29 ottobre 2018

NON SE NE PUO' PIU': lo sfogo del Maestro TORAN


Dalla pagina facebook del Maestro Giancarlo TORAN riporto il suo sfogo relativo alla gara satellite di Antalya in Turchia.
21.10.2018 alle 19:07
Ancora un podio, un argento, per Marta Cammilletti, che ad Antalya, in Turchia, ha partecipato ad una prova di coppa del mondo satellite. Un argento che lascia però l’amaro in bocca. Come restereste se vi venisse comunicato dalla Fie, un attimo prima di iniziare, che le regole della gara cui partecipate, con sacrificio economico personale, saranno cambiate in modo sostanziale, e per voi mai sperimentato, nella parte finale della gara? 
La storia è questa: la Fis chiede a Marco Malvezzi la cortesia di portare ad Antalya un apparecchio da testare, in cui il bersaglio non valido è abolito. Da testare, non da utilizzare in gara. Ed invece, incredibilmente, è quello che succede: e neanche per tutta la gara, così da orientarsi almeno un po’, ma solo nella parte finale, il tabellone dei primi otto.
A niente sono servite le proteste. Marta ha iniziato vincendo tutti gli assalti del suo girone e poi, con distacchi abissali, tutti gli assalti di diretta, fino alla finalissima. Qui si è trovata di fronte un’avversaria alta due metri – la vedete nella foto, è l’olandese Rentier – che ha sfruttato alla perfezione le nuove regole, che favoriscono sfacciatamente chi è più alto, e i comportamenti che dal punto di vista della convenzione sono scorretti: immaginate di fare una bella parata e risposta, che va però in bersaglio non valido, mentre l’avversario tira dentro, e fa un punto che altrimenti sarebbe annullato.
Ci siamo quasi assuefatti, con gli anni, a questo modo per me inconcepibile di operare. Si inventano nuove regole, che modificano sostanzialmente o capovolgono le regole dell’arma (si pensi alla definizione di attacco nel fioretto, o alla passività nella spada), e le si impongono senza la necessaria sperimentazione: che si fa, ma in corso d’opera, e sulla pelle di chi ha speso fior di quattrini per andare a fare una gara importante e costosa, all’estero, e si trova a dover affrontare un gioco stravolto, cui non ha potuto prepararsi.
Non riesco a comprendere la logica sottostante queste decisioni, che mi sembrano aberranti. Si vuole forse accelerare verso l’arma unica? Cosa resta del fioretto originario?
Spero che la nostra Federazione si opponga con decisione a questo modo di fare, nell’interesse della scherma. Non se ne può più.
Ecco, parto dalla speranza del Maestro, il quale vorrebbe che la Federazione Italiana scherma si opponesse a questo tipo di decisioni, prese sulla pelle degli atleti, decisioni assunte dalla FIE, per rilevare come i nostri rappresentanti all’interno del massimo organismo mondiale di scherma non siano evidentemente tenuti nelle debite considerazioni  pur occupando tutti i posti disponibili nelle varie commissioni e nel Bureau,  e non assicurano di certo sufficienti garanzie ai nostri atleti  ove impegnati in gare internazionali.
Nel direttivo FIE vi è anche il Presidente FIS, già vice presidente dell’organismo, ma, evidentemente in forte calo di autorevolezza e nel potenziale ruolo di influenser della politica internazionale.
Mi dicono che sia stata inviata una lettera alla Federazione mondiale ma che sia rimasta lettera morta. Ciò dimostrerebbe, se ce ne fosse ancora bisogno, la china politica internazionale di Scarso. Può darsi che mi sbagli, ma sarà il tempo a dirlo, intanto registro ciò che è accaduto sulla pelle delle atlete.
A questo punto mi sorge un interrogativo, A cosa servono allora gli accordi internazionali sottoscritti dalla FIS con le altre federazioni?  Quale è lo scopo? Se stipulo un accordo/convezione con un partner è perché oltre a dare devo riceverne un beneficio. Nel caso specifico i partner della FIS che benefici ci assicurano? E la FIS cosa offre loro? Tutti i viaggi del presidente per le varie destinazioni planetarie a che servono?  Se questi accordi fruttano un consenso politico in favore di Scarso in ambito FIE , per assicurargli la riconferma nel massimo Organismo mondiale, quali sono i benefici che in tale ruolo egli riesce ad assicurare alla nostra federazione? 
Ma se stipulare accordi ed entrare nel bureau dà questi risultati sarebbe bene che il Presidente FIS se ne restasse a casa per cedere il passo a chi potrà fare meglio di lui (non sarebbe nemmeno tanto difficile). E’ mio parere che ormai si vada in giro a distribuire riconoscimenti, la maggior parte dei quali serve forse solo a fare propaganda allo scopo di riuscire a conservare la poltrona.
Si, hai ragione Maestro TORAN: non se ne può proprio più e spero che il mondo della scherma ne voglia prendere atto.
Ezio RINALDI


