30 luglio 2020

LA POLEMICA

Luca MAGNI
Negli ultimi anni, tanto si è scritto e fatto sui vari statuti: tanti gli articoli pubblicati sulla “piazza”, però l’argomento è particolarmente sentito tanto che non si perdono occasioni per tornarci su.
Pur condividendo su facebook tutti gli articoli pubblicati sul blog, non frequento con assiduità la piattaforma, talchè alcune notizie mi vengono segnalate affinchè siano trattate in maniera giornalisticamente (ma io non sono un giornalista) più ampia. In quest’ottica mi è stata indicata una sostenuta polemica sulla pagina facebook di Master Scherma tra L’avv. Luca Magni – Pesidente della Commissione Statuti e Regolamenti della FIS – e Marcello Scisciolo – dirigente di Banca e Vice presidente della Virtus Scherma di Bologna. Il motivo del contendere sono delle affermazioni che l’avv. pistoiese ha pubblicato sulla precitata pagina in merito al regolamento “Safeguarding policy” approvato recentemente dal Consiglio federale. Riporto di seguito gli interventi fatti dai due contendenti:
“Luca Magni:
Dopo lo Statuto e il codice etico, completato un altro importante lavoro. E altri sono in via di chiusura.
Marcello Scisciolo:
Caro Luca, è con grande stupore che leggo questa tua boutade, che rischia di fare disinformazione. Non dobbiamo dimenticare che lo statuto approvato dall’assemblea di Riccione:
1.   Non è MAI entrato in vigore;
2.   Il CONI Non lo ha mai trasmesso alla Prefettura di Roma;
3.   E’ stato bocciato dal Tribunale Federale e dalla Corte federale di Appello.
4.  E’ vero invece che il nuovo statuto è stato elaborato dal Commissario ad acta, che è intervenuto non solo sulla parte della formazione e dei rapporti con l’Accademia, ma anche su altre norme, come la disciplina del Grandi Elettori.
5.  Pur rispettando il lavoro della Commissione da te presieduta dobbiamo prendere atto che il lavoro prodotto, purtroppo, non ha dato i frutti sperati. Senza considerare i costi dell’assemblea che nelle occasioni precedenti è costata oltre 30 mila euro, le spese dei commissari per almeno 6 mila euro a cui vanno aggiunte una serie di spese di contorno (diarie, missioni, hotel ecc).
Marcello SCISCIOLO
Luca Magni:
Ti comunico che via social non cadrò in questo giochino. La politica, almeno secondo me, si fa in altre sedi e in altri modi, quindi questa sarà la prima e unica risposta in argomento. Perché quelli che contano sono i fatti e non gli annunci (pre)elettorali. Il commissario (basta comparare il testo licenziato a Riccione con quello rivisto dal CONI) ha fatto pochissime modifiche. Questo è il motivo per cui non cadrò in questa provocazione nata male perché contenente cose non vere. Per la cronaca una boutade è una battuta di spirito, e io quando parlo della federazione non sono mai spiritoso.
Dico e ripeto che non replicherò ad eventuali e ulteriori interventi di natura politica.
Marcello Scisciolo:
Caro Luca ho solo riportato i fatti, portando esempi concreti, come la mancata approvazione da parte del Tribunale federale oltre al mancato invio alla Prefettura dello statuto da parte del CONI. Questi sono i fatti! Tu scrivi invece laconicamente di cose non vere delle quali però non ne fai menzione. Prendo atto che evidentemente non hai sufficienti argomentazioni.
l’avv. PUGLISI Paola, che ha rappresentato i ricorrenti sullo statuto avanti il Tribunale e la corte di appello della FIS, interpellata sull’argomento, ha puntualizzato che:
il commissario ad Acta ha apportato alcune rilevanti modifiche allo statuto e precisamente:
 1.  la trasformazione della Scuola magistrale in scuola di formazione con la previsione dell'obbligo della fis di sottoporre i tecnici alla formazione permanente cosicché non potranno essere scritti alla lista tecnica i maestri non più in attività e il riconoscimento che il diploma magistrale per lo svolgimento di attività lavorativa (in qualunque veste) può essere conferito solo dall'accademia;
2.  la modifica degli statuti delle associazioni affiliate che non possono più contenere clausole che impediscano la partecipazione alle proprie assemblee ai non tesserati fis;
3. la composizione dell'assemblea con il doppio requisito di continuità e partecipazione all’attività federale, non più solo agonistica, e spalmato in un arco temporale superiore a quello precedente;
4. la fine del ruolo dei cd. grandi elettori sia nella convocazione delle assemblee che nel supporto alla candidatura dei consiglieri federali e regionali in quota atleti e tecnici;
5. la fissazione del numero dei rappresentati dei tecnici e degli atleti nella percentuale del 10% e 20% dei votanti, in modo che non possa più esserci un numero di  votanti superiore al dovuto;
6.  la previsione della decadenza dalle funzioni per motivi di incompatibilità diversi e ulteriori rispetto ai motivi economici ;
7.    l'obbligo di pubblicare anche il bilancio preventivo entro 15 giorni dalla sua approvazione ;
8.    l'abolizione della clausola arbitrale per motivi patrimoniali;
9.  l'abolizione della clausola arbitrale introdotta con l'assemblea del 19 maggio che cancellava la giustizia sportiva;
10.    l'inefficacia dello statuto se non approvato dalla Prefettura.".
Non voglio entrare più di tanto nella querelle però qualche rilievo mi sento di farlo:
a.   Quando si scende su una piazza o piattaforma o social che dir si voglia bisogna accettarne tutte le implicazioni, di merito, politiche, sociali etc. Politica la si fa dappertutto, anche al bagno e chi si cimenta in un qualsiasi ruolo attinente alla politica, e la nomina ad una carica lo è, deve saperne accettare le conseguenze. Poi ognuno è libero di esternare i propri convincimenti, idee e posizioni nel rispetto di quelle altrui;
b.  Non sono d’accordo con le affermazioni dell’avvocato Magni perché i fatti sono un’altra cosa e bisogna saperlo ammettere pur nel rispetto del proprio lavoro. Infatti sono convinto che l’avvocato ci abbia messo impegno ed anche tanto, però non vuol dire che sia stato fatto un lavoro perfetto, anzi direi il contrario altrimenti non si spiegherebbe la nomina di un commissario ad acta per rimettere a posto il documento approvato nell’assemblea di Riccione. E dalle precisazioni dell’avv. Paola Puglisi, si evince, senza ombra di dubbio, che le stesse siano da ritenersi modifiche importanti.
Credo anch’io che il mondo della scherma sappia valutare con appropriatezza quanto finora fatto.
c.  In un precedente articolo ho scritto che” finalmente abbiamo lo strumento che regolerà la vita futura del movimento schermistico”, considerate alcune indiscrezioni che circolano nell’ambiente, purtroppo ho la sensazione che sull’argomento sarà versato ancora un fiume di inchiostro.
Ezio RINALDI

27 luglio 2020

ELEZIONI FEDERALI 2020: come funzionano in base al Nuovo statuto.


