11 febbraio 2023

L'Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga ed il Crimine deve aprire un'indagine su accuse di corruzione nella Federazione internazionale di scherma.

 

Il problema della corruzione nello sport è talmente avvertito che il 9 novembre 2021 il Comitato Olimpico Internazionale e l'Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga ed il Crimine (UNODC)  hanno firmato un memorandum d'intesa (MDI)   per  combattere corruzione e la    criminalità nello sport.  Infatti come affermato dai vertici  di queste due organizzazioni:

 

Infatti, la prova del fatto che il problema della corruzione nello sport sia davvero sentito la si coglie indubbiamente  dal fatto che la “firma del MDI” è avvenuta durante la quarta edizione dell'International Forum for Sports Integrity (IFSI), che riunisce oltre 500 stakeholder in rappresentanza del Movimento Olimpico, agenzie intergovernative, governi, industria delle scommesse e altri settori. Tutte e quattro le organizzazioni intergovernative, specializzate nella lotta       contro la droga e il crimine (UNODC), il Consiglio d'Europa (CoE), l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), INTERPOL. Vedi:

https://www.unodc.org/unodc/en/press/releases/2021/November/unodc-and-ioc-extend-collaboration-to-tackle-corruption-and-crime-in-and-through-sport.html

È importante notare che vi sono convenzioni che consentono alle autorità internazionali di stabilire la giurisdizione sulle accuse di corruzione, tra cui, ad esempio: la Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione (UNCAC), la Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale (UNTOC), il Consiglio europeo di Decisioni Strutturali (relative ad atti di corruzione compiuti nell'ambito di attività commerciali). Va notato che questi strumenti legali contengono sia disposizioni generali in materia di concussione e corruzione, sia disposizioni specifiche per quanto riguarda la manipolazione della concorrenza. Poi ci sono, ovviamente, le leggi nazionali che ogni paese ha in atto per combattere la corruzione, le tangenti, il riciclaggio di denaro e così via.

 Questo sentito impegno contro la corruzione, da parte del COI e delle corrispondenti forze dell'ordine, porterebbe ad immaginare, se non proprio a ritenere, che le suddette accuse di corruzione sollevate dal delegato degli Stati Uniti, Sam Cheris al Congresso FIE del 22 novembre 2022, avrebbero creato una tempesta di  azioni, proteste, manifestazioni di sdegno, cause legali, comunicati stampa e, naturalmente, un'indagine su tali accuse. Ciononostante, tali accuse non sono state accolte con il giusto e dovuto clamore, ma con un inaspettato e strano silenzio di tomba da parte di tutti. Infatti, non c'è stata alcuna risposta o smentita in sala del Congresso della FIE e nessun commento da parte del Signor Emmanuel Katsiadakis, Presidente Interim della FIE. E’ da rimanere smarriti e sorpresi alla notizia che la Foundation for the Future of Fencing (FFFOF), o il suo misterioso rappresentante alla FIE, non ha rilasciato una dichiarazione di sdegno o diniego. Forse, la gestione delle pubbliche relazioni FIE, per chi è accusato di corruzione, viene ora trattata con nuove modalità e con un approccio alla maniera di Dante: “non ti curar di loro ma guarda e passa!”

Comunque sia, c'è un silenzio che “sembra” imperdonabile. Ma il silenzio di Emmanuel Katsiadakis, presidente ad interim della FIE, non può che definirsi “imperdonabile” proprio perché, essendo egli leader della FIE, ha il dovere affermativo di indagare sulla veridicità delle accuse fatte da Mr. Cheris.

Ho volutamente usato il termine "sembra" perché non sono al corrente di ciò che potrebbe stare per accadere dietro le quinte alla FIE o al COI.  Resta inteso che spesso le indagini siano condotte sub rosa (*), e potrebbe benissimo esserci un'indagine in corso ed, in tal caso, non ci sarebbe  niente da eccepire sul comportamento del Presidente  Katsiadakis. Ma se a distanza di oltre settanta giorni del Congresso FIE del novembre u.s., non vi è nessuna indagine avviata, questo silenzio pervasivo che circonda le accuse potrebbe apparire sempre piu collusivo.  In tal caso, la mancata azione da parte del signor Katsiadakis sulle accuse potrebbe essere di per sé, un'enorme inadempienza ai suoi doveri di ufficio; ed una ulteriore indagine (parallela a quella sulle accuse del Signor Cheris)  sulla sua inazione sarebbe giustificata.

