26 luglio 2021

IL DISSENSO: cos'è?

Vorrei parlarvi di un aspetto della nostra quotidianità e cioè il “dissenso”. Cosa si intende con questo sostantivo? Semplicemente una diversità di pensiero, quindi un complesso di atteggiamenti con i quali si manifesta una diversità di vedute sulla realizzazione di progetti o atti professionali e politici.
Cosa diversa è la contrapposizione alla realizzazione di un piano politico, religioso o gestionale. Nel campo sportivo il dissenso si manifesta nella divergenza di attuazione o di gestione tecnico/politico, ovvero le forme di realizzazione di un programma. Con il dissenso non si manifesta una contrapposizione, semplicemente un modo di vedere diverso da altri.
Purtroppo è consuetudine dare al dissenso la veste di oppositore ad una certa linea, in realtà aderendo ad esempio ad un piano di rinnovamento impostato su concetti di assoluto rispetto per le opinioni altrui e, quindi, su presupposti di democrazia reale, si possono mettere in discussione le modalità attuative o, se volete, i criteri per la realizzazione del progetto ma non il progetto in se, che resta il perno intorno al quale dovrà girare la ruota.
Accade spesso e volentieri che i cosiddetti portatori di idee innovatrici non ammettano che si possa discutere dei precitati criteri e che l’accettazione del progetto debba essere totale. Quindi, oserei dire una contraddizione poiché se si è portatori di un nuovo percorso fondato su criteri di assoluta democrazia è imprescindibile il confronto di varie visioni sul progetto medesimo.
E’ accaduto in passato ed accadrà ancora, che si predichi bene e si razzoli male nel senso che ci si presenta come portatori di principi democratici e in realtà non appena si arriva a gestire il potere ovvero non appena si arriva nella stanza dei bottoni tutti gli impegni assunti vanno nel dimenticatoio, attuando gli stessi sistemi gestionali dei precedenti amministratori.
Ciò denota una carenza di sensibilità e rispetto per chi apertamente e senza secondi fini manifesta la propria idea sulla realizzazione di quanto promesso, ma più ancora è larroganza a diventare l’attrice protagonista del confronto. Essa appartiene ad esseri presuntuosi, i quali frequentemente mascherano la loro indole e temendo il confronto con gli altri tendono ad elevare se stessi, facendo credere di “avere qualcosa in più degli altri”. Piuttosto che imparare dagli altri, o fare domande (cosa che vedono come segno di vulnerabilità), gli arroganti tendono a generalizzare e, basandosi sulle loro supposte esperienze di vita, vorrebbero imporre agli altri il loro punto di vista.
L’arrogante ha un disperato bisogno di apparire nel modo giusto. Se si prova a fare un piccolo commento non gradito, anche se solo leggermente provocatorio, l’arrogante diventerà furioso nei confronti del suo interlocutore. Questo accadrà ogni qual volta verrà messo in dubbio (anche non volendo) il suo aspetto, la sua intelligenza, la sua abilità atletica, o qualsiasi altra cosa legata all’immagine che vuol dare di se stesso. Spesso indossa una maschera perché deve nascondere il proprio punto debole e la propria paura. Il più delle volte ha bisogno di costruirsi un’impeccabile immagine per coprire la sofferenza interiore. Di arroganti il mondo ne è pieno, in tutti i campi non escluso quello sportivo.
E’ quell’atteggiamento che si basa sul famoso bias di conferma. Il bias di conferma è forse la più potente e diffusa delle trappole cognitive, cioè dei modi in cui ci inganniamo da soli. Il bias è ampiamente noto, non solo agli scienziati ma a chiunque si occupi di dinamiche della comunicazione, e perfino agli algoritmi che scelgono che cosa mostrarci su Facebook. Consiste nella propensione a cercare dichiarazioni e fatti che confermino le nostre opinioni pregresse e le nostre credenze, e a ignorare tutto il resto, non importa quanto evidente o convincente sia.
Chi non ama il confronto, invece di rispondere agli argomenti diversi, cerca di mettere a tacere chi li propone delegittimandone l’immagine, creando intorno al malcapitato “un barbarico processo alle intenzioni che cancella la discussione e si trasforma in una lugubre parodia di un tribunale del popolo”,  nell’intimazione al silenzio fino all’autocensura. Sì perché poi nel gruppo ci si fa forza a vicenda riuscendo a porre nell’angolo e in isolamento la persona che ha tentato di illustrare un’idea diversa, magari anche avvalorata da dati oggettivi ma che lo stesso gruppo riuscirà, più o meno con la forza, a minare nella loro credibilità o a porli a margine della conversazione che si inasprirà inevitabilmente nei toni e nel linguaggio.
Ognuno di noi è libero di esprimersi nel modo che ritiene più opportuno però è il saper accettare critiche ed espressioni diverse che fanno di una persona il messaggero di nuove dottrine, immaginate sul rispetto e sulla libertà di espressione, senza che vengano additate come oppositrici di un progetto sulla cui condivisione non ci sarebbero dubbi.
 Ezio RINALDI