Il Ministro per lo sport Spadafora ha presentato al governo le sue proposte per i decreti attuativi della Legge 8/2018, che qualora accolte porterebbero ad un rinnovamento radicale di tutte le cariche elettive centrali e periferiche. In tali proposte, oltre a prevedere due soli mandati per il Presidente del CONI e tre per i Presidenti di federazione, indica quale periodo ultimo per gli eventi elettivi marzo 2021, così come prevede la legge in vigore, smentendo di fatto la delibera del CONI, la quale indicava un lasso di tempo da settembre 2020 a ottobre 2021.
Orbene, al fine di acquisire i necessari meccanismi, cominciare a capire il sistema elettorale con il quale si andrà a votare è un esercizio non solo utile ma anche istruttivo.
Nel nuovo statuto, redatto dal Commissario ad acta ed approvato dal CONI,  gli articoli relativi alle elezioni sono cambiati rispetto alla versione del 2019. Vediamo come.
Alle votazioni del futuro Consiglio federale, l’Assemblea sarà così costituita da (Art.17 comma 3 lett. a. e b.):
Presidenti degli Affiliati aventi diritto al voto o da dirigenti da essi delegati
Gruppi sportivi militari
Rappresentanti dei Tecnici [10% aventi diritto (art.17 comma 3, lett. b)].
Questi ultimi due verranno eletti nelle Assemblee regionali prima dell’Assemblea elettorale nazionale per il rinnovo del Consiglio Federale.
A questi vanno aggiunte le società e ASD di cui all’art.17 comma 4.
La lista degli aventi diritto al voto sarà resa pubblica per tempo secondo la normativa (art.62 Nuovo Statuto Federale – NSF)
Il meccanismo elettorale ce lo spiega l’art.63 del NSF, per il quale il candidato presidente dovrà avere almeno 40 sostegni alla candidatura da parte di aventi diritto al voto, mentre per i consiglieri di almeno 20.
Facciamo quindi una simulazione di voto.
Se si andasse a votare oggi, le società sono 328 e i tesserati 21.244 (dati Federscherma al 24 luglio 2020).
Se supponiamo che le società aventi diritto al voto siano 300, il calcolo si svolge così:
300/0,7=428,57 arrotondato 429 (NB art.106 comma 1 del Regolamento Organico della FIS che attualmente è in corso di armonizzazione con il NSF).
Di questa cifra il 10% corrisponde al numero dei rappresentanti dei tecnici e il 20% agli atleti, da cui otteniamo i seguenti numeri: 43 tecnici e 86 atleti.
Il corpus votante totale sarà di 429 aventi diritto.
Per capire quanti saranno gli atleti da eleggere come rappresentanti di categoria per ogni Comitato Regionale, va fatto un ulteriore calcolo, ovvero si contano gli atleti aventi diritto al voto della regione e si dividono per il numero dei rappresentanti degli atleti, pertanto a titolo di esempio, se nella fantasiosa “regione Umbro-apulo-lucana” gli atleti aventi diritto sono 1530, il calcolo è il seguente:
1530/86=17,7 arrotondato a 18 (= rappresentanti atleti per regione).
I tecnici da eleggere invece saranno votati sempre in ogni singola regione, ma a loro volta potranno esprimere il loro voto solo per l’elezione per il Presidente e il Consiglio nazionale federale. I tecnici aventi diritto al voto e chiamati a eleggere i loro rappresentanti, potranno esprimere solo i 2/3 (due terzi) dei 43 candidati, cioè 29. (art. 63 comma 13 e 15).
Infine, ogni società potrà dare al massimo due sole deleghe (art. 17 comma 5 ter, NSF).
Al contrario i grandi elettori non potranno dare deleghe ad alcuno (art. 17 comma 6 NSF).
A titolo esemplificativo, la maggioranza assoluta minima secondo questa simulazione di voto è di 215.
Sulla base di quanto espresso dallo statuto, sembrerebbe che chi in passato abbia esercitato un ferreo controllo sulle scelte dei grandi elettori, nella prossima tornata non avrà le stesse opportunità.
Ovviamente il calcolo che ho esposto rappresenta solo una mera simulazione di voto, che vuole far capire cosa accadrà il giorno in cui il mondo della scherma andrà a votare. C’è molto lavoro da fare e non mi resta che dire a tutti:
Buon lavoro e che le vacanze estive possano portare “buon consiglio” a tutti!
Fabrizio Orsini



