12 agosto 2013

PIU' OMBRE CHE LUCI, ANZI QUASI NOTTE

Si è appena conclusa la kermesse mondiale di Budapest con gli azzurri del fioretto maschile che chiudono trionfalmente battendo gli americani per la medaglia d’oro. Nella stessa giornata le sciabolatrici, sempre contro gli USA hanno perso l’assalto per il bronzo. Pertanto il bilancio delle medaglie vinte dall’Italia ci dice che gli azzurri hanno portato a casa 8 medaglie, di cui 6 dalla scherma in piedi, numero ben lontano dagli standard a cui siamo stati abituati da questi ultimi.

Credo che la situazione vada analizzata seriamente, lo dice anche il Presidente Giorgio Scarso, al quale evidentemente la debacle della spada e gli scadenti risultati della sciabola non vanno giù.

La prima riflessione è questa: chi è causa del suo male pianga se stesso. Quindi, innanzitutto, bisogna riflettere sulle scelte tecniche, una delle quali mi vede protagonista in negativo e di ciò ho fatto pubblicamente ammenda. Devo dire che il Presidente sull’argomento è sempre stato coerente ed in questo senso ha dato fiducia ai Commissari, oltre ogni immaginazione. Ritengo che oggi sia chiamato a prendere delle decisioni importanti, se vogliamo arrivare a Rio con concrete possibilità di ben figurare.

La seconda è che all’indomani della deludente prestazione della spada italiana nelle gare individuali, i commentatori televisivi tendevano ad assolvere gli atleti per la prestazione offerta con giustificazioni varie e rimandando il tutto alla prova a squadre. E’ stato detto che Pizzo è prigioniero del titolo mondiale vinto a Catania; mentre per Tagliariol è stato fatto riferimento alla mano infortunata, che è stata curata con terapie di mantenimento quando invece andava operata; Garozzo, il migliore degli italiani, data la giovane età, si auspicavano un miglioramento con l’esperienza; Confalonieri ha perso il primo assalto di diretta nei 128 (tabellone da 64) e probabilmente paga l’accantonamento subito nel passato: potrei aprire una discussione sulla incoerenza gestionale (il ragazzo oggi è tornato ad essere il capitano della squadra), ma non mi interessa, perché troppo lungo sarebbe l’elenco delle castronerie portate a termine da chi doveva gestire il settore con più chiarezza e meno personalismi (clientelismo).

Per il settore femminile è stata giustificata una sola atleta e questa è Mara Navarria, che avendo partorito quattro mesi fa il suo settimo posto è stato considerato un risultato di rilievo; per le altre ragazze non ci sono state giustificazioni.

La terza è la conferma del settore fioretto in piedi che, con 5 medaglie vinte di cui 3 ori e 2 bronzi , ha portato a Casa il 62,5% del totale delle medaglie vinte e ben l'83% del settore in piedi.

Personalmente ritengo responsabile del fallimento il CT di settore il quale dovrebbe avere l’onestà morale di rassegnare le dimissioni prima del prossimo Consiglio federale e spero vivamente che lo faccia, al fine di non mettere in difficoltà chi lo ha difeso contro tutti e tutto (SCARSO)

Per ora mi fermo qui perché sull’argomento vi potrò tornare dopo le decisioni del Consiglio.

Un grazie particolare e sentito agli atleti paralimpici, che hanno vinto un oro ed un bronzo e ci dimostrano ogni giorno qual è il senso della vita

Intanto esprimo le mie felicitazioni agli atleti, tecnici e CT  vincitori delle medaglie, oltre che all’intera Federazione ed al Presidente Giorgio Scarso.