23 luglio 2021

TOKIO 2021: le Olimpiadi al tempo del covid 19

Proibiti baci, abbracci, canti e incitamenti in compagnia, non ci sarà il pubblico, quindi saranno le olimpiadi più insolite della storia a causa della pandemia di covid 19. Avranno poco più di mille spettatori selezionati tra funzionari olimpici, funzionari giapponesi, personalità straniere e sponsor. Sembra che il numero degli atleti partecipanti alla sfilata debba essere dimezzato. Insomma un evento strano che non manifesterà gioia così come sarebbe stato in una situazione di normalità.

A marzo dello scorso anno, quando gli effetti del covid erano già tristemente consistenti, affermai che l’evento sportivo più importante del pianeta non avrebbe dovuto svolgersi onde evitare il propagarsi del virus ma soprattutto per cercare di combatterlo efficacemente. Infatti molte decisioni governative portarono al blocco di quasi tutte attività lavorative, prevedendo ristori per tutti quegli esercizi produttivi per il paese. Ancora oggi, in presenza della variante Delta non siamo in condizioni di vivere la quotidianità in modo normale, nonostante gli sforzi che il Governo sta ponendo in atto.

Non voglio addentrarmi in un campo che mi vede in possesso di labili conoscenze in termini economici e finanziari, però confermo il mio pensiero, che certamente farà saltare qualcuno dalla sedia dandomi dell’ignorante e del bastian contrario a tutti i costi, cioè la mia preoccupazione allo svolgimento delle olimpiadi. Il presidente del CONI, Giovanni MALAGO’, ha affermato che saranno le più belle ed importanti di sempre. Francamente non capisco da dove tragga questa convinzione.

Prima dello scoppio della pandemia il Giappone era entusiasta e scommetteva su un afflusso di spettatori e turisti prima durante e dopo le olimpiadi, ma dalla primavera del 2020 ha praticamente chiuso le frontiere ai visitatori a causa dei rischi per la salute, dal mese di marzo di quest’anno hanno rinunciato ad accogliere gli spettatori stranieri e successivamente hanno deciso che l’evento si sarebbe svolto a porte chiuse. Gli atleti non sono autorizzati a visitare il Giappone e dovranno rimanere nel villaggio olimpico quando non saranno impegnati nelle competizioni. Non ci sarà, quindi, quella gioia, atmosfera di festa che è l’elemento principe dell’evento olimpico.

Nel villaggio è saltata la bolla ed ora le autorità locali stanno cercando di tamponare la possibile diffusione del virus. Al momento sono oltre un centinaio i positivi al covid e, sembra, che qualora il numero dei contagi dovesse aumentare si stia valutando la possibilità di interrompere l’evento.  Con quali conseguenze? Sicuramente un danno economico enorme. Ecco il problema, i soldi. In nome del Dio denaro si può sacrificare tutto.

In questo momento non è il caso di fare polemiche, non è questo l’intento del mio scritto, quindi non vado oltre e non voglio immaginare il peggio: sono un inguaribile ottimista, mi piace pensare che tutto andrà bene e che la nostra delegazione farà rientro in Italia senza alcun problema. Ed è con questo pensiero ed auspicio che invio il mio più affettuoso “IN BOCCA AL LUPO” ai nostri ragazzi, certo del loro impegno e che il bagaglio al rientro sarà più pesante perché contenente metallo di vario colore.

Ezio RINALDI

20 luglio 2021

RANKING AMIS: la contro risposta di Luca Giovangiacomo

Luca Giovangiacomo
Pur ringraziando Leonardo per la Sua risposta e disponibilità devo comunque far presente alcune cose che forse non sono state espresse in modo chiaro nel mio precedente articolo:

1. Ho contestato un ranking basato su 2 gare. Su questo non ho avuto risposta ma mi si dice che il ranking è normalmente basato su 7 gare. Ribadisco che fare un ranking su 2 gare di cui una ha già un punteggio maggiorato (e mi può star bene che il Camp. Italiano lo abbia) è una sproporzione non accettabile. Visto che c’è stato un 36% di defezione ancor di più sarebbe stato opportuno contare tutte le gare dell'anno.