22 luglio 2020

DL. RILANCIO: legge 17 luglio 2020, n. 77

Credo opportuno pubblicare uno stralcio riguardante le misure inerenti lo sport ed inserite del DL. Rilancio approvato dal Parlamento. La legge completa la trovate cliccando sul link a dx della pagina del blog.
Ezio RINALDI
Capo IV MISURE PER LO SPORT
Art. 216.
Disposizioni in tema di impianti sportivi
1. All’articolo 95, comma 1, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n.27, sono apportate le seguenti modificazioni: a) al comma 1, le parole «al 31 maggio 2020» sono sostituite dalle seguenti: « al 30 settembre 2020 »; b) al comma 2, le parole «entro il 30 giugno o mediante rateizzazione fino ad un massimo di 5 rate mensili di pari importo a decorrere dal mese di giugno 2020» sono sostituite dalle seguenti: « entro il 30 settembre o mediante rateizzazione fino a un massimo di 3 rate mensili di pari importo a decorrere dal mese di settembre 2020 ».
2. In ragione della sospensione delle attività sportive, disposta con i decreti del Presidente del Consiglio dei ministri attuativi del decreto-legge 23 febbraio 2020, n.6, convertito, con modificazioni dalla legge 5 marzo 2020, n.13, e del decreto-legge 25 marzo 2020, n.19 , convertito, con modificazioni, dalla legge 22 maggio 2020, n.35, e del regime di ripresa graduale delle attività medesime disposta con i successivi decreti attuativi nazionali e regionali , le parti dei rapporti di concessione, comunque denominati, di impianti sportivi pubblici possono concordare tra loro, ove il concessionario ne faccia richiesta, la revisione dei rapporti in essere alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto , mediante la rideterminazione delle condizioni di equilibrio economico-finanziario originariamente pattuite, anche attraverso la proroga della durata del rapporto, comunque non superiore a ulteriori tre anni , in modo da favorire il graduale recupero dei proventi non incassati e l’ammortamento degli investimenti effettuati o programmati. La revisione del rapporto concessorio può essere concordata anche in ragione della necessità di fare fronte ai sopravvenuti maggiori costi per la predisposizione delle misure organizzative idonee a garantire condizioni di sicurezza tra gli utenti e ai minori ricavi dovuti alla riduzione del numero delle presenze all’interno degli impianti sportivi. La revisione deve consentire la permanenza dei rischi trasferiti in capo all’operatore economico e delle condizioni di equilibrio economico finanziario relative al contratto di concessione. In caso di mancato accordo, le parti possono recedere dal contratto. In tale caso, il concessionario ha diritto al rimborso del valore delle opere realizzate più gli oneri accessori, al netto degli ammortamenti, ovvero, nel caso in cui l’opera non abbia ancora superato la fase di collaudo, dei costi effettivamente sostenuti, nonché delle penali e degli altri costi sostenuti o da sostenere in conseguenza dello scioglimento del contratto.
3. La sospensione delle attività sportive, disposta con i decreti del Presidente del Consiglio dei ministri attuativi dei citati decreti legge 23 febbraio 2020, n.6, e 25 marzo 2020, n.19, è sempre valutata, ai sensi degli articoli 1256, 1464, 1467 e 1468 del codice civile, a decorrere dalla data di entrata in vigore degli stessi decreti attuati- — 187 — 18-7-2020 Supplemento ordinario n. 25/L alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale - n. 180 vi, quale fattore di sopravvenuto squilibrio dell’assetto di interessi pattuito con il contratto di locazione di palestre, piscine e impianti sportivi di proprietà di soggetti privati. In ragione di tale squilibrio il conduttore ha diritto, limitatamente alle cinque mensilità da marzo 2020 a luglio 2020, ad una corrispondente riduzione del canone locatizio che, salva la prova di un diverso ammontare a cura della parte interessata, si presume pari al cinquanta per cento del canone contrattualmente stabilito.
4. A seguito della sospensione delle attività sportive, disposta con i decreti del Presidente del Consiglio dei ministri attuativi dei citati decreti-legge 23 febbraio 2020, n.6, e 25 marzo 2020, n.19, e a decorrere dalla data di entrata in vigore degli stessi, ricorre la sopravvenuta impossibilità della prestazione dovuta in relazione ai contratti di abbonamento , anche di durata uguale o superiore a un mese, per l’accesso ai servizi offerti da palestre, piscine e impianti sportivi di ogni tipo, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 1463 del codice civile. I soggetti acquirenti possono presentare, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, istanza di rimborso del corrispettivo già versato per tali periodi di sospensione dell’attività sportiva, allegando il relativo titolo di acquisto o la prova del versamento effettuato. Il gestore dell’impianto sportivo, entro trenta giorni dalla presentazione dell’istanza di cui al periodo precedente, in alternativa al rimborso del corrispettivo, può rilasciare un voucher di pari valore incondizionatamente utilizzabile presso la stessa struttura entro un anno dalla cessazione delle predette misure di sospensione dell’attività sportiva.
Art. 217.
Costituzione del «Fondo per il rilancio del sistema sportivo nazionale»
 1. Al fine di far fronte alla crisi economica dei soggetti operanti nel settore sportivo determinatasi in ragione delle misure in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, è istituito nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze il «Fondo per il rilancio del sistema sportivo nazionale» le cui risorse, come definite dal comma 2, sono trasferite al bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri, per essere assegnate all’Ufficio per lo sport per l’adozione di misure di sostegno e di ripresa del movimento sportivo.
2. Dalla data di entrata in vigore del presente decreto e sino al 31dicembre 2021, una quota pari allo 0,5 per cento del totale della raccolta da scommesse relative a eventi sportivi di ogni genere, anche in formato virtuale, effettuate in qualsiasi modo e su qualsiasi mezzo, sia on-line, sia tramite canali tradizionali, come determinata con cadenza quadrimestrale dall’ente incaricato dallo Stato, al netto della quota riferita all’imposta unica di cui al decreto legislativo 23 dicembre 1998, n.504, viene versata all’entrata del bilancio dello Stato e resta acquisita all’erario. Il finanziamento del Fondo di cui al comma 1 è determinato nel limite massimo di 40 milioni di euro per l’anno 2020 e 50 milioni di euro per l’anno 2021. Qualora, negli anni 2020 e 2021, l’ammontare delle entrate corrispondenti alla percentuale di cui al presente comma sia inferiore alle somme iscritte nel Fondo ai sensi del precedente periodo, è corrispondentemente ridotta la quota di cui all’articolo 1, comma 630 della legge 30 dicembre 2018, n.145.
3. Con decreto dell’Autorità delegata in materia di sport, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, da adottare entro 10 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sono individuati i criteri di gestione del Fondo di cui ai commi precedenti.
Art. 217 - bis
Sostegno delle attività sportive universitarie
