31 marzo 2022

IN RICORDO DI Egon FRANKE

Maestro Egon FRANKE

Ci ha lasciato tristemente all’età di 87 anni, Egon Franke. Era nato nel 1935 in Polonia e lì aveva costruito il suo successo di schermitore, in un clima fortemente strutturato dal comunismo. Dotato in maniera naturale di fisicità e di intelligenza schermistica, non passò inosservato, diventando campione nazionale in patria di fioretto e distinguendosi anche nella sciabola, in un’epoca in cui gli schermitori bi-arma erano famosi principalmente in Italia. Vinse l’oro olimpico individuale nel 1964 a Tokyo e l’argento a squadre. Meritatamente vinse un oro nella prova a squadre di sciabola a Buenos Aires nel 1962 per citare solo gli ori, e non le altre comunque notevoli medaglie in altre prove sempre dimostrando di essere uno schermitore di bravura imponente.
Seguì la nazionale di fioretto femminile polacca, per poi venire in Italia, alla metà degli anni Settanta, dove continuò a mietere successi come maestro. Dapprima a Firenze alla Raggetti, passò a Villa Glicini, al CS Torino, dove costruì molti successi italiani, e la sua residenza stabile a Pino Torinese. Fra tutti i suoi atleti spicca Consolata Collino, che vinse l’argento olimpico individuale a Montréal, dopo che l’Italia viveva un’astinenza femminile dal podio che avrebbe colmato in seguito solo grazie a Livio di Rosa ed Ezio Triccoli. Nel 1995 Laura Chiesa, sempre sua allieva, vinse il campionato mondiale di spada e l’argento alle olimpiadi di Atlanta. E questo perché  Egon Franke non era una meteora, infatti divenne CT della nazionale di fioretto italiana per 20 anni, primo perché se lo meritava, poi per lo stile sempre misurato, e infine la stima che gli atleti non mancarono mai di tributargli, tenendo conto che tecnicamente era eccellente.
Nel web non ho trovato menzioni a suo sfavore, ma solo parole di stima e riconoscenza, cosa che gli stessi gli hanno tributato sempre anche di persona, segno che il cordoglio di oggi è davvero sentito e le frasi che spesso si dicono in queste occasioni, nel suo caso non sono affatto di circostanza.
Fabrizio ORSINI

24 marzo 2022

IL SILENZIO DELLA FIE E' ASSORDANTE - The Sound of Silence of the FIE is Deafening.