2. Quando ho parlato dei maestri (CT) non ho assolutamente parlato male di loro (processo alle intenzioni???) ma anzi ho invece sottolineato che questi non sono messi nelle migliori condizioni per scegliere perché' non ricevendo alcun tipo di rimborso non posso mai assistere di persona alle gare in programma nella stagione agonistica. Avrei preferito un atto di umiltà con l'accettazione di un commento e magari la possibilità’ di discutere di questa eventualità in futuro, invece si preferisce farmi passare per chi fa il processo alle intenzioni!!! Mah!

Leonardo Patti
3. Come si possono fare osservazioni alla delibera del consiglio AMIS se non ci sono assemblee? Soprattutto contesto il fatto che mi si dica che mi devo andare a cercare le informazioni ed a chiederle di persona. Ne deduco quindi che si parla di un ambiente familiare e ristretto a pochi intimi? Io credo che le comunicazioni vadano fatte tramite i canali ufficiali, non devo elemosinare le informazioni da nessuno (cosa che peraltro ho spesso fatto per il tramite di un caro amico consigliere dotato di tanta pazienza). Esiste un sito, che se aggiornato con costanza è un validissimo strumento. Usiamolo! Se invece i verbali vengono caricati dopo qualche mese è chiaro che non si può avere una comunicazione efficace da ambo le parti (consiglio ed atleti).

4. La disamina dei ranking delle varie armi mi pare che sia servita a giustificare lo status quo di alcuni atleti (situazione di cui tra l'altro io stesso potrei beneficiare) ma l'intento è invece quello di mettere tutti nelle condizioni di spodestare (se se ne hanno le capacità in pedana) il primo del ranking! Se il ranking diventa "inamovibile" allora mi chiedo se non ci sia qualcosa che non funziona.

5. Non sapevo che per informarmi sui master dovessi vedere FederschermaTV a cui di solito ho visto raggiungere picchi di visualizzazioni sotto le 20 unità. C’è sempre da imparare!

6. Mi si contesta di non essere stato presente in Assemblea. Innanzitutto non era un’assemblea che avrebbe preso chissà quali decisioni se non l'approvazione del bilancio. Peraltro il fatto che si organizzi in un giorno di gara va sempre a vantaggio di alcuni ed a discapito di altri. Se vogliamo fare una cosa davvero equa l'unica via è convocarla un giorno al di fuori delle gare, e davvero chi vorrà e potrà sarà presente!


18 luglio 2021

CAMBIO AL VERTICE DEL C.S. TORINO

avv. Mario VECCHIONE
Il Club Scherma Torino ha rinnovato le cariche sociali e l’avv. Mario Vecchione ha passato la mano dopo circa 20 anni di gestione. Di seguito la dichiarazione

dell’avvocato torinese, allegata al verbale di assemblea:

Dopo circa venti anni di direzione del nostro Club  rivolgo a voi tutti il mio saluto e sono sereno nel consegnare al nuovo eligendo Presidente ed al nuovo Consiglio e nelle mani del nuovo Direttore Generale un Club in ordine finanziariamente e strutturalmente di alto livello. Tutte le attività collaterali,vero polmone finanziario della scherma ,sono in ordine e ben gestite.

Da  anni ho ricercato un Socio che assumesse l’onere della presidenza e,dopo aver espresso le mie dimissioni nel 2020,dopo una riunione con il settore della sciabola,ho dovuto cedere alla richiesta del Direttivo di soprassedere per difendere il Club nella nota vicenda con il  Comune di Torino.

Con la piena solidarietà del Consiglio Direttivo abbiamo difeso il Club garantendone la sopravvivenza sino ad oggi e mi corre l’obbligo di ringraziare i colleghi del Consiglio,i tecnici della scherma,gli atleti ed i responsabili delle attività collaterali che hanno fatto muro con i dirigenti del nostro sodalizio.

Villa Glicini sede del C.S. Torino

Nessuno ha aiutato il Club,pur avendone un obbligo istituzionale,ma al contrario è stato consentito che l’operazione di chiusura del nostro storico sodalizio potesse procedere

Devo,però,comunicarvi che in questi ultimi giorni qualche timido spiraglio positivo si sta aprendo con il Comune.

Ringrazio infine il collegio di difesa che ha operato con la massime professionalità-

Auguro a voi Soci un sereno svolgimento dell’Assemblea ed una elezione indispensabile per la sopravvivenza dell’associazione.

Al  nuovo Presidente,al nuovo Consiglio ed al nuovo  Direttore Generale un augurio di un sereno e produttivo lavoro, garantendo ad essi che non vi sarà nessuna “eterodirezione”da  parte mia o dell’exdirettore .”

