26 giugno 2017

CONI-FIS-AIMS-ANS: a chi compete il rilascio dei diplomi per Maestro?

L’articolo “Il nuovo corso per gli esami di tecnico” ha suscitato un confronto sul tema assai interessante e, finora, quasi 75 sono stati gli interventi, peraltro civilissimi ed autorevoli, a sostegno di una tesi o dell’altra. L’ articolo ha posto l’accento su due aspetti di particolare importanza: 1) la cancellazione di 150 anni di storia; 2) la validità dei diplomi ANS e FIS. Su tali argomenti le posizioni si sono rivelate, e non poteva essere altrimenti, diametralmente opposte: una a favore della FIS, un’altra a favore dell’Accademia.
Le opinioni non hanno tenuto conto di quanto prevede lo Statuto FIS. In un precedente mio scritto avevo palesato con chiarezza quale fosse la mia posizione, senza per questo avere la pretesa di essere nel giusto, quindi evitando il coinvolgimento sotto l’aspetto emotivo, voglio porre l’accento su quella che è oggi la realtà.
La FIS può, e direi deve, formare e diplomare i propri tecnici: lo fanno tutte le federazioni. Solo che queste procedono in rispetto delle loro stesse normative, mentre la FIS lo fa in barba alle proprie. Ormai ognuno difende le posizioni assunte e sarà difficile fargliele cambiare: a questo ci penserà chi di dovere (TAR – Procura etc.etc.). Però certamente saremo tutti d’accordo per il rispetto delle regole e domando a voi lettori, dell’una e dell’altra parte, siete sicuri che tali regole siano state rispettate? Un regolamento può essere modificato e lo può fare direttamente il Consiglio federale, ma uno statuto deve essere sottoposto all’approvazione dell’Assemblea e fintanto che ciò non si verifichi ogni provvedimento assunto in contrasto con esso è nullo. Mi spiego meglio: il vigente statuto, quello iscritto nel registro delle persone giuridiche dalla Prefettura di Roma, sancisce che “l’Accademia è riconosciuta dalla FIS al fine del rilascio dei diplomi magistrali” . Finché tale norma non viene riformulata/cambiata/abrogata essa rimane in vigore e sulla base di tale assunto la FIS, pur diplomando i propri tecnici, non può non riconoscere il diploma rilasciato dall’Accademia, soprattutto se l’iter formativo seguito dall’ANS sia conforme a quello FIS (SnAQ).
Quindi, al di là delle disquisizioni giuridiche, la realtà è che la FIS, pur potendo avere ragione (gliele voglio dare tutte) agisce in difformità (illegalità?) a quanto previsto dal suo stesso statuto. E’ possibile tutto questo? Lo si può accettare? Assolutamente NO! Dunque questo è, al momento il punto cruciale di tutta la discussione, e se non riconoscessimo questo semplice principio ogni dissertazione diventerebbe un semplice esercizio letterario e nemmeno tanto qualificante!

Ezio RINALDI

21 giugno 2017

IL NUOVO CORSO PER GLI ESAMI DI TECNICO DI SCHERMA.