M
olti “dicunt”, circolanti in varie nazioni di scherma, sembrerebbero - uso il condizionale, perchè non vi è l’assoluta certezza - riferire che i conti bancari della FIE siano stati bloccati, una decina di giorni fa, dalla Procura di Losanna, tanto che, addirittura, i membri del Bureau della FIE, attualmente, stiano lavorando senza ricevere lo stipendio. La conferma di tali rumors la si coglierebbe, oltre al su cennato fatto, da alcuni episodi, sia diretti che indiretti: taluni, come il francese Maître Gerald Six, avrebbero posto delle domande più che legittime sul perché dell’iniziativa intrapresa dalle autorità elvetiche; ed altri, attraverso Facebook, avrebbero parlato con il personale FIE.
Questa ridda di voci, che corrono e si rincorrono disordinatamente, non ha ancora trovato conferma né smentita dalla FIE.
Chiaramente, una crisi come l’invasione dell’Ucraina, aggravata dal fatto che è capitata ex abrupto in un mondo già pesantemente colpito dal ben noto e nefasto evento pandemico, ha avuto un impatto devastante, che non esito a definire di proporzioni bibliche, a tutti i livelli, umano, economico, politico e sociale.
Appare, comunque, corretto evidenziare che, in pendenza della pandemia, la FIE ha avuto un compito difficilissimo, svolto con grande capacità e coraggio, giacché organizzare competizioni internazionali, in un momento in cui erano continuamente richiesti lockdown cautelativi, quarantene, isolamenti e restrizioni di viaggio, non è certamente cosa da poco. Da questo punto di vista, bisogna fare un plauso e rendere un sentito ringraziamento alla dirigenza FIE, al suo CEO ed al Bureau, che non si sono dati per vinti e sono riusciti, quasi miracolosamente, in questa “mission impossible” di organizzare gare, seppur con un calendario ridotto; ed in ciò ha senz’altro avuto un ruolo positivo e un notevole peso, il contributo della Commissione Medica FIE, condotta egregiamente dall’esperto, attento e - per me - mitico dr. Antonio Fiore.
Ma tornando alla crisi dell’Ucraina, che - come dicevo sopra - ha scatenato una valanga di gravose ripercussioni, quali le sanzioni agli oligarchi russi, il blocco europeo delle importazioni/esportazioni ed i relativi pagamenti e flussi monetari verso Mosca, e dunque lo stop all’intero scambio commerciale verso la Russia, non è dato capire cosa c’entri questa con il presumibile blocco dei conti bancari della FIE, che non è la Russia.
Mi siano consentite, allora, alcune riflessioni in merito.
  1. Quando una organizzazione sopporta o, meglio, vive una crisi, questa (sia essa legale, commerciale, fiscale o straordinaria) diventa essenzialmente una questione di publiche relazioni e deve essere gestita come tale: quindi, con trasparenza assoluta. Troppo spesso, invece, si dà retta a quelli che la vogliono mantenere segreta o sotto traccia (i tipici c.d. “consigliori”), per cui l’ente si ritrova ad essere accantonata o totalmente emarginata, con poca credibilità e/o affidabilità in ambito relazionale: da qui, poi, a generare vere e proprie speculazioni il passo è breve, essendo - come è noto - il fattore degenerativo speculativo pressoché spontaneo. Infatti, parlando sempre in astratto, un blocco di conti bancari da parte della magistratura, malgrado possa rappresentare una prassi consolidata, potrebbe indurre qualcuno a ritenere che ci siano irregolarità, quali la “confusione” di fondi o di cassa o della liquidità, per poi portare a mettere in discussione il lavoro svolto con correttezza ed irreprensibilità. Ora, il silenzio della FIE, non producendo alcuna chiarezza, è idoneo soltanto a trasformare il dubbio in una massa cancerosa e neoplastica (proprio come nelle parole della canzone di Simon e Garfunkel, cioè: silence like a cancer grows). Quindi, il mio suggerimento alla FIE è di fidarsi della passione per questo sport, che fa da trait-d’union aggregando tutti, le sue costituenti ed i suoi partecipanti, e di gestire questa crisi apertamente, tenendo tutti informati. Ciò è fondamentale, perchè, se la crisi e, dunque, il blocco dei conti continua a tempo indeterminato, questo potrebbe portare alla paralisi totale della FIE e, pertanto, bisognerà trovare soluzioni collettive, con l’aiuto e l’apporto di tutti.
  2. Leggo, con costernazione, molti commenti che citano le donazioni di fondi personali alla FIE del Presidente titolare, Usmanov, come se fossero un male innato; poi, peggio ancora per la FIE, che li accetta. Il Presidente Usmanov è - a mio sommesso avviso e a detta di tanti altri - libero di fare ciò che vuole con i suoi soldi; la FIE cosa dovrebbe fare, rifiutarli? La questione è invece di natura e carattere prettamente strutturale e spiego il perchè, con un esempio: se Mr. Smith decide di dare 5 milioni di dollari al dipartimento si atletica della Stanford University, egli può - a buon diritto - richiedere che vengano però utilizzati per la squadra di scherma, o solo per spada femminile oppure solo per tiratori che abbiano la media del 28. Una volta versati all’università, Mr. Smith però non ha più controllo della sua donazione e non può gestirli (anche se ha dato direttive diverse). Il problema sussiste quando Mr. Smith è anche il direttore del dipartimento di atletica. In tal caso, egli potrebbe usare la sua donazione per avere controllo de facto del dipartimento di atletica. La FIE si trova in una situazione analoga e, perciò, conflittuale, perchè il suo più grande benefattore storico ne è anche il Presidente. Quindi è necessaria una riforma strutturale dello statuto FIE che preveda questo: (a) fondi provenienti da benefattori o da “corporate sponsor” devono essere integrati in una strategia mirata alla autosufficienza economica della FIE, e quindi occorre inserire una norma che disponga che una sostanziale e ben definita percentuale di ogni donazione (non meno del 80%) vada a confluire in un fondo a beneficio esclusivo della FIE; (b) un benefattore, componente allo stesso tempo del Comitato Esecutivo, dovrà essere completamente escluso dalla gestione diretta e/o indiretta dei fondi da lui donati alla FIE; (c) nel caso, poi, che un membro del Comitato Esecutivo sovvenzionasse una fondazione benefica esterna, atta ad elargire fondi a federazioni nazionali, tecnici, arbitri ecc. ecc., il rispettivo membro dovrà essere escluso completamente dalla gestione, diretta e/o indiretta, dei fondi così donati da quel particolare ente benefico.
