20 agosto 2022

CAMBI DI SOCIETA'

Il 1 settembre si sta avvicinando e da quel giorno inizia il nuovo tesseramento per la stagione agonistica 2022/23 e molti sono i genitori che stanno pensando di far cambiare società di tesseramento ai propri figli, con motivazioni più o meno valide, dalla insoddisfazione per i metodi adottati in palestra circa l'approccio con i bambini alla ricerca di soluzioni tecniche per far migliorare il proprio figlio. Non entro nel merito delle ragioni a tali iniziative, posso solo affermare che se decido di portare i miei figli in una palestra perchè facciano sport e pago regolarmente una retta significa che acquisto un servizio e come tale mi devo ritenere libero di andare dove voglio. Questo in linea teorica, in realtà lo sport ha regole, che piaccia o meno, vanno rispettate. L'articolo 17 del regolamento per l'attività agonistica della Federazione Italiana Scherma disciplina tutta la materia, quindi se ci si tessera poi bisogna sottostare alla regolamentazione vigente. Per la mia esperienza, sia di genitore che di ex vice presidente federale e atleta amatoriale, suggerisco ai genitori di specificare al presidente del club se si intende praticare una attività agonistica o ludico sportiva poichè da qui possono essere posti in atto accordi differenti per soddisfare le proprie esigenze. Fatta questa premessa, di seguito trovate l'intero articolo 17 il quale è un pò palloso da leggere però è indispensabile per avere le leve per muoversi in ambito schermistico. Per brevità, riporto anche una sintetica ed esaustiva spiegazione del Maestro Paolo CUCCU,pubblicata su facebook:
"Nel caso l'atleta non abbia ottenuto risultati ove previsto un indennizzo, si cambia liberamente. Il nulla osta per il trasferimento arriva alla società di provenienza, che ha 5 giorni per confermare con o senza il rilascio dei punti. Nel caso non lo faccia, dopo 5 giorni il trasferimento passa d'ufficio, ed i punti vanno alla società di provenienza.
Se c'è un eventuale indennizzo da versare, le situazioni sono 3:
- la società di provenienza non lo richiede, richiede, quindi è tutto come sopra
- la società lo richiede, ma la società ricevente non vuole pagare, quindi il trasferimento c'è comunque, ma non si possono fare gare ufficiali fino a quando non si paga.
- la società di provenienza fa resistenza, la società ricevente paga l'indennità alla federazione e ottiene il trasferimento totale, sarà poi la federazione a versare l'indennità alla società d'origine
In ogni caso non ci si può opporre al trasferimento."

Sono comunque a disposizione per eventuali chiarimenti/suggerimenti.
Ezio RINALDI

