30 luglio 2012

OLIMPIADI LONDRA 2012 - Spada Femminile

Non è andata bene, le nostre ragazze non sono andate più in la dei quarti. Rossella ha rispettato la sua posizione nel ranking mondiale, è giovane ed intorno a lei si potrà costruire una squadra che possa ben figurare. Mi spiace anche per la mia beniamina (Esercito) Mara Navarria, ho visto che ce l’ha messa tutta ma evidentemente l’Olimpiade gioca brutti scherzi. Anche Del Carretto ha dato tutto quel che aveva. Che cosa dire? Niente se non forza ragazze non finisce qui, avete ancora la prova a squadre: siamo tutti con voi.
Ezio RINALDI

29 luglio 2012

OLIMPIADI LONDRA 2012 - FIORETTO FEMMINILE

Avevo cominciato a scrivere le mie sensazioni per l'impresa delle nostre ragazze alle olimpiadi, ma non riuscivo e non riesco ad esprimere compiutamente quel che provo ed allora bando alle chiacchiere e diciamo francamente che almeno una medaglia ce l'aspettavamo e magari dalla grande Valentina. Quindi a loro esprimo semplicente il mio grazie per aver rafforzato il sentimento di appartenenza in un uomo che si considera italiano tutto l'anno ed in tutte le situazioni.
GRAZIE ANCORA RAGAZZE, SIETE STATE SEMPLICEMENTE SPLENDIDE.
Ezio RINALDI

24 luglio 2012

PROPAGANDA


Da più parti (Campania e Piemonte in particolar modo) mi giungono  messaggi catastrofici circa l’avventura che il sottoscritto, unitamente ad alcuni amici, intende affrontare. L’avventura ovviamente si riferisce alla corsa per l’elezione alla Presidenza Federale. Il tenore di detti messaggi è pressappoco lo stesso che mi accompagna da quando ho deciso di essere l’alternativa all’attuale presidente e cioè:”…ma dove va, chi lo sostiene,  ….ne farà un sol boccone”. Ci si dimentica che l’elezione del presidente e dei consiglieri avviene in forma segreta e che nel gabbiotto ci vanno i delegati senza essere accompagnati, pertanto nessuno può ipotizzare cosa può accadere. Però tutto serve a fare propaganda, pro o contro e in questo caso contro il sottoscritto. Essa può essere fatta per diffondere un pensiero, una idea oppure per pubblicizzare un prodotto o ancora se stesso. Può essere fatta con falsa informazione per denigrare o per condizionare l’altrui pensiero. Ma vediamo di spiegare bene il significato di tale sostantivo.

La propaganda è “l'attività di disseminazione di idee e informazioni con lo scopo di indurre a specifiche attitudini e azioni”; il "conscio, metodico e pianificato utilizzo di tecniche di persuasione per raggiungere specifici obbiettivi atti a beneficiare coloro che organizzano il processo". In antitesi alla propaganda dovrebbe essere la pura e semplice esposizione dei fatti, della realtà nella loro completezza. Qualora nell'esposizione i fatti siano esposti in modo incompleto, travisati o siano aggiunti particolari inesistenti si parla di propaganda fraudolenta (è il caso in questione). L'uso della propaganda in modo fraudolento è dannoso per la libera e naturale formazione dell'opinione personale e pubblica e il danno poi si riflette sulla persona stessa e sulla società. Casi meno estremi ma non meno dannosi di propaganda fraudolenta sono quelli volti all'arricchimento di pochi "eletti" a discapito dell'impoverimento delle masse, rese miopi da una propaganda fatta di promesse non mantenute. In questo caso i leaders, con un sapiente uso dei sondaggi, conoscono quali sono i desideri e i bisogni delle persone, promettono loro di esaudirli, ma poi nei fatti compiono azioni atte ad esaudire i loro propri desideri, spesso in antitesi con i desideri delle persone, danneggiandole. Il successo della propaganda fraudolenta necessita di una efficace censura sui fatti esposti, altrimenti essa sarebbe facilmente smantellata. La presenza di una situazione di censura è un pesante indizio di una propaganda fraudolenta in corso. La propaganda ha la capacità di esaltare e rendere più importanti i sogni, i pensieri, i desideri rispetto alla realtà dei fatti, facendo spesso uso di simboli in modo da indurre le persone a far coincidere l'obiettivo della propaganda con i simboli utilizzati, anche quando talvolta in realtà fra loro non c'è nessun nesso.