  3. Da statuto, la gestione, specialmente quella economico/ finanziaria, della FIE è affidata al suo Comitato Esecutivo. Lo statuto dovrebbe essere, pertanto, modificato al fine che questo accada davvero, soprattutto per evitare una centralizzazione e/o concentrazione di poteri nella figura del Presidente, e poter così attuare una separazione bilanciata di poteri all’interno della FIE; tale obiettivo si potrebbe raggiungere - a mio parere - stabilendo anche il limite di due mandati per la carica di Presidente. In tal modo si eviterebbe ciò che si è perpetrato fino ad oggi, avere, cioè, una struttura di governance che ha permesso ad una serie di Comitati Esecutivi di rendere la stessa FIE economicamente dipendente da un solo benefattore. Questa completa mancanza di lungimiranza è del resto riflessa in uno dei peggiori “Vision Statements” che abbia mai letto. Infatti, il Vision Statement della FIE sembra una sorta di flusso indefinito di coscienze, caratterizzato da un pot-pourri di tutti i nobili ideali di questa terra. Il Vision Statement di una organizzazione deve essere, invece, una dichiarazione strategica convincente, che corrisponda a una proiezione dell’organizzazione nel futuro. A tal fine, suggerirei una revisione del Vision Statement della FIE che sancisca, sopra ogni cosa e una volta e per tutte, l’indipendenza economica dell’ente.
  4. Le cause di forza maggiore hanno ripercussioni anche nel breve termine e, nel caso della FIE, la formazione del calendario gare, specialmente riguardo i Campionati del Mondo. Immagino che, per quanto attenga ai mondiali in Aprile, gli Emirati siano nella posizione di coprire anticipatamente i contributi FIE. Queste però sono misure palliative, che possono funzionare solo nel brevissimo termine ed in pochi paesi. Invero, credo che la FIS sia un pochino più preoccupata per i mondiali 2023 a Milano, dato che non ci sono emiri facoltosi in Italia. Il mio consiglio, è che la FIE e, di conseguenza, le Federazioni dei vari paesi membri comincino a rendersi conto che, per un motivo o per l’altro, il tempo delle “vacche grasse” stia inevitabilmente terminando e che occorre, dunque, pianificare di conseguenza.
  5. Il silenzio - come dicevo prima - sta diventando assordante anche per quanto concerne le recenti domande sugli effetti dell’autosospensione del Presidente. Ad esse si sono aggiunte ora anche quelle sul blocco dei conti bancari della FIE.
La mia ultima annotazione è da rivolgere alle Federazioni Nazionali, ove il blocco dei conti continui a lungo: non dimenticatevi degli impiegati FIE, che sono presumibilmente senza stipendio. Sarebbe opportuno quindi trovare una soluzione temporanea per alleviare le difficoltà economiche in cui alcuni di loro potrebbero trovarsi. Ricordatevi del lavoro prezioso che svolgono e che, dopotutto, la scherma mondiale rimane pur sempre una grande famiglia.
Gil PEZZA
The Sound of Silence of the FIE is Deafening.
There are unconfirmed reports, now in multiple fencing nations, that the FIE’s bank accounts may have been frozen about twelve days ago  by a magistrate in Lausanne and that the Bureau's FIE staff is now  presumably working without pay. Some, such as Maître Gerald Six, have asked very legitimate questions about why such Draconian measures (if true) would be undertaken by the Swiss authorities. In addition, there are also what appear to be indirect confirmations on Facebook by some who claim to have spoken to FIE contractors in this regard. Nevertheless, the FIE has neither confirmed or denied these allegations.
Unquestionably, a crisis like the invasion of Ukraine has had a multidimensional tsunami impact on a global scale; also aggravated by the fact that it happened on the coattails of the Covid pandemic.
To give credit where it is due, we must recognize that during the pandemic, the FIE had to face an almost insormontabile task: Namely,  the organization of international competitions in a period of precautionary lockdowns, quarantines, isolation and travel restrictions. Indeed, the FIE leadership, its CEO and office staff all stepped up to plate and were able to restart international fencing; this is also thanks to the expert contribution of the FIE Medical Commission, led, until the last FIE Congress, by doctor extraordinaire Antonio Fiore. 
But returning to the crisis in Ukraine, which - as I said above - has unleashed an avalanche of serious repercussions, such as the sanctions on the Russian oligarchs, the European blockade of imports / exports and the related payments and monetary flows to Moscow. The entire  commercial exchange with Russia has been halted. However, it is hard to understand what all this has to do with the alleged freezing  of the FIE bank accounts: The FIE is located in Switzerland and is its own legal entity.
Here are my observations.
