Ieri, ad Anguillara, in
occasione dei campionati regionali, ho avuto modo di intrattenere conversazioni
sul “nuovo” e mi è stato rimproverato che il mio slogan su tale concetto è
contraddittorio con la mia stessa persona. Chiariamo subito che si parlava di
politica federale e dei futuri assetti dirigenziali. Il mio autorevole
interlocutore mi rimproverava per lo slogan da me sbandierato e cioè: “abbiamo
bisogno di cambiare, di avere gente nuova con stimoli nuovi per una federazione
diversa e più dinamica rispetto al recente passato”. Ebbene il rimprovero era
riferito al fatto che una eventuale alternativa all’attuale dirigenza, per il
semplice fatto che possa essere sostenuta dal sottoscritto, non rappresenti il
“nuovo”. Ci sarebbe molto da dissertare sull’argomento, ma ognuno ha le proprie
idee e la propria visione dell’insieme delle cose ed Io le rispetto tutte, ciò
non mi esime dall’esprimere il mio pensiero su tale aspetto.
Cosa vuol dire essere “nuovo”
o “vecchio”? Per me “nuovo” significa qualcosa di diverso rispetto
all’esistente, quindi, nel caso specifico, una nuova dirigenza rispetto a
quella attuale, cioè persone qualificate che non abbiano nulla a che fare con
il passato: per tale ragione ho dichiarato pubblicamente di non essere
interessato a cariche di nessun genere.
Pertanto, personalmente, non
mi ritengo il “vecchio che avanza” ma, forte di una esperienza maturata al
servizio della federazione, una persona che guardando al futuro propone cose
nuove. Posso essere criticato sul modo di esporre le mie proposte, ma non nel
concetto di base.
“Vecchio” vuol dire persona
che ha molti anni o persona che malgrado l’età non avanzata ha le
caratteristiche di chi è anziano, insomma qualcosa di antiquato. In tal senso,
mi si lasci passare la presunzione: non sono né vecchio nè ho le
caratteristiche di un anziano con un cervello afflitto da senilità.
Forse il mio interlocutore,
così come tanti altri, intendeva altre cose, come: ”te lo raccomando quello!”,
oppure: “vabbé, ma è sostenuto da quello!” ed allora qui entriamo in un altro
campo e cioè la credibilità di una persona e quindi la sua onestà. Ora bisogna
chiarire il concetto di onestà, termine conosciuto, pare, da tutti (ma è
proprio così?). E bisogna chiarire anche il concetto di “innovare”, tanto per
parlare di “nuovo”.
Per “onèsto” intendo persona che agisce con lealtà, rettitudine
sincerità, in base a principi morali universalmente validi, astenendosi da
azioni riprovevoli nei confronti del prossimo, sia in modo assoluto, sia in
rapporto alla propria condizione, alla professione che esercita, all’ambiente
in cui vive. Dunque una persona che non abbia subito condanne di nessun genere,
tantomeno sportive e che, oltre ad esprimere onestà d’animo agisca in
conformità alla legge morale, dell’onore, della rettitudine e dalla probità. In
altre parole che non abbia nulla in sé
di moralmente riprovevole.
In sintesi, l’onestà è la qualità umana di agire e comunicare in maniera
sincera, astenendosi da azioni riprovevoli verso il prossimo fondate
sull’inganno. Quindi non mentire e non ingannare!
Non sono il censore che possa mettersi
su un piedistallo ed arringare il prossimo su questi concetti: mi sono sempre
definito un peccatore e come tale ho le mie responsabilità. Ma il mio
interlocutore può farlo? Ovvero può indicarmi tra le persone del nostro mondo
soggetti di tal specie? No, non credo. Quindi prima di rimproverarmi si faccia
un esame di coscienza ed abbia il semplice coraggio di affermare: “ Non credo
al cambiamento proposto e sono per l’attuale dirigenza”, senza cercare scuse
inammissibili.
“Innovare” letteralmente significa rendere nuovo, ma più semplicemente intendiamo il voler mutare uno stato di cose, introducendo norme, metodi e sistemi nuovi per riacquistare forza, vigore ed efficienza.
“Innovare” letteralmente significa rendere nuovo, ma più semplicemente intendiamo il voler mutare uno stato di cose, introducendo norme, metodi e sistemi nuovi per riacquistare forza, vigore ed efficienza.