Nel passaggio in cui affferma: “Nessuno ha aiutato il Club, pur avendone un obbligo istituzionale, ma al contrario è stato consentito che l’operazione di chiusura del nostro storico sodalizio potesse procedere”, a mio avviso, il riferimento alle istituzioni, che hanno lasciato solo il club e la sua ultra centenaria storia, possa essere riconducibile alla figura dell’ex presidente Scarso ed al suo consiglio direttivo. Magari Vecchione potrà smentirmi, però seguii la vicenda e credo di non essere lontano dalla realtà.

All’avv. Mario Vecchione un caro saluto dalla “Piazza”

Ezio RINALDI

 

15 luglio 2021

AMIS: convocazioni e ranking - Il Presidente Patti risponde

Leonardo PATTI
"Caro Luca,
Mi permetto di fare qui di seguito alcune osservazioni riguardo al tuo post.
RANKING
L’architettura del ranking è hstata definita sulla base di 7 gare in Italia e una all’estero e concorrono i quattro migliori risultati. I Campionati Italiani sono la gara più importante fra quelle in Italia e hanno quindi un coefficiente tecnico (KT) superiore. La definizione del coefficiente tecnico è stata fatta a valle della valutazione di numerose simulazioni e si è ritenuto che 1,2 fosse il valore più equilibrato. Per quanto riguarda invece il “valore” della gara, che tu citi, esiste un parametro obiettivo, che si aggiunge agli altri, il coefficiente qualitativo KQ, che dipende da quanti atleti fra i primi N del ranking (funzione del numero totale di atleti presenti nel ranking) sono presenti alla gara in oggetto, e questo si applica a tutte le gare.
Riteniamo che sia corretto, per valutare la forza di un atleta, tenere maggior conto del suo risultato nella gara più importante dell’anno in quanto è un indice delle sue capacità di gestione dello stress, molto importante quando ci si trova a tirare in ambito internazionale in gare ancora più importanti. Inoltre riteniamo che i risultati di punta debbano aver più peso rispetto alla costanza di risultati di livello inferiore.
Per esempio due quinti posti non dovrebbero dare più punti di un primo posto oppure due noni posti non dovrebbero dare più punti di un podio.
In condizioni anomale come quelle causate dalla pandemia, abbiamo dovuto prendere in considerazione le seguenti problematiche:
·   Difficoltà a poter fare allenamenti regolari per tutti (non tutte le società sono potute restare aperte senza interruzioni)
·     Legittimo timore di contagiarsi nelle gare o nelle trasferte
·     Positività (anche falsa) al Covid che impedisce di partecipare a una o più gare
·     Crisi economica causata dalla pandemia per cui non tutte le famiglie possono permettersi tre trasferte in un mese
·     Gli atleti master in maggioranza rientrano nelle categorie più a rischio d’infezione
Naturalmente tutto questo è stato valutato a priori, in una situazione in cui fare previsioni affidabili non era possibile, in quanto non è corretto definire i regolamenti dopo la disputa delle gare. Abbiamo ottenuto un aiuto dal sondaggio che abbiamo fatto fra i Soci e che ci ha permesso di stimare in maniera approssimativa i numeri di partecipazione. Alla fine i numeri sono risultati ridotti di circa il 36% rispetto a una stagione normale, in linea con quanto si è verificato per tutte le altre categorie FIS.
In ogni caso, con un massimo di 3 gare e le problematiche di cui sopra, il grado di affidabilità di qualunque tipo di ranking ha dei limiti significativi e questo vale anche per le altre categorie, dal GPG agli assoluti. Per questa ragione abbiamo deciso di ampliare la possibilità di scelta dei referenti d’arma per le convocazioni ai Campionati Mondiali, mentre per quanto riguarda i Campionati Europei del 2022 ci auguriamo che la situazione torni normale e quindi il ranking si possa basare su sette prove come al solito. La maggiore discrezionalità delle loro scelte serve per gestire casi particolari che sono presenti in qualunque tipo di ranking e soprattutto in presenza di così poche gare, per di più condizionate pesantemente da eventi esterni, ma la loro base di partenza per le scelte è e sarà sempre il ranking, come già avvenuto in passato. Piuttosto mi rammarico per l’ingeneroso processo alle intenzioni nei loro confronti.
Le disposizioni sono pubblicate sul sito da più di due mesi e quindi c’era tutto il tempo necessario per fare osservazioni prima della conclusione della stagione ed è ovvio che ora, dopo la disputa delle gare, non è opportuno modificare le regole.
E’ altrettanto ovvio che, a poco a poco, col ritorno alla normalità, anche il ranking sarà calcolato come in passato (quattro prove su otto).
Tu sostieni che il punteggio maggiorato dei Campionati Italiani facilita l’accesso a Mondiali o Europei agli atleti che “sono rimasti a casa a guardare gli altri”; proviamo a valutare i dati: solo 6 (su 54) fra quelli che hanno partecipato ai Campionati Italiani e a nessuna delle due prove di circuito sono riusciti a entrare fra i primi due del ranking (Cargnoni in SPF1, Borowa in SPF2, Camerin in SCF3, Richiardi in FM1, De Santis in FM3 e Lispi in SCM0).
