Al Presidente F.i.s.
apprendo, oggi, di una sua lettera con la quale ha ufficialmente annunciato la quarta candidatura alla presidenza della Fis. Confesso che la notizia mi ha stupito perché ero certo che sarebbe rimasto fedele all’impegno preso con gli elettori nel dicembre 2012 di non ricandidarsi più.
Sulla questione avevo già espresso il mio pensiero,
http://piazzadellascherma.blogspot.it/2016/06/election-day-2016.html , devo però prendere atto che la sua odierna candidatura smentisce risolutivamente la mia iniziale intuizione, costringendomi ad ammettere di aver puntato tutto su un “cavallo sbagliato”. Devo quindi dare atto ad Ezio Rinaldi di avere visto lungo.
Tuttavia, prima di esprimere il mio giudizio ritengo necessaria una puntuale valutazione delle ragioni che sembrano averla indotta a tale inaspettata determinazione. Nella sua lettera ci racconta di come sia stato convinto da coloro che, in questi anni, hanno gestito insieme a lei la federazione. Questa scelta sarebbe stata indotta anche dalla sua personalissima convinzione di dover continuare ad adempiere un dovere istituzionale a cui non potrebbe sottrarsi in ragione di entusiastiche sollecitazioni, (non ancora dimostrate), che promanerebbero dalla “base”.
Questo non può che farle onore in quanto, se rieletto, dovrà sostenere un impegno incomparabile per continuare a diffondere in Italia e nel mondo i valori della scherma. Non ricordo, a memoria d’uomo, persone della sua stessa età che fossero capaci di tale spirito di servizio, di sacrificio ed abnegazione. Forse una sola, ma molto più giovane di lei, di cui ci raccontano i libri di storia e che si chiamava Yehoshúa ben Yósef. Non so se ne ha mai sentito parlare, ma anche lui, come lei, viaggiava molto per ricordare al mondo quali fossero gli autentici valori dell’umanità, pur non disponendo di carta di credito e di fondi costituiti dal denaro dei contribuenti. Quanto poi ai viaggi nazionali ed internazionali, a leggere la sua agenda personale credo davvero che Lei possa pregiarsi del titolo di recordman. Mi domando, al riguardo, se ha mai pensato di fare iscrivere il suo nome nel libro dei Guinnes dei primati! Magari potrebbe vincere un cospicuo premio in denaro e, riversandolo nelle casse della Fis, alleviare, almeno un pochino, gli enormi sacrifici economici che devono quotidianamente sostenere famiglie e società. Ciò, sicuramente, la renderebbe ancora più simile a Yehoshúa ben Yósef: lui, infatti, i pani e i pesci li moltiplicava non per la sua gloria ma per sfamare la “Base” Mi perdonerà se insisto sulle questioni economiche ma non posso farne a meno essendo questo uno dei più pressanti problemi sofferti dalla “base”.
Torno quindi immediatamente sull’argomento.
Non posso negare come la sua lettera sia ricolma di parole che in sé considerate suonano in modo celestiale. La musica complessiva che ne risulta è però abbastanza dissonante.
Mi spiego meglio. Locuzioni da lei utilizzate come “rispetto istituzionale” ed “impegno istituzionale” sono certamente connaturate al suo modo di essere ed interpretare la responsabilità del ruolo rivestito. Tuttavia mi dispiace dovere rilevare come alle buone intenzioni non sempre seguono i fatti.
Il rispetto istituzionale, caro Presidente, è anzitutto il rispetto e l’osservanza del regole che un determinato consesso si dà per governarsi democraticamente. Lo Statuto Fis le ha sempre imposto di pubblicare tempestivamente il bilancio preventivo di ciascun esercizio finanziario al fine di rendere edotti tutti gli utenti circa il modo con cui la Federazione impegna i loro soldi. Ma anche quest’anno che volge già al termine, come per gli anni precedenti, il Consiglio federale, in violazione di quelle norme, ritiene ancora oggi di non doverne rendere conto a tutti gli associati e affiliati. Mi domando il perché di questa inaccettabile omissione e se è sua intenzione di farci conoscere, almeno per il 2016, e prima che si vada al voto, quale fosse il proposito di spesa che avrebbe dovuto essere reso pubblico non appena approvato.
Mi domando infine che affidabilità potrà avere il suo nuovo programma elettorale 2016-2020 visto che le è bastato pochissimo per convincersi di poter venire meno alla promessa fatta agli elettori all’inizio del quadriennio che ormai volge alla fine.
Le raccomando quindi di non inserire più nei suoi programmi elettorali alcuna promessa sulle sue future candidature rispetto alle quali non dovrebbe mai più porre limiti temporali.
Infatti, se non sono bastati 12 anni per trovare un sostituto che possa eguagliarla per capacità istituzionale non credo che ne saranno sufficienti altri dodici, e non mi sembra giusto spaventare e deludere la “base” con l’ennesima minaccia di non ricandidarsi più.
La scherma italiana non può fare a meno di lei!
A. Fileccia
12 anni fa sbaglia clamorosamente il pronostico. Pensai che una persona che non sa né parlare né stare zitto non sarebbe durata molto. Evidentemente ha trovato per regnare sistemi alternativi alla competenza.
RispondiEliminaCome ho avuto modo di scrivere in altre circostanze, non sono uso ad intervenire su quanto scrivono i frequentatori della Piazza, ma ogni tanto credo sia opportuno farlo. Nell'articolo si fa riferimento a valori, regole, rispetto istituzionale, tutte allocuzioni regolarmente disattese. Basti citare il comportamento dei CT, persone a libro paga federale, che scendono in campagna elettorale, promuovendo la rielezione di Scarso alla Presidenza. Lo fanno sfruttando la loro posizione, il loro incarico e, peraltro, raccontano vere fesserie, ma su quest'ultime ci posso anche stare, ciò che non è possibile accettare e che lo facciano con i soldi della FIS. Presidenti di Commissione che entrano a gamba tesa nell'agone politico, perorando la causa della dirigenza attuale, con messaggi sublimali ed umilianti verso gli elettori. E, dunque, dov'è il codice etico? Perché Scarso non lo applica facendo dimettere questi signori? Certamente si può fare propaganda ed invitare ad eleggere Scarso e riconfermare l'attuale dirigenza, ma lo si faccia in un ambito di serietà e correttezza. Forse sto parlando di valori che non appartengono all'attuale establishment. Una campagna elettorale è una guerra tra contendenti ed i colpi bassi sono all’ordine del giorno, ma, sommessamente e per chi lo avesse dimenticato, ricordo che siamo in un ambito sportivo dove lealtà, correttezza e rispetto dovrebbero essere gli elementi fondanti i rapporti tra associati o comunque appartenenti ad uno stesso consesso.
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