27 febbraio 2018

LA RIFORMA DELLO STATUTO: Assemblea straordinaria.


Dr. Maurizio SEMINARA

Come certamente è a Vostra conoscenza la così detta legge sui mandati è stata finalmente pubblicata. Entro i prossimi 100 giorni il CONI dovrà provvedere alla riforma del proprio Statuto e dare le indicazioni necessarie alle Federazioni per apportare le obbligatorie modifiche statutarie richieste. A questo punto sarebbe a nostro parere necessario provvedere ad una riforma complessiva più dettagliata, meglio articolata, considerato peraltro che la riforma non riguarda solo i vertici delle Federazioni ma piuttosto tutte le cariche in essa contenute, quindi persino delegati regionali e provinciali decadranno o non saranno più eleggibili se hanno già compiuto tre mandati.  E’ quindi evidente che è giunto il momento di richiedere presto e senza alcun indugio una assemblea straordinaria che possa provvedere tempestivamente a ristabilire le regole, quelle regole che, come già abbiamo avuto modo di dire nel novembre scorso, non venivano rispettate.  Eccoci quindi qui a chiederti l’appoggio alla richiesta di indizione di una assemblea straordinaria che preveda al suo ordine del giorno la attenta e scrupolosa applicazione delle riforme contenute nel decreto legge promulgato, oltre ad una serie di altri punti che tutti  consideriamo imprescindibili e che  riguarderebbero la riforma del settore arbitrale; 
la riqualificazione  e la creazione di una figura professionale ben precisa, quella del Maestro di Scherma, adottando per essa  forme di tutela previdenziale ed assicurative; una gestione economica effettivamente  trasparente  e con  maggiori attenzioni verso le società, soprattutto verso  le medio- piccole e piccole ;  una diversa redazione del calendario gare che presti una maggior attenzione agli aspetti economici ad esso collegato, che comprenda gli impegni delle società, degli atleti e delle famiglie di questi, perché  è pur vero  che senza loro nulla esisterebbe. E poi potresti anche tu fornire il tuo apporto, con la richiesta di inserimento di punti all’OdG che abbiano valenza e significati per tutto il movimento. Se quindi ritieni di poter considerare improcrastinabile la realizzazione di una Assemblea Straordinaria da tenersi presto, prestissimo, già entro i prossimi 3 mesi , così da poter partire nella prossima stagione col piede giusto, ti preghiamo  di rispondere a questa mail positivamente, indicando il tuo recapito anche telefonico  così che sia possibile  mandarti un programma più dettagliato delle modifiche che si andrebbero a proporre alla Assemblea delle Società, e  magari proprio con l’inserimento di quelle proposte di modifica che Tu consideri importanti . Ti saremmo comunque grati se volessi in ogni caso, anche in caso di non condivisione di questo progetto, risponderci, magari motivando le ragioni della tua non adesione. Ti ringraziamo per il tempo che hai dedicato e ci farebbe veramente piacere poter interagire con Te su tutti i tanti temi che oggi interessano davvero a chi vive quotidianamente il mondo della Scherma Italiana.
Maurizio SEMINARA

