Non ho mai fatto interventi su questo blog, ma le recenti olimpiadi e
anche i fatti degli ultimi mesi nel settore giovanile, mi inducono a delle
riflessioni.
Prendo
spunto dalle varie analisi apparse su questa piazza e su diversi quotidiani per affermare che il risultato della scherma a Rio è un
fallimento della politica federale e del presidente. Possono scrivere e dire quello che vogliono, ma il risultato delle olimpiadi è deludente ed é figlio di una politica sclerotizzata: manca l’entusiasmo e la capacità di rinnovarsi. Governando da troppi anni si pensa che la cosa pubblica sia diventata privata o viceversa. Infatti, i dirigenti ed alcuni tecnici F.I.S. sono entrati nell’ordine di idee di aver acquisito un posto pubblico.
Il Presidente Scarso da 3 mandati ci propone la stessa squadra di
dirigenti, salvo rara eccezione ascrivibile alla defezione di qualcuno. I CT,
già dipendenti pubblici, ritengono di aver acquisito un ulteriore poltrona a
pagamento. Di fatto, nonostante risultati non all’altezza della tradizione e le
critiche oggettive apparse su diversi quotidiani, sportivi e non, tutto rimane
nell’immobilismo assoluto.
La prestazione sottotono, evidenziata dai predetti quotidiani, della
squadra azzurra di scherma è figlia della mancanza di lungimiranza e, forse, di
scelte dettate più da esigenze politiche che tecniche. E che dire delle forme
di comunicazione federale? Basta aprire i giornali per capirlo, e solo in
presenza di eventi eclatanti i media parlano del nostro sport.
Ritengo che il Presidente Scarso debba decidere su quale poltrona
sedere e dedicarsi ad essa con tutte le energie in suo possesso, poiché allo
stato attuale i numerosi incarichi da lui ricoperti non hanno portato alcun
vantaggio al movimento, se non soddisfare la sua personale ambizione: se
contassimo veramente qualcosa in ambito FIE quel tale arbitro ucraino non si
sarebbe permesso di dileggiare ed offendere la Delegazione schermistica
Italiana dopo l’incontro Ucraina-Italia di sciabola femminile.
Il ruolo di vicepresidenza della FIE, oltre ai due arbitri e a un
direttore di torneo inseriti nella conduzione dell’olimpiade, cosa ha prodotto?
Ci è stato davvero riservato un trattamento equo? Non parlo di vantaggi o
favori, non sarebbe certo corretto, ma quantomeno del diritto di essere
considerati degni di rispetto al pari delle altre nazioni. Direi, invece, che
la sua elezione alla vicepresidenza FIE sia costata la Presidenza della
commissione arbitrale che, come abbiamo visto, avrebbe avuto un peso notevole
nella convocazione degli arbitri e nella loro assegnazione alla direzione di
gara e che ci avrebbe quantomeno risparmiato l'increscioso insulto. Spiace
pensare che probabilmente senza alcune discutibili decisioni arbitrali, la
sciabola femminile avrebbe potuto conquistare una medaglia e lo stesso discorso
vale per Aldo Montano. La FIE è, molto probabilmente, l’unica Federazione
Internazionale che abbia accettato le direttive del CIO, proponendo una formula
di gara che nulla ha in comune con quelle di Coppa del Mondo o Campionati del
Mondo. Tutti gli sport da combattimento hanno il terzo posto a pari merito.
Tutti gli sport olimpici hanno delle qualificazioni e poi la fase finale. La
scherma lascia che 4 anni di sacrifici si giochino in un match.
Un doppio fallimento della politica federale considerato che il
presidente Scarso ha anche il ruolo di vicario del CONI con delega alla
preparazione olimpica: i nostri atleti hanno beneficiato di qualche giovamento
grazie a questo incarico? Il contributo che il CONI assegna alla FIS non è di
grossa entità ma nemmeno piccola e di questo contributo quanto è destinato ai
club? Quanto incassa la Federazione tra tesseramenti, multe, iscrizioni alle
gare, nazionali ed internazionali, fatti salvi gli 80 euro chiesti per ogni
atleta partecipante alle gare cadetti in Europa? Pretendiamo di stare sullo
stesso piano di Russia e Usa ma in realtà siamo dietro l’Ungheria - come
testimonia il medagliere olimpico - che
non si avvale di certo di un budget pari al nostro. Francia e Tunisia hanno
dimostrato di poter ottenere affermazioni olimpiche pur in presenza di risorse
finanziarie ridotte rispetto all’Italia, anche se va detto che i Transalpini
hanno una organizzazione diversa dalla nostra là dove esiste un Ministero dello
sport. Ciò a testimonianza del fatto che capacità organizzativa e risultati non
si coniugano necessariamente solo con una sovrabbondante disponibilità
economica. Per la promozione del proprio
marchio, la FIS ha poi un ufficio comunicazione-stampa e di marketing (Web Tv,
Foto, Sito internet e pagina Facebook) gestiti da soggetti interni ed esterni,
ed un contratto con la RAI per eventi nazionali ed internazionali; quindi un
introito economico di non poco conto, ma con quali risultati? Altre federazioni
con molto meno ottengono quanto la FIS se non di più.
Nulla contro un impegno politico-sportivo in campo internazionale del
presidente, se però anche tutti i dirigenti/consiglieri venissero coinvolti in
tale attività, invece si ha la percezione che questi siano semplicemente
appiattiti sulle posizioni del presidente. E' un dato di esperienza che
all'interno di un organo collegiale le posizioni non siano sempre univoche è
originino spesso situazioni di confronto, se non di aperto contrasto. Ma da
questo punto di vista il governo federale appare essere un'isola felice, che
costituisce eccezione. Ma con quali risultati?
Sarebbe opportuno, forse, che dei quasi 5 milioni di € gestiti dalla FIS
- di molte volte superiore al bilancio dell’Ungheria - ( la quale torna dalle
Olimpiadi con 2 ori individuali, 1 argento individuale ed un bronzo, per non
parlare della Tunisia che con una sola medaglia ha conquistato il mondo), se ne
destinasse una parte più consistente, rispetto a quella annualmente deliberata
dal CdF, alle società che sono appunto il motore dell’intero movimento;
probabilmente frutterebbero molto di più rispetto agli obiettivi raggiunti
dalla federazione. Si potrebbero aumentare le gare diminuendo le distanze,
alleviando i costi che le famiglie sostengono in termini di spese viaggio e
partecipazione alle gare. Si potrebbe ipotizzare di fare allenare gli atleti
nelle proprie sedi, ciò che ha fatto la Fiamingo negli ultimi tempi, a tal
proposito brava la ragazza e bravo il maestro Sperlinga, ciò comporterebbe un
gran risparmio di risorse economiche. Peraltro si eviterebbero convocazioni
discutibili, forse più dettate dal "caso" che dalla
"necessità".
Stefania Beretta