11 gennaio 2018

UNA VIGNETTA E QUELLE DOMANDE SENZA RISPOSTE



Nel giorno dell’Epifania sul profilo Facebook dell’on. Valentina Vezzali è comparsa una simpatica vignetta che, in modo ironico, ripropone il tema delle pari opportunità fra la Befana e Babbo Natale. Coincidenza vuole che, qualche giorno prima, Piazza Scherma avesse ospitato una riflessione in termini più seri di Fabrizio Orsini, che proprio sulle pari opportunità denunciava il silenzio delle nostre atlete, e in particolare dell’on. Vezzali, riguardo l’accordo sottoscritto nel novembre scorso tra la FIS e la Federazione scherma della Penisola Arabica, rappresentante un Paese in fondo a tutte le classifiche legate al rispetto e alla garanzia dei diritti civili per le donne, per un programma di scambio fra atleti e maestri per stage formativi e altri progetti sportivi.

La coincidenza temporale tra l’articolo su Piazza Scherma e la vignetta di cui sopra possono certamente essere frutto del caso, ma se come usava dire un uomo politico che ha attraversato, nel bene e nel male, sei decenni di storia italiana “a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca” il nostro “pensar male” ci consente alcune riflessioni, che non riguardano purtroppo solo l’on. Vezzali ma si allargano, in qualche misura, al silenzio delle nostre atlete riguardo alla questione degli accordi che la Federazione di cui loro per prime sono tesserate sottoscrive con Paesi di assai dubbia qualità in termini di democrazia.

In un passaggio storico nel quale il tema delle pari opportunità e del ruolo delle donne nella società è ritornato con prepotenza al centro del dibattito pubblico, a prescindere da una vignetta vorremmo rivolgere alcune domande alla componente femminile della scherma azzurra, dalle campionesse che tanto mantengono elevato il prestigio dell’Italia alle atlete di tutte le età e livelli agonistici, alle maestre e al settore tecnico, fino alle dirigenti di sala d’armi o federali: l’accordo con la Penisola Arabica non è degno di un’opinione? Alle vostre colleghe di quell’area del mondo sono assicurati gli stessi diritti e le stesse garanzie rispetto a voi? In vista dei programmi di scambio appena sottoscritti dalla Federazione di cui fate parte non merita forse una riflessione il fatto che in Arabia Saudita e aree limitrofe anche alle donne occidentali, non tanto in pedana quanto nella vita sociale, sono “raccomandate” alcune norme di comportamento e di abbigliamento non proprio liberali, diciamo così? E da ultimo all’on. Vezzali, tuttora e almeno fino alle nuove elezioni Deputato della Repubblica Italiana: davvero il tema non vale un intervento più diretto e deciso, in sede parlamentare o almeno federale?

Mattia Boretti


21 commenti:

  1. Solo chi crede ancora a babbo natale può sperare in un intervento sul tema da parte delle “nostre” donne federali. C’è da chiedersi se le donne che insegnano scherma in Italia accetterebbero di andare a lavorare, grazie agli accordi Fis, nei paesi come l’Arabia Saudita. Non credo che qualche IV livello donna accetterebbe, anzi, non credo che sarebbe avanzata una proposta ad una donna per un lavoro del genere, benché IV livello, figuriamoci alle comuni mortali di III. Magari a qualcuno una “vacanza sportiva” per la tv o per un “corso di aggiornamento/Formazione”.
    Forse questi accordi sono solo per il cerchio magico, sempre composto da soli uomini/maschi, lo vediamo in ogni occasione, anche ai corsi di Chianciano e il consigliere Vezzali, con i suoi assordanti silenzi, pare accettare ed avallare questa interpretazione.
    I ruoli di CT non possono essere femminili come non possono esserlo quelli apicali nella Fis; nei club è difficile afrrrmarsi come tecnico unico e per le donne, nella scherma, sembrano disponibili solo ruoli da valletta, comparsa o giù di lì e solo finché sei una vincente (a volte anche questo non basta). Ci manca solo che questa storia del silenzio ci marchi a fuoco come uno uno sport sessista o discriminitatorio (tra l’altro sappiamo esserlo, vedi la vicenda del ragazzo autistico), sarebbe la pubblicità perfetta, anche dal punto di vista “politico”.

