Concluse domenica scorsa le
prove olimpiche di scherma, si sono subito scatenati commenti pro e contro la
spedizione azzurra a Rio de Janeiro e da quel che ho potuto leggere non tutti
sono obiettivi: chi ritiene la spedizione una sconfitta ed altri, guardando
forse troppo in casa altrui, la considerano assolutamente positiva.
Voglio partire dalle
dichiarazioni del Presidente, rilasciate prima della trasferta:
"Quando si
parte si mettono in valigia sogni e speranze. La mia speranza è quella di
vivere un'edizione olimpica in cui gli azzurri riescano ad affermare la
leadership dimostrata in questi ultimi anni. Se i Giochi concludono il
quadriennio olimpico, non possono di certo determinare il lungo percorso che ci
ha condotto sin qui e che è sicuramente assai positivo per l'intero movimento
schermistico azzurro. Ci attendiamo la ciliegina sulla torta".
Dunque il Presidente prima auspica la riconferma
della leadership dell’Italia dimostrata negli ultimi anni, aspettandosi la
conquista di 3-4 podi (soltanto?!?!), e subito dopo afferma che i risultati non
potranno influire sul lavoro svolto, poiché considera gli stessi una ciliegina
da mettere sulla torta, e qui mi pongo la prima domanda: ma allora di quale
torta parliamo? La partecipazione e i risultati conseguiti nella massima
competizione planetaria sono il frutto di un lavoro svolto nell’arco di 4 anni.
Vengono impiegate ingenti risorse finanziarie – circa 5 milioni di euro per un
quadriennio, tanto per essere chiari – per il raggiungimento di tale scopo,
perciò questo è a tutti gli effetti l’obiettivo primario, viceversa non c’è
giustificazione alcuna per le spese sostenute. Se, come dice il Presidente, i
risultati di un’Olimpiade non contano ai fini della valutazione della gestione
quadriennale, non è che allora questi fondi si potevano mettere a disposizione
delle Società, le quali ne avrebbero certamente fatto buon uso?
Sono d’accordo con chi ha definito questi Giochi un
fallimento e una sconfitta per la dirigenza in carica. Scarso governa da 12
anni (se poi a questi aggiungiamo anche i 4 da Vice Presidente arriviamo a 16!)
e quindi da un tempo abbondante per programmare e pianificare una attività
tecnico-agonistica di adeguato livello. Lui stesso ha ereditato da DI BLASI una
Federazione Italiana Scherma che ad Atene 2004 aveva vinto ben 7 medaglie: vale
ricordare che anche in quella occasione il Fioretto femminile a squadre era
escluso per la prevista turnazione. Perciò niente scuse, ci si assuma la
responsabilità di non aver qualificato una squadra – la Spada femminile – che
nel 2014 era campione del mondo e n°1 del ranking mondiale, e si accetti senza
attenuanti il responso olimpico, che è figlio di una mancanza di regole precise
e chiare: o si affida tutta la responsabilità ai CT di impostare il lavoro
tecnico con la conseguente e doverosa autonomia di scelte, oppure ci si attenga
ai rigidi ranking seguendo lo schema americano. Questo quadriennio è iniziato
con la rivolta di alcuni spadisti che inviarono una lettera al Presidente del
CONI con la quale denunciavano uno stato di cose non più accettabile nella loro
arma e finisce con la fortissima polemica lanciata da Arianna ERRIGO.