Buon Ferragosto a tutti

Ezio RINALDI

 

2 commenti:

  1. Ho letto questo articolo e l'ho trovato sostanzialmente corretto, anche se l'analisi mi è parsa volersi (volutamente?) fermare solo alla superfice del problema.
    Se è vero, come viene sempre sottolineato, che i successi non sono merito del CT, ma bensì dei maestri dei ragazzi e spesso delle società di provenienza (senza aprire la solita annosa diatriba), per la proprietà transitiva i risultati sotto le aspettative non posso essere ascritti esclusivamente la CT. Sarebbe ingeneroso, oltreché profondamente ingiusto. Con questo non voglio spezzare lance a favore di nessuno, ma sono mettere un punto fermo al mio pensiero.
    La scherma italiana nella sua storia ha già incontrato alti (con picchi veramente alti) di eccellenza, dove veniva additata come l'esempio da seguire, a lunghi periodi in qui ha dovuto inseguire gli altri. Siamo sempre però riusciti a riprenderli, e quindi nuovamente superarli, perché abbiamo un movimento vivo, fatto di persone appassionate, ed anche passionali perché no?
    Ora attraversiamo un momento storico in cui la nostra arma d'eccellenza è il fioretto (come lo fu fino al 1960 la spada, ma chiaramente questo non lo ricorda nessuno), ed appare palese che siamo rimasti un pochino indietro nelle altre due specialità.
    Non voglio qui ripetere quel mantra che oramai affolla tutti i social network, per cui la spada è difficile "perché la fanno in tanti". A forza di ripeterlo qualcuno ha finito per crederci veramente.
    Quello che conta non è in quanti si parti, ma chi arriverà in fondo. Nella spada, come nel fioretto e nella sciabola, alla fine sono sempre gli stessi, il medagliere parla chiaro, come anche la classifica per nazioni.
    Semplicemente siamo prigionieri della nostra supponenza, di quel modo tipicamente italiano di applicare la proprietà transitiva nelle cose (lui e più forte di me, io batto te quindi non potrà che essere che lui batterà te. Ma dove sta scritto??). Troppa politica ha inquinato le nostre menti. Attenzione non dico i politica, dico proprio la politica come "forma mentis", come modo di vivere e di ragionare.
    Noi cerchiamo di fare strada nel nostro piccolo mondo prima di tutto con raccomandazioni, ruffianerie e armi di scambio (meglio se di ricatto).
    Spesso abbiamo in questo paese persone chiaramente inadeguate in ruoli chiave, con buoni collaboratori attorno che si dannano l'anima per tenere la barca almeno in linea di galleggiamento.
    Nello sport questo modo di agire si paga, ed a caro prezzo.
    Quante discipline abbiamo visto miseramente fallire ogni obiettivo? è la colpa non è solo del taglio dei contributi da parte del CONI, quella è la scusa di facciata. Ogni volta nasce un talento cominciano subito le guerre politiche attorno a lui, fino a consumarlo e distruggerlo.
    Proviamo a pensare ad un futuro del nostro sport diverso, dove per esempio si crei una rotazione tra i maestri degli staff azzurri. Insomma, premiamo anche i meriti, tralasciando i pesi elettorali.

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  2. Caro Paolo in molti passi del tuo commento c'è del vero (mi sono fermato volutamente alla parte superficiale del problema). Rifletti, a parte rare eccezioni lo staff tecnico è convocato dai CT e nella spada dura ormai da 5 anni e se in tutto questo tempo non si è riusciti a fare di meglio la colpa deve pur essere di qualcuno. Sono d'accordo con te quando affermi che se le vittorie appartengono ai maestri anche le sconfitte sono di loro proprietà, però vorrei fare un distinguo: il fioretto ha uno staff di primordine (c'è solo l'imbarazzo della scelta), la sciabola si difende, a denti stretti ma si difende, per la spada invece sono stati convocati tecnici di poco valore, ripeto salvo rare eccezioni (Pouzanov-Chiadò e qualcun altro). Non posso pubblicare alcune lettere, che mi sono pervenute in forma anonima, le quali spiegano assai bene la gestione dell'attuale CT, però le stesse le ho inviate al Presidente Scarso per le sue considerazioni. Il discorso è troppo lungo e necessariamente articolato per poterlo sviscerare su questo blog, per cui l'analisi può sembrare superficiale. Ti chiamerò su skype e ne parleremo a voce: ho molto da dire.
    Un abbracio, Ezio

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