I propagandisti (i latori dei messaggi) cercano di cambiare il modo in cui la gente comprende una questione o una situazione, allo scopo di cambiarne le azioni o le aspettative, in un modo che sia quello auspicato dal gruppo di interesse. In questo senso, la propaganda serve come corollario alla censura, nella quale lo stesso scopo viene raggiunto, non attraverso false informazioni, ma prevenendo la conoscenza di informazioni vere. Ciò che rende la propaganda differente da altre forme di controllo è la volontà del propagandista di cambiare l'orientamento delle persone, attraverso la diffusione  di false informazioni e la generazione di uno stato  di  confusione, piuttosto che tramite la persuasione e la comprensione.

In senso ancor più stretto la propaganda si riferisce solo alle informazioni false che hanno lo scopo di rassicurare la gente che già ci crede. L'assunto è che, se la gente crede in qualcosa di falso, sarà costantemente assalita dai dubbi. Poiché questi dubbi sono spiacevoli (vedi dissonanza cognitiva), la gente è desiderosa di estinguerli, e quindi ricettiva alle rassicurazioni di chi è al potere. Per questo motivo la propaganda è spesso indirizzata a coloro i quali già simpatizzano con il potere.

La propaganda può essere classificata in base alla fonte:

la propaganda bianca arriva da una fonte chiaramente identificabile;
  • la propaganda nera pretende di arrivare da fonte amica, ma in realtà è dell'avversario;
  • la propaganda grigia pretende di arrivare da fonti neutrali, ma in realtà arriva dall'avversario.
Numerose tecniche vengono usate per creare messaggi falsi ma persuasivi. In molte di queste tecniche si possono trovare anche falle logiche, in quanto i propagandisti usano argomenti che, anche se a volte convincenti, non sono necessariamente validi.

 Ci sono delle tecniche di produzione della propaganda, tra queste:

  • Effetto gregge: L'effetto gregge o l'appello alla "vittoria inevitabile" cercano di persuadere il pubblico a prendere una certa strada perché "tutti gli altri lo stanno facendo", "unisciti alla massa". Questa tecnica rafforza il naturale desiderio della gente di essere dalla parte dei vincitori. Viene usata per convincere il pubblico che un programma è espressione di un irresistibile movimento di massa e che è nel loro interesse unirsi. La "vittoria inevitabile" invita quelli non ancora nel gregge a unirsi a quelli che sono già sulla strada di una vittoria certa. Coloro che sono già (o lo sono parzialmente) nel gregge sono rassicurati che restarci è la cosa migliore da farsi.
  • Ottenere disapprovazione: Questa tecnica viene usata per portare il pubblico a disapprovare un'azione o un'idea suggerendo che questa sia popolare in gruppi odiati, temuti o tenuti in scarsa considerazione dal pubblico di riferimento. Quindi, se un gruppo che sostiene una certa politica viene indotto a pensare che anche persone indesiderabili o sovversive lo appoggiano, i membri di tale gruppo possono decidere di cambiare la loro posizione.
  • Stereotipizzazione o Etichettatura: Questa tecnica tenta di far sorgere pregiudizi nel pubblico etichettando l'oggetto della campagna propagandistica come qualcosa che la gente teme, odia, evita o trova indesiderabile.
  • Individuare il Capro espiatorio: Colpevolizzare un individuo o un gruppo che non è realmente responsabile, alleviando quindi i sentimenti di colpa delle parti responsabili o distraendo l'attenzione dal bisogno di risolvere il problema per il quale la colpa è stata assegnata.
  • Parole virtuose: Sono parole appartenenti al sistema di valori del pubblico, che tendono a produrre un'immagine positiva quando riferite a una persona o a un soggetto. Pace, felicità, sicurezza, guida saggia, libertà, ecc., sono parole virtuose.
  • Slogan: Uno slogan è una breve frase a effetto che può includere la stereotipizzazione o l'etichettatura.
Ho citato solo alcune tecniche di propaganda, quelle che più si attagliano al momento attuale ed adottate nei confronti del sottoscritto e del gruppo che mi accompagna, ma la letteratura è piena di spiegazioni e citazioni di personaggi importanti sull'argomento, basta fare una ricerca e ci si fa una cultura.
Sono convinto che il mondo della scherma, nell’ambito della segretezza  dello scrutinio, sappia  giudicare ed analizzare,  senza condizionamenti, i programmi che i candidati alla vittoria finale vorranno proporre.