17 febbraio 2018

IL SAPER SCEGLIERE, OVVERO LA RESPONSABILITA' DELLE SCELTE

Il compimento di una scelta poggia principalmente su un atto interiore: "il discernimento".
Quando poi, e a maggior ragione, la scelta deve servire ed essere utile ad una comunità e/o collettività di persone, si parla di scelta responsabile, con la conseguenza che il discernimento diventa "etico", che comporta il compimento di un esercizio che inquieta, che scuote, che scomoda.
Per meglio comprendere tale concetto, pare opportuno far ricorso ad un breve raccontino di un autore contemporaneo.
Un fattore ordinò a un servo di andare a raccogliere della legna. Poco tempo dopo uscì per vedere a che punto era il lavoro; con sua mera­viglia vide che il servo lo aveva già finito. Gli ordinò allora di accatastare il tutto nella legnaia, pensando che la cosa lo avrebbe tenuto occupato per delle ore. Ma anche questo lavoro venne rapidamente portato a termine. Il giorno dopo il padrone decise di assegnare al servo, che si era compor­tato bene, un lavoro più leggero e gli disse di andare in cantina a fare la cernita delle patate: “Devi solo separare e ammucchiare quelle buone, da un lato, e quelle che cominciano ad andare a male, dall'altro; quindi, buttare via quelle che sono già marce”. Un’ora dopo, andò a vedere e dovette constatare che il servo non aveva fatto quasi ­nulla. Gli chiese come mai e il servo sconsolato disse: “Ohimè, è un impresa difficile distinguere la qualità delle cose, distinguere le buone dalle scadenti e dalle cattive”.
La favoletta, in poche parole, insegna che è molto facile accumulare e/o ammassare e/o conservare; ma discernere tra il buono, il meno buono e il danno­so è davvero complicato e difficile: uno può produrre molto, può occupare molti spazi, avere grandi successi, e però può fare molta fatica a discernere la qualità.
Ma la spiegazione non è ancora completa, perché occorre ora vedere cosa succede quando la scelta da adottare (discernere) richiede un punto di vista etico, perché questa comporta la preventiva individuazione delle singole qualità.Per comprendere appieno il valore del "discernimento etico", che è la categoria della responsabilità settoriale (quella definita dalle regole del gioco della professione), occorre perciò chiarire prima il concetto di "responsabilità", rispondendo alla domanda: che cosa è la responsabilità?
Max Weber aveva parlato della necessità per la professione politica – e quindi per tutte le professioni che hanno un riflesso sociale – di un’etica della responsabilità in opposizione all’etica della convinzione (cioè quella delle regole: se le osser­vo sono a posto).
L’etica della responsabilità richiede di più. Con questo termine si vuole dare nome all’esigenza di farsi carico di tutte le conseguenze delle proprie decisioni, azioni e omissioni; non solo, ovviamente, le conseguenze immediate, a corto raggio, ma pure quelle a lungo termine e su scala plane­taria, nel loro reciproco intrecciarsi, in proporzione della loro gravità, specialmente se si tratta di effetti che debbono durare o prevalere a lungo termine.
L’idea di responsabilità, in tal senso, dunque, mette in luce l’essenziale dimensione interpersonale, o dialogale, dell’esperienza etica: in essa si espri­me la convinzione che l'individuo è certamente libero, ma è in pari tempo tenuto a rispondere delle proprie azioni/decisioni/omissioni (in poche parole, delle sue individuali scelte) a qualcuno.
Meditate, gente, meditate.
Cordialmente.
Gaspare Fardella