 1. Per sostenere le attività sportive universitarie e la gestione delle strutture e degli impianti per la pratica dello sport nelle università, danneggiate dall’emergenza epidemiologica da COVID-19, la dotazione finanziaria della legge 28 giugno 1977, n.394, è integrata di 3 milioni di euro per l’anno 2020.
2. All’onere derivante dal presente articolo, pari a 3 milioni di euro per l’anno 2020, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo di cui all’articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n.190, come rifinanziato dall’articolo 265, comma 5, del presente decreto.
Art. 218.
Disposizioni processuali eccezionali per i provvedimenti relativi all’annullamento, alla prosecuzione e alla conclusione delle competizioni e dei campionati, professionistici e dilettantistici
 1. In considerazione dell’eccezionale situazione determinatasi a causa della emergenza epidemiologica da COVID-19, le federazioni sportive nazionali, riconosciute dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) e dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP), possono adottare, anche in deroga alle vigenti disposizioni dell’ordinamento sportivo, provvedimenti relativi all’annullamento, alla prosecuzione e alla conclusione delle competizioni e dei campionati, professionistici e dilettantistici, ivi compresa la definizione delle classifiche finali, per la stagione sportiva 2019/2020, nonché i conseguenti provvedimenti relativi all’organizzazione, alla composizione e alle modalità di svolgimento delle competizioni e dei campionati, professionistici e dilettantistici, per la successiva stagione sportiva 2020/2021.
2. Nelle more dell’adeguamento dello statuto e dei regolamenti del CONI, e conseguentemente delle federazioni sportive di cui gli articoli 15 e 16 del decreto legislativo 23 luglio 1999, n. 242, con specifiche norme di giustizia sportiva per la trattazione delle controversie aventi a oggetto i provvedimenti di cui al comma 1 secondo i criteri e i requisiti di cui al presente comma, la competenza degli organi di giustizia sportiva è concentrata, in unico grado e con cognizione estesa al merito, nel Collegio di garanzia dello sport. Il ricorso relativo a tali controversie, previamente notificato alle altre parti, è depositato presso il Collegio di garanzia dello Sport entro sette giorni dalla pubblicazione dell’atto impugnato a pena di decadenza. Il — 188 — 18-7-2020 Supplemento ordinario n. 25/L alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale - n. 180 Collegio di garanzia dello Sport decide in via definitiva sul ricorso, omessa ogni formalità non essenziale al contraddittorio, entro il termine perentorio di quindici giorni dal deposito, decorso il quale il ricorso si ha per respinto e l’eventuale decisione sopravvenuta è priva di effetti. La decisione è impugnabile ai sensi del comma 3.
3. Le controversie sulla decisione degli organi di giustizia sportiva resa ai sensi del comma 2, ovvero sui provvedimenti di cui al comma 1 se la decisione non è resa nei termini, sono devolute alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo e alla competenza inderogabile del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, sede di Roma. Il termine per ricorrere decorre dalla pubblicazione della decisione impugnata, ovvero dalla scadenza del termine relativo, ed è di quindici giorni. Entro tale termine il ricorso, a pena di decadenza, è notificato e depositato presso la segreteria del giudice adìto. Si applicano i limiti dimensionali degli atti processuali previsti per il rito elettorale, di cui all’articolo 129 del codice del processo amministrativo, di cui all’allegato 1 al decreto legislativo 2 luglio 2010, n.104, dal decreto del Presidente del Consiglio di Stato del 22 dicembre 2016. La causa è discussa nella prima udienza utile decorsi sette giorni dalla scadenza del termine per il deposito del ricorso, senza avvisi. A pena di decadenza, i ricorsi incidentali e i motivi aggiunti sono notificati e depositati, al pari di ogni altro atto di parte, prima dell’apertura dell’udienza e, ove ciò si renda necessario, la discussione della causa può essere rinviata per una sola volta e di non oltre sette giorni. Il giudizio è deciso all’esito dell’udienza con sentenza in forma semplificata, da pubblicarsi entro il giorno successivo a quello dell’udienza. La motivazione della sentenza può consistere anche in un mero richiamo delle argomentazioni contenute negli scritti delle parti che il giudice ha inteso accogliere e fare proprie. Se la complessità delle questioni non consente la pubblicazione della sentenza entro il giorno successivo a quello dell’udienza, entro lo stesso termine è pubblicato il dispositivo mediante deposito in segreteria e la motivazione è pubblicata entro i dieci giorni successivi.
 4. Nei giudizi proposti ai sensi del comma 3 il giudice provvede sulle eventuali domande cautelari prima dell’udienza con decreto del presidente unicamente se ritiene che possa verificarsi un pregiudizio irreparabile nelle more della decisione di merito assunta nel rispetto dei termini fissati dallo stesso comma 3, altrimenti riserva la decisione su tali domande all’udienza collegiale e in tale sede provvede su di esse con ordinanza solo se entro il giorno successivo a quello dell’udienza non è pubblicata la sentenza in forma semplificata e se la pubblicazione del dispositivo non esaurisce le esigenze di tutela anche cautelare delle parti. Ai giudizi di cui al comma 3 non si applica l’articolo 54, comma 2, del codice del processo amministrativo, di cui all’allegato 1 al decreto legislativo 2 luglio 2010, n.104. 5. L’appello al Consiglio di Stato è proposto, a pena di decadenza, entro quindici giorni decorrenti dal giorno successivo a quello dell’udienza, se entro tale data è stata pubblicata la sentenza in forma semplificata, e in ogni altro caso dalla data di pubblicazione della motivazione. Al relativo giudizio si applicano le disposizioni dei commi 3 e 4. 6. Le disposizioni del presente articolo si applicano esclusivamente ai provvedimenti, richiamati al comma 1, adottati tra la data di entrata in vigore del presente decreto e il sessantesimo giorno successivo a quella in cui ha termine lo stato di emergenza dichiarato con la delibera del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale1° febbraio 2020, n.26.
Art. 218 - bis
Associazioni sportive dilettantistiche
 1. Al fine di assicurare alle associazioni sportive dilettantistiche adeguato ristoro e sostegno ai fini della ripresa e dell’incremento delle loro attività, in ragione del servizio di interesse generale da esse svolto per la collettività e in particolare per le comunità locali e per i giovani, in favore delle associazioni sportive dilettantistiche iscritte nell’apposito registro tenuto dal Comitato olimpico nazionale italiano è autorizzata la spesa di 30 milioni di euro per l’anno 2020, da ripartire con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per le politiche giovanili e lo sport.
 2. All’onere derivante dal presente articolo, pari a 30 milioni di euro per l’anno 2020, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo di cui all’articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n.190, come rifinanziato dall’articolo 265, comma 5, del presente decreto.