  1. When an organization faces a crisis, the crisis (legal, fiscal or extraordinary) essentially becomes an exercise in public relations and must be managed as such; therefore with absolute transparency. Too often, on the other hand, companies give heed to advisors  who want to keep matters secret or under the radar. As a result, the company loses credibility and this may lead to speculation and conjecture. In fact, always speaking in the abstract, a freezing  of bank accounts by the judiciary, could lead some to believe that there are irregularities, such as the commingling of funds, which, in turn, may cause to question work that was done, instead, in accordance to the highest professional standards.At any rate, a prolonged silence -  like in the case of the  FIE,  grows just like a cancer; as in the words of Simon and Garfunkel’s famous song. So, my suggestion to FIE is to trust its constituents and event participants, and manage this crisis openly by keeping everyone informed. A policy of transparency becomes even more essential, if the crisis lasts longer than expected.
  2. I have seen many comments on social media criticizing the FIE for accepting President Usmanov’s (he never resigned from FIE) funding donations.  President Usmanov is free to do what he pleases with his money and, more importantly, there is nothing wrong with the FiE accepting it. I see the issue as being more structural. To illustrate, if Mr. Smith donates  $5 million to Stanford University's athletics department, he can stipulate that those funds are to be earmarked for the fencing team or, say, for women’s epee or only for fencers with a 3.8 GPA. However, once the funds have been received by the University, Mr. Smith cannot manage those funds. The problem exists when Mr. Smith is also the director of the athletic department and uses the funds at his discretion or to control the athletics department.  The FIE is in an atypical situation because its greatest historical benefactor is also its President and has been so  since 2008.  This can only be cured with a structural reform of the FIE Statute. For example: (a) funds from benefactors or corporate sponsors must be integrated into a strategy aimed at the economic self-sufficiency of the FIE, whereby a substantial percentage of each donation (not less than 80%) must be invested in an endowment fund for the exclusive benefit of the FIE; (b) a benefactor who is part of the Executive Committee at the same time, must be completely removed  from the direct and / or indirect management of the funds he/she donated to the FIE and (c) in the event that a member of the Executive Committee subsidizes an outside charitable foundation whose funds are disbursed  to national federations, technicians, referees and so forth, such member of the Executive Committee must be removed completely  from the direct and / or indirect management of the funds of the charitable  Foundation.
  3. Furthermore, the FIE Statute provides that the management of the organization is entrusted to the Executive Committee of the FIE. The FIE statute must be amended to strengthen such mandate and to avoid a centralization of powers in the office of the President as well as to promote a more balanced separation of powers within the FIE (e.g., establishing a two-term  limit for the office of the President.) Instead, we have an FIE governance structure that has allowed a number of Executive Committees to make the FIE economically dependent on a single benefactor. This is a complete lack of vision, which is also reflected in one of the worst “Vision Statements” I have ever read: i.e., the FIE’s Vision Statement. In fact, it reads like a stream of consciousness statement  in the style  of James Joyce  and is characterize by a poutporry of all the noble ideals in the universe. Instead, an organization’s Vision Statement must be a compelling strategic statement that corresponds to a projection of the organization into the future. To that end, I would suggest a revision of the FIE’s Vision Statement that reflects, among other things, the economic independence of the FIE.
  4. Force majeure events also have a significant impact on the short term: in the case of the FIE, the viability of its  calendar of competition, which relies significantly on FIE funds. With respect to the upcoming World Championships in April, I expect that the Emirates will be in a position to upfront the FIE’s contribution. However, these are palliative solutions measures that can only work in the short term and in a few countries. Case in point, I’m sure the Italian Fencing Federation is very much concerned about the viability 2023 World Championships in Milan; as there are no wealthy Emirs in Italy who can come in and save the day. My advice is that the FIE and consequently the National Federations should begin to realize that -for one reason or another, the good times cannot last forever and they should start to plan accordingly. 
  5. Be that as it may, the FIE’s silence is becoming deafening with regard to the questions recently posed on the meaning of President Usmanov’s voluntary suspension and now the allegation that its bank accounts have been frozen by the Swiss authorities. 
I address my final observation to the National Federations: Let’s not forget about the FIE employees who are allegedly going  unpaid. If this continues, then I urge you to work with FIE to find find a temporary solution aimed at alleviating their economic difficulties. Let's keep in mind their valuable contribution to international fencing, which still remains one big family.
 
