22 giugno 2021

REDIMERSI? CHI DOVREBBE FARLO?



Fortunatamente ci sono ancora dei buon temponi in giro, i quali con il loro modo di fare ti aiutano a trascorrere dei momenti rilassanti. Infatti qualche giorno addietro, uno dei soliti anonimi mi ha posto delle domande: “dopo tante battaglie perse non credi di doverti ravvedere?” oppure: “Nei hai scritte tante e tante ne hai fatto scrivere, non ritieni opportuno fare ammenda e chiedere scusa?”. Mi chiedo: di cosa dovrei ravvedermi o chiedere scusa? Finora ho portato avanti le mie idee alla luce del sole, senza avere la pretesa di ritenere che fossero le migliori in assoluto, però sono le mie e me le tengo.

Ravvedersi significa  avvedersi dei propri errori e cercare di emendarsi, cioè correggersi e francamente non credo proprio di aver bisogno di ravvedermi: la mia libertà fisica, morale e intellettuale non ha necessitato,  e non ne avrà in futuro, di una liberazione da colpe. però vediamo in cosa e come dovrei procedere ad emendarmi.

In tutti questi anni, almeno negli ultimi 11, ho preso decisioni che mi hanno visto in posizione divergente da diversi soggetti, il primo dei quali l’ex presidente Scarso. Nulla di personale, pur se ne avrei di motivi anche in questo senso, semplicemente non ne ho condiviso la politica schermistica portata avanti. Egli ha vinto una elezione contro di me ed un’altra che mi ha visto sostenere nuovi candidati. Ne discende, quindi, che se le proprie idee si dimostrano perdenti in rapporto ad altre, esse vadano abbandonate. Questo mi è parso di capire dagli inviti rivoltomi.

Orbene, se accogliessi dette esortazioni significherebbe abiurare il mio credo, che non avrei fiducia nelle mie teorie, quindi sarebbe logico supporre che ogni mia azione non fosse finalizzata ad un interesse generale bensì a quello personale: francamente sarebbe come disconoscere se stessi e ciò non appartiene al mio essere.

Come dianzi affermavo, le mie idee appartengono a me e non hanno la pretesa di essere le migliori, ma lo sono solo per me.

Tutto il mondo schermistico è a conoscenza del fatto che nell’ultima tornata elettorale non ho avuto un ruolo attivo, quantomeno negli ultimi 6 mesi. Sono stato ritenuto fuori tempo e quindi fuori gioco. Ne ho preso atto e di malavoglia (perché negarlo?) sono stato messo da parte, salvo poi dimostrare che un nutrito gruppo di amici (quelli veri!) ha inteso appoggiare una mia idea che ha portato al palesamento di un certo consenso verso un candidato in particolare. Va detto, e in modo chiaro, che detto consenso è stato indirizzato anche verso il candidato alla Presidenza Michele MAFFEI, al Dr. Guido COSTAMAGNA ed al prof. Maestro di scherma Emilio BASILE: degli altri candidati mi è importato poco. Ciò è avvenuto con grande chiarezza e correttezza, cioè avevo annunciato quale sarebbe stato il mio comportamento. Non sono affatto pentito della scelta fatta.

Dunque, se le valutazioni fatte in occasione di tale elezione, peraltro non ero nemmeno presente in assemblea, debbano essere oggetto di ravvedimento rispedisco al mittente l’esortazione perché non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca, ovvero se ero superato e fuori gioco non si poteva pretendere un comportamento diverso da quello posto in essere: non ero più vincolato ad un gioco di squadra.

In conclusione, visti i risultati dell’assemblea non sarebbe il caso che altri si ravvedessero?