13 agosto 2022

RICORDATEVI

Sto per avventurarmi su un terreno assai pericoloso: quello della politica. Non l’ho mai fatto e non vorrei farlo, ma nella commedia in onda, nella quale sta dando il peggio di sé stessa, la politica, come sempre, dimentica, e mi preme sottolinearlo, i veri problemi del paese.
Finora abbiamo assistito alla stipula di accordi ed alla disattesa degli stessi solo per l’interesse della poltrona e tra i tanti proclami, invettive ed offese evidenzio come non si parli concretamente di programmi da sottoporre al popolo votante. L’unico di cui sono a conoscenza è quello del centrodestra, articolato in 15 punti ed al 15° dei quali si accenna allo sport. Ve l’ho riporto integralmente:
15. Giovani, sport e sociale
  • Valutazione dell'impatto generazionale delle leggi e dei provvedimenti a tutela delle future generazioni;
  • Sostegno allo sport, quale strumento di crescita e integrazione sociale e promozione di stili di vita sani;
  • Potenziamento degli strumenti di finanziamento, per esperienze formative e lavorative all'estero per giovani diplomati e laureati, finalizzate al reimpiego sul territorio nazionale delle competenze acquisite;
  • Supporto e valorizzazione degli enti del Terzo settore e delle associazioni sportive dilettantistiche, nell'ottica del principio di sussidiarietà;
  • Reintroduzione e rafforzamento del sistema del prestito d'onore per studenti universitari;
  • • Programma di investimento e potenziamento dell'impiantistica sportiva, anche scolastica e universitaria;
  • Introduzione di borse di studio universitarie per meriti sportivi;
  • Promozione e rilancio dell’artigianato e dell’impresa, come prospettiva lavorativa per le nuove generazioni;
  • Supporto all'imprenditoria giovanile, incentivi alla creazione di start up tecnologiche e a valenza sociale.
Come potete notare, in un programma articolato su 15 punti, solo quattro righe sono destinate allo sport, nelle quali ci potrebbe essere tutto e l’esatto contrario.
Devo ammettere che finora solo il centrodestra ha presentato qualcosa e bisognerà aspettare che anche le altre forze politiche facciano lo stesso. Si parla di 8 miliardi per l’adeguamento stipendiale per gli insegnati, di percentuali della flat tax (15/23%), di adeguamento delle pensioni minime a 1.000€, ma non una parola concreta sui necessari interventi per lo sport.
Se gli aumenti dovuti alla guerra in Ucraina, ma anche alla durissima fase pandemica, portano ad una inflazione oscillante  al 10% ed alla conseguente perdita del potere di acquisto, è evidente che un nucleo familiare composto da 4 persone, con un reddito totale di 3.000 € mensili, sia costretto a fare delle scelte, ovvero delle rinunce, e ciò porta a ricadute inevitabili sullo sport, quali: meno tesserati, meno quote associative, meno introiti, più licenziamenti di tecnici e collaboratori vari; per non parlare, poi, di una possibile riduzione degli interventi manutentivi - peraltro, già scadenti - dei vari impianti sportivi.
Non voglio andare oltre, mi auguro soltanto, ma lo auguro a tutto il mondo sportivo, che si trovino adeguate soluzioni per efficaci interventi a sostegno dello sport e non proclami che lasciano il tempo che trovano.
Navigando su internet, in particolare su facebook, mi sono imbattuto su alcune affermazioni, sulle quali mi trovo assolutamente d’accordo e che mi limito a trascrivere:
Ricordatevi i banchi a rotelle di quel geniale ministro della pubblica istruzione.
Ricordatevi lo spreco di fondi per sovvenzionare i monopattini elettrici.
Ricordatevi la triplicazione delle bollette luce gas e l’aumento del costo di tutto del 20%, mentre il vostro stipendio é rimasto fermo.
Ricordatevi che molti dei vostri medici di famiglia sono solo dei neolaureati senza formazione perché lo Stato nonostante l’emergenza non ha tolto gli sbarramenti e i numeri chiusi.
Ricordatevi in che condizioni hanno lavorato gli infermieri e quanti di loro si sono licenziati… entrate in un reparto e constatate come l’organico sia assolutamente insufficiente.
Ricordatevi che i vostri bimbi a scuola sono formati da maestri cinquantenni reperiti d’urgenza e senza corsi di formazione, perché anche la scuola pubblica non è da meno.
Ricordate che il comparto pubblico è da sempre in totale difficoltà e la Giustizia è in grande sofferenza (queste “difficoltà” e “sofferenze” hanno una pesante ricaduta sul “cittadino”)
Ricordate e non fate i soliti smemorati.
Aggiungo io, infine, ricordatevi soprattutto dello spreco di denaro pubblico che avrebbe potuto essere investito nello sport.
Auguro a tutti voi un felice, sereno e distensivo ferragosto.
Ezio RINALDI

07 agosto 2022

È etico usare l’etica per sopprimere la libertà di pensiero e di critica?