Ezio RINALDI


23 luglio 2012

OLIMPIADI

Alla vigilia delle Olimpiadi desidero inviare il mio messaggio augurale ai nostri ragazzi:
L'Italia, senza distinzioni politiche, razziali e religiose è con voi. Fateci sentire sempre più orgogliosi di essere italiani. In bocca al lupo ".
Ezio RINALDI

13 luglio 2012

AUTONOMIA ED INDIPENDENZA


Prendo spunto per scrivere questo articolo da una  scambio di idee che alcuni giorni fa ho avuto con un carissimo amico ed ex compagno d lavoro (egli è ancora in servizio);   tra le chiacchiere che simpaticamente ed amabilmente  si sono  sviluppate si è parlato di colleghi più o meno furbi o più svegli degli altri; di uno di questi il mio interlocutore ne dava la definizione di un soggetto che nell’ambito professionale agisce da indipendente. Ho provato a spiegare che molto probabilmente il soggetto in questione si era creato una situazione lavorativa che lo portava ad essere autonomo; che gli era stata data la possibilità di gestire autonomamente il proprio lavoro, ma che comunque ne rispondeva alle superiori autorità. In realtà il collega voleva dirmi che questa persona si fa i cavoli suoi e nessuno gli dice niente. Ho provato a spiegare la differenza tra autonomia ed indipendenza e si è subito accesa una discussione che si sarebbe protratta a lungo se non avessi tagliato corto. Ecco allora che vorrei sottoporre alla vostra attenzione  una breve ricerca svolta sulle  citate definizioni, che ritengo interessante non solo da un punto di vista culturale, ma esaustiva nell’espressione più ampia dei due termini (autonomia – indipendenza).
AUTONOMIA  dal gr. αὐτονομία

In linea generale, con l'espressione autonomia  si vuole indicare un definito grado di libertà e indipendenza di un soggetto nell'esercizio di determinate attività politiche o giuridiche.
Il principio di autonomia assume rilievo in relazione a soggetti in rapporto tra loro anche di equiordinazione mentre l’indipendenza presume l’assenza di un tale rapporto e l’attribuzione di funzioni da svolgere  senza condizionamenti.

In senso ampio, è la  capacità e facoltà di governarsi e reggersi da sé, con leggi proprie. Con riferimento a Enti ed Organi dotati di autonomia, è il diritto di autodeterminarsi e amministrarsi liberamente nel quadro di un organismo più vasto, senza ingerenze altrui nella sfera di attività loro propria, sia pure sotto il controllo di organi che debbono garantire la legittimità dei loro atti; in particolare, con riferimento a enti pubblici si distinguono: una autonomia normativa,  consistente nel diritto di emanare norme proprie; una autonomia finanziaria, come facoltà di stabilire da sé le entrate e le spese; una autonomia  di bilancio, che comporta l’esistenza di un bilancio proprio; una autonomia di gestione, come facoltà di dirigere da sé la propria attività, almeno sotto l’aspetto tecnico.  In filosofia, autonomia etica (o assol. autonomia), il potere del soggetto (privato o pubblico )di dare a sé stesso la propria legge.
Le persone giuridiche dotate di autonomia sono tradizionalmente distinte in pubbliche e private: le prime perseguono interessi pubblici, mentre le seconde perseguono interessi di carattere privato. Le associazioni possono avere caratteristiche e finalità di tipo culturale, assistenziale, ricreativo, sociale, ambientale, sportivo ecc. In generale, si parla di associazione definendo un organismo unitario, formato da almeno 2 o più soggetti, che viene considerato dall'ordinamento soggetto di diritto, dotato di propria capacità e distinto dagli stessi individui che lo compongono. L'elemento caratterizzante e più rilevante (sotto il profilo socio-economico) dell'associazione è dato dall'autonomia patrimoniale perfetta per quelle riconosciute ed imperfetta per quelle non riconosciute.

Autonomia patrimoniale perfetta significa che il patrimonio dei componenti è separato da quello dell'ente e che delle obbligazioni risponde sempre e soltanto il patrimonio dell'ente e non quello degli associati Autonomia patrimoniale imperfetta significa che alcune figure associative prevedono una responsabilità di alcuni o tutti partecipanti per i debiti dell'associazione.