Ezio RINALDI

15 giugno 2021

LA MOGLIE DI CESARE

Dopo avere letto l’articolo titolato “Conflitto di interessi”, non posso che essere d’accordo con l’autore, Ezio RINALDI, e con il pensiero espresso su FB dal collega Riccardo BONSIGNORE, riproposto interamente sul Blog.
Entrambi, infatti, hanno ragione: Riccardo, a sostenere che non è giusto gettare la croce addosso su di Erica, che non ha alcuna responsabilità nelle scelte di suo padre; ed Ezio, nel cercare di far capire a qualcuno che, nel caso de quo, vi sono indubbi aspetti di Interessi conflittuali, che riguardano il CT, Andrea CIPRESSA, fortemente coinvolto sotto molti punti di vista ed anche emotivamente.
L’unico punto su cui dissento è a proposito dell’invito a porvi rimedio, implicitamente formulato dall’amico Ezio all’attuale governance federale.
Infatti, se si considera che ci sono già stati altri precedenti, del tutto simili, nella spada e nessuno ha mai fatto nulla e che questo CF, per come è stato formato, composto e costituito, altro non è che un doppione, un duplicato, una copia, una replica, una fotocopia, un clone, una ripetizione, una riproposizione identica a quello di prima, che non ha mai ravvisato l’immanenza del problema (mi permetto di ricordare che lo stesso Azzi, nel segno della continuità con la sua guida e mentore, Scarso, ha sempre negato la sua esistenza, definendolo un “falso problema”), sono assolutamente certo che nessuna soluzione verrà non solo mai attuata, ma altresì nemmeno cercata e che l’andazzo non cambierà; con la conseguenza che, in un futuro ormai prossimo, anche la sciabola vivrà questa ambigua e, a tratti, iniqua situazione.
Pertanto, cari Ezio e Riccardo, anche se sono stati da voi chiaramente illustrati i principali e basilari elementi che caratterizzano tale figura, nonché opportunamente ed esattamente segnalata l’assoluta mancanza di regole chiare, precise ed obiettive, tali da rendere inattaccabile o, quanto meno, poco criticabile e dunque comprensibile l’operato del CT (debole, debolissima, quasi risibile ed insensata appare la motivazione delle 5 stoccate: forse ci si dimentica che, da parecchi lustri, il regolamento è cambiato, ora per vincere una competizione a squadre non si sommano più i singoli assalti dei tiratori, ma si riportano le stoccate da un assalto all’altro, fino ad arrivare a 45, stante l’adozione della formula a staffetta), da un lato, e a qualcuno (intero CF, con i 2 attuali Presidenti) di uscire brillantemente dall’imbarazzo, dall’altro, penso che sarà sempre completamente inutile appellarsi a leggi, norme, statuti, sentenze, provvedimenti giudiziali e quant’altro (d’altronde, il caso ANS docet) per sollecitare una soluzione a chi non vede, non sente, non avverte, non percepisce ed, anzi, addirittura nega l’esistenza di posizioni conflittuali: nulla verrà mai cambiato da chi è attualmente al potere.
Io, allora, se permettete, porrei la ricerca della soluzione sotto un’altra e differente visuale, quella della STORIA, la quale è - come a tutti, o quasi, noto - “MAGISTRA VITAE”, e vorrei citare un famoso episodio, accaduto nella Roma antica, narrato da Svetonio e Plutarco.
Nel 61 a.C., Pompea Silla, seconda moglie di Giulio Cesare, fu protagonista di un clamoroso scandalo. Tra la notte del 4 e del 5 dicembre, si festeggiavano i riti in onore della “Dea Bona”, nella casa di Cesare, all’epoca Pontefice Massimo e Pretore. I riti erano officiati da sole donne e agli uomini era severamente vietato partecipare.
Publio Clodio, un patrizio appartenente all’importante e famosa famiglia Claudia (la gens Claudia era contrapposta alla gens Iulia, di cui faceva parte Cesare), agitatore politico intelligente e ambizioso, si era travestito da donna, esattamente da suonatrice, per entrare nella casa di Cesare, incontrare di nascosto Pompea ed amoreggiare con lei, la quale da tempo sembra avesse ceduto alle sue lusinghe.
Nel corso delle celebrazioni, l’amante venne scoperto da un’ancella e cacciato di casa dalla madre di Cesare; il giorno dopo, in tutta Roma non si parlava d'altro.
La violazione del rito, oltre ad essere una forte provocazione contro il costume religioso, screditò enormemente Pompea.
Quindi, Clodio venne trascinato in Tribunale e Cesare, per difendere la propria dignità, ripudiò Pompea, chiedendo il divorzio.
Al processo, però, egli dichiarò di non conoscere Clodio e di non sapere delle sue malefatte, ma che, comunque, lui e Pompea non erano amanti. Quando i giudici gli chiesero perché allora volesse divorziare, egli rispose: "Perché la moglie di Cesare deve essere al di sopra di ogni sospetto".
In poche parole, sua moglie non solo doveva essere onesta, ma doveva anche sembrarlo.
Il motivo per cui ho voluto ricordare tale celebre episodio, che riguarda dei celeberrimi personaggi, è, a mio avviso, abbastanza semplice e suggestivo: nulla meglio di questo rende perfettamente l’idea che chi occupa posti di rilievo, o svolge importanti ruoli che interessano un’intera collettività, al di là di leggi, regolamenti, norme e disposizioni varie, conflitti veri, presunti o solo potenziali, dovrebbe sentire da sé e dentro se stesso il peso della responsabilità a lui affidata; con la conseguenza che, quando si presentino fatti simili, in grado gettare pesanti ombre sull’operato di qualcuno, costui sia capace di alzarsi dai banchi, prendere la parola e dire ad alta voce: "Sono estraneo a qualsiasi rapporto dubbio, oscuro o poco chiaro; ciononostante, mi dimetto dal ruolo che occupo, perché questo non può essere macchiato nemmeno dal pur minimo sospetto".
Tuttavia, ho il fondato timore che ciò è e resterà un mero sogno o, peggio, una pura fantasia, perché non vedo nessun Giulio Cesare all’orizzonte, nemmeno un surrogato.
Meditate, gente, meditate.
Gaspare Fardella
P.S.: Dimenticavo, nel 2004, l’allora candidato alla Presidenza, maresciallo Scarso, percorreva la penisola in lungo e largo, proclamando a gran voce: “Farò della FIS un palazzo di vetro e trasparente, affinché tutti possano vedere cosa succede all’interno”.
Bene: dopo 17 lunghi anni, i vetri non sono stati nemmeno ordinati, la sanatoria non è stata neppure chiesta, la costruzione è ancora abusiva.
Gaspare FARDELLA