Molti cronisti hanno posto in evidenza il flop
della scherma, mentre i più buoni si sono espressi per un risultato al di sotto
delle aspettative, riconoscendo quindi come fosse lecito aspirare a qualche
podio in più. Ritengo, però, che con tutti i veleni emersi non si poteva
proprio fare di più. Credo anche che la Federazione non abbia voluto vederli o
sentirli, questi veleni, sottacendoli e sottovalutandoli. In più ha fallito con
il progetto 3R (Rimini-Roma-Rio) di sciabola: nonostante il grandissimo impegno
dei ragazzi e delle ragazze, rimane il fatto che la sciabola non è pervenuta. Di certo si dovrà ragionare su un chiaro passo
indietro rispetto ai tre ori, due argenti e due bronzi di Londra 2012, ma anche
allo stesso numero di medaglie di Pechino 2008 e Atene 2004: è perciò
evidente che a Rio 2016 la scherma non abbia rappresentato il solito "forziere"
delle Olimpiadi azzurre. Non bastasse tutto questo, ecco che l’edizione
olimpica del 2016 ha posto, tra le altre cose, il problema di un peso politico
oggi più scarso della FIS a livello internazionale visto che un arbitro ucraino,
tale Vadym Guttsayt, membro della Commissione arbitrale della FIE, durante una
fase convulsa della semifinale di sciabola femminile a squadre fra Italia e
Ucraina, ha addirittura sbeffeggiato la delegazione azzurra mostrando il dito
medio. E’ vero che a tale individuo la Federazione internazionale di scherma ha
revocato l'accredito per comportamento antisportivo, ma è altrettanto vero che
una cosa del genere non sarebbe accaduta verso altre nazioni.
La futura Federazione,
sia che vengano riconfermati gli attuali dirigenti o che ci sia un auspicabile
rinnovamento, avrà molto da lavorare per diminuire il gap che ci separa da
altre nazioni. Né serve a molto dire che altre importanti realtà europee
abbiano fallito: in questo caso bisogna soltanto guardare in casa propria e,
come dicevo prima, assumersi per intero le proprie responsabilità.
Lo schema sottostante pone in evidenza le medaglie
conseguite dall’Italia della scherma ai Giochi Olimpici dal 1972 ad oggi: si
può ben vedere come per trovare un analogo numero di medaglie vinte sia necessario
tornare indietro, molto indietro, nel tempo. Per la precisione a Seul 1988 e
Montreal 1976, non certo due Olimpiadi indimenticabili.
Da ultimo, chi ha criticato gli atleti per un
presunto scarso impegno ha detto una semplice castroneria: essi sono stati
impagabili: i ragazzi hanno dato tutto quello che avevano, in alcuni casi
gettando anche il cuore oltre l’ostacolo. Forse in qualche caso non sarà stato
sufficiente ma a loro nulla è imputabile!
Ezio RINALDI
Caro Ezio si dice che dove si coltivano rose non possono crescere cardi. Ma a chi attribuire la responsabilità dello scarso raccolto olimpico? Alle scelte del presidente federale, ai ct o all'inefficacia delle teorie psicofisioterapiche del dott. Fiore?
RispondiEliminaSarebbe auspicabile che fossero proprio gli atleti a fornire una sincera risposta sull'argomento.
E poi, per quale motivo a fondo pedana della Fiamingo non c'era il maestro Sperlinga?
E che dire delle inquietitudini di Arianna Errigo o della defaillance di Occhiuzzi? Nessuna terapia è valsa?
Certo è che 5 milioni di euro mi sembreno davvero troppi rspetto ai risultati ottenuti!
A Fileccia
Caro Antonello, credo proprio che il Dr. Fiore non abbia responsabilità. Egli fornisce il contributo che gli è chiesto dal sistema. Spessissimo ha risolto problematiche che altri non non sarebbero stati capaci di fare. È pur vero che egli si sia attribuito dei meriti nella conquista di medaglie ma solo in relazione al suo contributo medico. Nel caso specifico,i risultati al di sotto delle aspettative non possono essere ascritte all'operato del medico: le cause e responsabilità appartengono ad altre persone.
EliminaDalla pagina facebook di Mattia Boretti
RispondiElimina16 ore fa ·
Tiriamo le somme. Ogni risultato, positivo o negativo, ha nomi e cognomi. In questo caso, non certo quelli degli atleti. Che, nelle condizioni date, hanno fatto e dato il massimo di quello che era possibile fare e dare. Il problema sono appunto le condizioni date: serve un rinnovamento nei volti, nelle idee, nell'approccio stesso a un mondo ormai in evoluzione permanente. Per capirlo non serve essere indovini, come ho letto da qualche parte, basta mettere in fila i fatti. E avere il coraggio di metterli nero su bianco.
A #PiazzaScherma nel nostro piccolo si prova a farlo.
Per non guardare alla prossima Olimpiade, ma alle prossime generazioni.