22 ottobre 2018

LE REGOLE DEGLI AMICI

Legnano
Legnano, gara nazionale cadetti di spada maschile, atleti da tutta la nazione, organizzazione impeccabile, come sempre, il tutto unito a fatti strani.
La gara, che si sviluppava su due impianti, il palazzetto e un tendone, per consentire di avere il numero di pedane necessarie alla competizione, vedeva anche un severo metodo di rilascio dei pass, onde evitare la presenza di accompagnatori selvaggi che fluttuavano ovunque e affollare inutilmente il parterre.
A rilasciare i pass si trovava il preposto federale, che con la consueta serietà verificava se la persona che chiedeva l’innovativo braccialetto da indossare al polso appartenesse alla lista degli aventi diritto, cioè gli istruttori.
Curioso come su quella lista siano comparsi anche personaggi che non solo non sono istruttori, ma nemmeno dirigenti, e guarda un po’ nemmeno tesserati alla federazione. Eppure sono stati visti aggirarsi per le pedane con tanto di bracciale al polso.
Ovviamente i dettagli li dobbiamo omettere, e così anche le foto che li vedono per nulla trafelati aggirarsi in gara, come se nulla fosse, perché non abbiamo intenzione di chiacchierare di lui, lei e loro, quanto del fatto che nonostante si fosse stretta la morsa dei controlli per gli accessi, questi invece comparissero nella lista degli aventi diritto, come se le regole per certi amici, si potessero addolcire.
Perciò in nome della trasparenza, chiediamo che la lista degli aventi diritto ad entrare nel parterre, venga pubblicata a inizio stagione, con l’obiettivo di essere sempre più consapevoli dei diritti e anche dei doveri di ognuno, beninteso che per entrare nel parterre, potrebbe bastare essere in possesso del tesserino di tecnico federale, per poterlo esibire senza dover richiedere fantomatici braccialetti o altro a ogni gara. Ma è un uovo di Colombo così semplice che metterebbe in crisi be più di un organo o personaggio che invece ama gestire certe regole con più rilassatezza.
Ugo SCASSAMAZZO