12 giugno 2021

CONFLITTO DI INTERESSI

Sulle convocazioni del CT Cipressa si è scatenato il putiferio. Tanti, tantissimi gli interventi sul web. Purtroppo devo rilevare che molti di essi hanno come bersaglio Erica Cipressa e francamente la cosa non mi piace proprio.

Sulla PIAZZA è stato stigmatizzato il metodo delle scelte, con motivazioni che non hanno riscontri nella storia della scherma, ma nessuna responsabilità può essere riportata a capo delle atlete scelte, ivi compresa Erica. Quindi non riesco a capire il linciaggio verso la ragazza: gli errori dei genitori non possono e non devono ricadere sui figli. Peraltro, Erica e le altre atlete, nella circostanza, sono l’ultimo anello di una catena decisionale, pertanto chi ha qualcosa da dire, e la PIAZZA ce l’ha, lo faccia facendo riferimento al CT e non alle/gli atlete/i. In tal senso plaudo a quanto scritto dall’avv. Bonsignore sulla sua pagina facebook, che riporto integralmente: “Caso Cipressa, il mio punto di vista. Che si discuta della opportunità della scelta del CT di convocare la figlia va bene. Che si discuta del conflitto d'interessi ci sta, e io stesso mi trovo in una posizione critica. Che Andrea Cipressa sia responsabile delle sue decisioni è indubbio. Che gli immensi poteri discrezionali dei CT vadano urgentemente rivisti e ancorati a parametri oggettivi è a dir poco necessario. Ma una cosa ritengo del tutto inaccettabile: che si dia addosso a Erica Cipressa, che in tutta questa vicenda non ha alcuna responsabilità e che si sta trovando al centro di attacchi personali, a volte pesanti, assolutamente ingiusti e ingiustificati. La ragazza, atleta della nostra nazionale, va rispettata, protetta e va lasciata tranquilla e chi oggi la attacca personalmente attribuendole colpe (eventuali) che non sono sue (sicuramente) non si sta comportando correttamente. A Erica Cipressa la mia più totale solidarietà sia come collega schermitore e sia personale. Perché prima che schermitori siamo esseri umani.”