    F.to Aspirante maestro delusa.

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    1. L'essere uno sport di nicchia, poco seguito da media, ha anche il suo lato positivo. La vincenda del ragazzino autistico fosse successa in un campo di calcio, ma anche di pallavvolo o basket, avrebbe riempito le pagine dei giornali per giorni, la federazione sarebbe stata costretta non solo a dare delle spiegazioni, ma anche a scusarsi, ed infine il protagonista avrebbe vissuto per anni con gli occhi addosso di tutti. Essendo però successo in una competizione di scherma, per di più locale, nessuno ne ha sentito parlare, ed ovviamente nessuno si è sentito in dovere di porgere delle scuse. Ma ricordiamoci che in Italia un caso giornalistico al massimo produce delle scuse di facciata. Ricordiamoci che cosa c'è voluto per costringere alle dimissioni il presidente della FIGC. Non sono bastate le battute sessiste, omofobe e razziste, e nemmeno le condanne che già ha sul groppone. C'è voluta l'eliminazione della nazionale maggiore, perchè quelle "under" da mho che non vincono più, per costringerlo obtorto collo a dimettersi. Quindi "Aspirante maestro delusa", fai bene a non farti troppe illusioni sul futuro. Anche perchè la insulsa televisione insegna che le prime ad affossare le donne sono le donne stesse.

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  2. Già il titolo è altamente significativo del "leitmotiv" di questa Federazione: ci sono precise domande, istanze, richieste da parte della base, ma mancano del tutto le risposte, le spiegazioni o anche dei semplici chiarimenti.
    Ciò denota una assoluta mancanza di sensibilità verso la base, a dimostrazione del grande distacco (quasi una voragine) tra vertice e periferia.

    Meditate, gente, meditate.
    Gaspare Fardella

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  3. La scherma deve avere un profondo rinnovamento, a tutti i livelli e in tutti i settori sia nazionali che internazionali (non solo le persone). Se si continua così la vedo male per questo sport.

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    1. .... e, nel frattempo, si continuano a distribuire prebende, mercedi ed elargizioni a vario titolo

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  4. Scusate se mi inserisco, pur condividendo il grande e grave tema delle alleanze con Paesi che non rispettano i diritti umani. Ma a voi sembra normale che la FIS gestisca le professionalità a suo piacimento senza rispetto di regole e titoli.
    Sono certo che il presidente Scarso e il Consiglio Federale sapesse, quello che ho appreso facendo 2 domandee cioè, l'indisponibilità della maestra del Circolo Posillipo a fare la cronaca web delle gare di Terni. Ma la cosa assurda è che lei stessa ha selezionato il suo collaboratore della società napoletana alla realizzazione della cronaca.
    Adesso mi chiedo: considerando che il web speaker è retribuito ed ha le spese pagate, considerando che trattasi di soldi della FIS e quindi direttamente ed indirettamente nostri, ma non sarebbe il caso che il CF scegliesse una rosa di autorevoli e selezionati giornalisti che accettino di fare i web speaker e di lì attinga per le esigenze?
    Già a Terni non era presente il servizio Web Foto e Social, ma pensare che quello Web Tv sia in mano a 'giochi' di amicizie e Società 'amiche', diventa svilente per una Federazione che ritiene di essere al vertice, ma lo è solo di risultati.
    L'elenco di persone competenti per i vari incarichi che la FIS elargisce come consulenze, dovrebbe esistere in ogni settore e ci si dovrebbe poter candidare in massimo due. Avremmo professionalità e trasparenza, ma interessano ai vertici FIS?
    Fare un albo di giornalisti web speaker, uno per i docenti ed esaminatori dei corsi di formazione tecnica, uno per i fisioterapisti e medici e così via per tutti gli incarichi, consentirebbe di non vedere sempre gli stessi con diversi vestiti e poltrone creando maggiore partecipazione e minore potere ai dipendenti o collaboratori stessi che si crescono i fedelissimi.
    Utopia con questa FIS che invece stringe sempre più il cerchio dei suoi 'amici. Mi chiedo lo stringe per scelta o per necessità perché gli amici sono sempre meno?