Esaminiamo caso per caso, per valutare se si può parlare di ranking “falsato” da questa situazione:
Cargnoni l’anno scorso era n. 1 del ranking con una vittoria, un secondo e due terzi posti in quattro gare; nel 2018-19, ultima stagione completa, era al numero quattro, ma con solo tre gare, peraltro tutte vinte. Quindi mi sembra che la sua prima posizione attuale non sia scandalosa.
Borowa ha vinto le due gare alle quali ha partecipato l’anno scorso, nel 2018-19 ne ha vinto 3 su 4 oltre a essere salita sempre sul podio nelle ultime tre edizioni dei mondiali e negli europei di Cognac. Non mi sembra che ci possano essere dubbi neanche in questo caso.
Camerin era al numero 3 del ranking la scorsa stagione con un secondo e un terzo posto e numero due nel 2018-19 con un argento agli europei di Cognac. Anche qui, secondo me, niente di scandaloso se adesso è prima.
Richiardi era al numero tre l’anno scorso (Persichetti era numero 1, ma quest’anno non ha partecipato) con due secondi e due terzi posti e numero 3 anche nel 2018-19 (dietro a Persichetti e Macchi, anche lui quest’anno assente). Ancora niente di scandaloso, secondo me.
De Santis era al numero 1 l’anno scorso, con due vittorie e un secondo posto nella categoria inferiore (cat. 2, adesso è nella 3). Niente da dire secondo me.
Lispi l’anno scorso era numero 1 con tre vittorie e due secondi posti in cinque gare disputata. Oserei dire che il suo primo posto di quest’anno non mi sembra rubato.
Piuttosto vedo il problema contrario a quello che segnali tu, ma questo problema è presente comunque e solamente accentuato dal fatto che si sono disputate solo tre prove; prendo come esempio Martina Ganassin, che non ha partecipato a gare la scorsa stagione e neanche alle prime 2 di quest’anno. Nel 2018-19 era numero cinque in categoria inferiore, ma con sole tre gare disputate (una vittoria e due secondi posti). Ha vinto a Bressanone subendo in totale 8 stoccate in tre assalti di diretta (vittoria più difficile: 10-4) e 3 stoccate nei 4 assalti di girone. E’ numero 7 del ranking, in quanto il punteggio ottenuto a Bressanone va diviso per due, ma penso di poter dire che in realtà si meriti il numero 1. Stesso discorso per la sciabola, dove non ha dimostrato la stessa superiorità, ma sicuramente vale di più del sesto posto nel ranking attuale.
ELEZIONI
Per poter assicurare la massima partecipazione le nostre elezioni possono essere svolte solamente in occasione di una gara, e quindi una soluzione come quella della FIS è impensabile, anche a causa dei costi necessari per organizzarle in sicurezza in condizioni di pandemia. Avevamo in previsione di farle durante i Campionati Italiani di Cagliari 2020 ma non è stato possibile per la sospensione delle gare causata dalla pandemia.
Abbiamo fatto il punto della situazione ad aprile 2021 quando più solide erano le speranze di poter disputare almeno una gara ma a quel punto il numero di associati all’AMIS era limitato a 20 persone. Non ci sembrava eticamente corretto convocare le elezioni in presenza di un numero così limitato di soci e abbiamo quindi ritenuto di privilegiare la rappresentatività democratica rispetto all’aspetto formale rinviando le elezioni alla prima gara utile della stagione 2021-22, sperando che la prossima possa essere una stagione normale.
Di tutto questo abbiamo parlato nel corso dell’assemblea ordinaria annuale che si è tenuta a Bressanone e che è il luogo opportuno per discutere tutti gli aspetti della vita associativa; mi spiace non averti visto e ricordo anche che, se non si può partecipare, è possibile delegare un altro Socio.
Mi auguro quindi in futuro di potermi confrontare con te in presenza alla prossima occasione. Come sicuramente hai potuto notare, sono comunque sempre presente a tutte le gare, anche se non impegnato in pedana e disponibile ad ascoltare tutti.
SILENZIO DA PARTE DEL CD
Nei mesi di pandemia abbiamo tenuto regolarmente riunioni di Consiglio e abbiamo pubblicato sul sito i relativi verbali. Inoltre per un paio di volte sono intervenuto personalmente su Federscherma TV, una volta nell’incontro di presentazione della stagione alle società e una per un’intervista con Luca Magni sui Master.
Forse è troppo poco, però perché non chiederlo al momento giusto? Io sono abituato, nel caso in cui ho bisogno di informazioni e non le ricevo da chi di dovere, a prendere l’iniziativa e ad andarle a chiedere, in quanto aspettare senza fare niente e criticare dopo può servire a trovare un colpevole, ma non risolve i problemi. Le mie informazioni di contatto sono presenti sul sito AMIS e sono solito rispondere sempre a tutti coloro che si rivolgono a me.
Un caro saluto,
Leonardo"
Il Presidente dell'AMIS, Leonardo PATTI, ha dato il consenso alla pubblicazione della lettera di risposta all'articolo a firma di Luca GIOVANGIACOMO. Non entro nel merito del tema trattato, ma mi preme ringraziare il Presidente PATTI per la sensibilità e l'attenzione verso i propri associati e, in questo caso, verso i lettori della PIAZZA.
Ezio RINALDI