A tale commento, che condivido totalmente, non c’è null’altro da aggiungere, vorrei solo ricordare che in mancanza di precise regole vi è la discrezionalità di chi decide: l’errore è proprio questo! La PIAZZA continuerà ad esprimere il proprio pensiero, nella presunzione di fornire un contributo costruttivo al miglioramento del sistema. Mi rendo conto che gli articoli del Blog sono spessissimo borderline ma è una scelta consapevole poiché ai sordi bisogna urlare.

Sono certo che Erica si allenerà come sempre per raggiungere il massimo obiettivo e noi glielo auguriamo di cuore.

Torniamo al Conflitto di interessi. Cosa è esattamente? Il conflitto di interessi indica una condizione in cui un soggetto al quale viene affidata una forte responsabilità decisionale è al tempo stesso titolare di interessi, siano essi di natura personale o professionale, che rischiano di compromettere l'imparzialità che invece lo stesso è tenuto a garantire.

Questa descrizione evidenzia che il conflitto di interessi è un rischio che si verifica quando si presenta una certa condizione, e che non c’entra nulla con l’onestà o meno del soggetto a cui tale conflitto venga contestato.

Nel caso di specie si è verificata una situazione analoga a quella di un concorso pubblico dove c’è un solo ultimo posto disponibile, e dove l’esaminatore è il genitore di uno dei candidati.

In nessun posto del mondo fuorché in Sudamerica una cosa del genere sarebbe accettata.

Abbiamo già scritto quale interesse possa coinvolgere il CT, credo, però, che una semplificazione con cifre alla mano possa rendere meglio il concetto ed è per questo che ci vogliono regole chiare che non prestino il fianco ad interpretazioni soggettive.

PREMI AGLI ATLETI VINCITORI DI MEDAGLIE ALLE OLIMPIADI

INDIVIDUALE

ORO

  150.000,00 €

ARGENTO

    75.000,00 €

BRONZO

    50.000,00 €

SQUADRE

ORO

  150.000,00 €

AD ATLETA

ARGENTO

    75.000,00 €

AD ATLETA

BRONZO

    50.000,00 €

AD ATLETA

CLUB OLIMPICO

ORO

       1.800,00 €

AL MESE PER TRE ANNI

ARGENTO

       1.200,00 €

AL MESE PER TRE ANNI

BRONZO

       1.000,00 €

AL MESE PER TRE ANNI

PREMIO FIE

ORO

    30.000,00 € (*)

ARGENTO

    20.000,00 € (*)

BRONZO

    10.000,00 € (*)

PREMI PER I MAESTRI DEGLI ATLETI VINCITORI DI MEDAGLIA OLIMPICA

 

ORO

    10.000,00 €

ARGENTO

?

BRONZO

?

I PREMI SI RIFERISCONO ALLE OLIMPIADI DI RIO

(*) da verificare.

Ezio RINALDI

 

07 giugno 2021

CIPRESSA: convocazioni e conflitti di interesse.

Andrea CIPRESSA - CT del fioretto
Fino ad oggi del settore tecnico mi sono occupato principalmente della spada, recenti fatti mi portano a parlare del fioretto e di CIPRESSA, CT dell’arma.

Fanno discutere le scelte effettuate dal CT del fioretto, il quale, durante il ritiro collegiale a Tirrenia, ha convocato le atlete Camilla Mancini, Francesca Palumbo ed Erica Cipressa, a cui ha comunicato la sua proposta di convocazione della squadra di fioretto femminile per le olimpiadi. Sembra che il CT, a giustificazione della scelta di Erica CIPRESSA (sua figlia), quale quarta componente del team (riserva), abbia affermato che quest’ultima gli darebbe più garanzie di affidabilità negli assalti a 5 stoccate.