Il 16 e 17 giugno a Roma, presso la palestra di scherma del Centro Sportivo Giulio Onesti si sono svolti gli esami indetti dalla federazione e la conseguente consegna dei diplomi di Istruttore di scherma di II e III livello, ovvero Istruttore Nazionale e Maestro di scherma.
Salta subito all’occhio il rilascio del diploma di Maestro di Scherma. Non è stato ancora chiarito se la FIS sia abilitata al conferimento del diploma, poiché al momento l’unico ente riconosciuto per la concessione del titolo è l’Accademia Nazionale di Scherma.
La cerimonia di attribuzione dei titoli ha visto schierati in prima fila, come in un grande evento, e non era mai avvenuto prima, tutti i protagonisti che hanno dato vita all’avvenimento: gli esponenti dell'Associazione Italiana Maestri di Scherma ed i rappresentanti della Federazione Italiana Scherma, che erano ben allineati per consegnare i diplomi ai partecipanti, i quali con tale atto venivano abilitati all'esercizio dell'insegnamento della scherma. Nulla da eccepire se non che permane il dubbio sul fatto che la federazione possa conferire il titolo di tecnico di scherma dato che tale potere non le è riconosciuto da alcuna disposizione normativa o regolamentare e che la tanto sbandierata ordinanza (e non sentenza come a torto si è detto) nulla dice a favore di tale possibilità.
Comunque un piccola curiosità mi viene in mente e cioè, nella considerazione che i migliori maestri formatori al mondo (per riconoscimento della stessa FIS) continuano ad essere estranei in questi esami e, ormai da anni, anche come docenti ai corsi, sarebbe apprezzabile conoscere il nuovo sistema di designazione degli esaminatori e dei docenti.
Ciò che la gente non sa, tanto meno i nuovi tecnici, è che qualche giorno fa era stato conferito un mandato ad un autorevole esponente dell’Accademia Nazionale di Scherma per una mediazione che potesse riaprire un dialogo finalizzato al ripristino di quella normalità per la quale i rapporti FIS/ANS erano improntati alla massima collaborazione e vicendevole riconoscimento.
Evidentemente tutto è fallito.
Non mi interessa sapere ora “il perché ed il per come” capisco solo che questa federazione ed i suoi più accaniti sostenitori hanno cancellato 150 anni di storia e di tradizioni e qui vale la pena ricordare che “chi vuol negare la propria storia non potrà costruire il proprio futuro”.
Per comprendere appieno il comportamento della FIS, bisogna interpretare l’azione che è stata portata a termine, come se si avesse fretta di chiudere e di inviare a qualcuno un messaggio del tipo “Intanto abbiamo diplomato i nostri maestri(!?!?!?) ed in futuro sarà la stessa cosa.“ Come a dire siete morti e sepolti. Un atto, nel contesto attuale, privo di lungimiranza politica, ma tant’è in Italia siamo abituati al fatto che chi comanda possa fare quel che crede senza preoccuparsi delle conseguenze. Lo fanno i nostri governati che così danno l’esempio di come si gestisce il potere. Nella storia della Federazione non era mai successo che si arrivasse a tanto.
Forse l’Accademia avrà commesso qualche torto, ma sarà stato talmente grave da causare tutto questo?. Le verità stanno sempre nel mezzo, quindi mi domando:” la FIS non ha colpe? Ha sempre agito in perfetta armonia con le norme? I recenti fatti riguardanti lo Statuto suggeriscono diversamente e la vicenda a questo proposito è ancora tutta da definire.
Ezio RINALDI