Ad ogni modo, non ci sarebbe alcun motivo per mantenere segreta tale indagine dato che le accuse fatte dal Signor Cheris sono state fatte publicamente durante lo svolgimento dell’ ultimo Cogresso FIE. Quindi,  la FIE avrebbe dovuto annunciare- poco dopo il Congresso di novembre il necessario avvio di una indagine indipendente sulle suddette accuse.  Questo, per rassicurare i membri della FIE che il loro voto del 10 marzo p.v., sulla riammissione di Russia e Bielorussia (il “Rientro”) non sia una farsa. Invece cosi, rimane il forte sospetto che il suddetto voto  venga utilizzato per una manipolazione di una competizione sportiva (cioè il Rientro) basata su una compravendita di voti da parte di un rappresentante della FFFOF, come sostenuto nelle accuse fatte dal Signor Cheris. Resta inteso che é essenziale che qualsiasi indagine debba essere condotta da terzi e non internamente dalla FIE.  (ad es. UNODC e/o Interpol in tandem con autorità Svizzere), a causa dei legami storici tra la FFFOF e la leadership della FIE, incluso il Sig. Usmanov, Presidente autosospeso della FIE  ed il Sig. Logvin, membro del Comitato Esecutivo della FIE. Più specificamente, il signor Usmanov ha fondato la FFFOF e il signor Logvin ne è stato presidente in passato.

Ma qual’e la posizione del  presidente del CIO Thomas Bach in tutto questo? Ha notificato Ghada Waly, Direttore Esecutivo, UNODC le accuse del Signor Cheris? Dopotutto, il MDI l’ha firmato lui e non il Signor Katsiadakis.  Chi lo sa? Forse è troppo impegnato nel gestire la questione del rientro della Russi e Belorussia ai giochi olimpici  per preoccuparsi anche lontanamente delle accuse fatte dal Signor Cheris soprattutto perché se poi queste risultassero fondate avrebbero una pesante e, di sicuro, negativa ricaduta sull’auspicato Rientro degli schermitori Russi e Belorussi alle gare patrocinate dalla FIE.

Purtroppo quando si  tratta di FIE e COI, troppo spesso ci ritroviamo con domande senza alcuna risposta. Pero questa volta il silenzio della FIE non è assolutamente accettabile;  c'è troppo in gioco e la posta è molto alta! Pertanto, alla luce delle accuse fatte dal Signor Cheris unite all’apparente riluttanza della FIE e del COI di condurre delle indagini in merito, è giunto il momento per l’ UNODC di intervenire direttamente e di aprire un'indagine non solo a proposito delle accuse, ma anche sui motivi del rifiuto della stessa FIE e del COI di avviarla.  E’ bene, al riguardo, rammentare che è facoltà dell'UNODC attivare procuratori internazionali e svizzeri, nonché Interpol e altre forze dell'ordine competenti (collettivamente denominati "Investigatori"). Per tali soggetti, sarebbe relativamente facile stabilire se la FIE stesse pianificando una indagine on no oppure se, nella riunioni del Comitato Esecutivo FIE del 27 Dicembre, 2022 e del 27 gennaio u.s., sono sono state discusse le accuse fatte dal delegato Statutinense e se, sul punto, è stata disposta apposita indagine?

Sicuramente l'UNODC ha molta carne al fuoco ma dovrebbe intervenire immediatamente ed in maniera tempestiva perché, nonostante la ricorrenza delle accuse fatte dal Signor Cheris, la FIE ha in programma di procedere con il voto sul predetto rientro il 10 marzo p.v., come se nulla fosse accaduto. Infatti, per evitare una manipolazione così potenzialmente eclatante dell’ipotizzato rientro, il voto previsto per il 10 marzo 2023 deve essere sospeso e rinviato immediatamente. La volontà della FIE di procedere con il suddetto voto senza alcuna investigazione sulle fondatezza e veridicità delle gravissime accuse,  è un forte campanello di allarme che non può e non deve essere  ignorato dall’ UNODC a e dagli investigatori.


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.(*) SUB ROSA: L'espressione è estrapolata dalla frase latina: “sub rosa dicta velata est”. Nell'antichità, la rosa era il fiore dedicato ad Horus, dio del silenzio per Greci e Romani. Pertanto, quando veniva posta una rosa su un tavolo, i presenti erano obbligati a non divulgare quanto era stato detto o ascoltato. Da allora l'espressione sub rosa indica qualcosa che viene attuato in segreto, in via confidenziale.

 Gil PEZZA

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