Negli ordinamenti statali tra le persone giuridiche private si annoverano le associazioni e le fondazioni riconosciute nonché le società per azioni e le altre società commerciali dotate di personalità giuridica
L’autonomia negoziale

L'autonomia è una specificazione del più generale principio dell'autonomia privata: essa è il potere che l'ordinamento riconosce ai privati di autoregolamentare i propri interessi personali e patrimoniali mediante negozi giuridici (art. 1322 c.c.).
Ha un ampio significato, essa va intesa come libertà di concludere o meno il contratto, scegliere la persona del contraente, stabilirne il contenuto e concludere contratti atipici, che sono i contratti non previsti e regolati dalla legge [Contratto]. Il principio dell'autonomia stabilito dall'art. 1322 c.c. in altre parole, riconosce ai singoli una sfera di autonomia, entro la quale i privati possono decidere autonomamente come regolare i propri interessi a mezzo di negozi, coi quali l'ordinamento attribuisce ai singoli la facoltà di creare nuove norme che vincolano le parti.

I limiti entro i quali l’autonomia  è riconosciuta dal nostro ordinamento sono: il rispetto delle norme imperative, dell'ordine pubblico e del buon costume.
L’autonomia patrimoniale

È l'autonomia del patrimonio di una persona giuridica rispetto a quello dei suoi componenti.
Conseguentemente, i beni della persona giuridica appartengono ad essa e non ai singoli partecipanti: ciò significa che i creditori dei singoli partecipanti non possono rivalersi sul patrimonio dell'ente.

L’autonomia politica pubblica
Costituisce la forma più alta di  autonomia ed indica la libertà di un Ente nell'individuazione e nella determinazione dei fini (cd. scelte politiche) che la comunità sociale, dei cui interessi l'ente è portatore, intende perseguire. Riferita agli Enti originari (Stato) tale forma di autonomia  è sinonimo di sovranità. Con riferimento agli enti derivati (enti territoriali) indica il maggiore o minore grado di autodeterminazione di cui godono tali enti.

Autorità indipendenti Soggetti o enti pubblici, istituiti con legge e dotati di particolari competenze tecniche, che esercitano in prevalenza funzioni amministrative, di regolamentazione e di controllo in settori considerati tanto delicati (tutela della concorrenza, del risparmio, della privacy, del pluralismo dell’informazione ecc.) da esigere una peculiare posizione di autonomia e di indipendenza nei confronti del governo (e del parlamento).
Nonostante non siano riconducibili a un archetipo, o a un modello di carattere generale, le Autonomie presentano alcuni tratti comuni, come l’autonomia organizzativa e regolamentare, che varia di intensità (solo alcune sono dotate di personalità giuridica, per es. la Commissione di garanzia del diritto di sciopero), e la potestà normativa, sanzionatoria e talvolta quasi giurisdizionale (per es., nel caso dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato). Inoltre, esse sono caratterizzate da un regime particolare di incompatibilità e da peculiari regole di garanzia, volte a evitare interferenze di natura politica (per es., assicurando che l’incarico dei componenti abbia una durata indipendente da quella della legislatura e riservando le procedure di nomina dei vertici delle a. ora al parlamento ora al presidente della Repubblica).

L'autonomia statutaria delle Regioni ordinarie è riconosciuta dall'art. 123 Cost., così come novellato dalla L. cost. 1/1999 che ha riconosciuto allo Statuto (approvato e modificato dal Consiglio regionale con legge approvata a maggioranza assoluta dei componenti) natura di vera e propria legge regionale. La riforma costituzionale approvata con L. cost. 3/2001 ha lasciato inalterata la formulazione del vigente art. 123 Cost. salvo l'introduzione di un ultimo comma che prevede l'istituzione del Consiglio delle autonomie locali.
CONCETTO FILOSOFICO

A partire da Kant, il concetto di autonomia individuale rappresenta uno dei temi centrali della filosofia. L’autonomia come auto-governo è, secondo Kant, una proprietà della volontà  caratterizzata da due idee fondamentali: (1) gli esseri razionali sono guidati da quei principi che derivano dall’esercizio della ragione e (2) l’agire razionale è l’unica fonte dei principi normativi, quindi dei principi morali.