16 ottobre 2018

IL TRIONFO DELLA VERITÀ 2.0


Cari amici, lettori e frequentatori della “PIAZZA”, ricordate l’articolo https: // piazzadellascherma.blogspot.com/2014/05/fiabe-balle-e-tasse.html, a firma di Antonello FILECCIA?
 Il pezzo fu “privatamente” contestato dal Segretario Generale FIS Marco CANNELLA, il quale, sebbene da me garantito nel suo diritto di replica,  preferì  tacere e sporgere querela per diffamazione nei miei confronti e nei confronti dell’autore del pezzo.
 In data 20 ottobre 2016 il GIP del Tribunale di Roma, su proposta del Pubblico Ministero e contro l’opposizione del querelante, ha archiviato il procedimento a mio carico ritenendo la querela infondata.
I medesimi fatti sono stati oggetto di un secondo procedimento che mi ha visto nuovamente indagato del reato di diffamazione in concorso con il dott. Fileccia; anche in questo caso il Pubblico Ministero ha chiesto l’archiviazione per insussistenza del reato ma Cannella ha proposto nuovamente opposizione e in data 19 settembre 2018 si è svolta una nuova udienza dinanzi ad un nuovo Giudice che, oggi, 15 ottobre 2018, ha comunicato il secondo verdetto: Detto provvedimento ha attestato, se mai ve ne fosse bisogno, l’assoluta liceità di critica ma soprattutto che i fatti citati nel pezzo di Fileccia sono stati ritenuti STORICAMENTE NON CONTESTATI. Ciò significa, in altri termini, che i fatti descritti rispondevano al vero.
Da varie indiscrezioni ho appreso che in itinere potrebbero esserci altre denuncie/querele sia a mio carico che verso il Blog,  ma considerato che gli articoli pubblicati sulla piazza sono sistematicamente sottoposti alla vaglio di persone altamente qualificate ancor prima della loro pubblicazione,  suppongo che gli esiti di eventuali  querele potrebbero essere uguali ai precedenti, cioè l’archiviazione.
Mi domando invece : è mai possibile che con tutti gli esperti giuridici di cui dispone la FIS, oltre al consulente legale, Cannella si è comunque determinato a sporgere l’inutile querela? 
Da parte mia ho atteso l’emissione dei provvedimenti in modo assolutamente sereno, conscio del fatto di essermi sempre comportato correttamente a dispetto di coloro  continuano a indicarmi come il male oscuro da eliminare a tutti i costi. 
E questa seconda archiviazione  sopraggiunge al momento giusto  in quanto mi dà la carica e la forza per continuare nella direzione intrapresa alcuni anni fa.
Altra riflessione che faccio: invece di sporgere inutili denunce e querele perché non accettare un confronto aperto sulle varie tematiche portate alla luce da questa “PIAZZA”? E se non si vuole scendere nell’agone del blog, perché non convocare una assemblea Straordinaria per discutere su tutto ciò che ieri ed oggi viene contestato dai tesserati? Di cosa si ha paura?
Ribadisco un concetto ed un valore fondamentale che sorregge questo BLOG:” Chi vuole contestare quanto viene pubblicato qui si comporti da vero sportivo  e come tale accetti il  pubblico confronto; prenda in mano la “penna”  e dia  voce alla propria opinione in modo libero e democratico, così come ho sempre auspicato, su questa piazza che è sempre stata e continuerà ad esserlo, aperta a tutti!
Ezio RINALDI

14 ottobre 2018

OLIMPIADI GIOVANI DI BUENOS AIRES: successo o fallimento?

