Ho ricevuto da un amico una lettera stupenda di cui, arrogandomi un
privilegio che forse non mi spetterebbe, ne riporto, sinteticamente, alcuni
passi.
Sovente accade che in momenti particolari ci si lasci prendere dallo
sconforto, dalla delusione ed anche dalla rabbia, invece dovrebbe essere
l’occasione per concentrarsi sul cosa fare, come e con chi. Si è parlato, e si
continua a farlo, del domani della federazione, chiedendosi se sia il caso di
trovare un oppositore e mi è stata posta la domanda: “E’ necessario avere o trovare tale
figura?”, è nostro compito giudicare se qualcuno fa bene o fa male?”. Credo di si perché Il dovere di ogni
tesserato ed associato deve essere quello di contribuire all’evoluzione del
movimento con idee e programmi innovativi. “Paradossalmente disinteressandoci
del “chi” e concentrandosi sul “come e sul “cosa” verrebbe da pensare, quindi,
che lo schierarsi con questo o con quello non abbia alcuna importanza. In tale
contesto bisognerebbe ascoltare e condividere le idee senza confini, avendo
come finalità la crescita del movimento e se questo potesse avvenire, la
ricerca di un oppositore non avrebbe alcuna importanza poiché una vittoria ci
sarebbe ma apparirebbe come una conquista di tutti, poiché ognuno avrebbe dato
il proprio contributo.”. E’ ipotizzabile un così grande sogno? Con questa Dirigenza non
credo! In questo momento credo in soluzioni alternative.
L’autore della lettera asserisce che: ”Oggi si avverte la necessità di una
federazione che metta al centro di tutto i suoi associati e sia al loro
servizio, ritenendo indispensabile che la Federazione lavori per creare un
“ambiente” dinamico dove le società siano libere di elaborare le proprie idee,
inventare le loro organizzazioni, esprimersi e lavorare secondo il loro
spirito.”
Anche Io, come il mio amico, sono convinto che la Federazione debba
essere visionaria, debba saper guardare al prossimo futuro e oltre e che debba
saperlo trasmettere e comunicare a tutti gli attori della scherma. Solo così
potrà accendere la miccia dell’entusiasmo, dell’energia e dei sogni di ogni
persona coinvolta. Pertanto chi ne prenda le redini in via temporanea, deve
avere amore incondizionato e totalmente disinteressato per questo mondo. Chi c’è adesso lo è? Ho qualche dubbio.
La lettera prosegue evidenziando che: ”La convivenza di più entità in un
sistema complesso ha bisogno di regole; le regole però non devono essere
l’obiettivo delle società e della Federazione stessa ma solo gli strumenti che
ne agevolino il loro sviluppo ed evoluzione.
Parole come Paura, Insicurezza, ripicca e odio non fanno altro che
aumentare il bisogno di controllo. Questi veleni scatenano l’inasprirsi di pene
e regole sempre più severe e complicate che affossano l’iniziativa e la
fantasia tipica di noi Italiani. Provocano la lacerazione ed il soffocamento
del nostro ambiente che meriterebbe più rispetto da parte di noi stessi in
prima istanza e poi da tutti gli altri.”. Come
dar torto all’estensore di tali concetti?
Egli sostiene che: “Una Federazione
sana è una Federazione che sappia ascoltare, sappia guardare ed abbia il
coraggio di cambiare: coraggio nel cambiare le regole obsolete per definirne di
nuove ed efficienti, coraggio nel cambiare direzione quando si accorge che la
strada non sia la migliore. Coraggio nel cambiare perché tutto comunque cambia
e vuole anticipare i tempi. Coraggio nel cambiare perché vuole mantenere una
forte identità.”.
Mi domando: come si può arrivare ad
piano attuativo di così elevati pensieri?
Egli proseguendo nell’esposizione dei suoi pensieri afferma che: ”In
linea di principio tutti sono d’accordo.” e non ha dubbi. Lui stesso si pone un
interrogativo e si da una risposta: “Ma cosa significa quando siamo noi stessi a dover
rinunciare ad un vantaggio nostro per il bene comune del sistema? La risposta a
questa domanda è: "un terno al lotto.”, mentre la risposta vera dovrebbe
essere: ”Fare in modo che il bene comune sia sempre il compito della Federazione:
ecco a cosa serve avere una Federazione sana e trasparente.”, ma finora è stato tutto trasparente? Dov’è il bilancio del 2014?
Il mio amico mi pone le domande: “Abbiamo il coraggio di scegliere persone
disinteressate alle cariche Federali e che pensino ed agiscano solo ed
esclusivamente al bene del movimento? Ne abbiamo veramente il coraggio e la
forza? Vogliamo veramente abbandonare ciò che siamo stati finora per costruire
una società civile fondata sul lavoro nelle nostre palestre? Vogliamo creare
quel movimento che vive solo nei sogni e che abbiamo realizzato solo a parole
perché ci hanno insegnato che era impossibile?” Mi sento di rispondere che il coraggio di scegliere le persone
giuste c’è, il problema è trovarle. Anche la volontà di creare un movimento che
non viva di sogni ma di realtà e di concretezza.
Sono assolutamente d’accordo che per molti un cambio di mentalità
radicale, possa essere un salto nel buio e sono, altresì, convinto che farlo
implica l'accettare un credo profondo, che si impiglia tra etica, interessi
personali e amore per la scherma. E quando egli afferma che: “il bene
comune è anche il mio bene perché ciò che do oggi ritornerà moltiplicato cento.”, ritengo l’espressione assolutamente
condivisibile.
Il mio amico conclude asserendo che: “Se facciamo questo passo, se
troviamo questo coraggio, abbiamo la possibilità di segnare l’inizio di una
nuova Era della Scherma italiana e che noi avremmo l’onore e l’orgoglio di
esserne artefici. Sono cosciente che questi concetti siano difficili da
accettare per la maggior parte di noi, perché di scherma devono anche viverci e
non voglio sembrare irrispettoso nei loro confronti. In realtà, dovrei stare
solo zitto perché la scherma è e sarà sempre il mio hobby. Credo fermamente in
tutto ciò che ho scritto e che sia possibile perché l’ho visto, l’ho toccato
con mano e l’ho realizzato in diverse situazioni: io così ci sto sempre,
indipendentemente dai dati anagrafici delle persone che tireranno le redini
della Federazione.”
Caro Amico mio sono onorato della tua splendida lettera e, come ho
scritto all’inizio, mi sono arrogato il diritto di estrapolarne i passi più
significativi e pregnanti, pubblicandoli sul blog. Spero non
me ne vorrai per questo. Ritengo, in questo modo, di aver reso un utile
servizio al nostro movimento.
Ezio RINALDI
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