20 luglio 2020

ANONIMI E STATUTO


Potrei farne a meno, ma non mi sono mai sottratto al confronto, nemmeno con quegli anonimi che hanno paura della loro stessa ombra.
Questa gente, alla quale è impedito scrivere sul blog, è semplicemente frustrata. E la loro frustrazione nasce dalla impossibilità di esibirsi su un palcoscenico di grande visibilità. Questa Piazza ha adottato una linea ben precisa, e per questo c’è un prezzo da pagare, quello di un minor numero di contatti. Almeno, così sembrerebbe. In realtà, i contatti sono gli stessi di prima, cioè di quando gli anonimi la facevano da padrone, solo che ora ogni contatto è veritiero. Se prima un anonimo si collegava al blog più volte, perché interessato a vedere che effetto avesse prodotto il suo commento, ora non è più così. Da quando è stata adottata la nuova linea, la Piazza viaggia ad una media più che rispettabile (circa 15.000 contatti mensili). Questi “coraggiosi”, pro o contro, non potranno più sfogarsi su questo libero spazio. Dovranno farsene una ragione! È del tutto inutile continuare ad inviare commenti per cercare di comunicare con il sottoscritto: non potrete farlo, né io o altri vi risponderanno.
Si continuerà ad ospitare tutti coloro che avranno voglia di esprimere il loro pensiero in maniera chiara e ad ogni quesito troveranno una risposta. 
Passo ad altro ed importante argomento: lo statuto. Precisiamo, su questo tasto bisogna mettere la parola fine. Esso è stato approvato dal commissario ad acta con propria delibera, ed il 2 luglio dalla Giunta Nazionale del Coni, con conseguente registrazione alla Prefettura di Roma. Dunque, abbiamo, finalmente lo strumento che regolerà la vita futura del movimento.
L’ho letto, e gli articoli che mi hanno colpito riguardano l’Accademia Nazionale di Scherma, gli organi di giustizia e la presidenza onoraria.
Premetto che l’analisi che segue non persegue nessuno scopo se non quello di evidenziarne alcuni aspetti che avrebbero potuto essere sviluppati con criteri più oggettivi e rispondenti ad un sistema democratico più realistico. Ma tant’è, oramai questo è, e bisogna adeguarsi.
La comparazione con gli statuti che negli anni si sono succeduti evidenzia come dal 2004 in poi si sia consumata una lenta erosione di prerogative in capo all’ANS. 
Fino al 2001 lo statuto federale recitava negli ultimi due commi dell’art 1:
I Tecnici che esercitano l’insegnamento della scherma devono essere in possesso del diploma d’abilitazione all’insegnamento riconosciuto dalla F.I.S.;
l’Accademia Nazionale di Scherma con sede in Napoli, è Membro d’Onore della F.I.S.; è Ente civile autorizzato dalla Legge (RD 16.12.1926) e riconosciuto dalla F.I.S. al rilascio di diplomi magistrali.
È da notare che lo statuto riportava, prendendolo dagli statuti del 1909 in poi, la dicitura “autorizzato dalla legge”. Da allora nessuna novità normativa è mai intervenuta sulla validità dei titoli e sulla potestà al loro rilascio se non la progressiva chiusura o dismissione degli altri enti titolati dalla legge. 
Dal 2015 una serie di norme europee prima, e nazionali poi, hanno rafforzato il valore dei titoli ANS ribadendo l’unicità del maestro di scherma nel panorama sportivo e confermando che solo dopo un iter di non meno di dieci semestri (ben 5 anni) di formazione, si può accedere al titolo rilasciato dall’Accademia.
Ora lo SNaQ e gli altri sistemi di qualificazione (Siqma ed Europass ad esempio) offrono l’occasione di inserire a livello sportivo le competenze acquisite nei contesti civili o marziali (vedi vela/sci/nuoto/tiro al volo/equitazione ad esempio) anche se nessuna disciplina ha tutte le caratteristiche della scherma. Veniamo quindi alle abilitazioni secondo lo SNaQ.
Le abilitazioni sportive previste dal sistema SNaQ sono previsioni che dovrebbero garantire l’organismo sportivo sulla perfetta conoscenza dei regolamenti agonistici o sportivi in vigore al momento della richiesta di tesseramento quale tecnico. Tra l’altro, tali abilitazioni dovrebbero avere la connotazione di corso di formazione e di maturazione di crediti, specie nell’ottica del mantenimento di tale abilitazione.
Il perché è presto detto. Se consegui il titolo oggi, è scontato che tu sia aggiornato con i regolamenti in vigore oggi. E se il titolo è stato conseguito nel 2001? I regolamenti si aggiornano in base a varie normative che intervengono negli anni, e così anche le abilitazioni, per cui si ha necessità della formazione permanente atta alla conservazione dell’abilitazione sportiva o dei percorsi di abilitazione per chi, dopo anni di inattività ed in possesso di un titolo valido, voglia ricominciare un percorso da tecnico sportivo.
Lo statuto attuale cita confusamente “titolo di abilitazione”, richiamando quanto in vigore nel mondo civile per gli avvocati, gli insegnanti di scuola secondaria ed altre categorie soggette non solo al possesso del titolo di laurea ma anche dell’attestato di abilitazione che, civilmente, si consegue dietro concorso pubblico (solo in quel caso non può esserci vincolo alla formazione). Istituire un sistema chiuso di formazione ed abilitazione potrebbe aprire ben più di un contenzioso se applicato in modo letterale.
Tutto ciò detto a me ha dato la sensazione di un testo scritto in modo approssimativo,  la cui lettura potrebbe portare a possibili interpretazioni contrastanti, e quindi ad equivoche prassi applicative.
È auspicabile una applicazione lungimirante dove, magari, l’esperienza e la competenza dell’Accademia possano contribuire ad una corretta e legale interpretazione di ruoli e modalità applicative del mantenimento dell’abilitazione.
Di una cosa però sono sicuro, il testo non potrà né smentire, né contrastare le decisioni del giudice amministrativo, ormai passate in giudicato.
La Giustizia sportiva: nel testo è sancita la nomina degli organi di giustizia federali, quando invece, secondo me, sarebbe stato opportuno fossero eletti. Ho avuto modo di conoscere alcuni di loro e devo dire che sono persone di una alta caratura morale ed intellettuale. Ciò non di meno, mi sia consentito, ci sarà sempre il dubbio sulla equidistanza da chi li ha nominati e, devo ammetterlo, da questo dubbio (forse ingiustificato) sono stato pervaso anche io. A mio avviso una vera riforma, assolutamente necessaria, è che vengano eletti dalla base.
La presidenza onoraria: i presidenti del passato, da Nostini a tutti quelli che lo hanno preceduto, non hanno mai ravvisato la necessità di istituire tale onorificenza: era sufficiente la nomina a Membro d’Onore della FIS, che con tale riconoscimento viene posta in secondo piano.
Ezio RINALDI

