Qualche tempo fa, precisamente IL 13 luglio
2013, scrissi una articolo sull’amicizia, riportando una riflessione fatta da
un’altra persona: ” sembra banale, ma solo pochi
dei nostri “amici” si possono considerare tali. Molti ai nostri occhi
potrebbero esserlo ma solo pochi lo sono realmente. Certo l’amico, come si
dice, si riconosce nel momento del bisogno, ma secondo me il vero amico è quel
qualcuno in grado anche di sgridarti, di tirarti uno schiaffo...L’amicizia o è
sincera o non esiste, purtroppo molte volte e' fondata solo su interessi e,
appena questi finiscono, anche l'amicizia svanisce!”
Riflessione che mi trovava
pienamente concorde e nel contempo mi posi una domanda:” Esiste
l'amicizia nel mondo sportivo contemporaneo?” La risposta a me stesso fu: ”Analizzando
quanto affermato credo che la risposta vada più in senso negativo che positivo,
infatti anche la mia esperienza mi induce a qualche dubbio perché il mondo
dello sport, che dovrebbe essere un’isola di pulizia, trasparenza, lealtà,
sincerità e di tutti quei valori morali sui quali, in teoria, poggia o dovrebbe
poggiare tutta la sua impalcatura, è invece dominato anch’esso dagli interessi
e dall’utile che se ne può ricavare.”
A distanza di quasi 5 anni mi ritrovo a riflettere ancora una volta sul tema
poiché nonostante l’età e la conseguente esperienza faccio ancora gli stessi
errori, cioè credere alla befana. Vado a spiegarmi.
Personalmente quando do amicizia lo faccio a 360° e quasi
sempre in forma unilaterale: l’amicizia ricambiata la posso contare sulle dita
di una mano. Spesso sono stato rinnegato dai cosiddetti “AMICI”: mi è successo
nell’ambito della mia professione ed in quello dello sport. Sono molte le
persone che hanno approfittato della mia amicizia, spesso per fini discutibili.
Mi sono sentito tradito, in quei valori
di lealtà, correttezza e sincerità che nel mondo sportivo sono o dovrebbero essere pilastri
portanti. Mi è accaduto anche di recente e da persone
dalle quali mai mi sarei aspettato una cosa del genere.
Tutto questo perché? Semplice la voglia di occupare una
poltrona o l’aspirazione a raggiungere un obiettivo sono gli elementi che
inducono a non avere rispetto per quegli uomini e donne che, in nome
dell’amicizia, sacrificano gli interessi personali.
Incredulità,
disorientamento, e persino rabbia, ma soprattutto, delusione: sono questi i principali stati
d'animo che provo di fronte al voltafaccia di persone che, fino a un giorno
prima, condividevano con me tempo, progetti, amicizia.
Mi sono visto
voltare le spalle e senza una spiegazione valida del cambiamento e con in più una profonda tristezza per l' amicizia calpestata.
Le persone in questione non hanno recepito la mia delusione per aver creduto nella loro lealtà. Non cercherò spiegazioni, perché non so se
sentirmi tradito o se ho fatto qualcosa di male. Resto attonito e subisco la
delusione. In un modo o nell’altro, convinto della mia buona fede, non mi scoraggio e metto da parte la frustrazione per l'assurdità di un modo di fare che è lontano dalla mia cultura. Di sicuro, questi soggetti, hanno perso molta della credibilità in loro possesso, e in
nome di cosa poi?
Non si può essere amico di tutti e ricevere da tutti amicizia, quindi ognuno per la sua strada,
nella certezza che delusione, amarezza e, perché no, frustrazione non
prenderanno il sopravvento lungo il mio cammino, ma avrò sempre la consapevolezza che persone migliori già bussano alla
mia porta.
Ogni riferimento
a persone e fatti è puramente casuale, però ciascun lettore può immaginare ciò
che la sua fantasia gli suggerisce.