08 luglio 2021

AMIS: convocazioni e ranking.

Immagine di repertorio
Ringrazio il mio carissimo amico Luca per avermi citato nel suo articolo sull'AMIS.
Sono d'accordo con Lui su tutto, ma con una importante precisazione.
Premettiamo che ho molto titolo per scrivere dell'AMIS in quanto ho dato il mio contributo alla sua crescita negli anni migliori combattendo in mille consigli direttivi e rappresentando con il sudore e a volte con il sangue le centinaia di associati che mi avevano eletto come primo tra i consiglieri (perfino più votato della Gardini e ai tempi era un'impresa non da poco) in modo sempre fedele e coerente, impegnandomi a fondo per realizzare tutte le promesse elettorali fatte insieme al mio gruppo.
Sono stati gli anni belli dell'AMIS, gli anni in cui agli europei individuali vi erano le convocazioni e la consegna del materiale d'ordinanza, gli anni in cui le medaglie europee e mondiali avevano dei rimborsi (oggi tra gli associati i rimborsi li ha solo il presidente, che devo dire ha tutelato i diritti connessi alla sua carica in modo magistrale mentre forse di più avrebbe potuto fare per noi comuni mortali, e all'occorrenza un'amica reporter faidate), gli anni in cui i convocati erano selezionati sulla base di meriti rigorosamente oggettivi, ossia sul ranking puro, gli anni in cui il presidente non si sognava di sparare una proposta in CD se prima non era ragionata e discussa collegialmente valutandone attentamente la portata e le conseguenze, gli anni in cui non si consentiva che la cassa avesse avanzi rilevanti perchè i soldi dovevano essere spesi tutti al servizio degli associati entro l'anno agonistico, gli anni in cui le assemblee elettive si tenevano con precisione svizzera, gli anni in cui i COL dovevano rispettare certi requisiti minimi per ottenere le assegnazione delle prove, gli anni in cui si decise che il titolo italiano doveva essere ufficiale FIS, gli anni in cui anche al di fuori delle gare noi consiglieri e il presidente (il mitico Nando) ci riunivamo fuori città a spese nostre per fare funzionare le cose e molto altro.
Se tutto ciò è potuto avvenire per un briciolo è merito anche mio, consentitemi di dirlo perchè ne vado orgoglioso.
Oggi soffro nel vedere che tutte le conquiste faticosamente fatte sono progressivamente in fase di disfacimento e di tutto il lavoro svolto in passato resta ben poco.
Non è in discussione la stima e l'amicizia personale verso Leonardo e verso il CD, ma il metodo e la ratio con cui costoro hanno affrontato e stanno affrontando i problemi da 5 anni a questa parte (troppi, le elezioni per il rinnovo delle cariche avrebbero dovuto essere fatte al più tardi a Bressanone), la qualità delle persone non si discute.
Ma torniamo a bomba.
Luca ipotizza che il ranking (per quel poco che dopo le recenti modifiche ai criteri di convocazione può ormai valere) è divenuto poco oggettivo in quanto falsato dal punteggio dei campionati italiani a causa di un loro coefficiente troppo elevato.
Secondo me, invece, i campionati italiani (la gara delle gare) meritano un coefficiente più alto e per quanto mi riguarda potrebbero valere anche come gara unica (alla stregua di trials con mentalità americana di pura meritocrazia) per fare le convocazioni rigidamente ancorate alle posizioni in classifica.
Chi è in gamba ai campionati italiani si farà trovare pronto e presente e chi non ce la farà è giusto che stia a casa e continui a divertirsi come può con le prove.
In fondo siamo masters, non ci giochiamo la carriera, non abbiamo interessi di alcun genere, siamo qui per divertirci per mandare avanti il nostro movimento e per premiare chi si impegna e in pedana dimostra il suo valore.
Fa ridere (o piangere) l'idea di tornare a fare beghe perchè il CD senza alcuna ratio ha deciso di fare stabilire a dei referenti d'arma (che individualmente sono amici e persone rispettabilissime, intendiamoci) metà almeno delle convocazioni sulla base delle loro idee personali e, all'occorrenza, delle loro amicizie e simpatie o antipatie, senza prima neppure assicurarsi del minimo sindacale, ossia che detti referenti siano realmente in grado di svolgere il loro lavoro, ossia essere effettivamente presenti non dico a tutte le prove, ma ad almeno alcune e, come minimo, ai campionati italiani.
Cosa che proprio quest'anno con la delibera di marzo del CD in direzione maggiormente discrezionale non è avvenuta!
Non è rispettoso.
Non è meritocratico.
Non è logico.
Non è giusto.
Invito il CD a ritirare immediatamente la delibera n. 5/21 del 11.03.2021 in quanto i referenti d'arma sono stati sempre assenti e non hanno elementi per potere effettuare valutazioni discrezionali per le convocazioni.
A questo punto, che sia la FIS a gestire i master come categoria alla stregua di cadetti e giovani, che sia la FIS a prendere in mano la Nazionale, che dia a questa Nazionale oggi di volontari e pellegrini votati al sacrificio economico una dignità e che se debbano esserci uno o più CT (ne prenderei atto con dolore essendo un convinto sostenitore del ranking puro) almeno siano professionisti in grado di dare la dovuta attenzione agli schermitori e non invece dopolavoristi più assenti che presenti.
Riccardo BONSIGNORE