14 febbraio 2018

F.I.S. - A.I.M.S. e A.N.S.: dividi et impera


Getta e mescola, salta e grida, dividit et impera. Regolamento attuativo SNAQ: ma che sta succedendo?
Era il demiurgo, colui che dall’alto pensava e agiva sugli uomini, muovendoli, agitandoli, mescolandoli, mandandoli di qua e di la, facendo e disfando continuamente. Sì è vero mi sono preso una certa libertà per definire “il demiurgo”, ma l’ho fatto in buona fede, perché non trovavo altre definizioni per descrivere quanto sta accadendo presso la Federscherma italiana.
A cosa mi riferisco? Ma scusate, non avete visto il nuovo Regolamento Attuativo SNAQ sulla Scuola Magistrale, che come recita in prima pagina, è la “Versione scaturita dalla riunione del 21/11/2017”? http://www.federscherma.it/homepage/vita-federale/studi-e-formazione/18326-regolamento-attuativo-scuola-magistrale-2/file.html
Molti di voi avranno seguito la grande guerra scatenata dall’istituzione dei primi esami magistrali di scherma https://piazzadellascherma.blogspot.it/2017/06/  a opera della FIS e dell’AIMS con l’esclusione dell’Accademia Nazionale di Scherma di Napoli.
Un evento che tanto ha fatto parlare e anche irritare al di qua e al di la della pedana, il cui ultimo articolo relativo ai rapporti FIS VS ANS, è del 19 novembre 2017 “Le verità parallele” https://piazzadellascherma.blogspot.it/2017/11/le-verita-parallele-della-fis-3-parte.html, non a caso il 21 il consiglio evidentemente a causa di quanto scritto e pubblicato, tanto da ritenere doveroso riunirsi e concepire alcune azioni a questo inerente, vediamole.
Con il nuovo regolamento viene istituito il Comitato Operativo della Scuola Magistrale, nel quale, fra i tanti compare il Presidente dell’ANS, e così, fra le “Strutture interessate” (intese come strutture sociali) il ruolo dell’ANS è il seguente: “Collabora, nell’ambito del Comitato Operativo, al coordinamento delle verifiche delle competenze ed abilità acquisite dai candidati”, definizione generica e onnicomprensiva. Di contro, l’AIMS è così abilitata a operare: “In ottemperanza a quanto previsto dalla Convenzione AIMS/FIS del 10/12/2010 collabora, nell’ambito del Comitato Operativo, alla stesura dei programmi dei diversi corsi e potrà esserne delegata all’organizzazione, così come ad eventuali forme di supporto da un punto di vista operativo. Potrà accreditarsi per l’indizione di corsi per la “formazione permanente”. Potrà, inoltre, essere incaricata dalla FIS della gestione di ogni altra attività inerente alla formazione dei Tecnici”.
Nulla da eccepire e attendiamo che l’ANS dica la sua in merito, anche se pare di capire che mentre prima l’ANS era l’organo che rilasciava i diplomi e quindi era preposta a garantire la qualità dell’insegnamento, adesso, pare sia solo una collaboratrice, nemmeno tanto indispensabile, in quanto coordina e verifica, in una sola parola, sorveglia e sovrintende le competenze dei candidati aspiranti al titolo di istruttore/maestro di scherma.
Ci sembra pertanto che il rientro “dalla finestra” dell’ANS negli organi formativi magistrali, accanto ad altre istituzioni quali, Scuola dello Sport del CONI, Comitati Regionali, Società schermistiche e Tutors, ognuna per i ruoli di riferimento, sia una novità, e benché non sembra sia indicato un ruolo operativo chiaro per l’ANS, pensiamo sia un passo avanti verso una sorta di disgelo. Però viene da pensare che sia solo pura, anzi purissima tecnica politica, quella che prima fa dividere, per mostrare chi comanda e poi con magnanima benevolenza cerca di mettere pace per poter dirigere secondo le proprie idee.
Gli attriti tra FIS e ANS comunque sembrerebbe impossibile ripararli in breve tempo con rimpatriate innaffiate da vino e da tarallucci perché dalle voci di corridoio parrebbe che per sanare il tutto sia necessario far rotolare qualche testa per terra dopo averla recisa dal corpo, possibilmente in pubblica piazza. Certo meglio sarebbe ricucire gli strappi e far filare tutto liscio come dovrebbe, ma ci sono responsabilità e azioni compiute alle quali porre riparazione al più presto.
Questo “Regolamento attuativo SNAQ” però, a valle della grande guerra istituzionale, disorienta non poco e i candidati che fino a ora si sono diplomati, in assenza del Regolamento citato, come si pongono? E i futuri? E le relazioni fra i due? Maestri/istruttori di serie A e B, saranno definiti quelli ante grandeguerra e post grandeguerra? Così come quelli vecchio ordinamento e nuovo ordinamento, le cui differenze praticamente a detta di moltissimi docenti erano inesistenti? Stessa cosa ci diciamo della differenza che intercorre fra istruttore di secondo e terzo livello, i quali possono essere tutor solo dei livelli inferiori (quello di secondo può fare il tutor degli aspiranti del primo, ma non quelli del secondo, mentre quelli di terzo livello, possono fare i tutor di quelli di primo, secondo e terzo, ma la disparità non si riesce a capire).
Considerazione conclusiva. Visto che il Regolamento attuativo è oramai vigente, ci chiediamo come mai non siano stati interpellati tutti i referenti delle categorie menzionate, ma solo alcune (AIMS e SdS). E visto che esisterà un albo dei Tutor così come delle Società schermistiche come sedi di attività di affiancamento, supporto e tirocinio ai candidati da parte dei Tutor, che saranno denominate “Centro federale accreditato per la formazione dei Tecnici di scherma”, ebbene non sarebbe stato più consono istituire per prima cosa gli albi e gli elenchi delle società accreditate, ecc… per poi avviare una discussione coinvolgendo i vari protagonisti del progetto SNAQ e redigere assieme il Regolamento in maniera condivisa? Di questo a tutela e vantaggio delle varie categorie, società sportive e istituzioni, cosicché la FIS avrebbe potuto essere la Federazione pilota nel territorio e nella scherma per la formazione della sua classe magistrale, così da essere di esempio per tutti.
Invece è stato scelto legittimamente uno stile diverso, che accetto ma non condivido, in quanto vediamo operare una dirigenza federale che da sempre aspirava a coinvolgere la fantomatica “base”, fra cui anche il sottoscritto, che molto, ma molto modestamente si trova in fondissimo, anzi vicinissimo alle fondazioni della grande piramide della scherma italiana.
Sento, ma non sono il solo, che è tutto confuso, mescolato e poco chiaro, in mano a pochi e non si sa se l’obiettivo finale sia conservare il potere o favorire la scherma, che invece ne ha tanto bisogno.