Dunque innovare è l’atto,
l’opera di introdurre nuovi sistemi, nuovi ordinamenti, nuovi metodi di
gestione. In senso concreto, novità, mutamento, trasformazione che modifichi
radicalmente o provochi comunque un efficace svecchiamento in un ordinamento
politico, sportivo e sociale. L’innovazione è un processo che dovrebbe garantire
risultati o benefici maggiori ad un sistema, anche se a volte non sempre si
rivela efficace rispetto a ciò che si intende innovare: ma è il nostro caso?
Non credo.
Motore dell'innovazione è l'Etica, cioè il desiderio sincero e forte
di servire l'uomo (produrre qualcosa di buono e di bello); quando questo
sentimento è limitato a se stessi, la capacità innovativa risulta minore.
Innovatore è colui che riesce a sognare qualcosa di diverso, di migliore per tutti,
portandosi oltre quanto compreso finora ed Io sono un sognatore ma lo è ancor
più chi si propone quale concorrente al vertice federale.
Spero di aver chiarito i concetti che animano la mia
azione.
Come dicevo prima,
si abbia il coraggio di affermare che lo “Status quo” mi sta bene e se questo è
il pensiero generale basta lamentarsi nei corridoi, poiché, soprattutto in
questo caso, chi è causa dei propri mali pianga se stesso.
Ezio RINALDI
Ezio RINALDI
Caro Ezio, il tuo post mi lascia perplessa, se non ho capito male qualcuno ti ha detto che se tu esprimi il tuo gradimento ad una candidatura, per ciò solo questa candidatura sarà etichettata come “ in contiguità con il vecchio”.
RispondiEliminaInnanzitutto ti faccio i miei complimenti, perché dimostri di essere comunque, ancora e sempre, un opinion leader e poi ti chiedo, ma cos’è il “vecchio” e cos’è “l’alternativa”?
Se non sbaglio l’attuale Presidente, tra vicepresidenza e presidenza dirige la Federazione da quasi 16 anni . Nessuno che abbia un minimo di sensatezza potrebbe, quindi, pensare che una sua eventuale ricandidatura possa essere etichettata come “novità”. Sarò più esplicita, l’attuale dirigenza è il “vecchio”, quindi non capisco proprio di cosa parlasse il tuo interlocutore.
Venendo all’”alternativa”, fammi capire, alternativa a cosa?
Fino a questo momento non mi sembra che nessuno, a parte l’avv. Storace abbia proposto la propria candidatura alle prossime elezioni; quindi chi sarebbe questo candidato alternativo all’avv. Storace?
Ho sentito qualcuno dire, qua e là, che l’attuale Presidente non abbia molta voglia di candidarsi. E lo comprendo bene: a parte età e stanchezza che hanno il loro indiscutibile peso, è sempre meglio uscire di scena nel momento in cui si è raggiunta la vetta o la si è appena cominciata a scendere (come in questo caso), lasciando il migliore ricordo possibile di sé, che trascinarsi fino a che anche l’ultimo fedelissimo non si è stufato. E devo dire che qualche giorno fa durante una gara, con mia enorme sorpresa (e un po’ di ripugnanza), ho sentito una persona, che so molto legata al Presidente, fare un commento abbastanza ingeneroso nei suoi confronti.
Ciò posto, le considerazioni del tuo interlocutore mi sembrano abbastanza fuor di luogo. L’avv. Storace, non soltanto rappresenta una novità assoluta, ma leggendo il suo curriculum, è una persona che ha rivestito e riveste ruoli di altissimo livello professionale, (penso ad esempio alla vicepresidenza delle UNCC), non raggiungibili se non grazie ad una notevole preparazione, esperienza e sagacia che ne rivelano in modo inequivocabile l’attitudine alla dirigenza, e che lo rendono il candidato ideale a guidare la Federazione. Perciò se tu lo appoggi, vecchio o giovane che tu sia, non si può che essere d’accordo con te.
Quindi ti chiedo, ancora una volta, ma di cosa mai parlava il tuo interlocutore?
Paola Puglisi
Cara Paola che dire? Il Presidende ha più volte dichiarato che vorrà proseguire fino al 2024, quindi Storasce è la sua alternativa. Mi viene da pensare che se mi schierassi con Scarso (se lo facessi sarei di parola e non chiederei incarichi) questi sarebbe penalizzato e nessuno lo voterebbe? Beh, quasi quasi lo sosterrei! Vedi, quando non si hanno argomenti si cercano le più svariate scuse per le proprie scelte. Dico che è un offesa al Presidente in carica non avere l'onestà di dichiarare pubblicamenteva di sostenerlo, ma tant'é, bisogna farsene una ragione. La pochezza di certi individui è infinita.
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