16 luglio 2020

IL LIBRO DEI SOGNI


Piangersi addosso è un esercizio diffuso, e non molto utile. “Piove, governo ladro” è già un passettino avanti: si addossano le colpe a qualcuno, e ci si sente un tantino più sollevati. Le critiche sono utili, e necessarie, purché siano costruttive: qualcuno può tenerne conto, e sfruttare l’idea.
Ho deciso, perciò, di aprire il mio personale libro dei sogni, o delle utopie, fate voi. È un tomo bello alto, diviso in capitoli, e non posso rischiare di propinarveli tutti insieme. Anche uno alla volta, però, questi capitoli rischiano di essere letti come critiche, e non suggerimenti: siamo tutti sinceri democratici, a condizione che gli altri la pensino come noi. Pazienza.
I capitoli non sono in ordine ragionato. Pescherò a caso gli argomenti, secondo l’estro e l’occasione.
Il primo spunto me lo dà l’accorato articolo, su questo blog, di Luca Giovangiacomo, e riguarda il mondo dei Master. Ne seguo le vicende da molti anni, e da pochi invece sono entrato nei ranghi, come agonista dell’ultima fascia, la più anziana. Ho ritrovato vecchi amici, avversari, conoscenti. Mi è piaciuto il clima, amichevole, leale, sportivo nel senso migliore… con rare eccezioni, come in tutte le famiglie.
Una premessa doverosa: non vi appaia, questo scritto, come una critica agli attuali dirigenti dell’Associazione, che hanno ormai quasi portato a termine l’impegnativo quadriennio trascorso, e non senza meriti, malgrado il bruttissimo finale per l’emergenza sanitaria. Leggetelo invece come uno stimolo ad un’azione più incisiva e decisa, possibile solo se ci si impegna a far convergere nella stessa direzione le varie anime del gruppo. Mi piacerebbe leggere un progetto, una dichiarazione di intenti, un programma, o meglio più programmi, scritti da coloro che si proporranno, nuovi o vecchi che siano, per guidare i Master negli anni a venire.
Del mondo degli atleti Master fanno parte tutte le categorie federali: arbitri, dirigenti, maestri, e atleti ancora in attività fra gli assoluti. Persone che hanno autonomia economica, e viaggiano, spendono, e sono preziosi nelle sale di appartenenza: a volte sono principianti, ottimi per i più giovani che devono farsi le ossa, e ricavano iniezioni di fiducia misurandosi con adulti abbordabili. Non di rado, sono atleti ricchi di esperienza, per un passato in cui non sono mancate le medaglie di maggior pregio. E c’è anche un nutrito gruppo di atleti, nelle categorie intermedie, capaci di dare filo da torcere anche a molti “professionisti” (mi riferisco agli atleti militari), soprattutto nella spada, che è l’arma di gran lunga più frequentata.
Tanta roba, come si dice oggi: eppure non mancano le lamentele per la scarsa considerazione in cui questi atleti sono tenuti. Progressi, dai primi tempi, ce ne sono stati, indubbiamente. Ma troppo lentamente. La Fis concede all’Amis, l’associazione dei Master, una certa autonomia, ma scarse risorse. Eppure questi atleti partecipano, a proprie spese, oltre che alle gare del circuito italiano, anche ad Europei e Mondiali: con la tuta Italia - e meno male! – e portano fior di medaglie, e quindi prestigio alla scherma italiana.
Nessuno pretende di equiparare questi sportivi ai nostri atleti di vertice, è evidente. Ma nessuno può disconoscere che, nell’ambito delle rispettive categorie, queste persone, che sono sportivi veri, si misurano, sudano, si allenano e gareggiano con lo stesso spirito e, si spera, non meno diritti di altre categorie.
E passiamo ai numeri. Negli ultimi anni, sono stati in costante crescita, frenata, forse, dalle condizioni non ottimali di alcune gare: vuoi per la sede, vuoi per qualche carenza di arbitraggio. Ripeto: questi atleti sono una risorsa importante per le sale di appartenenza, e per tutta la scherma italiana.
Perché, allora, sono tenuti in scarsa considerazione? Cosa potrebbero fare per cambiare le cose? E qui, necessariamente, entra in gioco la politica. E si evidenzia un paradosso.
La politica: il peso decisionale, in ambito federale, dipende sostanzialmente dai voti. Se puoi contare su un consistente pacchetto di voti, la tua opinione ha un peso ben diverso.
Il paradosso: la composizione trasversale del gruppo dei Master, e il numero di atleti, permette di ipotizzare un peso elettorale molto consistente. Non solo perché vi sono molte persone con diritto di voto sia fra gli atleti e tecnici, sia fra le società; ma anche perché viaggiano, girano, parlano, e quindi permettono un confronto di idee che in altri ambiti è asfittico, o assente, o polverizzato fra i social. Volutamente, temo. Eppure, questo potenziale è praticamente inutilizzato. Manca, forse, chi voglia farsi carico di una politicizzazione del gruppo: auspicabilmente, nell’interesse di tutti, e non solo per secondi fini personali.
Ecco, forse è meglio che lo dica: le ambizioni personali sono quasi sempre il motore delle persone che si impegnano in politica. Non c’è niente di male, anzi, purché si trovi un accettabile equilibrio fra gli interessi di tutti, che devono essere preminenti, e i propri, che dovrebbero essere alla luce del sole.
Concludo qui questo primo capitoletto del mio libro dei sogni. Il sogno, l’avrete già capito, è che si faccia avanti qualcuno, magari più d’uno, animato da buone intenzioni, e dalla voglia di instaurare una sana e soprattutto incisiva dialettica con gli enti – la Fis in primo luogo - che si vorrebbero più attenti alle esigenze, ai meriti, ai diritti di questo mondo dei Master.
Giancarlo TORAN




12 luglio 2020

CANCELLATI GLI EUROPEI MASTER A SQUADRE: non ci sono fondi per la sicurezza degli atleti.

Luca GIOVANGIACOMO

Arrriva un'altra doccia gelata sul nostro mondo. È notizia ufficiale di ieri che gli Europei Master a squadre sono stati cancellati. Non ci sono le risorse per garantire la sicurezza degli atleti durante la manifestazione che si sarebbe dovuta svolgere a Bruxelles. Inizialmente in programma a fine maggio era stata coraggiosamente tenuta in piedi con la speranza di una evoluzione del COVID19 tale da poter consentire lo svolgimento dei campionati per le fasce di età dai 40 anni in su.
Le speranze le avevamo in parte perse qualche settimana fa quando era stata ufficializzata la cancellazione dei Mondiali Master. Di contro, visto l’andamento abbastanza buono dei dati in Europa, ci eravamo attaccati ad una flebile luce di speranza.
La cosa che mi dispiace, lo dico da atleta Master è che sul sito della Federscherma non se one faccia menzione. Eppure mi sembra che il nostro movimento sia una costola importante dell’intero scheletro scherma…un movimento di tanti appassionati e di ex atleti che danno un po' di ossigeno alle società ed alla federazione stessa. Non da ultimo il movimento aiuta nel suo piccolo a contrastare il fenomeno dell'abbandono per gli atleti over 23 con l’apertura della cat. 0 dai 24 ai 39 anni.
Certo nessuno degli atleti master si sognerebbe mai di essere equiparato ai nostri campioni “professionisti" (le virgolette sono obbligatorie nel nostro mondo perché ahimé il professionismo, quello da legge, è ben altra cosa) però il silenzio, come si suol dire,  assordante intorno a noi quanto meno spiace. Spero con tutto il cuore che i vertici del nostro movimento possano, nel loro piccolo, far sentire la loro voce in Federazione e trovare il modo, in sinergia con il consiglio federale, per ripartire. Non viviamo di sport ma viviamo per lo sport e per chi si può giocare un campionato del mondo o un europeo, anche se in tarda età, questo movimento resta l'occasione della “vita sportiva”. Non da ultimo l’impossibilità di rappresentare il proprio Paese a livello mondiale o europeo resta uno smacco difficile da sopportare per chi ha investito le proprie risorse economiche nello svolgere le prove nazionali del circuito a cui, i più virtuosi, hanno aggiunto a proprie spese anche le prove europee del neo nato circuito europeo master alla cui realizzazione il consiglio AMIS ha dato un notevole contributo!