Sent from my iPhone
Please excuse any typos
Gil PEZZA


16 marzo 2022

SIAMO ALLA DERIVA?

Nel fine settimana scorso, ed esattamente nei giorni 12 e 13 marzo, sono emersi alcuni episodi che inducono a qualche riflessione. In particolare, è capitato che, nel corso di una gara, alcuni tecnici - peraltro, molto chiacchierati – hanno avuto accesso sui campi gara qualificandosi come appartenenti ad una tal società, mentre invece non lo erano. In più, tali soggetti si sono prodotti in litigi con altri colleghi tecnici, spingendosi ai limiti della collisione fisica. Conosco nomi e cognomi degli attori in
causa, ma a me non interessano le loro generalità bensì il comportamento tenuto, che, certamente, non è stato - e, comunque, non è mai - di buon esempio per gli astanti, atleti, maestri, dirigenti e genitori; ciò che colpisce maggiormente è che il tutto sembrerebbe essere caratterizzato da uno strano e perdurante immobilismo federale - tanto che lo definirei ”staticità perenne” - visto che non si è a conoscenza di iniziative del Procuratore federale. Tuttavia, è da riconoscersi che la mancanza di tali iniziative potrebbe pure dipendere, molto probabilmente, a causa della carenza di appropriate segnalazioni o denunce agli Organi competenti.
Altro episodio accaduto - certamente, ben più grave e di cui tutti sanno, ma nessuno parla - è quello che è stato posto in essere da un personaggio, che ama autodefinirsi “influente”, il quale, forte del suo incondizionato sostegno alla vecchia e nuova dirigenza, si è permesso - e non è stata la prima o l’unica volta - di proporre a giovani (maschi e femmine) spedite, veloci, rapide, immediate e, soprattutto, apicali carriere in alcuni importanti settori del movimento schermistico, in cambio di prestazioni - diciamo, così - un po’ atipiche o personali e, comunque, difficilmente definibili. A seguito di tali iniziative, costui sembrerebbe essere stato oggetto di indagini da parte della Procura federale, la quale, ritenutolo colpevole, lo avrebbe deferito agli Organi di giustizia. Sembrerebbe che l’autoreferenziale “protagonista” di questa triste e non chiara vicenda, per concludere la stessa ed evitare di sottoporsi ed affrontare un processo sportivo, avrebbe preferito o “autosospendersi” (per restare in tema con il personaggio) o accettare un provvedimento di sospensione direttamente dalla FIS.
Ora, senza entrare nel merito di ciò che comporta una “notizia criminis” (spero tanto non sia questo il caso) e volendo restare nell’ambito sportivo, pur non ricordando bene cosa preveda il regolamento di giustizia in fatti simili, parrebbe però evidente - a mio sommesso avviso - che il Procuratore, nel seguire detta procedura, sarà stato d’accordo con la parte offesa e/o il Consiglio federale; poi, quest’ultimo avrebbe deliberato in tal senso. In proposito, devo anche ammettere che non ricordo se la delibera così assunta sarebbe poi dovuta passare, per l’approvazione, al Procuratore Generale dello Sport (CONI), ma sta di fatto che la vicenda presenta dei contorni oscuri ed indecifrabili, perché nei confronti dell’autore del gesto, anzi, di un’azione e di una condotta che non esito a definire assolutamente inqualificabili, è stato semplicemente assunto un provvedimento di sospensione e, per di più, per un limitatissimo lasso di tempo. Chiaramente anche qui conosco i nomi dei protagonisti, uomini e donne, ma per ragioni di riservatezza e salvaguardia di una delle due parti non ne rivelo le generalità.
Ciò che amareggia, e di molto, è la circostanza che la Federazione sa benissimo che il caso contiene aspetti e profili piuttosto pesanti e gravosi, i quali avrebbero richiesto e meritato una sanzione importante e significativa, al fine di una giusta e corretta stigmatizzazione dell’accaduto; ciononostante ed ancora una volta, si è deciso, invece, di mettere la polvere, anzi, la schifosissima “monnezza” sotto il tappeto.
Altra segnalazione riguarda una gara regionale alla quale il pubblico non è stato ammesso. Sembra - però, dalle foto non ci sarebbero dubbi - che sulle tribune non ci fosse uno spazio asciutto, nemmeno per gli atleti, i quali erano costretti a stare sul bagnato e a ricorrere, forse, all’ombrello.
La struttura de qua, ove si è svolta la competizione, è un impianto in comodato d’uso alla società organizzatrice o ospitante, costruito tra il 2000 ed il 2003. Pare che, prima della concessione in uso (2013?), l’impianto fosse rimasto chiuso per una decina d’anni, con le conseguenze che potete facilmente immaginare, e la società comodataria, da parte sua, non avrebbe provveduto all’ordinaria manutenzione talché l’impianto ha subito le infiltrazioni di acqua piovana sul parterre e, in quantità maggiore, sulle tribune.
Non voglio ora spiegare la differenza tra manutenzione ordinaria e straordinaria e devo anche ammettere che è pur vero che mantenere un impianto sportivo richiede un notevole impegno, amministrativo, economico ed operativo, ma ciò non toglie - e va opportunamente evidenziato - che nel 2022 non è assolutamente accettabile gareggiare in luoghi simili (Comune, Comitato regionale e Federazione battete un colpo).
Concludo affermando che pare ci si stia mestamente avviando verso una deriva etico/morale e gestionale che deve essere però necessariamente fermata, con interventi seri, puntuali e precisi, sia sul piano normativo federale che su quello strutturale. Forse non è questo il momento, però sono cose ormai ineludibili.
Ezio RINADI

11 marzo 2022

AUTOSOSPENSIONE USMANOV: Chi è ora il Presidente della FIE?

Gil PEZZA,  
Il Maestro Gil Pezza è un autore, avvocato  e consulente tecnologico negli USA. È stato allenatore della nazionale Americana di spada femminile nonché  uno degli allenatori di scherma di maggior successo nella storia degli NCAA. Originariamente di Milano dove tirava per la Società del Giardino, è stato membro della nazionale Italiana di spada e del Centro Sportivo Carabinieri.
Maestro Gil Pezza is an author, attorney  and technology consultant in the United States.  He was National coach for Women’s Epee and one of the most successful fencing coaches in NCAA history. Originally from Milan,  where he fenced  for the Società del Giardino, he was a member of the Italian national epee team and of the Carabinieri Sports Team.

