Sul quotidiano "Il Foglio" del 2 novembre 2024 è pubblicata una interessante intervista del campione olimpico Daniele Garozzo. Interessante perchè in essa vengono toccati alcuni argomenti stimolanti per il futuro della scherma. In particolare i risicati numeri degli iscritti in confronto a quelli di altre nazioni quali la Francia, le nazioni asiatiche e gli Stati Uniti. Il sistema Italiano, secondo il campione non è al passo con i tempi poichè le citate nazioni ci stanno superando. Egli mette in evidenza alcune peculiarità che, a quanto pare, i nostri atleti hanno perso, in poche parole avrebbero perso la "cazzimma". Ma anche l'educazione alla scherma ed in essa fa riferimento al rimprovero ed alla capacità di saper perdere, cioè l'accettazione della sconfitta come elemento di crescita. Tutti temi già trattati nel passato e ricordo il "gioco scherma" portato avanti dal grande maestro Carlo MACCHI e dall'irraggiunbile Di Ciolo Antonio.
Garozzo fa riferimento a necessari investimenti
nei Centri Sportivi Universitari: concetto apprezzabile e volendone seguire il pensiero, la FIS come dovrebbe intervenire? Sarebbe opportuno
esplicitare chi dovrebbe farsi carico di una azione propulsiva, tenendo conto
che il CUSI è divenuto federazione sportiva autonoma affiliata al CONI ed in
quanto tale viene finanziata da quest’ultimo, al pari delle altre FNS.
Per chi lo avesse dimenticato, la Federazione Scherma ha
portato alle olimpiadi tutte e sei le squadre e per raggiungere tale risultato
vi è stato un notevole impegno economico ed organizzativo. Dalle Olimpiadi di
Parigi la delegazione azzurra è tornata con 5 medaglie, quante quelle di Tokio
ma con un oro in più, pur in presenza di una crescita esponenziale della
scherma mondiale.
Per quanto riguarda i numeri sono assolutamente
d’accordo ma si è chiesto in quali impianti metterli? Conosce la realtà
impiantistica della scherma? Per la realizzazione di una politica come la sua
(condivisibile) ci vogliono anni poiché è necessario avere la disponibilità di
strutture adeguate e la dove ve n’è carenza bisogna costruirle. Tutto ciò
presume una permanenza in Federazione per almeno 20 anni e qui mi sorge la
domanda: perché ad Azzi non deve essere concesso il tempo necessario per la
realizzazione del suo programma, peraltro approvato nell’assemblea elettiva del
2021?
Al di là della stima verso un atleta di caratura
olimpica sia sportiva che umana, nell'intervista vi leggo uno spot elettorale,
e ci sta tutto visto che siamo in piena corsa per il rinnovo delle cariche federali
per il quadriennio 2025-2028. Il catanese corre nella squadra del Dr. MAZZONE,
competitor dell'attuale presidente AZZI, quindi nulla di nuovo all'orizzonte.
Nella sua esposizione nessun riferimento ai
Gruppi sportivi in divisa di cui egli ha fatto parte fino a qualche mese fa
(FFGG. Ndr.). Nella considerazione che sovente atleti licenziati o
dismessi, con motivazioni valide, da parte di un Gruppo Sportivo in divisa gli
stessi vengono poi arruolati da analogo Gruppo ma con divisa diversa, sarebbe
opportuno ed interessante conoscere il suo pensiero e quello dell’aspirante
presidente Dr. Mazzone, che annovera nella sue fila molti elementi di un Gruppo
Sportivo in uniforme ma senza stellette, in merito al disdicevole fenomeno
delle porte girevoli che negli ultimi anni ha suscitato forti critiche da molte
parti.
Leggendo più volte l'intervista devo ammettere che alcuni passaggi sono molto significativi ma nella valutazione complessiva, sommessamente direi nessuna novità all'orizzonte perchè noi siamo stati gli antesignani di una scherma insuperabile. Per decenni siamo stati, ma lo siamo ancora, all'avanguardia e siamo stati prima studiati e poi copiati. É evidente che bisogna cambiare marcia ma Azzi lo sta già facendo e senza clamori, pertanto nessun allarme ma tanta consapevolezza sul da farsi.
Ezio RINALDI
Noto con piacere che sia l'autore del pezzo che l'intervistato hanno attinto idee e nozioni più e più volte ribadite da questo blog, aggiungendone di proprie.
RispondiEliminaAspettate allora i prossimi articoli per nuove e più stimolanti idee.
F. Orsini