Tre atleti alle Olimpiadi giovani di Buenos Aires e tre meritatissime medaglie: due d’oro e una d’argento; ma questa spedizione italiana, può ritenersi un successo sotto ogni aspetto, o esistono sfumature che mettono in crisi alcuni lati della gestione della gara?
Nel precedente articolo abbiamo visto come la spedizione italiana in Argentina abbia mostrato foschi chiaroscuri nel taglio degli atleti italiani che sulla vincentissima Federscherma sono stati ridotti da 5 a 3, cioè quasi dimezzati. La gara ha poi messo ancora più in luce la brillantezza dei nostri tre campioni, Davide Di Veroli, Martina Favaretto e Filippo Macchi. Nonostante Martina abbia fatto una gara ineccepibile, si è trovata di fronte la giapponese Yuka Ueno, che ancora non riesce a battere, ma siamo certi che è solo questione di tempo. Di Veroli invece si è distinto andando verso la medaglia d’oro con la solita scioltezza, confermando le aspettative. Filippo Macchi invece nel fioretto ha terminato solo settimo, perdendo dal francese che poi ha vinto la gara e anche per lui siamo certi che basterà perseverare per ottenere i migliori risultati che noi tutti gli auguriamo di centrare.
Quello che possiamo dire sia del tutto discutibile è stato il marketing dell’evento, con la sua comunicazione. Il nostro biasimo va tutto devoluto alla gestione dell’immagine federale, relativamente alla gara di scherma, infatti nell’era dell’informazione digitale, che per di più è gratuita, in quanto non ha bisogno né di giornalisti tanto meno di redazioni, con una informazione che corre lungo l’etere e viene recapitata sullo smartphone delle persone, ci chiediamo come mai si sia arrivati a tanta superficialità nella pubblicazione e visibilità dell’evento sia prima che durante e dopo. La superficialità nel voler o saper mostrare i successi raggiunti, lascia stupiti e apre a numerosi dubbi sulle capacità di chi la gestisce.
La cosa peggiore è stato vedere che le notizie venivano date con grande ritardo sui social, con privilegio per Facebook, dove è più complicato trovare le informazioni, a detrimento di Instagram, che ha un target più giovanile e gli hashtag sono più veloci da rintracciare. Infatti, se la notizia ben fotografata dall’ormai internazionale Augusto Bizzi veniva data con tempestività, mancava del tutto il wording descrittivo che consentiva di capire a che punto fosse la gara e a che livello gli atleti. Uno sforzo che sarebbe costato davvero poco, se la FIS si fosse occupata del marketing di valore, quello che dà la visibilità necessaria con informazioni adeguate per seguire gli eventi dove gli italiani spiccano più o meno quasi sempre. Invece le notizie su Facebook sono abbastanza descrittive, ma non sempre, mentre quelle su Instagram sono quasi sempre prive di contenuti, con una serie di hashtag significativi, ma manca quasi sempre la notizia, nella didascalia o come dovremmo chiamarlo il post. Questo denota non solo superficialità, ma anche incapacità di intendere il senso sia dell’hashatag che quello del post, infatti per trovare il post uso il primo, ma se nel secondo non trovo la notizia è tutto vano.
E adesso passiamo al secondo e più scottante dei problemi: la mancanza delle sponsorizzate. Il problema endemico della nostra federazione sono i numeri. Una patologia cronica delle società sportive e quindi anche della federazione, il cui sintomo è la scarsa quantità di schermitori per rendere il movimento più solido e anche più performante. Se con tutti i campioni che la scherma produce, non si riesce ad avere una corretta visibilità al di fuori del mondo della scherma, per convogliare atleti di ogni età nelle palestre, possiamo dire che la pubblicità che la Federazione esercita sui social e nel web vale poco meno di zero. È notorio infatti che i giovani siano molto attenti più sul web, che sulla televisione o i giornali, il che vuol dire che è quello il luogo privilegiato per la pubblicità efficace che una federazione deve ricavarsi. Non ultimo fra questi avere un canale web con una apertura al mondo dell’informazione che è ancora tutta da progettare e realizzare. Ma per fare tutto questo bisognerebbe avere uno staff che si occupasse del visual marketing della FIS, altra grande e imprescindibile frontiera che la vecchia Federazione pare non voglia prendere in considerazione e che lascia gli schermitori dubbiosi sul loro futuro.
Tutto questo è accaduto in un periodo dell’anno in cui si apriva la stagione sportiva e le società avevano un bisogno totale di pubblicità. Invece ogni anno si glissa in maniera oramai troppo evidente, segno che l’aumento degli iscritti a Viale Tiziano non è argomento di interesse.

Bisogna ammettere che il web marketing è una frontiera che la nuova federazione post-Giorgio Scarso dovrà prendere in considerazione, specie se riuscirà a risparmiare soldi tagliando quei capitoli inutili o troppo pesanti che forse da molti anni gravano sulle tasche degli schermitori italiani. Mentre se l’attuale squadra di governo resterà al potere, possiamo stare tranquilli che le cose non cambieranno e come al solito, nonostante i grandi successi sportivi internazionali, la scherma rimarrà sempre la cenerentola d’Italia.
SCASSAMAZZO Ugo

10 ottobre 2018

IL TRAMONTO: è già iniziato per il Presidente federale?