19 giugno 2017

CAMPIONATI EUROPEI TBLISI 2017

Panoramica notturna di Tblisi
Si sono chiusi gli Europei di scherma a Tblisi, in Georgia con un bottino di 11 medaglie azzurre.
Alcune di queste erano quasi del tutto annunciate, quella di Daniele Garozzo così come quella di Arianna Errigo. Inaspettato l’argento della sciabola di Rossella Gregorio così come l’oro della squadra di sciabola femminile. Paolo Pizzo argento nella spada ha certamente meritato, benché l’altissimo Borel non gli abbia dato alcuno scampo in finale, se non una manciata di stoccate di rimonta in un breve minuto di calo. La sciabola maschile ha visto il ventiduenne Curatoli (terzo accanto al georgiano Badzaze) fronteggiare un formidabile Szilagy che però ha conquistato solo (si fa per dire) l’argento, dietro il tedesco Hartung. E se le donne del fioretto sono volate letteralmente in finale vincendo, gli uomini non sono riusciti a scalfire i russi che poi hanno vinto l’oro, accontentandosi solo del bronzo, conquistato combattendo contro i tedeschi.
L’Italia continua ad essere nel continente Europeo la nazione chiave della scherma. Gli elogi o, se volete, i complimenti vanno ripartiti tra gli atleti, i maestri e le società, civili e militari.
Dall’anno 2005, i successi dell’Italia seguono un andamento medio alto in maniera costante, salvo qualche eccezione.
L’Italia, può dirsi fiera del valore dei propri atleti, maestri e società sportive, che con grandissima passione e spirito di sacrificio, raggiungono vette altissime di rendimento e risultati.
Nella analisi numerica potete ben costatare che l’Italia dal 2005 a Zalaerseg, fino a Tblisi, ha vinto  100 medaglie, una cifra considerevole ed al tempo stesso emblematica: 57 medaglie nel fioretto, 24 nella sciabola e 19 nella spada. E’da notare che prima di Tblisi, le migliori prestazioni sportive degli italiani siano state a Sheffield, Strasburgo e Montreux, negli anni precedenti le olimpiadi, tutte con dieci medaglie. Le 11 medaglie di Tblisi, in confronto alle altre edizioni, sembrano raggiunte come in un gioco da ragazzi con un trend sempre alto, che rispetto alla prova di Torùn del 2016, con 5 medaglie e le 4 di Izmir e le 3 di Legnano, mostrano una Italia come una squadra composta da extraterrestri.
Analizzando i dati nell’arco di 12 anni, si pone in evidenza il numero di medaglie del fioretto e stupisce che non sempre la prestazione a squadre segua quella individuale, salvo rare eccezioni. Infatti, il frutto del successo è dato dalle singole prestazioni individuali, poiché su 57 podi, 37 sono individuali e venti a squadre. Simmetrica prestazione, invece, per la sciabola, la quale delle 24 medaglie conquistate, 13 sono individuali e 11 a squadre. Quasi un pareggio, tenendo conto che quando gli sciabolatori andavano a podio nell’individuale, nella squadra non brillavano e viceversa. La spada purtroppo ha visto i peggiori blackout della sua storia. Le faticatissime 19 medaglie 1,6 per anno circa, mostrano un settore che fatica enormemente a crescere, nonostante i numeri dei suoi praticanti. Probabilmente a livello internazionale l’arma è livellata verso l’alto, conseguentemente la rendono difficile e competitiva. Il 2005 e il 2012 sono gli anni peggiori, con zero podi, un po’ più felici il 2009, 2010, 2011, 2013 e 2016 che hanno portato una sola medaglia, con i due picchi del 2008 e del 2014 che ne hanno portate tre, tutte le altre edizioni ne hanno avute due. E mentre la sciabola ha una media di 2 medaglie per anno, il fioretto ha una media stratosferica 4,75.
Peccato che le prove continentali corrispondenti all’anno olimpico, e quindi valide per le qualificazioni, siano state globalmente in maniera fatale sempre tra le più magre, con 6 medaglie: Kiev 2008, Legnano 2012 e Torùn 2016.
Il Presidente federale spesso dichiara che certi risultati siano il frutto di una oculata programmazione. L’unica programmazione che la FIS porta avanti è la partecipazione a tutte le gare di coppa del modo che per far crescere gli atleti va benissimo, non certo per sviluppare e far prosperare la base. Infatti il Progetto 3R per la sciabola non ha prodotto alcunché ed i CAF hanno seguito lo stesso trend.
Intanto, ai ragazzi, ai loro maestri ed alle società, militari e civili vada il ringraziamento del mondo sport e della scherma in particolare.
12 giugno
Fioretto Maschile
1° Garozzo D.; 2° Safin; 3°Avola; 10. Foconi (ITA), 21. Nista (ITA).
Sciabola Femminile
1^ Kakhiani (georgia):2^ Gregorio; 3^ Pusztai (Hun) Pascu (rom); 6. Gulotta (ITA);21. Vecchi (ITA); 25. Criscio (ITA).
13 giugno
Fioretto Femminile
1^ Errigo; 2^ Deriglazova; 3^ Volpi ; Batini (ITA); 23. Mancini (ITA)
Spada Maschile
1° Borel; 2° Pizzo; 3° Khodos – Novosjolov;11. Fichera (ITA), 51. Garozzo (ITA), 54. Santarelli (ITA).
14 giugno
Fioretto maschile a squadre
1^ Russia; 2^ Francia; 3^ Italia
Sciabola Femminile a squadre
1^ Italia; 2^ Russia; 3^ Francia.
15 giugno
Spada femminile
1^ Kolobova (Rus); 2^ Ndolo (Est); 3^ Szasz – Belaijeva; 9. Rizzi (ITA),18. Navarria (ITA), 20. Fiamingo (ITA), 23. Santuccio (ITA)
Sciabola maschile
1° Hartung (Ger); 2° Szilagy (Hun); 3° Curatoli – Bazdaze (Geo); 11. Samele (ITA), 20. Berrè (ITA), 38. Montano (ITA).
16 giugno
Fioretto femminile a squadre
1^ Italia; 2^ Germania; 3^ Ungheria
Spada maschile a squadre
1^ Russia; 2^ Ucraina; 3^ Rep. Ceka; Italia 7^
17 giugno
Spada Femminile a squadre
1^ Francia; 2^ Russia; 3^ Romania; 8^ Italia
Sciabola maschile a squadre
1^ Russia; 2^ Italia; 3^ Romania
Fabrizio ORSINI

18 giugno 2017

UN GRAVE LUTTO PER LA SCHERMA ITALIANA: è morto il Maestro Pier Luigi CHICCA.