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    1. Il web speaker scelto è un professionista di alto profilo.
      Dal 2009 è un consulente per diverse aziende ed agenzie a livello nazionale ed internazionale.
      Collabora, ed ha collaborato, con grandi realtà aziendali di diversi settori merceologici tra cui: automotive, food, fashion e sport.
      E' giornalista pubblicista e collabora con testate on line.
      Ha un percorso accademico eccezionale.
      Ha conseguito la laurea triennale e quella specialistica in marketing e comunicazione d’impresa. Successivamente si è specializzato, con un master biennale, in “Comunicazione e tecniche dell’informazione” oltre che in management sportivo presso la Luiss di Roma.
      E' Maestro di scherma, ha conseguito l’abilitazione all'arbitraggio della scherma storica ed olimpica, ha svolto un percorso di specializzazione presso la Scuola dello Sport del CONI ricevendo la certificazione di Allenatore Europeo di IV livello (il più alto titolo europeo per gli allenatori di tutti gli sport).

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    2. Leggo i due interventi e noto come il primo abbia colto nel segno. Infatti, la difesa e presentazione del curriculum da parte dell'interessato, sancisce soprattutto che lo stesso non ha alcuna esperienza giornalistica di livello, che sia appunto pubblicista (ma lo stesso addetto stampa FIS è stato assunto senza essere professionista), che sia tuttologo e non specializzato (appunto uno dalle mille poltrone o aspirante tale), che è stato selezionato da altra maestra tuttologa e poltronara ed anche collega alla medesima società.
      Pertanto la risposta non fa altro che confermare la denuncia.
      Nulla togliere al ragazzo brillante nello studio e nella raccolta di titoli, ma lo scritto precedente credo denunciasse il sistema di selezione e non la persona.

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    3. Tutto molto lineare, si direbbe una azione semplice da ricostruire ed assegnare.

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  5. Avendo digerito anche la frutta, siamo alla purga direttamente.
    Mi chiedo come sia possibile, socialmente e professionalmente, che il responsabile dell'U20 dell'arma più popolosa, segua atleti ad una gara nazionale fondamentale per la selezione della nazionale di categoria? Ovviamente ormai la FIS ci ha abituato che CT e collaboratori abbiano le proprie palestre e allenino direttamente atleti di un club. Ma quello che è assurdo è vedere un responsabile di settore giovanile seguire un atleta in corsa per la convocazione agli Europei, ma di un club non dove lui insegna ne tanto meno della sua città. Unico elemento comune, l'essere allievo del club della moglie del CT.
    Ma vogliamo smetterla? Il declino della morale, dell'etica e soprattutto del buon gusto.

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    1. La cosa triste è che lo stesso maestro non è nuovo a tutto questo e pure per la Fis è senpre tutto ok.
      Complimenti presidente e a voi consiglieri chiedo, ma non è umiliante per la propria storia e professionalità essere ricordati solo per non aver mai realmente indagato su qualcosa ed aver detto sempre si?

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    2. Chi sarebbe questo Maestro? E quale atleta avrebbe seguito?

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    3. Anonimo delle 18.41 rispondo alla tua domanda finale: forse sono lì proprio per il motivo che tu reputi umiliante.