Caro Ezio,
vorrei riprendere l’argomento vertente sul Codice Etico, che è stato oggetto di un tuo specifico articolo, in data 4 Luglio u.s., dal titolo appunto Codice Etico: qualche riflessione, per l’enorme importanza che questo tema riveste, specialmente nel contesto di una federazione sportiva, nel sapere “come”, “perché” e “da chi” questi codici etici vengono redatti ed, infine “a chi” gli stessi si rivolgono.
Ma prima di addentrarmi nella trattazione, sento il bisogno di precisare che non ho letto il codice in questione e non sono a conoscenza della procedura seguita nella sua preparazione e che, quindi, le mie riflessioni sono, oltre che – come la legge – generali ed astratte, basate principalmente sulla mia personale esperienza diretta in questo campo, avendo lavorato molto con compagnie varie, non-profits, start-ups, associazioni sportive, enti para-statali; attualmente, sono anche il Chair del Constitution and Bylaws Committee della USFCA, associazione professionale dei tecnici di scherma negli USA.
Detto questo, occorre innanzitutto evidenziare che vi è una notevole confusione tra i concetti di “etica” e “deontologia” (contesto filosofico a parte) nell’ambito dei rispettivi principi regolatori, perchè:
  • il primo termine serve a descrivere le regole adottate da una associazione per disciplinare il comportamento etico dei suoi iscritti/associati;
  • il secondo fissa le regole di condotta, imposte da un apposito codice, che regola specificamente i rapporti ed il comportamento di una categoria di professionisti.
Altro aspetto da chiarire, in proposito, è la differenza tra i principi di “etica universale” ed un qualunque “codice etico”, idoneo a regolamentare, per esempio, gli eventuali conflitti: in linea generale ed astratta, un qualsiasi “codice” contiene, da un lato, norme di carattere comportamentale, che devono essere seguite da tutti, e, dall’altro, la previsione di specifiche sanzioni, da applicare in caso di loro inosservanza.
Questo è un aspetto molto importante, da tener sempre presente nella iniziale ideazione e successiva realizzazione di ogni “codice”, poiché ci possono essere percorsi diversi che conducono a provvedimenti disciplinari o sanzioni o ripercussioni differenti. Negli USA, poi, è stata istituita una struttura che si chiama “Safesport” che prevede un percorso obbligatorio e separato da tutte le altre questioni etiche.
E’, dunque, di vitale importante che non si faccia un minestrone di tutto, perché poi non si capirebbe il vero motivo per cui Tizio viene multato, o Caio è stato sospeso, mentre Sempronio sembra averla fatta franca; ed è altrettanto fondamentale che queste cose siano spiegate chiaramente, per essere capite da tutti in qualsiasi contesto (azienda, associazione o libera professione), visto che ogni regola comportamentale viene codificata nell’interesse dell’azienda e dei suoi impiegati, o nell’interesse di una associazione e dei suoi soci. Se poi ci si rivolge ad altri contesti, come una federazione sportiva o una libera professione (avvocati, medici, ecc.), le regole (rectius: disposizioni codificate) vengono predisposte anche nell’interesse pubblico, il quale (interesse pubblico), se presente e ricorrente, può legittimare l’intervento del legislatore, come è stato – e lo cito ad esempio calzante - per il Congresso USA, che ha modificato il Ted Stevens Olympic and Amateur Act creando Safesport (subchapter §220541), con una capitalizzazione iniziale di fondi pubblici per proteggere gli atleti minorenni da abusi sessuali, verbali, fisici e/o psicologici.