06 luglio 2021

RANKING AMIS

E’ uscito da poco il ranking master aggiornato alla luce del recente campionato italiano, svoltosi a Bressanone. Premettendo che sono direttamente coinvolto nella questione non posso fare a meno di costatare alcuni fatti che voglio esporre cercando di essere scevro da qualsiasi tipo di condizionamento e per i quali vorrei si potessero ricevere commenti, suggerimenti o anche critiche. I suggerimenti in special modo sarebbero graditi così che il Consiglio Direttivo dell’AMIS possa trarne un qualche giovamento per le stagioni future.
Il ranking, così come da disposizioni emanate dall’AMIS il 23 aprile 2021 prevede che sia conteggiato sulla base “della media dei punteggi dei due migliori risultati ottenuti nelle 4 gare indicate di seguito:
-          Le due prove del Circuito Nazionale 2020-2021
-          I Campionati Italiani 2021
-          Il punteggio acquisito nel Ranking iniziale 2020-2021
Per chi avesse disputato meno di 2 gare, la media dovrà comunque essere calcolata dividendo per due la somma dei punteggi disponibili
In quest’anno così particolare, ci sono però delle cose da evidenziare.
La prima, a differenza degli altri anni, è che si poteva partecipare al Campionato italiano anche senza aver partecipato a nessuna delle prove nazionali (fino allo scorso anno invece la partecipazione ad almeno una prova era obbligatoria). Su questo punto penso che si possa dire che si sia fatto una scelta di buon senso. Vista la pandemia in corso, le difficoltà a muoversi durante l’anno sia per le restrizioni imposte sia per le paure personali, credo sia stato incentivante consentire la partecipazione al Camp. Italiano anche a chi non aveva potuto/voluto partecipare alle 2 prove nazionali. Ciò ha consentito sicuramente una maggiore partecipazione rispetto alle prove nazionali.
Ciò che stona a mio avviso, ma anche ad altri dell’ambiente con cui ho parlato, nonostante l’intento cercasse di essere buono, è il conteggiare due soli risultati soprattutto alla luce di alcuni fattori a mio avviso non trascurabili:
-          I Camp. Italiani hanno un coefficiente di difficoltà maggiorato rispetto alle competizioni nazionali (K moltiplicativo pari ad 1,2 anziché’ 1) che, dando una lettura veloce al ranking nelle diverse armi e categorie, comporta una media di circa 20 punti in più rispetto al punteggio medio di una singola competizione nazionale. Sulla media di 2 risultati significa avere in totale 10 punti in più. Roba non per nulla trascurabile che va a premiare il singolo, specialmente se si è classificato nei primi 3 posti agli italiani, magari senza gare nell’anno in corso ed ancora di più se con un primo o secondo posto dell’anno precedente.
-          Per quale motivo qualcuno ha rischiato (certo volontariamente!!!) di poter contrarre il COVID, di spostarsi e si è addossato ulteriori spese (viaggio, 1 tampone a trasferta) per fare due competizioni nazionali la cui valenza o meglio il cui punteggio viene surclassato in maniera sproporzionata dal solo Campionato Italiano?
-          Il ranking è uno strumento nelle mani del Consiglio e dei Tecnici scelti dallo stesso Consiglio per effettuare le convocazioni ai Mondiali (quest’anno sono ad ottobre in Florida) ed Europei (quest’anno cancellati). E’ più giusto premiare il singolo per una bellissima singola prova o preferireste convocare uno che è più costante e che magari si alterna tra un primo ed un secondo posto alle prove nazionali? Quest’ultimo da questo ranking ne esce ahimè penalizzato.
