Accadde nel 2012 dopo che Giorgio Scarso fu rieletto presidente, che l'iscrizione alle gare aumentò da 15 a 20€. Esordì dicendo: “Mettiamoci l’anima in pace: soldi non ce ne sono” da cui capimmo che le gare sarebbero aumentate, cosa che avvenne con puntualità svizzera.
Questa
volta nonostante i bilanci ben messi, l’aumento per la partecipazione alle gare
è arrivato lo stesso, giustificato dal fatto che i costi arbitrali di ogni
competizione stanno diventando un peso federale. Oltre a questo non possiamo
ignorare il fatto che la curva dei partecipanti, intrecciata con quella dei
costi del noleggio delle pedane e gli affitti dei palasport, unito al costo
arbitrale, fino a un certo punto risultano convenienti, ma se superano un
limite che per ora io non conosco, diventano sì gare che inorgogliscono i
Comitati regionali, e gli enti organizzatori, ma alla fine presentano problemi
di costi-benefici non indifferenti.
Tempo
fa avevo individuato nelle gare piccole, cioè regionali, un vantaggio per i COL
(Comitati organizzatori locali) e la FIS, prevedendo che le gare con grandi
numeri sarebbero state ridimensionate. Ero poi stato raggiunto da una persona
che mi diceva che la mia lettura non era vera, cioè che a ogni gara regionale
lombarda, il Comitato regionale doveva mettere di tasca sua la differenza per
colmare i pagamenti degli arbitri, ma che anche i COL non riuscivano a
rientrare nei costi, nonostante i grandi numeri.
Eppure
quando io organizzai la mia unica gara a Treviglio – BG (Qualificazione
regionale assoluti di spada M e F) incassai una cifra di tutto rispetto per il
bilancio della piccola società che dirigo. Qualcosa era accaduto negli ultimi
anni? Forse sì, ma allo stesso tempo e sempre forse, è mancata l’analisi del
bilancio, pre e post gara, pensando che aumentando il numero di partecipanti
alle gare, il guadagno sarebbe aumentato. E invece no. Quando infatti si
superano certi numeri, come accennavo prima, si invertono i profitti. Aumentano
infatti le pedane, cioè i costi di montaggio e smontaggio, le location devono
essere più capienti, si passa perciò dalle grandi palestre ai palasport e
affini, che hanno costi ben maggiori, e infine gli arbitri, perché per restare
nei tempi è necessario aumentare l’attività arbitrale e quindi i costi
relativi.
Mi
chiedo se sia giusto o no organizzare gare corte per tutte e sei le armi,
mettendo un tetto massimo a pedane e arbitri (e atleti), per ottenere la magica
cifra che consente di tenere a bada costi e benefici per FIS e COL. Ai managers
l’ardua sentenza.
Nel
frattempo sta girando infatti in modo febbrile presso le società sportive
lombarde la richiesta di organizzare le gare perché per ora l’offerta è andata
semi deserta: “tanto sbatti e poco guadagno” è il commento che serpeggia fra le
pedane. Credo infatti che se si fossero attuati per tempo adatti correttivi,
l’aumento del costo delle gare forse si sarebbe potuto evitare.
Non
faccio mistero del fatto che la riforma del calendario era e rimane necessaria,
e il tempo per farlo era ed è in questo quadriennio, in quanto nel precedente,
il Covid non ha di certo aiutato.
Spero
quindi in una riforma sensata e più agile rispetto a quella attuale, ovviamente
sempre confortato da solidi ben stretti numeri alla mano.
Fabrizio ORSINI