Adesso non si vede davvero più la luce in fondo ad un tunnel iniziato a marzo, orfani del campionato italiano della stagione conclusa, tristi per la cancellazione del mondiale, increduli per l'annullamento degli Europei a squadre e preoccupati per non percepire un interesse dall'alto verso questi atleti di età “avanzata" che con amore, dedizione ed incarnando davvero i più alti valori dello sport vogliono incontrarsi e scontrarsi sulle pedane italiane e del mondo!
Luca GIOVANGIACOMO

Chi è Luca GIOVANGIACOMO

Livornese, Ex sciabolatore ha gareggiato per il prestigioso Circolo Scherma Fides di Livorno allenandosi per anni a fianco del ben più famoso Aldo Montano. Ha tirato per la Nazionale Under 20 sul finire degli anni 90 quando ha ottenuto il miglior risultato nella Prova di Coppa del Mondo Under-20 di Palermo Trofeo "Trinacria" classificandosi 9° e terzo degli Italiani. In Italia vanta un terzo posto ai Campionati Italiani Assoluti a squadre di Sciabola Maschile (1997) con il Fides piazzandosi dietro i blasonati gruppi sportivi dei Carabinieri e della Polizia di Stato. Ripresa la sciabola nei Master nel 2018 ha partecipato ai Campionati Europei a Squadre conquistando insieme ai suoi compagni la medaglia d'argento.

07 luglio 2020

AMPIE FINESTRE, MA L'ARIA NON CAMBIA, INCOGNITA LA DATA PER LE ELEZIONI FEDERALI


In data 2 luglio 2020 si è riunita la Giunta Esecutiva del CONI e a valle delle discussioni all’ordine del giorno il grande tema atteso da tutti era: quando andremo a votare? La risposta è per ora un’incognita e vediamo perché.
Prima dello slittamento delle olimpiadi la finestra elettorale per le Federazioni nazionali era stabilita entro il primo trimestre dell’anno successivo alle olimpiadi. La Federazione italiana scherma aveva più volte ripetuto che sarebbe andata a votare a febbraio del 2021, cioè 30 giorni prima dell’ultimo mese per ottemperare alla scadenza.
Con l’arrivo del Covid19, lo scenario globale è stato ridisegnato in quanto con l’Olimpiade spostata di un anno, si era fatta strada l’idea di andare ad elezioni dopo l’evento olimpico e ciò per dar modo di portare a termine il progetto sportivo per il quale i Consigli direttivi in carica avevano ed hanno lavorato.
La congiuntura dovuta alla situazione politica e al Covid19 ha radicalmente modificato il quadro politico amministrativo e sportivo, per il quale si sono intraprese iniziative affinchè le federazioni convocassero il loro congresso elettivo dopo le olimpiadi. Le volontà dei vari presidenti sono state contrastanti. Infatti una parte di esse hanno spinto affinchè le elezioni si svolgessero entro il 2020 – fine del quadriennio – così come previsto dalla legge in vigore, mentre altre erano di parere contrario.
La Giunta, evidentemente in accordo con le autorità governative nazionali, ha stabilito che la finestra per l’evento elettivo sia compresa tra settembre 2020 e il 17 ottobre 2021, lasciando alle federazioni la libertà di scelta.
Credo che la decisione sia figlia del nuovo scenario e si può ben capirne le ragioni, anche se non del tutto condivisibili. Infatti provate a immaginare la frustrazione di un Consiglio Direttivo eletto nel 2016, che ha lavorato per quattro anni verso l’obiettivo finale, ma poi perde le elezioni del 2020, e quindi per ragioni estranee alle proprie decisioni non potrà partecipare alle olimpiadi del 2021, potrebbe sembrare un’ingiustizia: in realtà non lo sarebbe, poiché il mandato dura 4 anni, a prescindere dall’evento olimpico e normalmente termina dopo le olimpiadi. E se queste non dovessero avere luogo? Infatti, poiché sia il primo ministro giapponese che il presidente del comitato organizzatore delle olimpiadi non hanno fornito rassicurazioni sul loro svolgimento ci sono fondati motivi per supporlo. Peraltro, stando ai vari comunicati governativi, il Covid19 non è affatto sconfitto, specie nei paesi asiatici, quindi lo svolgimento delle elezioni in una finestra che va da settembre 2020 ad ottobre 2021 lo ritengo una inutile forzatura. Se proprio ci si volesse prendere un po’ di tempo per migliorare il periodo di riflessione elettorale, reputo il prossimo mese di febbraio il periodo più indicato per andare a votare e soprattutto un lasso di tempo sufficiente per dirimere dilemmi che nel caso della FIS, stando al di fuori dei giochi politici, sono molto complicati da leggere.
Come ormai risaputo, ci saranno due gruppi a contendersi la gestione federale ma nessuno dei due ha fatto annunci, né su chi sarà il nuovo presidente, né sui consiglieri. Solo “Piazzadellascherma” ha espresso ipotesi che non sono state avvalorate da nessuno, inoltre non vi sono programmi di lavoro, tanto che tutto appare ancora molto oscuro. Infine, i vari rumors riferiscono di una possibile e mai tramontata ricandidatura di Scarso, soprattutto se i decreti attuativi della legge di riforma dello sport glielo consentissero. Questi infatti sono in fase di discussione piuttosto animata, con risvolti molto complessi all’interno dell’attuale governo nazionale, al punto che Scarso potrebbe indire le elezioni a novembre anziché febbraio, con la possibilità di presentarsi al congresso elettivo FIE, che sarà entro fine 2020, con la forza ed i “galloni” di presidente in carica e, quindi, dall’alto di una celebrata sua rielezione, giocando d’anticipo sugli avversari, e forse anche creando non poche difficoltà, sotto l’aspetto logistico, ai singoli club, che fra settembre e novembre saranno impegnati nel tesseramento, non certamente del tutto agevole, visto il particolare momento.
Un’ultima voce va espressa in merito allo Statuto infinito, per il quale non è dato sapere se sia stato approvato, né a che punto sia, nonostante sia stato dato mandato ad un nuovo commissario ad acta per le opportune modiche segnalate anche dal CONI.
Sono, comunque, più che sicuro che Scarso inviterà a votare gli elettori in maniera leale ed onorevole, in un’epoca del tutto libera da eventuali nuovi focolai, lasciando la possibilità anche agli avversari di potersi organizzare al meglio e questo soprattutto per continuare a poter dire a pieno titolo: Viva la scherma!
Fabrizio ORSINI

