Anche gli italiani, svegliandosi oggi hanno trovato sui loro
social e sui giornali la notizia tristissima che nel mezzo dell’Europa era
scoppiata una nuova guerra. Le parole di Vladimir Putin hanno fatto da eco alla
situazione: “Vogliamo smilitarizzare e de-nazificare l’Ucraina. E chiunque
interferirà con la nostra operazione militare e minaccerà la nostra nazione o
il nostro popolo, la nostra risposta sarà immediata e porterà a conseguenze che
la storia non avrà mai sperimentato”. Non proprio dichiarazioni
diplomatiche o di circostanza, pronunciate per calmare le acque peraltro già
agitate, ma al contrario per ben chiare fatti e persone, e senza mezzi toni, il
cui senso potrebbe essere così parafrasato: “lasciateci fare, perché sono
affari nostri e non vostri”.
Non entreremo quindi nei meandri della politica, ma in quelli
della scherma ovviamente sì.
Da mesi infatti si parlava di queste mobilitazioni militari,
e il dibattito era sì allarmato, ma non eccessivo. In Italia si è cantato a
Sanremo, e molto si è speso per gossip di basso livello, specie nei giorni
scorsi, anche perché il calcio la fa sempre da padrone. Eppure nel fine
settimana passato, quello dell’11-13 febbraio (una data non di certo a caso),
si è svolta la gara di Coppa del mondo di spada maschile a Sochi, in Russia,
cioè in casa di Vladimir Putin, o per meglio dire di Alisher Uzmanov che è il
presidente della FIE e presidente di Gazprom, la maggiore azienda produttrice
di gas della Russia.
L’11 febbraio si sposa è il caso di dirlo con quella di oggi,
24 febbraio 2022, giorno in cui sono atterrate a Sochi le donne della spada
mondiale, per la loro prova individuale e a squadre, alla cui prova sono
ovviamente assenti le spadiste ucraine, avendo disdetto la loro partecipazione
la settimana scorsa.
Il dato più corposo dal punto di vista diplomatico è che
nessuna federazione schermistica nazionale ha pensato di boicottare la gara, e
fra queste né quella americana, né la nostra che è infatti atterrata ieri sera
e sta vivendo da molto vicino questa esperienza.
Mai avremmo pensato di vedere una nuova guerra nel cuore
dell’Europa, dopo quella della ex-Jugoslavia.
Ci auguriamo pertanto che tutto si possa risolvere nel
migliore e più rapido modo possibile e che si riesca a chiarire soprattutto
diplomaticamente quanto sta accadendo in Ucraina, per il bene degli amici
ucraini e del mondo intero. Nel frattempo seguiremo le gare, per capire quale
sarà il tono della competizione e speriamo di riuscire a farvene un resoconto
adeguato.
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