La recente autosospensione del Presidente Usmanov e le relative misure adottate dall’esecutivo FIE, necessitano, a mio avviso, di chiarimenti da parte del Comitato Esecutivo e ciò al fine di evitare confusione e possibili malintesi nel mondo della scherma internazionale. Resta inteso che mi limito semplicemente ad una constatazione di fatti ed alla formulazione di alcune domande: senza alcun preconcetto o giudizio negativo verso il presidente della FIE ed i membri dell’esecutivo. Per i non addetti, è forse bene ricapitolare gli eventi più importanti.
  • Il 1 Marzo c.m., il signor Usmanov si è autosospeso a tempo indeterminato dalle sue funzioni di Presidente: non avendo rassegnato le dimissioni è lecito supporre che sia ancora in carica;
  • Il 2 Marzo c.m. , ai sensi dello Statuto FIE, l’esecutivo FIE ha accettato e ratificato l’autosospensione del Presidente ed ha nominato il Segretario Generale FIE, Emmanuel Katsiadakis, quale Presidente ad interim, che ha accettato la nomina;
  • A seguito degli eventi bellici in Ukraina, il Presidente Usmanov è stato sanzionato dalla Unione Europea, dagli Stati Uniti d’America e dalla Confederazione Elvetica;
  • È da rilevare che l’intersezione di una organizzazione con un individuo sanzionato presenta delle problematiche nuove che se non affrontate sistematicamente possono avere conseguenze drammatiche e ciò vale anche per la FIE ed il suo Comitato Esecutivo. Infatti, Individui ed entità che violano le sanzioni (direttamente o indirettamente) collaborando con un sanzionato possono essere arrestati e perseguiti ed avere i loro beni sequestrati. Sembra inoltre che nei rapporti commerciali la sospensione dei contratti non sia sufficiente. Per esempio, una maggioranza degli aeromobili commerciali in Russia sono utilizzati tramite dei contratti leasing con compagnie estere che ora sono costrette a cancellarli del tutto; stessa fine hanno i contratti del personale di bordo e di fornitura degli yacht sequestrati.
Pur tenendo in considerazione che lo Statuto FIE non contempli la sospensione (volontaria o involontaria che sia) del Presidente, la nomina del signor Katsiadakis è stata presumibilmente fatta ai sensi dell’Art. 5.3.3 dello statuto FIE il quale prevede che in caso di morte o dimissioni del Presidente, il Segretario Generale svolga le funzioni del Presidente in via provvisoria, fino al prossimo Congresso, durante il quale saranno organizzate le elezioni del nuovo Presidente. Inoltre l’Art. 5.6.1 dello Statuto, permette al Segretario Generale di sostituire il Presidente a riunioni o eventi in caso di impedimento.
Senza entrare in una disamina della nomina del signor Katsiadakis a Presidente ad Interim, poiché a mio avviso, secondo una interpretazione testuale dello Statuto, egli sarebbe dovuto restare nella sua posizione di Segretario Generale (pur facendo le veci del Presidente), capisco che una interpretazione pragmatica dello Statuto FIE - come probabilmente adottata dal Comitato Esecutivo, sia stata dettata dalla necessità di far vedere al mondo che la FIE ha un Presidente, effettivo, in carica. Il mio timore però é che una Procura che indagasse sull’ osservanza delle sanzioni potrebbe erroneamente interpretarlo invece come un gioco di specchi. Ad ogni modo, l’Art. 5.5.5 dello statuto dà al Comitato Esecutivo il potere esclusivo di interpretare gli articoli dello Statuto e del Regolamento FIE. Quindi per evitare malintesi di qualsiasi genere e data l’unicità della situazione in cui si trova la FIE, credo, e lo dico rispettosamente, che il Comitato Esecutivo debba porsi delle domande in relazione alla gestione dell’Organismo che, secondo lo statuto, ricade tra le responsabilità del Comitato Esecutivo. Con l’atto dell’autosospensione, il presidente Usmanov ha dimostrato di essere persona corretta. Ora tocca al Comitato Esecutivo assumere la gestione e fare il punto su una situazione veramente difficile al quale, comunque ricordo che l’autosospensione è una decisione autonoma di esentarsi da una funzione o da un incarico per un periodo limitato di tempo, che non può durare indefinitivamente.
Alisher Usmanov
Queste le domande che vorrei porre all’attenzione del Comitato Esecutivo FIE:
  1. Dato che le dimissioni non sono state formalizzate ma si è in presenza solo di autosospensione dall’esercizio delle funzioni di Presidente (caso, peraltro, non previsto dalla Statuto), il Signor Usmanov è tuttora Presidente Titolare della FIE? ;
  2. Se invece il Comitato Esecutivo ritiene che il Signor Usmanov non sia più il Presidente Titolare della FIE, potrebbe chiarire quale è allora la sua posizione nell’organico della FIE? ;
  3. Se invece il Comitato Esecutivo concorda che il Signor Usmanov rimane Presidente Titolare delle FIE, potrebbe chiarire il perché della nomina del Signor Katsiadakis a President ad Interim, dato che la FIE ha tuttora un Presidente titolare? ;
  4. Quando scade il mandato “ad Interim” del Signor Katsiadakis? Fino al prossimo Congresso? Oppure solo fino al momento in cui il Signor Usmanov decide lui stesso di terminare la propria sospensione dall’esercizio delle sue funzioni di Presidente? ;
  5. Chi copre ora la carica di Segretario Generale della FIE? ;
  6. Per quale motivo il Signor Katsiadakis, non ha mantenuto la sua posizione di Segretario Generale, facendo le veci del Presidente, come indicato dall’Art. 5.3.3 dello Statuto? ;
  7. Che misure e protocolli ha adottato il Comitato Esecutivo per proteggere se stesso e la FIE da eventuali violazioni -dirette ed indirette- delle sanzioni imposte dall’ Unione Europea, dagli Stati Uniti d’America e dalla Confederazione Elvetica?;
  8. Avere un Presidente sanzionato “in sospeso” (titolare o meno) è sufficiente per essere conformi o, meglio, per essere considerati al riparo dalle esigenze imposte dalle sanzioni? ;
  9. In finis, la domanda più importante: Chi è ora il Presidente della FIE?
Gil PEZZA