01 luglio 2020

IL VECCHIO ED IL NUOVO


Tempo fa ebbi modo di intrattenere conversazioni su “Il nuovo che avanza” e, ricordo, fui rimproverato poiché il mio slogan su tale concetto fu ritenuto contraddittorio con la mia stessa persona.
Chiariamo subito che si parlava di politica federale e dei futuri assetti dirigenziali. Il mio interlocutore mi rimproverò per lo slogan da me sbandierato e cioè: “abbiamo bisogno di cambiare, di avere gente nuova con stimoli nuovi per una federazione diversa e più dinamica rispetto al recente passato”. Ebbene il rimprovero era riferito al fatto che una eventuale alternativa alla dirigenza allora in carica (parliamo delle elezioni per il rinnovo delle cariche federali relative al quadriennio 2017-2020), per il semplice fatto che potesse essere sostenuta dal sottoscritto, non rappresentasse il “nuovo”.
Ci sarebbe molto da dissertare sull’argomento, ma ognuno ha le proprie idee e la propria visione di insieme delle cose, ed Io le rispetto tutte, ciò non mi impedì dall’esprimere il mio pensiero su tale aspetto. Quel concetto è tornato di attualità.
Cosa vuol dire essere “nuovo” o “vecchio”? Per me “nuovo” significa qualcosa di diverso rispetto all’esistente, quindi, nel caso specifico, una nuova dirigenza rispetto a quella attuale, cioè persone qualificate che non abbiano nulla a che fare con il passato: per tale ragione tempo fa dichiarai pubblicamente, e lo confermo di nuovo, di non essere interessato a cariche di nessun genere.
Pertanto, personalmente, non mi ritengo il “vecchio che avanza” ma, forte di una esperienza maturata al servizio della federazione, una persona che, guardando al futuro, propone cose nuove. Posso essere criticato sul modo di esporle, ma non nel concetto di base.
Vecchio” vuol dire persona che ha molti anni o persona che malgrado l’età non avanzata ha le caratteristiche di chi è anziano, insomma qualcosa di antiquato. In tal senso, mi si lasci passare la presunzione: non sono né vecchio né ho le caratteristiche di un anziano con un cervello afflitto da senilità.
Forse il mio interlocutore di allora, così come tanti altri oggi, intendeva altre cose, come: ”te lo raccomando quello!”, oppure: “vabbé, ma è sostenuto da quello!” ed allora qui entriamo in un altro campo e cioè la credibilità di una persona e quindi la sua onestà.
Ora bisogna chiarire il concetto di onestà, termine conosciuto, pare, da tutti (ma è proprio così?). E bisogna spiegare anche il concetto di “innovare”, tanto per parlare di “nuovo”.
Per “onèsto” intendo persona che agisce con lealtà, rettitudine sincerità, in base a principi morali universalmente validi, astenendosi da azioni riprovevoli nei confronti del prossimo, sia in modo assoluto, sia in rapporto alla propria condizione, alla professione che esercita, all’ambiente in cui vive. Dunque una persona che non abbia subito condanne di nessun genere, tantomeno sportive e che, oltre ad esprimere onestà d’animo agisca in conformità alla legge morale, dell’onore, della rettitudine e dalla probità. In altre parole che non abbia nulla in sé di moralmente riprovevole.
In sintesi, l’onestà è la qualità umana di agire e comunicare in maniera sincera, astenendosi da azioni riprovevoli verso il prossimo fondate sull’inganno. Quindi non mentire e non ingannare!
Non sono il censore che possa mettersi su un piedistallo ed arringare il prossimo su questi concetti: mi sono sempre definito un peccatore e come tale ho le mie responsabilità. Ma chi può farlo? Mi si indichi tra le persone del nostro mondo soggetti di tal specie. Credo siano in pochi, quindi prima di additarmi quale persona dall’abbraccio mortale ci si faccia un esame di coscienza e si abbia il semplice coraggio di affermare: “ Non credo al cambiamento proposto e sono per l’attuale dirigenza”, senza cercare scuse inverosimili, come l’accostamento del sottoscritto, a questo od a quello, sia determinante per il successo dell’una o dell’altra fazione.
Innovare” letteralmente significa rendere nuovo, ma più semplicemente intendiamo il voler mutare uno stato di cose, introducendo norme, metodi e sistemi nuovi per riacquistare forza, vigore ed efficienza.
Dunque innovare è l’atto, l’opera di introdurre nuovi sistemi, nuovi ordinamenti, nuovi metodi di gestione. In senso concreto, novità, mutamento, trasformazione che modifichi radicalmente o provochi comunque un efficace svecchiamento in un ordinamento politico, sportivo e sociale. L’innovazione è un processo che dovrebbe garantire risultati o benefici maggiori ad un sistema, anche se a volte non sempre si rivela efficace rispetto a ciò che si intende innovare: ma è il nostro caso? Non credo. Gli uomini e le donne che si propongono (alcune di queste persone si sono già manifestate) sono di caratura molto importante (è il mio pensiero).
Motore dell'innovazione è l'Etica, cioè il desiderio sincero e forte di servire l'uomo (produrre qualcosa di buono e di bello); quando questo sentimento è limitato a sé stessi, la capacità innovativa risulta minore. Innovatore è colui che riesce a sognare qualcosa di diverso, di migliore per tutti, potrebbe essere un sognatore che intenda trasportare nella realtà il sogno per cui si batte. Con un po’ di presunzione, ritengo che chi si propone, quale concorrente ed alternativa al vertice federale sia un idealista con propositi ben illuminati. Qualora dovessi sbagliarmi, state tranquilli che sarò il primo ad ammetterlo e fare ammenda.
Proviamo a fare delle ipotesi sul nostro futuro politico, cosa scegliere per il nostro domani? Da una parte abbiamo un gruppo di persone che rappresenta la continuità gestionale dell’attuale establishment: AZZI, DE BARTOLOMEO, ANCARANI, RANDAZZO, VEZZALI, LAURIA, PASTORE, BURATTI, CAMPOFREDA. Alcuni di questi cederanno il passo a nuovi volti e di questi si parla di PICCININO, MANZONI e AUTUORI ma anche di qualche componente del GSA; dall’altra ci sono SCISCIOLO, MARTINO, VISCARDI, ZALAFFI, BERTACCHINI, non è dato conoscere altri nomi anche se ne girano alcuni molto ma molto interessanti. Credo siano tutte persone meritevoli di attenzione con una differenza, taluni del primo elenco sono ormai vetusti, in termini politici, avendo superato o stanno portando a termine il terzo mandato e per la mia filosofia è troppo tempo che occupano la poltrona anche se, devo ammettere, sono comunque persone di una certa validità, ma non rappresentano il nuovo poiché hanno assorbito concetti della scuola scarsiana (vecchia politica del dout des); l’altro gruppo, sia pure in fase di completamento, esprime novità e freschezza pur in presenza di qualche neo.
Credo che questa piccola disamina possa dare un significato pratico sul “nuovo” e sul “vecchio”. Si parlerà di programmi, di organigrammi, di come organizzare i vari settori, si faranno promesse, insomma ci saranno tanti argomenti sui quali discutere, però di due cose sono sicuro e cioè: la simpatia che ognuno di loro saprà accattivarsi ed il portafoglio del presidente, nel senso che chi è in carica potrà gestire la campagna elettorale da una posizione di privilegio. Il “nuovo” dovrà dimostrare la propria valenza con argomenti pratici e di presa sull’elettorato se vorrà assurgere al privilegio di amministrare una grande federazione come la FIS.
Ezio RINALDI