So che molti mi contesteranno che in questo hanno le prove nazionali hanno “meno valore” (????) proprio perché non c’è stata la partecipazione di tutti… ma qualcuno si è messo in gioco, qualcun altro, seppur per validi motivi, è rimasto a casa e non si è confrontato con gli altri. E’ giusto poter accedere ai Mondiali o Europei rimanendo a casa e stando a guardare gli altri?
Aggiungo che i campionati italiani, con questo punteggio così spropositato, oltre a “falsare” in qualche modo il ranking rischiano inevitabilmente di ridimensionare, loro malgrado, il valore di alcuni atleti che hanno avuto un rendimento elevato costante e che magari sono finiti in una giornata no.
E’ bene valutare tutti gli aspetti ma soprattutto, a mio avviso, è bene avere una classifica che rispecchi il vero valore di ciascun atleta senza avere delle classifiche che risultino troppo influenzate dal peso di una singola competizione che, ripeto, ha già un punteggio maggiorato. Sicuramente auspico un ritorno ad un ranking sulla media di più risultati conseguiti durante l’anno.
Si aggiunga a tutto questo anche il nuovo metodo, approvato dal Consiglio AMIS con la sola opposizione di un consigliere, per le convocazioni al mondiale in Florida. Ebbene nelle regole da poco emanate si è lasciato ampio spazio alla scelta discrezionale da parte del Referente d’Arma dove alle gare individuali, per esempio, convocherà’ 2 atleti in base al ranking e 2 a scelta. Ora mi chiedo se questo è stato voluto poiché il ranking è ritenuto fasullo per quanto da me enunciato prima (ma allora si doveva ragionare a priori sui meccanismi che lo definiscono visto che qualcuno si gioca un Mondiale a proprie spese) oppure se si vuole in qualche modo investire i referenti di un potere quasi assoluto che però mal si concilia con il carattere di assoluta volontarietà dello stesso. Nessuno di questi referenti infatti viene messo a rimborso spese qualora volesse presenziare ad alcune prove nazionali o anche al Campionato Italiano creando, di fatto, una latitanza sul campo gara che mal si concilia con il potere discrezionale loro assegnato.
Concordo in questo caso con il pensiero di Riccardo Bonsignore quando dice: “se i criteri di selezione della nazionale devono diventare progressivamente sempre più discrezionali e metà squadra deve essere scelta da referenti tanto vale avere un CT professionista presente, avere dei raduni, un minimo di programmazione e tutte le attenzioni che vanno riservate a una nazionale”.
Ultima nota dolente che segnalo è la durata di questo Consiglio che sta concludendo il suo quinto anno di mandato. Non si capisce come mai il Consiglio non sia stato rinnovato con regolari elezioni così com’è sempre stato, arrivando alla scadenza naturale del mandato con il quadriennio olimpico. Non ci venga detto che non si potevano organizzare causa pandemia o che si doveva dare continuità al movimento. La prima motivazione è smentita dalle elezioni avvenute per il consiglio FIS, la seconda mal si concilia con lo stop di un anno delle competizioni master. All’AMIS contesto anche un silenzio quasi assordante nei mesi di pandemia. Mi dicono, voci, ma non vedo comunicazioni ufficiali in tal senso, come non si sono avute per la proroga di un anno, che le elezioni si terranno a ottobre 2021. Forse dopo i Mondiali?
Insomma i punti dolenti in seno all’AMIS sono tanti, la pandemia ha minato il movimento, ne ha notevolmente ridotto i numeri e lo sforzo da fare per ravvivare i Master sarà davvero notevole. Un vero cambiamento passa anche attraverso un adeguamento di norme e regolamenti.
Luca GIOVANGIACOMO