Dopo una lunga malattia è venuto a mancare nella notte il maestro Pierluigi Chicca. 
Nato a Livorno il 22 dicembre 1937, è stato un eccellente sciabolatore vincitore di due medaglie d'argento ed una di bronzo ai giochi olimpici di Roma, Tokio e Città del Messico.
Cresciuto schermisticamente sotto la guida del Maestro Bela Balogh, ha fatto parte dello storico Circolo Scherma Fides di Livorno.
Nel 1969, terminata l'attività agonistica, ha iniziato la carriera di allenatore con la nazionale messicana nelle tre armi.
Da maestro, ha esportato la scherma azzurra e la sciabola in particolare in Paesi come l'Egitto, Messico, Spagna e Brasile. Proprio come Direttore tecnico ha seguito la Nazionale brasiliana fino ai Giochi Olimpici di Londra2012.
Fu Commissario tecnico anche della Nazionale azzurra di sciabola dopo i Giochi Olimpici di Sydney2000 sino a gennaio 2002.
Una perdita molto grave sotto l’aspetto tecnico, ma ancor più sotto quello umano. Egli è stato un ambasciatore della scherma italiana nel mondo.
Negli ultimi anni, è stato coordinatore di diversi corsi di formazione magistrale promossi dalla Federazione Italiana Scherma, durante i quali non ha mancato di trasmettere la sua grande passione e competenza ai giovani maestri italiani.
Alla famiglia giungano le più sentite condoglianze di Piazza della Scherma.

Ezio RINALDI

11 giugno 2017

FORMULE DI GARA E COMUNICAZIONI CONFUSE

Panorama di Gorizia
Stanno per avere termine i campionati italiani assoluti, i quali hanno detto molte cose tra cui il sistema di svolgimento delle gare. Non mi soffermo sul lato tecnico in quanto trattandosi di Campionati Italiani ritengo di non dover analizzare tale aspetto. Certamente la standardizzazione della formula di gara per i cadetti, giovani ed assoluti se da una parte si è rivelata estremamente positiva (tutti sanno cosa li aspetta e come comportarsi), dall’altra si potrebbe parlare di esasperata monotonia.
In passato, un po' a tutti i livelli, si tirava con gironi, eliminazione diretta e ripescaggi, formula che dava la possibilità agli atleti non solo di rimanere in gara più a lungo, ma con il ripescaggio avere la possibilità di rimediare a qualche défaillance.
Oggi vediamo che le competizioni sono strutturate per fare gironi e diretta, con formula di gara identica dai cadetti agli assoluti, con la conseguenza che gli atleti devono percorrere molti chilometri per raggiungere il luogo di gara per poi effettuare 5 o 6 assalti e tornarsene a casa.
Le gare si assomigliano talmente tanto che una vale l'altra, per cui, se si tratta di una gara regionale, potremmo dire che si risolve in giornata: non senza sforzo, in quanto generalmente le gare cominciano talmente presto che pare si debba andare a caccia, più che a scherma; invece se è di ordine interregionale o zonale, o peggio ancora nazionale, la faccenda si complica non poco.
Intanto gli orari, poiché le fatidiche ore 09,00 del mattino per chi stanzia a pochi km dal luogo di gara non sono un problema, ma per chi deve percorrere più di 2 ore di viaggio, non può far altro che pernottare dalla sera prima. Ovviamente lo sforzo lo si fa se il gioco vale la candela, cioè se la gara vale la pena di giocarla, e per quelli che si fanno 5-6 assalti e in taluni casi nemmeno la diretta, voi capite, che l'orizzonte rimane lontano, e le gare di livello nazionale viene voglia di non farle più. Si potrebbe obiettare che i numeri delle adesioni agonistiche siano in aumento, ma i conti si fanno guardando anche le potenziali adesioni ad ogni gara. Qualcuno ha anche lamentato che le competizioni siano così strutturate perché devono essere comode per chi le organizza, presto in pedana, presto si smonta, presto si pulisce, presto si va a casa, presto si incassa, gli arbitri hanno la giornata comoda, lo staff non si perde in lungaggini, cosicché la gara corta è comoda per tutti, tranne che per gli atleti, molti dei quali per la modica cifra di 20€ + le spese di viaggio tirano per una manciata di assalti e vanno a casa. Non era così anni addietro quando il computer non esisteva, ma era chiaro che la gara era un momento comprensivo di molteplici sfaccettature e garantiva il prezzo della trasferta (allora non si pagava per fare le gare).
Avrete certamente capito, che sarei più favorevole allo svolgimento di una gara che desse maggiori soddisfazioni all’atleta, agli accompagnatori ed ai genitori, non solo dal punto di vista risultato quanto da quello organizzativo e strutturale (formula di gara e tasso di ammissione alla fase finale determinato dal numero complessivo dei partecipanti alle fasi eliminatorie, uguale per tutti).
La situazione attuale non risponde appieno alle aspettative della base e se poi a ciò aggiungiamo anche la insufficiente chiarezza dei comunicati della FIS, il quadro diventa catastroficamente completo. A tal proposito riporto, sinteticamente, un commento, riferito all’articolo “TRASPARENZA” apparso proprio su questo blog:
Articolo 5 "Disposizioni Attività Agonistica 2017/2018 : Formula di gara per i Campionati Italiani assoluti, Giovani e Cadetti:
- un turno di 6 gironi da 6 o 7 tiratori senza eliminati.
La FIS ha emesso un comunicato con il quale informava che, causa un errore rispetto a quanto deciso dal CF lo scorso anno, ci sarebbe stata una percentuale di eliminati dopo i gironi. Poi si è corretta avvisando che, poiché gli atleti sono stati avvertiti tardi e per giunta sul luogo di gara, per questi campionati non si eliminava nessuno. Successivamente la Federazione ha reso pubbliche le Disposizioni per l’attività agonistica e si scopre che per il prossimo anno dopo i gironi non si elimina nessuno.
Il commento fa riferimento anche ad altre situazioni, ma è più che sufficiente quanto riportato nella sintesi per capire che ci sia un po’ di confusione. Ed ecco, allora l’esigenza di una vera e propria riforma impostata sulla chiarezza e sulle aspettative della base. Ma vorrà questa federazione tenerne conto? Sembra proprio di no.
Intanto manifesto la mia personale soddisfazione per il provvedimento del CIO di ammettere alle prossime olimpiadi di Tokio 2020 tutte le armi della scherma, eliminando così quello obbrobrio della turnazione delle gare a squadre.
Fabrizio ORSINI

