I successivi cambiamenti saranno
invece proposti dalla stagione successiva alla prossima, e non sembra che ci
daranno per ora anticipazioni significative.
Come promesso in campagna
elettorale le innovazioni nel calendario gare sono arrivate e di certo per le
società e i tecnici, sarà un miglioramento in quanto gli spostamenti saranno
ridotti al minimo. A questo si aggiunge il vantaggio che inaugurando il
biglietto per guardare i Campionati italiani assoluti, grazie all’accorpamento
dei tre campionati, l’afflusso di spettatori sarà decisamente più alto, con
evidente beneficio economico per la FIS.
A valle dell’ottimo bilancio
federale lasciato dalla precedente amministrazione guidata da Paolo Azzi, ricco
e ben strutturato, anzi, che ha saputo elargire alle società ben più soldi
rispetto all’anno precedente, ci chiediamo cosa ci farà con questi nuovi
introiti la nuova amministrazione.
“Ci sono molte cose da fare” è
stato detto da più voci, e posso solo crederci, anche se con molta
circospezione mi sembra che non cambierà un gran che in pedana nei prossimi
quattro anni, se non negli incassi federali.
In un passaggio della
dichiarazione del presidente FIS si parla di un “aumento di gare regionali”. Si
paventa quindi all’orizzonte uno scenario interessante, ovvero quello in cui
aumenteranno gli introiti da gare regionali ben più facili da organizzare dai
COL per le quali la FIS incassa 10€ ad atleta senza dover spendere nulla in
organizzazione, e vedere diminuire le gare di carattere nazionale nelle quali
la FIS va a compensare le spese organizzative che sono sempre superiori agli
introiti ottenuti dalle iscrizioni degli atleti. In questo modo nel bilancio
federale la voce “Spese per gare” diminuirà, con un conseguente aumento di
quella “Introiti da gare”. Se poi ci si inserisce una probabile diminuzione del
numero di partecipanti al Campionato nazionale, vorrà dire che l’organizzazione
potrà posizionare un numero basso di pedane, accorciare i tempi di gara, e
quindi le spese, evitando di andare in negativo sul bilancino di gara stesso.
A vincere alla fine sarà la FIS,
mentre solo in maniera apparente saranno le società le quali avranno meno
probabilità di portare i propri atleti.
Dietro quindi un evidente
risparmio per società ed atleti, il valore sportivo e nazionale di un
campionato, passa da assoluto a campionato di categoria. Gli atleti militari
saranno i veri protagonisti di queste gare, per i quali sarebbe interessante
creare un campionato a sé, visto che sono a tutti gli effetti dei
professionisti.
Questa riforma calendaristica la
trovo personalmente limitata e centrata più su vantaggi federali, che globali
che pur ci sono.
Detta riforma va quindi
sperimentata e allo stesso tempo migliorata, tenendo conto che l’abbandono
sportivo è elevatissimo non solo nella scherma, ma anche negli altri sport.
Servirebbe un lavoro più profondo non solo all’interno delle singole federazioni,
la nostra compresa, ma anche a livello CONI e di Ministero dell’Istruzione.
Servono quindi idee, strategie,
capacità di dialogo e divisione delle mansioni, e convincere la Scuola italiana
che non dobbiamo puntare solo sulla cultura, ma anche sulla formazione della
persona, cosa che avviene anche grazie all’attività sportiva, sempre se
vogliamo rendere lo sport italiano un qualcosa di utile alla società.
Fabrizio ORSINI