Si stanno svolgendo le Olimpiadi giovani di Buenos Aires e due schermitori su cinque sono stati lasciati a casa per esubero di atleti. A nulla è valso il potere di Giorgio Scarso nel CONI che non ha saputo difendere lo sport di cui è presidente indiscusso da quasi 16 anni.
Estate 2018, tutto è pronto per una olimpiade, quella giovani che è la prima della loro vita. Cinque schermitori italiani sono al di sopra di ogni più felice aspettativa, perché a ottobre 2018 si confronteranno davanti ai più forti e motivati atleti del mondo a Buenos Aires per partecipare a un avvenimento che sulla carta, per loro non si ripeterà più, ma solo per esclusive ragioni anagrafiche.
Filippo Macchi, Davide Di Veroli, Martina Favaretto, Sara Kowalczyk e Benedetta Taricco non stanno più nella pelle per la felicità, ma soprattutto è il biglietto per potersi affacciare alla Olimpiade di Tokyo o quella successiva. Un traguardo che non si cancellerà mai più nel loro palmares di atleti. Ma non hanno calcolato un piccolo dettaglio, che gli atleti Italiani autorizzati dal CIO potevano essere solo 73, (e noi ignoriamo il metodo di calcolo che ha impiegato il Comitée), a fronte dei 91 qualificati. Un segno piuttosto interessante della vitalità dello sport giovanile italiano, alla faccia della carenza di impianti sportivi e di una legislazione in merito del tutto al loro livello.
Così il CONI, che non si aspettava di dover tagliare gli atleti ha dovuto prendere delle decisioni piuttosto drastiche e lasciarne a casa 18 che tristemente per ora ripongono nel cassetto la speranza di affrontare la competizione a cinque cerchi, la più ambita del mondo e della storia. Fra questi, sempre Malagò e il suo staff, ha dovuto lasciare a casa anche due dei cinque schermitori, alla faccia dell’ex vice presidente del CONI che pare non conti più nulla nel Palazzo H a Roma. Il segnale viene dai tagli riportati agli schermitori, che sarebbero con ogni probabilità saliti tutti o quasi sul podio, a favore di altri due atleti o sport, le cui federazioni evidentemente valgono politicamente molto di più di questa tanto piccola nei numeri, quanto grande nei risultati, Federscherma.
Per far tacere la cosa è stato dato a Di Veroli per una meritatissima ennesima volta nella scherma, l’incarico di portare la bandiera nella sfilata iniziale, pur in presenza di altri atleti meritevoli.
Il popolo della scherma però non è del tutto scimunito, e ha cercato di vederci chiaro, se non chiarissimo, ed è bastato bussare nemmeno tanto forte qua e là per ottenere l’informazione che ci ha permesso di scoprire tutto. Cosa pensava il Presidente, che il silenzio del quale ha ammantato la “mai-stata-sua” federazione sarebbe durato per sempre?
Ora aspettiamo che la scherma italiana, possa svettare sul podio e far brillare una olimpiade che è sempre di più dipendente dai nostri formidabili atleti.
Viva la scherma e i suoi schermitori!
Ezio RINALDI

02 ottobre 2018

GENOVA, IL PONTE MORANDI E LA SCHERMA: lettera di una ex spadista.