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    4. Caro Ezio,
      chissà se pubblicherai questo articolo:
      TITOLO: DA TERNI A BUSTO ARSIZIO - Maestri e comportamenti illeciti
      Riprendendo quanto scritto nell’articolo UNA VIGNETTA E QUELLE DOMANDE SENZA RISPOSTE (Avendo digerito anche la frutta, siamo alla purga direttamente.
      Mi chiedo come sia possibile, socialmente e professionalmente, che il responsabile dell'U20 dell'arma più popolosa, segua atleti ad una gara nazionale fondamentale per la selezione della nazionale di categoria? Ovviamente ormai la FIS ci ha abituato che CT e collaboratori abbiano le proprie palestre e allenino direttamente atleti di un club. Ma quello che è assurdo è vedere un responsabile di settore giovanile seguire un atleta in corsa per la convocazione agli Europei, ma di un club non dove lui insegna ne tanto meno della sua città. Unico elemento comune, l'essere allievo del club della moglie del CT.
      Ma vogliamo smetterla? Il declino della morale, dell'etica e soprattutto del buon gusto) tengo a dare maggiori indicazioni.
      A Terni, era presente il Responsabile dell’Under 20 di spada (forse anche convocato in qualità di supervisore). Proprio perché Responsabile non avrebbe potuto seguire i suoi atleti e posso confermare, e non sono l’unico, che il Maestro ha seguito per tutta la gara i suoi atleti e non solo. Lo stesso in occasione di un assalto molto complicato tra due atleti di interesse seguiva, come citato nel precedente articolo, un atleta della Società della Moglie del C.T. in corsa per la classifica per eventuale convocazione agli Europei.
      Il risultato non cambia a Busto Arsizio dove, la Maestra convocata in occasione di assalti tra italiani e davanti agli occhi di tutti, non mancava di dare indicazioni agli atleti tesserati per la sua Società.
      Entrambi i casi rientrano in un comportamento anti-sportivo e sanzionabili dal codice Etico.
      Detto ciò, mi preme fare una sola domanda: perché la Federazione non interviene mai su questi casi?
      Grazie per l’attenzione.

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    5. Nello sport professionistico si può far parte contemporaneamente sia della nazionale che di un club anche per le figure tecniche, di esempi ce ne sono tanti.

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    6. APPUNTO ma il vostro presidente più volte a precisato che nella scherma non ci sono Professionisti. Quindi il suo discorso cade. In ogni caso negli altri sport si parla di ruolo Nazionale quando questa è selezionata e partecipa a competizioni internazionali. Di Club nel territorio nazionale. Sarebbe come accettare che un giudice allo stesso processo fa l'avvocato e il giudice.
      Ricordo che Busto e Terni erano gare 'obiettivo' e quindi fondamentali per le convocazioni ad Europei e Mondiali, almeno così ci fanno credere ad inizio anno comunicandole. Quindi ritengo che i Tecnici selezionatori e comunque consulenti del CT a gare di questo tipo dovrebbero fare un passo dietro e esimersi soprattutto se i loro atleti sono in odore di convocazione. La cosa ancora più grave se poi i selezionatori seguono atleti di uno specifico 'club' che sono in lizza per la convocazione. Appunto Giudice ed avvocato allo stesso processo.
      Si palra giustamente di Etica e Morale, ma grazie a questa linea della Fis ed all'immunità del CT anche tutto il movimento non ha limiti.
      Mi chiedo ma se il Maestro Scarso quando praticava, avesse visto un collega selezionatore seguire l'avversario del suo allievo, entrambi in lizza per la convocazione, cosa avrebbe detto? A questo punto se l'atteggiamento è questo che speranze abbiamo quando i ragazzi vanno all'estero accompagnati dagli stessi che si siedono dal lato opposto durante i loro match in Italia? Allora Tecnici italiani siete liberi di seguire i vostri atleti anche nei derby all'estero, vi autorizzano il CT e il loro Staff dopo il comportamento avuto.