 Inoltre, ciò che va notato è che ogni parte, settore, sezione di questi codici deve essere allineata con un interesse legittimo da tutelare: che sia il bene dello sport, della federazione, dei suoi soci, dei suoi atleti, degli ufficiali di gara e cosi via. In poche parole, un codice etico non può essere usato né per imbavagliare critiche all’esecutivo, nè per imbavagliare o imbrigliare l’esecutivo stesso: una tale condotta sarebbe non soltanto contraria al bene dello sport, della federazione e dei soci, ma soprattutto all’interesse pubblico, bastando rammentare che per imbavagliare un consiglio di amministrazione viene solitamente utilizzata la c.d. “clausola di riservatezza”, e non il codice etico, come nel caso della FIE (FIE Administrative Rule 5.1.2.4). Bisogna precisare che una clausola di riservatezza nel contesto di un Federazione sportiva non è di per sé ‘imbavagliante” se applicata ai tempi tecnici di rilascio delle informazioni oppure alla protezione di notizie e fatti protetti da una delle norme della privacy.  Poi, ci sono situazioni in cui delle critiche possono essere sanzionate perché abbinate con comportamenti scorretti o perché risultano in una forma di bullismo mediatico. In altri termini, in un codice deontologico per tecnici di scherma mi sembra legittimo imporre un divieto ai tecnici di criticare -in un modo non contemplato dal regolamento, l’operato degli arbitri sia sul luogo di gara che nei social media; questo deve essere proposto, sicuramente nell’interesse comune, ma soprattutto per assicurare le regole di buona condotta, l’osservanza dei regolamenti ed il rispetto dell’arbitro.
La persecuzione illegittima della critica o, peggio, del dissenso non può essere tollerata; specialmente nel contesto delle Federazioni sportive che derivano dal COI (tali federazioni denominate in Inglese National Governing Bodies e chiamare comunemente NGBs), dove tesserati sono, in effetti, dei coscritti, dato che non possono iscriversi altrove per praticare lo sport desiderato. In ogni caso, bisogna combatterla collettivamente con l’attivismo, cercando di eliminarla dagli statuti o anche mettendo in atto una sorta di “disobbedienza organizzata”, attraverso azioni collettive atte a portare questi nodi illegitimi al pettine.
E questo perché, a mio avviso, gli NGB, o - se preferite - le Federazioni Nazionali, in virtù della loro funzione pubblica, dovrebbero essere più democratici di una “POLIS” di antica e greca memoria, contraddistinti da una vera e autentica trasparenza cristallina. Purtroppo, però, l’esclusione dalle regole del libero mercato, spesso concorre a trasformare la gestione di una federazione in una sorta di club privato, come ho avuto modo di rilevare da uno studio comparativo, che ho di recente iniziato – e ancora ben lungi dall’essere ultimato – e che mi ha portato ad esaminare i rispettivi statuti di 50 NGB Americani, da cui è emerso un trend abbastanza preoccupante, visto che ho potuto rilevare la loro scarsa inclinazione agli istituti di “democrazia diretta”, alcuni esempi:
  • la carica del Presidente viene abolita e sostituita con quella del Chair del consiglio di amministrazione;
  • diventa sempre più difficile nominare dei candidati per le elezioni del consiglio di amministrazione, al di fuori da quelli ufficialmente proposti dal NGB;.
  • il potere di modificare con facilità lo statuto della federazione risiede ora principalmente nel consiglio di amministrazione del NGB;
  • diventa ancor più difficile per i tesserati proporre modiche statutarie, come è appunto il caso della Federazione scherma Americana, la quale richiede, inizialmente, che una proposta di modifica dello statuto sia sottoscritta da non meno del 5 per cento dei soci che rappresentano non meno di 50 club separati; successivamente, questa viene esaminata da un avvocato di quella stessa federazione - che, evidentemente, lo ha lei stessa in precedenza nominato - il quale, in teoria, dovrebbe limitarsi a verificare che gli emendamenti proposti non siano in contraddizione con gli altri elementi dello statuto rispondendo così ad una funzione di garanzia. In realtà, il risultato è ben diverso, perchè se tali proposte di modica hanno incontrato la precedente opposizione del CdA la chiesta proposta potrebbe non pervenire mai all’attenzione dell’organo decidente e, perciò, mai votata, in quanto “silurata” (cioè, rimossa e/o eliminata) dall’avvocato del NGB.
