Vorrei
condividere con tutti voi una mia perplessità e soprattutto una difficoltà
relativa alle scelte della Federazione Italiana Scherma di aumentare del 33%,
mascherato con l’aumento di 5€, la quota di iscrizione alle gare. Fermo
restando che a fronte di un aumento del 3% delle pensioni dopo 10 anni per
l’adeguamento Istat, dell’aumento delle autostrade del 3%, non riesco a capire
come sia pensabile aumentare la quota di iscrizione del 33%.
Io sono uno
studente universitario fuori sede e pratico la scherma da qualche anno, le spese
sono tante, la crisi economica ci colpisce già in tanti modi, faccio tanti
sacrifici per poter praticare questo sport, non ci sono entrate ed occasioni di
lavoro, soprattutto da noi se non fai parte di alcuni sistemi. Ma allora,
l’obiettivo è ridurre il numero di tesserati e far diventare la scherma uno
sport d’élite o diffondere quanto più possibile il movimento schermistico? Non
partiamo dal presupposto di fare i conti nell’anno post olimpico, ma ragioniamo
a lungo termine, e cioè valutiamo chi a fine anno considera le spese di
trasferta e le spese di iscrizione oltre a quelle del materiale e valuta se
continuare o no e soprattutto farà una cattiva pubblicità alla scherma, quando
invece è uno sport fantastico.
Non capisco
nemmeno il motivo di dividere una gara regionale in 2 giorni (con inizio un
giorno alle ore 15 e il giorno successivo alle ore 8.30…vabè), si parla di
crisi però così aumentano i compensi per arbitri e tecnico delle armi (2 giorni
di lavoro), aumentano le spese per noi atleti perché si sarebbe potuto
benissimo organizzare un pulmino ammortizzando le spese ed invece ora dobbiamo
organizzarci in macchine con 2-3 persone anche perché i mezzi pubblici sono
inesistenti o poco utili.
E ciò non
accade solo a livello regionale dato che Ariccia, solo per citare l’ultimo
luogo di gara in ordine cronologico, non è proprio facilissima da raggiungere
con i mezzi pubblici e le convenzioni con gli alberghi sono spesso fittizie.
Qualcuno
potrebbe dire che il problema esiste solo per noi adulti e non per i ragazzi e
che per la Federazione se noi ci siamo o no conta poco. Infatti, come dare
torto! Uno schermidore over 23 ha solo 3 gare regionali all’anno se non si
qualifica alle nazionali. Spende soldi per iscrizioni alla società, materiale,
si dedica agli allenamenti costantemente, ma se per un qualsiasi motivo non si
qualifica, ha perso un anno. Potreste dirmi che sono contradditorio, beh no.
Perché spendere soldi per aver conquistato una gara nazionale pesa meno,
ammortizzi anche la quota annuale, invece puntualmente vai a fare la
qualificazione con ragazzi più giovani e con già dalle 4 alle 6 gare nell’anno,
quindi più pronti. E il risultato è quasi sempre scontato.
Ma se la
scherma perde noi adulti dalle palestre, come possiamo pensare di dare
continuità al movimento schermistico e trasmettere esperienza? Poi se invece di
iniziare le gare alle ore 8 le facessimo iniziare alle 10 potremmo risparmiare
sull’alloggio di alcuni arbitri e soprattutto gravare meno sulle spese di
trasferta per chi è a distanze inferiori ai 300km. Qualcuno potrebbe dire che
così si finisce più tardi….relativo! perché invece di finire alle 16, si
finirebbe alle 18 e sappiamo tutti che il ritorno a casa è meno pesante della
partenza del giorno prima ed il problema della fine posticipata riguarderebbe
4/8 atleti e non 200/300 che devono essere sul luogo di gara alle 8.
Mi auguro
che questo mio pensiero riesca ad arrivare ai rappresentanti degli atleti e ai
vertici Federali e sia condiviso da molti. Di sicuro non voglio abbandonare
questo meraviglioso sport, ma non possiamo continuare a sostenere le spese, se
i vertici non ci aiutano nella riduzione dei costi.
viva la scherma!
Gianluca De Vita
Caro Gianluca,
RispondiEliminala sede giusta è la FIS, il blog, come ben leggi e denominato Piazza scherma - Liberi pensieri sul mondo della scherma - quindi, in quanto tale accoglie il tuo pensiero. Mi auguro che raggiunga chi normalmente deve dare delle risposte a pensieri come il tuo.
La mia opinione è che qualche modifica al calendario e per esso all'attività agoninistica dovrebbe essere fatta, in tal senso in più ciorcostanze ho rappresentato che la crisi economica, incidente in particolar modo sulle famiglie, soprattutto quelle meno abbienti non deve appesantire il già gavoso fardello finanziario delle società e degli atleti.
Sono sicuro che il Presidente leggerà con molta attenzione il tuo scritto e non dico che interverrà con immediatezza però certamente discuterà, nell'ambito del suo Consiglio, su quanto da te rappresentato.
Ezio RINALDI