Nonostante la concezione kantiana sia stata rivisitata, ampliata ed anche aspramente criticata, rimane il più importante punto di riferimento del dibattito sull’autonomia. La discussione contemporanea è incentrata soprattutto sul concetto di “libertà” .
'Autonomia' significa facoltà di darsi delle norme cui uniformare i propri comportamenti; 'eteronomia' significa ricevere tali norme dall'esterno, in particolare da soggetti che detengano, o ritengano di detenere, potere normativo .È questa una distinzione classica e molto importante. In filosofia morale e giuridica il binomio autonomia-eteronomia è stato spesso adottato come criterio decisivo per distinguere fra morale e diritto: secondo Kant la norma morale promana dalla coscienza di ognuno e possiede un motivo assoluto e categorico (il dovere per il dovere), mentre la norma giuridica promana dall'esterno e possiede un motivo empirico nonché ipotetico e strumentale (il mezzo per il fine: v. Kant, 1785 e 1797). In filosofia politica, e in scienza politica, un concetto centrale è quello di autodeterminazione, cioè di autonomia normativa appartenente di fatto o di diritto a popolazioni identificabili, che sono libere da interferenze esterne o rivendicano tale libertà.
Ancora una volta è evidente che le stesse parole vengono usate per designare concetti diversi o rapportandosi a contesti diversi. Il fatto che la morale di un popolo consti di norme nate da bisogni concreti avvertiti dalla generalità o da gruppi specifici, trasmesse socialmente e mutevoli nel tempo, può condurre a definirla eteronoma se si considera il processo formativo e, soprattutto, interpretativo e comunicativo di tali norme; ma non impedisce che sia definita autonoma, se ci si concentra invece sul processo di interiorizzazione, accettazione e obbedienza 'convinta' dei membri di quel popolo. Il contratto è una forma di autonomia normativa se si considerano i contraenti insieme, come un unicum; se invece si considerano i contraenti separatamente e si analizza l'interazione contrattuale, ipotizzando, ad esempio in chiave utilitaristica, che ciascuno tenda a massimizzare il proprio interesse, si può ritenere che esso sia il frutto di reciproche opposizioni e concessioni, cioè eteronomo. Altrettanto dicasi per l'autodeterminazione di un popolo: si tratterà di autonomia se si considererà quel popolo come un'unità in contrapposizione ad altri popoli e, invece, di eteronomia se si considererà quel popolo nelle sue articolazioni e le sue norme appariranno come frutto di un negoziato fra i suoi singoli membri o di imposizione.

Ora trattiamo l’ INDIPENDENZA
L’indipendenza è la condizione di chi o di ciò che è indipendente, riferito sia a stato o nazione, sia a persona, sia a cose, fatti, ecc.:.; popoli che lottano per la propria indipendenza.; guerre dell’indipendenza italiana (e prima, seconda, terza guerra d’i.), quelle combattute dagli Italiani e dai loro alleati contro l’Austria durante il Risorgimento; guerre per l’i. americana; dichiarazione d’i. americana, redatta da T. Jefferson e approvata il 4 luglio 1776; indipendenza di pensiero, di opinioni; indipendenza  di giudizio; indipendenza  di un fatto da altri. Con riferimento a persone singole, s’intende in genere la libertà da uno stato di soggezione, anche economica, o una condizione non subordinata e comunque autonoma

Come si può notare c’è molto meno materiale per definire l’indipendenza, e ciò ritengo dipenda dal fatto che da sempre si è inteso l’indipendenza come una autonomia, ma sono due cose molto diverse. Comunque mi sembra chiaro anche questo concetto, ancorchè enunciato in poche righe.
Quindi in conclusione per autonomia si intende «la capacità di governarsi da sé, sulla base di leggi proprie, liberamente sancite»;

per indipendenza si intende «la condizione di chi non dipende da altri» e presuppone l’assenza anche di un rapporto di equiordinazione con altri soggetti e l’attribuzione di funzioni da svolgere senza condizionamenti.
Ora vi chiederete: ”Come mai la pubblicazione di questo articolo?” La risposta come potete immaginare è semplice: ho voluto chiarire al mio amico ed ex compagno di lavoro, in forma pubblica, i due concetti. Poi però si è fatta strada una domanda: può esserci qualche analogia con il mondo schermistico? A voi la risposta.

Ezio RINALDI