06 giugno 2017

TRASPARENZA

Negli ultimi tempi sono stati richiesti ed eseguiti alcuni accessi agli atti presso enti sportivi e pubblici in virtù di anomalie riscontrate in certi provvedimenti da essi assunti, in particolare CONI/FIS e Prefettura di Roma. Tali iniziative hanno generato controversie e diatribe con detti enti, qualificando i richiedenti come guastatori della stabilità esistente. In realtà si è ben capito che chiunque abbia l’ardire di chiedere trasparenza, visionando atti o chiedendone copia, assume il titolo di disturbatore dello Status quo.
Credo sia giusto chiarire che gli affiliati e tesserati possono e devono esercitare il diritto/dovere di richiedere, di prendere visione ed, eventualmente, ottenere copia degli atti federali.
Non dobbiamo dimenticare che la Federazione è, prima di tutto, un’associazione privata, che è retta dalla regola fondamentale della democraticità della struttura associativa. Da questa regola discendono come corollari la trasparenza nella gestione dell'ente, la facoltà dei soci a partecipare alla vita associativa e l’uguaglianza dei diritti e dei doveri tra gli associati.
Per poter esercitare tali poteri , gli associati hanno diritto di conoscere tutti gli atti deliberati dagli organi associativi, con l’esclusione eccezionale di quelle parti che contengano decisioni riferibili unicamente ad uno o più associati determinati, coinvolgendone dati sensibili.
Ma ovviamente si tratta di ipotesi eccezionali che devono essere rigorosamente motivate per apparire plausibili.
In generale, sarebbe auspicabile che la federazione mettesse i tesserati e gli associati in condizione di non dover chiedere gli atti, ma li rendesse visibili sul sito, magari con accesso mediante password riservato agli utenti registrati.
Così facendo darebbe quell’impressione di trasparenza che attualmente, vuoi per il ritardo nelle risposte, vuoi per i cavilli che vengono frapposti, stenta a decollare.
Vale la pena ricordare che la trasparenza amministrativa consiste, nella sua accezione più ampia, nell’assicurare la massima circolazione possibile delle informazioni sia all’interno di un sistema amministrativo, sia fra questo ultimo ed il mondo esterno.
E la FIS, come tutte le federazioni sportive, quando opera nell’esercizio di funzioni pubblicistiche delegate dal CONI è soggetta all’applicazione della l. 241/90 sull’accesso agli atti.
In questi casi, quindi, anche soggetti non tesserati o affiliati potranno richiedere in visione o in copia atti federali, ovviamente in presenza di un interesse meritevole di tutela.
La materia, piuttosto ampia ed al tempo stesso semplice, ho dovuto sintetizzarla per ragioni di spazio, ma ho avvertito l’esigenza di esprime la mia opinione sulla tematica poiché sta, come dicevo prima, prendendo sempre più radice l’idea che chiunque abbia l’ardire di chiedere atti o di conoscere in forma più dettagliata l’attività federale, e per essa del Consiglio Direttivo, sia da considerare un destabilizzatore del governo in carica: considerazione fuorviante e bugiarda, rispedita al mittente.

Ezio RINALDI