USMANOV’ S SELF-SUSPENSION: Who is the President of the FIE now?
The self-imposed suspension  from his duties of President of the FIE recently undertaken by Mr. Usmanov -as well as its subsequent ratification by Executive Committee,  raises certain issues, which  in my opinion, require clarification by the Executive Committee; this, to avoid confusion and possible misunderstandings in the world of international fencing. To that end, my comments are limited to the framing of  certain questions arising out of the actions taken by the Executive Committee, without any preconception or negative judgment in regards to the President of the FIE and/or  the members of the FIE Executive Committee.
It is perhaps best  to recap the most important events.
  • On March 1st, Mr. Usmanov suspended himself indefinitely from his functions as President: having not resigned, it is reasonable to assume that he is still in office;
  • On March 2nd, pursuant to the FIE Statute, the FIE executive committee accepted and ratified the self-suspension of the President and appointed the FIE Secretary General, Emmanuel Katsiadakis, as interim President, who, in turn, accepted the appointment;
  • Following the tragic  events in Ukraine, President Usmanov was sanctioned by the European Union, the United States of America and the Swiss Confederation;
  • It should be noted that the intersection of an organization with a sanctioned individual presents new problems which, if not addressed systematically, can have dramatic consequences; and this also applies to the FIE and its Executive Committee. In fact, Individuals and/or entities who violate sanctions (whether directly or indirectly) by collaborating with a sanctioned person can be arrested and prosecuted and have their assets seized. By way of analogy, it seems  that in commercial relations the suspension of contracts is not sufficient to comply with sanctions. For example, a majority of commercial aircraft in Russia are operated through leasing contracts with foreign companies, which are now forced to cancel them altogether; the same happened to the contracts for on-board personnel and for the supplier contracts  of the seized yachts. 
While taking into consideration that the FIE Statute does not provide for the suspension (whether voluntary or involuntary) of the President, the appointment of Mr. Katsiadakis was presumably made pursuant to Article 5.3.3 of the FIE statute, which  provides that in the event of the death or resignation of the President, the Secretary General performs the functions of the President on a provisional basis, until the next Congress, during which elections for the new President will be organized. Furthermore, Article 5.6.1 of the Statute, allows the Secretary General to replace the President at meetings or events in case the President is unable to attend.
Without dwelling too much on the appointment of Mr. Katsiadakis as Interim President, since in my opinion (according to a textual interpretation of the Statute), he should have remained in his position as Secretary General (while acting in the place of the President), I understand that a more pragmatic approach may have been  dictated by the need to show the world that the FIE has an effective President in office. My fear, however, is that a prosecutor investigating compliance with the sanctions could erroneously interpret it, instead,  as a game of mirrors. In any case, Art. 5.5.5 of the Statute gives the Executive Committee the exclusive power to interpret the the Statute and the the Administrative  Regulations of the FIE.
To avoid misunderstandings of any kind and given the uniqueness of the situation in which the FIE finds itself, I respectfully, pose some questions to the Executive Committee because the Executive Committee   Is charged with the management of the FIE and because President Usmanov acted correctly in suspending himself.  Now it is up to the Executive Committee to take over the management of the FiE and take stock of a really difficult situation.  Furthermore, it is important to note that a suspension (whether voluntary or involuntary) cannot last indefinitely.
These are the questions I would like to put to the attention of the FIE Executive Committee:
  1. Given that he did not resign but only suspended himself from exercising his duties as President, is Mr. Usmanov still the Titular President of the FIE? ;
  2. If, on the other hand, the Executive Committee believes that Mr. Usmanov is no longer the Titular President of the FIE, could it clarify what is his position within the FIE? ;
  3. If, on the other hand, the Executive Committee agrees that Mr. Usmanov remains the Titular President of the FIE, could it clarify the reason for the appointment of Mr. Katsiadakis as President ad Interim, given that the FIE still has a Titular President? ;
  4. When does Mr. Katsiadakis' "ad Interim" mandate expire? Until the next Congress? Or only until the moment in which Mr. Usmanov himself decides to end his suspension from the exercise of his functions as President? ;
  5. Who now holds the position of Secretary General of the FIE? ;
  6. Why did Mr. Katsiadakis not maintain his position as Secretary General, taking the place of the President, as indicated by Art. 5.3.3 of the Statute? ;
7. What measures and protocols has the Executive Committee adopted to protect itself and the FIE from any violations - direct and indirect - of the sanctions imposed by the European Union, the United States of America and the Swiss Confederation ?;
8. Is having a sanctioned President in a “suspended” status (whether voluntary or involuntary) sufficient to comply with the requirements imposed by the sanctions? ;
9. Finally, the most important question: Who is now the President of the FIE? 
Gil PEZZA

03 marzo 2022

GRUPPO SCHERMISTICO ARBITRALE

M° Vito MANNO
Sento il bisogno di condividere alcune riflessioni e pensieri sul Gruppo Schermistico Arbitrale italiano di cui ho fatto parte per un trentennio (1984-2014). Ho vissuto alcune trasformazioni epocali contribuendo, in qualità di Direttore di Torneo, ad “aggiustare” e a far evolvere innovazioni come la gestione delle gare con l’ausilio del computer, l’adozione del Ranking, la precompilazione dei gironi, la programmazione delle giornate di gara con pubblicazione degli orari e delle pedane, ed ho rivestito l'incarico di delegato GSA per la Basilicata e la Calabria.

Insomma anni intensi. Gianni Augugliaro, Luciano Dal Zotto e Pietro Ingargiola sono stati i presidenti con cui ho collaborato cercando di essere sempre pronto e disponibile nell'affrontare anche le situazioni più complesse.