Fabrizio Orsini

11 febbraio 2018

QATAR, GIOVANI E SCHERMA. ENIGMI E QUESITI

L’11 dicembre 2017 il presidente federale Giorgio Scarso è andato in Qatar per firmare un accordo trilaterale per allenamenti collegiali tra Federazione Italiana Scherma, Federazione Scherma del Qatar e Aspire Academy, una realtà qatarina gestita da Ivan Bravo, dove insegna da qualche tempo anche il m° Massimo Omeri. Ma i quesiti e gli enigmi attorno a questa singolare iniziativa non sono pochi, vediamoli.
L’accordo http://www.federscherma.it/homepage/media/news/14-news/top-news/28824-sottoscritto -a-doha-l-accordo-di-collaborazione-tra-la-federscherma-italiana-l-aspire-accademy-e-la-federazione-schermistica-del-qatar.html ) prevede svariate iniziative di allenamento fra atleti italiani e qatarini, con scambi fra maestri della penisola italiana e quelli del Golfo Persico.
Sarebbe una grande iniziativa considerato che la FIS è la più importante federazione schermistica del mondo; ma a chi giova il progetto? Più che uno scambio è uno stage a senso unico, ma va pur bene così. All’accordo è seguita l’azione che si può notare in un video promozionale che la FIS ha pubblicato sulla propria pagina facebook il giorno 1° febbraio 2018, dove si conoscono i seguenti dettagli:
“i 6 vincitori del Gran Prix Kinder Sport e i 6 vincitori del GPG, voleranno in Qatar per un allenamento collegiale nello spirito della joy of moving”.
Innanzitutto va detto che le gare di GPG come quelle del GPKS sono 28, ma restano segrete le armi e le categorie scelte per il viaggio di allenamento.
Facciamo allora delle supposizioni. Delle 28 armi del GPG, ne vanno selezionate 6, cosicché, per una certa tendenza orientale direi di eliminare le 14 armi femminili. Delle rimanenti credo si debbano salvare solo le due categorie di Allievi e Ragazzi, nelle tre armi, così da ottenere il magico numero di 6, il quale unito ai singoli vincitori del GPKS nelle medesime categorie, raggiungiamo la corretta cifra di 12 atleti destinati a Doha, sempre che nessuno vinca entrambe le gare, allorquando si dovrà coinvolgere probabilmente anche i secondi e i terzi classificati, complicando così un po’ le cose.
Alcune considerazioni. Non si conosce il periodo, ma supponiamo possa essere giugno o luglio, mesi di estremo caldo, che nel deserto qatarino raggiungerà temperature intorno ai 45°C. Va anche detto che ogni più piccolo anfratto del luogo sarà ben climatizzato, per cui no problem, ma occhio agli sbalzi di temperatura.
A questi dodici apostoli della scherma giovanile italiana sarà aggiunto come si conviene un capo delegazione e dovendo fare uno scambio tecnico, forse andrà qualche maestro. Anche per queste figure non sappiamo né criteri né dettagli: saranno i maestri dei ragazzi? O i maestri della nazionale? Saranno tre o sei, o dodici? E se il maestro di uno di questi, sarà una donna? Siamo primi anche in questo, non dimentichiamolo e ci dovremo confrontare con le ristrettezze in un paese dalle chiare prescrizioni morali di stampo islamico, che spesso mettono in crisi l’occidente che ha limiti ben più larghi del Qatar. La FIS dovrà per forza di cose adeguarsi o porre inevitabilmente chiare regole che invece rispettino la nostra morale? Il problema si pone e prima o poi andrà risolto, in quanto i loro diritti sono legittimi quanto i nostri. Quindi con ogni probabilità ne beneficeranno solo gli atleti e i maestri maschi e, dato il livello schermistico, risulteranno avvantaggiati principalmente quelli qatarini. Ci pare ingiusto  al punto che ci chiediamo cosa faranno le 6+6 ragazze italiane. Saranno premiate con allenamenti con altri atleti di valore di altra nazione? Americane? Russe?
A questo punto ci domandiamo ancora come saranno gestite le spese. Viaggio, albergo, saranno coperti dalla FIS o dalla Federazione del Qatar? E i genitori degli atleti potranno andare con i rispettivi figli? È contemplata la figura dei genitori accompagnatori? Se sì, in quale numero e con quali spese? Ricordiamo che stiamo parlando di minorenni. Infine sorge una domanda sibillina, quanto legittima, ma senza vena polemica: il presidente viaggerà con i ragazzi italiani per consolidare giustamente le proprie ambizioni internazionali, oppure no?
Così le domande sono molte e gli enigmi cui rispondere altrettanti. Certo è che potremmo essere piacevolmente colpiti dal fatto che si prendano iniziative per i giovani schermitori italiani volte ad allenamenti collegiali internazionali, benché ci è lecito immaginare quanti altri accordi siano stati firmati con altrettante federazioni straniere, che diversamente non hanno mai raggiunto i livelli di questa esperienza in Qatar. Se sì, perché? Mancano soldi? Risorse?
Ci preme suggerire un’alternativa, ovvero se durante le gare della nazionale maggiore non si possa portare di volta in volta qualche atleta italiano giovane e meritevole così da fargli fare stages mirati presso le federazioni straniere che hanno sottoscritto per l’appunto simili iniziative, ma non hanno ancora beneficiato di tale privilegio, magari risparmiando qualcosa da qualche parte. Questo stimolerebbe la continuità sportiva di livello in uno sport che in Italia dovrebbe avere il doppio degli iscritti, ma ancora fa fatica a mantenere gli attuali numeri nelle palestre dello stivale.
Chi farà seguito a questa compagine federale dovrà certamente tenere conto di molto di quanto detto e coinvolgere il maggior numero di società italiane per creare il vero ponte sportivo che la scherma italiana può gettare con qualsiasi federazione del pianeta, ma che fino a ora è stato fatto in misura inspiegabilmente limitata.
Non ci rimane altro da dire se non: inshallah!
Fabrizio ORSINI

