonio seguirono con una certa naturalezza e Mimì seppe essere la moglie del campione, ma anche la migliore consigliera e compagna di vita. Sempre al suo fianco e consapevole del ruolo che svolgeva, fu presidentessa del "Circolo della spada Giuseppe Mangiarotti" fino ai giorni nostri, garantendo la solidità e la continuità a un club italiano importante nella scherma mondiale. L'aiuto che maestri e presidenti non sempre trovano nel coniuge, Edoardo lo ebbe da questa donna fascinosa e fedele che merita il nostro ricordo e la stima, uniti alle condoglianze più sincere alla famiglia e al club che ora passa simbolicamente nelle mani della figlia Carola.
Fabrizio ORSINI