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    7. Quindi secondo il suo ragionamento, un tecnico quando fa parte della nazionale non dovrebbe lavorare per nessun club ne averne uno proprio, cosa che non mi sembra vietata da nessuna parte.

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    8. Esiste anche una questione morale, non solo leggi e regolamenti. Molto spesso regole e leggi venfgono fatte proprio per evitare certi comportamenti o situazioni di ambiguità.

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    9. Concordando con il signor Cuccu, caro amico delle 18.45, secondo me dovremmo ricordarci che si parla di minori e non professionisti e che gli adulti dovrebbero dare sempre un buon esempio. Vero che in Italia si va avanti a raccomandazioni e non meritocrazia, ma lo sport dovrebbe essere un esempio positivo e una crescita culturale. Quindi un Maestro, docente appunto, dovrebbe esimersi da alcuni comportamenti clientelari quando ha un ruolo di selezionatore e di 'riferimento' per i giovani.
      Inoltre anonimo delle 18.45 credo sia chiaro un tecnico della nazionale, CT appunto, ha un compenso di 100mila euro escluse le spese e escluso il suo lavoro in Gruppo Sportivo retribuito comunque grazie agli accordi tra Coni e Forze Armate, forse potrebbe esimersi da avere un ruolo tecnico in un Club. Il collaboratore del CT responsabile del settore U20 ha comunque un vantaggioso contratto e tranquillamente potrà lavorare per un Club ma magari dovrebbe esimersi dal seguire atleti a gare obiettivo nazionali soprattutto se questi ultimi dovranno essere oggetto della sua stessa valutazione per le convocazioni. Concludo se il caso ancora più grave e cioè che un selezionatore della nazionale, retribuito dalla federazione, non solo segue suoi atleti ma addirittura segue in modo pedissequo un atleta del Club della moglie del CT e diretto dal CT stesso, tra i potenziali componenti della nazionale.
      Qui non si tratta di lavorare per club o nazionale, ma di rispetto e morale.

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  6. Convocazioni e favoritismi.
    Nel fine settimana prossimo, a La Havane, si disputerà la gara di Coppa del Mondo di spada femminile. Subito si nota, e non può essere non notato, che nella gara a squadre le atlete prescelte, 3 su 4, guarda caso appartengono allo stesso gruppo sportivo del C.T. Ora non si comprende proprio come un C.T. possa non inserire un atleta di spessore quale la Mara NAVARRIA, che tra le altre cose è l'atleta più in forma del momento e con i maggiori risultati in coppa. Forse perchè appartenente ad un altro Gruppo Sportivo?

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    1. Sono totalmente concorde con lei ma Cuomo ormai da anni fa quello che vuole con risultati agli occhi di tutti, ricordi che la squadra di spada femminile era già qualificata alle Olimpiadi di Rio e solo una scelta scellerata ed una conduzione senza programma, poteva far perdere.
      Detto questo lei almeno è fortunato perché almeno conosce le convocazioni. Ha notato che la FIS nonostante i tantissimi dipendenti, molti assunti dallo stesso presidente in varie fasi, non comunica più le convocazioni e i nomi di tecnici ed atleti che partecipano ad allenamenti o altro. Scarni elenchi di autorizzati a spese proprie e basta. Inutile dire che anche in questo caso non ci comunicano i ripescati ed i criteri.
      Ma cosa dire tanto ormai anche il democratico ranking (da rivedere ma almeno qualcosa di trasparente) per le autorizzazioni a spese proprie, è stato abolito. Il nuovo regolamento affida al ct anche le autorizzazioni a spese proprie.
      Forse il vero nodo è che la ribellione è sempre parziale e temporale. Dove sono le società civili e militari quando un CT ha il figlio nel suo corpo armato e convoca 3 delle 4 da quel gruppo? I tecnici dal gruppo sportivo suo e dalla società della moglie.

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