Se si considera, ancora, l’intero contesto di un NGB (e, cioè, tutte le figure che si muovono al suo interno), il problema diventa ancora più complesso, poiché si devono prevedere e regolare i rapporti tra questo e le società ed altri soggetti che sono:
  • impiegati o collaboratori esterni;
  • eletti ed elettori;
  • affiliati e/o tesserati e/o iscritti e/o associati (e, in ultimo, i genitori di soci minorenni);
  • tra i soci poi ci possono essere, dirigenti di società di categorie di professionisti (tecnici) che possono essere soggetti ad un proprio Codice Deontologico ed altri che hanno ruoli importanti nella supply-chain, come medici, arbitri e fornitori di materiali. Mi sembra logico, quindi, che rappresentanti di questi soggetti di rilievo siano inclusi nella ideazione dei codici etici. Resta inteso che è essenziale che i tecnici della scherma abbiano il proprio Codice Deontologico.
E’ dunque evidente, data la molteplicità di soggetti, figure ed enti che ruotano all’interno di ogni Federazione, che occorra suddividere le tematiche per “aree” e dare priorità a quelle più importanti, di maggiore impatto sociale e collettivo. Qui di seguito, provo a soffermarmi solo su alcuni punti chiave, non mancando di precisare che le procedure e le sanzioni per violazioni del codice etico devono essere espresse chiaramente, e – se possibile – anche in modo molto semplice, nello statuto.
1) Conflitti di interesse nel Consiglio di Amministrazione del NGB.
Qui è importante rilevare che gli eventuali conflitti possono essere reali o soltanto percepiti e che bisogna evitare persino l’apparenza di scorrettezza; e ciò al fine di evitare che vi possa essere anche la mera impressione che la decisione presa soddisfi gli interessi propri del Consiglio o di qualche suo membro, in contrasto degli interessi generali del NGB o della collettività (ricordate la storia della “Moglie di Cesare”? Mi sembra che nel Blog se ne sia parlato).
2) Conflitto di interesse basato su relazioni personali tra Dirigenti, Commissari Tecnici, allenatori della nazionale e singoli atleti.
Dato che tra i primi (dirigenti, CT ed allenatori) ed i secondi (atleti di alto livello) intercorre generalmente un rapporto di potere differenziale, essendo i primi avvolti di autorità, le relazioni interpersonali tra costoro devono essere espressamente vietate dal codice etico del NGB. Qui negli USA, questo cadrebbe sotto le direttive SAFESPORT che impone, sotto pena di sanzioni per l’eventuale trasgressore, l’obbligo di segnalare la violazione commessa a SAFESPORT, da parte di chiunque ne fosse al corrente. Nell’ottica di una sana e corretta gestione, questo tipo di comportamento deve essere specificato anche nei contratti tra il CT e l’ NGB e gli allenatori e l’NGB; questo per renderlo punibile come violazione del contratto, del codice etico del NGB e/o del Codice Deontologico.  Qui negli USA, un tecnico può essere sospeso a tempo determinato oppure anche radiato a vita da SAFESPORT; lo stesso vale per i dirigenti, anche se eletti, i quali possono essere a loro volta sospesi o espulsi dal NGB. Questo tipo di confliito aumenta esponenzialmente di importanza se l’NGB ha un metodo di selezione soggettiva per formare le squadre nazionali.
In fine, una pianificazione accurata dei conflitti d’interesse dovrebbe includere dei  protocolli da seguire nel caso sorgano conflitti basati su rapporti di famiglia che coinvolgano gli atleti della nazionale: in questo caso, l’importanza del conflitto aumenta esponenzialmente soprattutto se l’NGB ha un metodo di selezione soggettivo, e non oggettivo, nel formare le squadre nazionali, ed occorre fare di tutto per evitare di mettere in una situazione di forte ed insostenibile imbarazzo gli stessi atleti (di cui non hanno colpa), che restano così esposti a critiche personali, che dovrebbero, invece, essere rivolte a chi governa.
Gil PEZZA