Naturalmente, le due escluse (Palumbo-Mancini) hanno esposto la questione alle loro rispettive società: l’Aeronatica Militare, per la Palumbo, e le Fiamme Gialle, per la Mancini; queste si sono immediatamente attivate per una dettagliata analisi sui risultati delle atlete nell’ultimo quadriennio, la quale, sinteticamente, è risultata la seguente:

1.    Camilla MANCINI ha partecipato a 2 Campionati del Mondo e 2 Campionati Europei, ha conquistato l’ORO ai Campionati del Mondo a Squadre e risulta al 26° posto del Ranking GP FIE;

2.    Francesca PALUMBO ha partecipato ad 1 Campionato del Mondo ed 1 Campionato Europeo, ha conquistato l’ARGENTO ai Campionati del Mondo a squadre e risulta al 19° posto del Ranking GP FIE

3.    Erica CIPRESSA non ha mai partecipato a Campionati del Mondo ed Europei e risulta al 27° posto del Ranking GP FIE.

E’evidente che mentre le due Frascatane hanno esperienze maggiori, e anche di successo, a competizioni di natura simile alle Olimpiadi, la Veneta non ha mai ottenuto nessuna convocazione a simili manifestazioni ed ha una posizione nel ranking GP FIE inferiore a quella delle altre 2 atlete.

Il ranking mondiale dimostra che anche nelle prove di coppa del mondo CIPRESSA (Fiamme Oro come il CT) ha ottenuto un minor numero di risultati. Peraltro, durante questo terribile periodo, dovuto al Covid19, l’unico momento in cui si sarebbe potuta svolgere una attenta ed oggettiva verifica, prima delle Olimpiadi, sullo stato di forma delle atlete, sarebbe stato in occasione ai Campionati Italiani Assoluti, in programma a Cassino dal 26 al 30 maggio 2021, competizione che però è stata esclusa per la imbarazzante ed intempestiva comunicazione del Commissario Tecnico, fatta a Tirrenia il 10 maggio 2021.

A questo punto non si comprende quali siano stati i dati ed i criteri oggettivi a mente dei quali l’atleta CIRESSA possa ritenersi meritevole della scelta, anche in considerazione che il curriculum (risultati) della stessa sono certamente inferiori alle due Frascatane.

Il caso è stato sottoposto all’attenzione del Presidente federale Paolo AZZI e del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega allo sport Valentina Vezzali ed al CONI.

Alla luce di tutto ciò, consequenziali appaiono talune considerazioni, principalmente:

a.      L’atleta CIPRESSA è tesserata per il Gruppo Sportivo Fiamme Oro, come il CT;

b.      È figlia del CT Andrea CIPRESSA;

c.      Il Commissario è chiaramente in una condizione di conflitto di interesse;

d.      Il sottosegretario di Stato Valentina VEZZALI è tutt’ora tesserata per il Gruppo Sportivo Fiamme Oro.

ANDREOTTI, grande politico e statista, sovente ripeteva: “A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”, ed in questo caso è di tutta evidenza che, anche volendosi sforzare a non pensar male, il peccato prende il nettamente sopravvento!

In buona sostanza, il Presidente Federale non sconfesserà il CT e tutto rimarrà secondo le decisioni adottate, che sono figlie delle scelte assembleari.

I lettori potranno verificare, nelle tabelle sottostanti, i numeri relativi alle precitate atlete e avere certezza delle scelte, se non proprio nepotiste (il CT) e clientelari (il CF), quanto meno poco libere e/o trasparenti.

Inoltre, è da aggiungere che - a quanto parre - le solite indiscrezioni riferirebbero che il solo consigliere in quota atleti si sia espresso a favore delle Frascatane, ma che nell’occasione non ha avuto alcun supporto da parte dell’altro consigliere laziale.

POSIZIONE NEL RANKING ATTUALE

Cipressa: 27°

Mancini: 26°

Palumbo: 19°

TABELLA RISULTATI INDIVIDUALI



Ezio RINALDI


02 giugno 2021

LA CONVENZIONE: è ancora utile?

Dr. Pasquale LA RAGIONE
E’ la prima volta che decido di fare due passi in “Piazza”, mi ci sono sempre affacciato, ma senza mai scendervi; l’altro giorno ho visto la proposta del maestro Sperlinga e, considerato che da atleta mi nutrivo di pane e convenzione, capirete il perché del mio interessamento.

