Nei giorni 7
e 8 novembre presso il Palariccia di Ariccia si sono svolte la 2^ Prova
circuito nazionale master 2015/2016 ed il Trofeo delle regioni master, riservate
al fioretto e sciabola individuali ed a squadre.
Nella gara
individuale la partecipazione è stata piuttosto corposa, sintomo di un
movimento sempre in crescita. Ciò che mi ha colpito è stata la compostezza
della competizione, con assalti agonisticamente tirati ma sempre con grande
fair play. Non mi dilungo sul numero dei partecipanti e sui risultati, che
comunque potranno essere consultati anche sul sito www.sslazioscherma.com,
voglio invece soffermarmi sula grande vitalità del movimento master, che
quest’anno ha avuto il suo maggior fulgore ai Mondiali Veterani svoltisi a
Limoges (FRANCIA) nei giorni di fine ottobre, dove si è assistito ad una gara
dai toni eleganti, cordiali e di alto profilo sportivo e schermistico.
E’
bello, e per certi versi entusiasmante, osservare le performace di Eva BOROWA e
Fabio MIRALDI, e gioire nel veder confermare la squadra di spada, nella quale hanno
militato orgogliosamente Alberto BEONIO BROCCHIERI, Marinella GARZINI Riccardo BONSIGNORE
e l’inossidabile Nando CAPPELLI, il quale oltre a fare bella mostra, e con
onore, del tricolore trasmetteva lo spiccato entusiasmo bergamasco a tutta la
squadra. Non è utopia affermare che quella dei master sia una categoria che,
come si vede dai fatti, in costante crescita con sorprese
inaspettate.
Ha fatto
anche piacere vedere che la FIS abbia previsto, nell’occasione, un capo
delegazione, una segretaria, un medico, un fisioterapista, due maestri e messo
in piedi una organizzazione che, come sempre, si è palesata funzionante ed
efficiente.
L'Italia era
certo la nazione da battere, e gli Stati Uniti si sono fatti onore, sia per
numero di partecipanti che per risultati, giungendo primi nel medagliere
finale, con ben 18 medaglie complessive, mettendo dietro l'Italia che con 16
non ha certo sfigurato, anche perché i cugini francesi sono arrivati terzi.
Tutto ciò
spinge verso un continuo impegno affinché la percezione di un settore pieno di
entusiasmo si concretizzi in un fattivo lavoro di organizzazione e
proselitismo, non solo finalizzato ad atleti del passato ma anche ai
diversamente giovani, i quali potrebbero trovare nella scherma le giuste
motivazioni per una attività sportiva che gratifichi sia dal punto di vista
fisico che morale e sociale.
Va detto che
il merito del movimento master, è di accogliere atleti di tutte le età, di ogni
capacità e forza tecnica, spingendoli ad affrontare le gare con spirito
goliardico ma anche competitivo. Sa recuperare atleti di un tempo, valorizzandoli e
facendogli assaporare il clima internazionale e privilegiato di un campionato
del mondo, indossando la casacca con impresso il nome dell’Italia.
Non si può
sottacere il fatto che detti atleti, nelle competizioni internazionali, si facciano
carico delle spese relative a viaggio, vitto e alloggio. Probabilmente ciò sarà
dovuto alla carenza di sufficienti risorse economiche da parte della F.I.S.,
peraltro è da rilevare che alle gare internazionali non vi è limite di numero
per i partecipanti delle varie categorie, conseguentemente, ritengo che la
Federazione non possa coprire gli oneri di tutti i competitori. Però è lecito chiedersi se non sia proprio
possibile trovare un rimedio a tale situazione.
I Master o
come li chiamano nel resto del mondo i Veterani, sono il chiaro esempio di una
categoria che non ha limiti di età e riservano continuamente sorprese
imprevedibili, non solo grazie alla qualità fisica dei suoi schermitori, ma anche
a quella tecnica, poiché nei molti casi in cui il corpo non risponde più alla
performance giovanile, sopperisce con una maggiore qualità schermistica, il
che è molto appagante.
Atteso che
la Federazione ha posto in questi ultimi anni una certa attenzione al
movimento, propongo alla stessa un incremento di considerazione, pari ai
risultati che gli atleti conseguono a livello internazionale, ovvero prevedere
la seria possibilità di contribuire alle spese di trasferta. Ciò porrebbe il
movimento allo stesso livello delle altre categorie della F.I.S. (cadetti,
giovani, under 23 ed assoluti).
Mi
complimento con tutta la delegazione ed una menzione particolare a tutti i
medagliati.
Fabrizio
Orsini
Giusto per dovere di cronaca, ai Mondiali di Limoges non c'era alcun medico ufficiale nella delegazione azzurra, ma solo una fisioterapista.
RispondiEliminaCordialmente
Antonio Fiore
Chiedo scusa se ho detto che c'era il medico ai mondiali di Limoges. In realtà nell'ambito biomedico (perdonatemi se mi approprio di questo termine) era convocata solo la Fisioterapista Sig.ra Taffelli. Chiedo scusa se sono stato impreciso.