Resta l'amaro in bocca per come mi è stato fatto capire (qualcuno avrebbe potuto dirmelo) che avevo dato quello che potevo e che era giunta l’ora di farmi da parte. Peccato, da insegnante, mi sarebbe piaciuto collaborare per migliorare sia gli aspetti formativi che quelli valutativi di Arbitri, Computeristi e Direttori di Torneo che sono assoggettati al giudizio insindacabile della commissione di turno, dei suoi umori, dei suoi equilibri, delle simpatie e delle antipatie, delle incompetenze e delle cattiverie di cui potrebbe essere capace.

In tutti questi anni mi sono trovato a pensare che i componenti della commissione hanno il solo dovere di redigere gli elenchi dei convocati alle varie gare, compresi se stessi e collaborare con la DT alle designazioni arbitrali. A Luciano Dal Zotto il merito di aver condotto una battaglia lunga e seria contro comportamenti deprecabili o comunque poco consoni, ma sopportati per anni, di alcuni arbitri “importanti” e di aver promosso e condotto importanti incontri “interpretativi” con i Maestri.

Ho apprezzato molto di Luciano l'esplicita e ferma convinzione che per valutare l'operato di un DT bisognasse lasciare che operasse assumendosi in toto le responsabilità direttamente collegate alla sua funzione. Mi sarebbe piaciuto vedere un/una giovane presidente del GSA mettere in campo iniziative volte al reclutamento, formazione, e gestione degli arbitri italiani in un percorso di formazione permanente. Simona Pierucci mi sembra l’unico delegato regionale del GSA che abbia svolto un lavoro importante in tale direzione ottenendo ottimi risultati (fino ad un decennio fa la Toscana portava un gruppo di arbitri numericamente ridicolo a livello   nazionale), mettendosi in gioco anche a costo di fare da bersaglio alle bordate che giungono da detrattori privi di argomenti.

Le attitudini e le capacità di Simona dovrebbero essere messe a disposizione di tutti gli arbitri e non solo di quelli toscani. Tentativi di gemellaggio e di scambio con altri Delegati regionali sono stati fatti ma per il fatto di essere stati esclusivi hanno attirato più critiche che apprezzamenti. Bisognerebbe fare tesoro delle cosiddette “buone pratiche” e con umiltà riconoscere i meriti altrui copiandole. 

Non so cosa il presidente Aru abbia progettato o già messo in campo per la crescita di un gruppo di arbitri che rappresenti l'Italia ai massimi livelli, spero e auspico che qualunque sia il percorso possa essere trasparente, meritocratico e rispettoso delle donne e degli uomini che contribuiscono nei fine settimana a far funzionare la grande giostra delle gare di scherma.

Vito MANNO

02 marzo 2022

LUTTO NELLA SCHERMA SICILIANA E NAZIONALE: è mancato Pietro FARDELLA

Pietro FARDELLA
Il giorno 01.03.2022 è venuto a mancare all’affetto dei suoi cari Pietro FARDELLA, papà dell’ex vice presidente FIS Gaspare.

Pietro era dottore Commercialista, funzionario dirigente di una società del gruppo IRI, la SIT-SIEMENS. Arrivò alla scherma da grandicello, verso i 16/18 anni, sotto la guida di Domenico e Guido Triolo, dopo essere stato un buon pattinatore e dopo una parentesi da ginnasta.

Durante il servizio militare a Roma, nei primi anni '50, ebbe modo di frequentare la scuola di Agesilao e Aurelio Greco, diventando buon amico del grande maestro Enzo Musumeci Greco, tanto che, quando diventò Presidente Regionale, a fine degli anni '60, organizzò per tanti anni il Trofeo Agesilao Greco a Caltagirone, loro città d'origine. Buon sciabolatore, ebbe il piacere di essere amico e compagno d'armi del grande Vladimiro Calarese.

Dal 1968 al 2004 (36 anni!), ha guidato il Comitato Regionale Siculo (vecchia denominazione a lui tanto cara) della FIS, con buoni successi di crescita numerica di società e atleti di valore: infatti, le iniziali 4/5 società divennero 26, e queste furono le fucine di tanti campioni, come Paolo Di Loreto, Angelo Arcidiacono, Cosimo Ferro, Paolo Pizzo, Stefano Barrera, Rossella Fiamingo, i fratelli Garrozzo, Avola e tanti altri; nello stesso periodo si formarono anche tanti maestri di grande valentia, che seguirono le orme dei grandissimi, Pasquale Timmonieri, Raffaele Manzoni, Domenico e Guido Triolo, Tresoldi, questi si chiamano Mimmo e Gianni Sperlinga, Domenico Patti, Antonio e Adriano Cannarella, Roberto Molina, Eugenio Migliore, Giancarlo Pugliese, Peppe Puglisi, Beppe Vullo. Si è spento consapevole di aver dato tanto allo sport da lui praticato e amato e nella certezza che la Sicilia lo ha apprezzato, rispettato e certamente lo ricorderà.

Personalmente avevo l'onore ed il piacere di essergli AMICO.

All’amico Gaspare e a sua sorella le sentite condoglianze della redazione e della PIAZZA