Che soddisfazione mi dava vedere l’avversario franarmi addosso infilato dalla mia finta in tempo (finta di cavazione in tempo e cavazione, come contraria al suo controtempo). Mi direte “roba d’altri tempi”! Si, certo è cosí, qui peró, non si tratta né di nostalgia né di fare recriminazioni sul progressivo massacro della convenzione schermistica.

Quel che è certo è che tutto cambia, non sempre in meglio (vedi il clima, ad esempio) ma se è impossibile tornare indietro non è detto che non si possa intervenire per “aggiustare” il cambiamento.

Per molti sport, dove la tecnica aveva/ha un peso determinante, il cambiamento è stato “imposto” dall’allargamento della platea dei partecipanti i quali, non potendo competere con chi tecnicamente era superiore hanno dovuto far appello ad altre qualità, in genere fisiche, per superare il gap tecnico.

Quando i paesi dell’Africa hanno cominciato a giocare a calcio con le squadre europee non potevano certo competere in palleggio o dribbling, cosi hanno cominciato a correre e correndo molto, ma molto di più, hanno costretto gli altri ad adeguarsi.  Del resto è scontato che sia molto più semplice e veloce migliorare le proprie prestazioni fisiche che non acquisire quelle tecniche.

Nella scherma questo cambiamento ha avuto inizio in situazioni un po’ diverse.  Le nazioni che per prime hanno introdotto il professionismo di stato hanno potuto lavorare con i loro atleti anche su una preparazione fisica molto accurata, che, a parità di capacità tecniche, dava loro una maggiore continuità di rendimento. Poi un po’ alla volta tutti si sono adeguati e la prestazione fisica ha preso via, via il sopravvento. Quindi ci siamo ritrovati con un modo di tirare sempre più fisico e sempre più veloce fino al punto in cui, oggettivamente, è diventato sempre più difficile giudicare le stoccate; cosi, per dare una mano a chi toccava l’arduo compito, si sono cercate varie soluzioni che, gradualmente, hanno sacrificato tutto il sacrificabile e stravolto la convenzione, ma senza il coraggio di scriverlo! Chi attacca??  Chi parte per primo…con le gambe, meglio se anche con il braccio, e se la punta è per aria va bene lo stesso. Chi para ha diritto alla risposta??  Si, ma con i tempi che corrono, anzi con il tempo che scorre, devi farlo immediatamente prima che l’apparecchio ti chiuda il circuito e se nel frattempo la rimessa è arrivata prima ti becchi la stoccata.

Ma, se abbiamo detto che non è possibile tornare indietro, allora dobbiamo trovare qualcosa che migliori il presente/futuro. E qui che il coraggio diventa necessario: Aboliamo la convenzione!!!

Reintroduciamo la sciabola da terreno, senza convenzione come la spada, come propone Sperlinga.  Ad onor del vero, questa proposta, già da tempo e con grande convinzione, é stata portata avanti anche da Giovanni Rapisardi che, tra l’atro ha anche organizzato dei tornei sperimentali.

Personalmente non ho alcun dubbio che la “Sciabola” ne guadagnerebbe diventando più comprensibile e spettacolare. Sembra persino una facile previsione considerando la situazione attuale. Ma, parer mio, c’è qualcosa di più che può convincerci che questa sia una soluzione percorribile.

Ricordate com’era la spada una volta, quella che spesso era difficile da dirigere, dovendo vincere la noia e la sonnolenza di certi assalti.   Oggi invece è diventata l’arma più spettacolare. Eppure allora non c’era la convenzione come non c’e adesso. Come spiegarne il cambiamento?

Il motivo è lo stesso che ha portato alla fine della convenzione nelle altre due armi. La sempre più accentuata prestazione fisica ha portato la spada a questa rivoluzione a tutto vantaggio dello spettacolo ed addirittura ad una rivalutazione della tecnica.

Resta irrisolto il problema del fioretto, cosa ne facciamo? Il fioretto senza convenzione non esiste, non è un’arma da duello cioè da terreno, quindi può continuare a vivere solo riportandolo rigidamente all’interno della convenzione. E’ possibile? E poi, troveremo ancora chi si ricorda come si applica?