EliminaFabrizio ORSINI
Ho anche io avuto il piacere di partecipare a questa gara del circuito Master. Non certo con le velleità dei tanti bravissimi atleti che assiduamente frequentano il circuito, ma per tornare a respirare un po' di quella sana aria di agonismo che mi ha accompagnato per i tanti anni da atleta. Sicuramente il circuito Master è qualcosa che funziona e attira. Tanti i partecipanti, e anche il livello era eccellente, con i pedana ex-olimpionici e tanti ex-nazionali non solo italiani.
RispondiEliminaNon appena entrato nel palazzetto di Ariccia però venivo "salutato" con la richiesta di una petizione. Chiedendo al mio interlocutore maggiori ragguagli, come ho detto la mia è stata una presenza estemporanea sono fuori da ogni impegno con il settore Master, mi veniva spiegato che si tratta di una protesta contro una normativa introdotta da poche settimane nel regolamento gare del settore Over.
In pratica qualora il numero di atleti partecipanti della Categoria 0, i più giovani che vanno dai 23 fino ai 39 anni, sia inferiore a 6 questi verranno accorpati in una unica gara con la categoria superiore, quella I che va dai 40 ai 49 anni. In effetti già mi stupisce che nel settore Master, dove il principio di suddivisione in categorie di età è stato creato proprio per tutelare gli atleti più attempati da sconfitte per maggiore "freschezza" e non per maggiore bravura, si accetti una categoria che abbia un range di anni pari a 16, un abisso fisicamente parlando, ma che addirittura si arrivi a 26 anni mi è parso veramente uno stravolgimento eccessivo.
Oltretutto non era una ipotesi peregrina, tra gli iscritti di fioretto della categoria 0 figurava proprio un ragazzo, perchè di fronte a noi quello era, del 1992. Che poi se non sbaglio ha pure vinto la sua gara. Quello però che mi ha stupito maggiormente è il fatto che proprio alla vigilia dell'ultima tornata elettorale, le stesse persone giravano per il palazzetto di Montecatini, sede allora dei campionati italiani Master, con la stessa identica petizione.
Allora mi chiedo cosa sia cambiato in questi anni. Mi spiegano che si era fatta marcia indietro, ma che quest'anno inspiegabilmente il C.D. ha deciso di ripristinare questa regola.
Insomma pare che anche qua in campagna elettorale si prometta molto, per poi piano piano fare marcia indietro e fare restare tutto come era.
Considerando poi che questa petizione ha tra i suoi promotori anche uno dei consiglieri attuali dell'AMIS, ancora di più mi viene il dubbio che forse i più giovani atleti tra le varie categorie di veterani la scorsa volta non hanno fatto un grande affare ad eleggere un consiglio direttivo così scarno di loro rappresentanti.
Ma non è stata l'unica cosa che nel tempo non è cambiata. E la seconda, purtroppo devo aggiungere, investe un settore della nostra federazione che oramai pare abbia bisogno di un profondo ammodernamento, parlo come avrete già intuito del settore arbitrale.
RispondiEliminaAncora una volta ho dovuto assistere ad arbitraggi quantomeno insufficienti. Va detto, per completezza di informazione, che tanti di questi presidenti di giuria sono in realtà ragazzini alle prime armi, spesso solo aspiranti arbitri che vengono segnalati dai GSA locali, al fine di ridurre all'osso le spese.
Il livello però delle gare Master è troppo alto per la loro scarsa esperienza, come ho scritto in testa al mio intervento sono presenti in gare atleti di alto livello. Non partecipano più a gare internazionali assolute, ma la tecnica e la visione tattica dell'assalto sono quelle dei bei tempi. A questi si aggiungano tanti atleti con un buon passato, quindi con almeno 30 anni di scherma (e gare) sulle spalle, nonché numerosissimi Maestri e Istruttori in attività.
La scherma che si vede è esattamente quella di un qualsiasi Open Assoluto, certo con magari meno vigore e qualche fiatone in più più, ma le azioni sono quelle.
Troppi gli errori (ed in alcuni casi "orrori") arbitrali, con un numero elevatissimo di stoccate male ricostruite che hanno letteralmente stravolto l'esito di numerosi assalti. E questo non è accettabile. Dal mio modesto punto di vista, quello di un tecnico, bisognerebbe cominciare a pensare ad un dipartimento arbitrale completamente slegato dall'agonismo. Nel senso che chi decide di avviarsi in questa carriera deve, progressivamente, Abbandonare totalmente l'essere anche atleta, per utilizzare i fine settimana anche per aggiornamenti continui parte integrante di un percorso che lo porti ad eccellere. La semplice suddivisione tra "aspirante arbitro" ed "arbitro" non è più sufficiente e risulta addirittura anacronistica.
Naturalmente non posso pesare che alle gare Master volutamente si mandino arbitri privi di adeguata preparazione. Anche se malignamente qualcuno lo suggerisce spesso, in quanto reputano che nelle alte sfere l'AMIS venga considerata alla stregua di una associazione per vecchi dementi, utile a raccogliere vecchi derelitti della scherma e farli giocare un po' per non vederli alle gare vere. Io credo che sia solo una gestione da rivedere a creare questo equivoco. Perchè sono certo che di equivoco si tratta. Dovremmo forse ispirarci un pochino di più al modello francese, dove gli arbitri sono suddivisi per categorie, partendo dalla prima che abilita ad arbitrare solo le gare dei bimbi più piccoli a livello regionale, per poi passo dopo passo arrivare anche alla licenza nazionale.