02 febbraio 2018

ARROGANZA, MALELINGUE E CONVOCAZIONI

Era da molto tempo che non frequentavo un campo gara e l’occasione me l’ha fornita il campionato italiano a squadre di spada femminile di serie “C”. L’evento si è svolto nei padiglioni di Umbria fiere di Assisi nei giorni 27 e 28 gennaio 2018: certamente grandi spazi ma al tempo stesso la solita confusione tra pubblico e area pedane. Il padiglione, come ovvio, era sprovvisto di tribune.
Comunque non è di questo che voglio parlarvi bensì del fatto che pur essendo ormai, e piacevolmente, fuori dai meccanismi gestionali della F.I.S., sono stato oggetto, con mia sorpresa, di attenzione da parte di alcuni dirigenti di club. Da questi ho ricevuto sfoghi significativi che, in questo caso, riguardavano soprattutto l’asserita arroganza e mala educazione di dirigenti di organi periferici, i quali, secondo quanto riferito, riterrebbero che la carica rivestita gli attribuisca il potere di discriminazione in basse al sesso nonché il diritto assoluto di giudicare dell’affidabilità di soggetti che, per istruzione cultura, professione e spirito di servizio, meriterebbero ben altra attenzione. A costoro, mi permetto di ribadire, che la carica rivestita deve essere intesa come una attività di servizio a favore degli affiliati e tesserati e non come l’assunzione di un potere per giudicare e decidere, motu proprio, sui progetti e sugli impegni che questi hanno assunto o intendono assumere. 

Tra gli altri argomenti di cui si è parlato uno in particolare è stato affrontato con maggiore decisione e riguardava il settore tecnico, specificatamente la spada e la sua gestione da parte del CT. Dalle discussioni emergeva che, ancora una volta, le convocazioni non risponderebbero ad un criterio obiettivo.
Le male lingue sostengono che qualche volta la convocazione risponda più ad un criterio soggettivo che all’obiettività dei risultati posto che, nonostante i risultati discutibili, per qualche atleta la convocazione sarebbe arrivata comunque.
Inoltre, sempre secondo i miei interlocutori, il CT sarebbe pronto ad inserire in squadra (assoluta) un suo postero non appena uno dei big gliene fornisse l’occasione. In tale ottica, sembrerebbe che per sostituire PIZZO (infortunatosi) per una gara a squadre avesse intenzione di procedere con il suo obiettivo, frenato in ciò dagli altri componenti il team i quali avrebbero gradito l’inserimento di altro atleta. Sempre secondo gli astanti, ci sarebbe stato l’intervento diretto del Presidente, il quale avrebbe fatto convocare un altro spadista, quindi né quello del CT, né quello voluto dal resto della squadra.
Partendo anche da questi argomenti ho sempre affermato che due mandati siano più che sufficienti per fornire il proprio contributo alla crescita del movimento (https://youtu.be/6GhdH17ZDtk).
Finalmente è stata approvata la legge di riordino del CONI la quale stabilisce, inequivocabilmente, che non si potrà andare oltre i tre mandati, sia a livello nazionale che regionale e provinciale, ed ho il presentimento che gli attuali dirigenti, quando cadranno faranno molto rumore.
Inutile dire che sono stati fatti i nomi di tutti gli interessati e mi sono stati forniti dei dati incontrovertibili, che se necessario e nelle opportune sedi, metterò a disposizione di chi, avendone causa, me li chiederà.
Sulla base di quanto emerso nel parterre dell’Umbria fiere ne ho dedotto che rispetto al passato remoto nulla è cambiato, anzi il fenomeno si è amplificato.

Ezio RINALDI