Pasquale LA RAGIONE

 

 

                                                        

01 giugno 2021

EVENTI E TELECRONACHE

Si sono conclusi i campionati italiani assoluti in quel di Cassino, che hanno visto il trionfo di SAMELE Luigi (Sc.M.); GREGORIO Rossella (SC.F.); VOLPI Alice (F.F.); GAROZZO Daniele (F.M.); RIZZI Giulia (Sp.F.); PIZZO Paolo (Sp.M.). Ai neo campioni italiani i complimenti della PIAZZA e l’auspicio di raggiungere successi sempre più prestigiosi.

L’organizzazione dei campionati è stata all’altezza dell’evento, un po’ meno la comunicazione e la promozione degli stessi, peraltro chi era presente sul luogo di gara ha avvertito un clima dimesso o forse poco entusiasmo. Una cosa è certa, l’Italia nazione culla della scherma continentale e mondiale, con i nostri atleti sempre tra i migliori al mondo, si propone per organizzare i mondiali 2023 a Milano. In tale quadro è stato costituito un Comitato promotore al cui vertice è stato designato lo spadista Marco FICHERA, argento a squadre alle olimpiadi di Rio 2016.

Il comitato promotore ha, tra le sue prerogative, il compito di organizzare e diffondere l’immagine e la conoscenza dell’evento, favorendone lo sviluppo. Dovrà, in buona sostanza, svolgere una attività di promozione anche commerciale.

Non credo che la struttura promotrice possa fare tutto da sola, avrà certamente bisogno del supporto federale. E qui mi sia consentito fare delle riflessioni, le quali non hanno alcun fine se non quello di esprimere una opinione che possa essere, scusate la presunzione, un piccolo contributo per cercare di migliorare il migliorabile.

Da anni si discute sempre del problema di come rendere la Scherma più appetibile per il pubblico, soprattutto quello da casa. E vado al dunque, sulla base delle dirette in streaming trasmesse da Cassino, senza dimenticare i precedenti.

A mio avviso si tratta di selezionare dei video cronisti di livello, non me ne voglia lo speaker, che apprezzo per il suo notevole impegno e la sua onnipresenza (dal Trofeo Kinder, fino ai campionati italiani assoluti), ma egli in tale cimento non è un professionista, conseguentemente, nonostante l’apprezzabile dedizione, e lo dico ritenendo di affermare una cosa corretta, la cronaca (spada femminile) è risultata poco coinvolgente ed i commenti abbastanza piatti. Peraltro il commentatore aveva (ha) una forte influenza dialettale (toscana).
E’ del tutto evidente che non si possa pretende di avere un Nando Martellini, ma almeno qualcuno con una dizione senza inflessioni dialettali e un po’ più coinvolgente.

Per i prossimi eventi in Italia, in ottica costruttiva, sommessamente, suggerirei alla FIS di rivolgersi a un professionista del settore, a cui potrebbe essere affiancato un valido maestro in grado di esprimere i contenuti tecnici (a tal riguardo molto meglio la partecipazione del c.t. Cuomo allo streaming di spada maschile, con interventi sempre puntuali)

Presentarsi bene davanti al pubblico e coinvolgerlo è un aspetto che non si può trascurare, soprattutto se ci si rivolge ad operatori commerciali che abbiano voglia di abbinare il loro marchio alla scherma.

Tutto ciò sarebbe un passo avanti nella pubblicità dell’evento schermistico e soprattutto potrebbe essere di notevole aiuto anche ad un comitato promotore che si prefigge di portare (organizzare) in Italia i mondiali del 2023.

La trasmissione in streaming è certamente una gran buona cosa, anche se dovremmo avere più spazio in Rai Sport, e in questo devo dire che la FIS negli ultimi anni ha fatto buoni progressi. Infatti, i campionati sono stati trasmessi e commentati dall’ente televisivo di Stato. Però il servizio pubblico è, giustamente, asettico mentre la scherma ha bisogno di una cronaca passionale, che penetri nei cuori dei telespettatori.

Tutto ciò, naturalmente è il mio pensiero, il quale deriva dalle esperienze maturate nell’arco di anni di scherma e di dirigenza. In buona sostanza vuole essere semplicemente un contributo migliorativo senza alcuna pretesa.

Ezio RINALDI