Giordana COMPARINI
Qualche giorno fa, passeggiando sul web mi sono fermato sulla pagina facebook di Pianeta Scherma perché mi aveva incuriosito e colpito una lettera scritta da una ex spadista, che riporto per intero, in quanto merita non solo pieno rispetto ma anche una seria e profonda riflessione.
Pianeta Scherma scrive:
A seguito della tragedia del crollo del Ponte Morandi, la Fis, di concerto col Comitato Regionale Liguria, ha deciso di ammettere tutti gli atleti liguri alla prima prova Open senza dover passare dalla qualifica regionale, stanti anche i problemi di viabilità che rendono particolarmente complicato il raggiungimento del luogo di gara (l'appuntamento, da calendario, era fissato a Voltri per il 14 ottobre). Sulla decisione della Fis riceviamo e pubblichiamo una lettera scritta da una spadista ligure.
Cara Fis,
Mi è stato insegnato che a “caval donato non si guarda in bocca” e quindi prendo atto per alcuni, del tuo regalo, per tanti, fortunatamente, del tuo gesto che hai fatto per la mia Regione e città colpita dalla tragedia del Morandi e a, prescindere da come abbia cominciato e andrò avanti, ti voglio comunque ringraziare di cuore. Sinceramente.
Però ci tenevo a dirti che mi è anche stato insegnato, e ti sarà familiare, ad aspettare fino alla 15esima stoccata, ed oggi più che mai la mia amata/odiata Zena (=Genova ndr) lo sta facendo. Ho visto vigili del fuoco, volontari della croce, polizia, municipale, infermieri e medici mettersi le loro divise e scendere in strada per affrontare quell’orrore che è il Morandi. Orrore che si è portato via, come ben sai, 43 persone accertate e che ha stravolto tutta la precaria certezza di quotidianità a cui ci siamo sempre aggrappati, sperando non cadesse mai. Quindi ti chiedo, tradendo le mie prime righe, tra tutte le cose che si potevano fare, come mai ci rendi ancora “vittime” impedendoci di scegliere, noi che possiamo, il nostro sport e di rendere omaggio alla nostra città con l’unica divisa che ce lo può permettere? Non so Fis, forse si poteva trovare un altro posto più “agevolmente raggiungibile” nei limiti della “nuova viabilità” del resto stiamo affrontando il Salone nautico, a breve avremo la consueta Coppa Pompilio…
Non so, forse, da buona genovese potevate ridurci le quote iscrizione gare…
Non so, destinare i nostri soldi alle unità cinofile, agli enti di volontariato che stanno aiutando nella zona colpita gli operatori…
Non saprei, in effetti non indosso la tua di divisa. Probabilmente è solo una riflessione mugugnosa di una vecchia calcatrice di pedane che poteva essere, come ognuno di noi, una del 14/8.
Grazie
Giordana”
La prova cui lei si riferisce si sarebbe disputata a Voltri, località a ovest di Genova, la cui raggiungibilità era agevolata dal vicino ponte Morandi e che dopo il suo crollo è diventata molto più difficoltosa.
Non giudico e non intendo strumentalizzare una tragedia che non ha colpito solo Genova ma, moralmente tutta l’Italia. Quindi, in linea generale il provvedimento trova tutta la sua validità nel voler essere vicino a Genova ed ai Genovesi e francamente, sotto questo aspetto sono d’accordo con la FIS. Non posso, altresì sottacere il malessere di una genovese e forse non solo suo, la quale rivendica il diritto di scelta, nel senso che la ex spadista avrebbe visto meglio un provvedimento di conferma della gara in altro luogo ligure, con la donazione delle quote di iscrizione a qualche associazione di volontariato che ancora operano in quel territorio. Insomma dare un segno più tangibile di solidarietà piuttosto che agevolare poche unità schermistiche. In questo senso apprezzo molto il pensiero di Giordana COMPARINI, ancorché espresso in forma pubblica. E’ altrettanto vero che nella regione ed a Genova in particolare avranno luogo ben altri eventi i quali dovranno fare i conti con una viabilità divenuta complicatissima, quindi l’ex spadista, mi pare di capire, avrebbe gradito altro tipo di intervento da parte federale che non una carità forse non richiesta.
Giordana COMPARINI, che ho avuto nella Sezione Scherma dell’allora Centro Sportivo dell’Esercito (CSE), la ricordo come una persona dalla grande sensibilità ed un profondo senso delle istituzioni e se ha sentito il bisogno di scrivere il suo pensiero lo ha fatto certamente per il grande amore che nutre per la sua città. Leggendo poi i post dei commentatori che ritenevano e ritengono giusto il provvedimento della FIS, nessuno ha risposto alla domanda di Giordana:” perché è giusto il provvedimento?” Ecco, si può essere d’accordo o meno con la lettera pubblicata ma alla domanda posta bisognerebbe dare una risposta e ciò non è avvenuto, ci si è limitati a dire che il provvedimento è stato giusto e non mi risulta che la FIS le abbia dato un qualche riscontro. Ci provo Io. Cara Giordana spesso pecchiamo di mancanza di idee, oppure in circostanze tragiche come quella di Genova siamo attanagliati dalla paura di sbagliare, oppure nella fretta di aiutare o di voler dare un segnale di vicinanza assumiamo iniziative di valore non all’altezza dell’evento che ci colpisce. E’ l’unica risposta che posso ipotizzare, altre teorie le lascio alla tua immaginazione.
Forza Genova! E forza a tutte quelle regioni e località colpite da eventi tragici.