Ezio RINALDI
Ma vuoi vedere che....hanno fregato anche te !?!?!...non ci pensare Ezio...è da anni che prendono in giro persone...purtroppo hanno un handicap...non capiscono nulla del mondo della scherma! :-))
RispondiEliminaAl momento frequento solo persone serie, leali, corrette e soprattutto moralmente ineccepibili e conoscitori profondi del mondo della scherma. Le fregature le ho prese in un passato più o meno recente.
Elimina"Il mondo della scherma" è un fake con il quale si distraggono le pecore mentre qualcuno ******hia.
EliminaPoi "il mondo della scherma" si scontra con il mondo reale e lì sono ***i amari.
Forse "il mondo della scherma" farebbe bene a fare scorta d'arance...
Non ci pare che possa esserci dubbio sul fatto che le elevate disuguaglianze coltivate e fertilizzate dalla FIS e in taluni casi anche dai suoi organi periferici rendano impossibile l'ingresso dei più autentici valori dell'amicizia e della meritocrazia all'interno del nostro movimento. Mai la Fis era stata toccata da tanti scandali finiti persino in Parlamento; speriamo davvero che questo modo di pensare e di agire possa avere termine al più presto per potere avviare la ricostruzione e cancellare un passato che non ci appartiene e nel qual non riusciamo più a riconoscerci.
RispondiEliminaA dire il vero io mi riferivo alle più recenti amicizie di Rinaldi...
EliminaDa quale pulpito viene la predica
EliminaAnonimo del 27 aprile ore 14,41vorrei capire se il pulpito sarei Io. Nel qual caso ti rispondero' molto volentieri.
EliminaE' LUI O NON E' LUI?
RispondiEliminahttp://www.calciomercato.com/news/dalle-plusvalenze-gonfiate-all-iva-inesistente-malago-non-sa-di--80889
Ceeeertoooooo che è luiiii!
EliminaCaro Ezio,
RispondiEliminami hai fregato, anzi, stavi per farlo!
Il tuo articolo, molto ben rappresentato e sintetizzato (direi) dalla vignetta in alto a sinistra, mi era parso, prima facie, l'amaro ed accorato sfogo di una persona che è rimasta, e continua ad esserlo ancora, profondamente delusa da coloro che reputava "amici"; per cui, stavo per scriverti la solita e poco piacevole frase, sempre sgradevole a sentirsi: "te l'avevo detto io".
Ma poi, ad una più attenta ed approfondita lettura, ho capito che il tuo intento non era quello sopra tratteggiato, bensì un altro, molto più alto e nobile: offrire ai lettori una visione esatta del valore "amicizia", nel senso epicureo del termine.
Epicuro, infatti, definiva l’amicizia come il bene più prezioso, ritenendola addirittura più importante della saggezza.
Le necessità della vita o la richiesta di favori possono far nascere un’amicizia, ma ciò che la mantiene salda sono i rapporti coltivati all’interno della comunità: un gruppo di persone che si vogliono bene in modo sincero genera fiducia in chi vi partecipa, perché le dimostrazioni reciproche di affetto e la conversazione aperta assicurano pace e serenità.
L’amicizia - sosteneva il filosofo - regala dunque una sensazione di sicurezza, ma non è tanto dell’aiuto degli amici che noi abbiamo bisogno, quanto del fatto di sapere di potere contare su di essi nel caso ne avessimo bisogno: proprio quello che dici tu, quando parli di "amicizia ricambiata".
Tuttavia, l’amicizia coltivata, nutrita, curata, sentita non si riduce a un semplice legame affettivo, perché questa implica delle precise e specifiche responsabilità: gli amici devono esercitare la "parresia", che non è un termine siculo, ma uno stile di vita già noto e praticato dalla filosofia greca classica, che prevede l’obbligo di dire sempre la verità, spiegarsi con chiarezza e parlare liberamente.
Questo impegno non riguarda solo la libertà di espressione, ma anche il dovere di mettere sempre al primo posto la verità in nome del bene comune, anche quando la sincerità possa risultare molesta. La "parresia" rientra appunto tra i rischi da correre in una buona amicizia: e questo, come si può notare, è l'altro concetto da te espresso, in assoluta sintonia con Epicuro.
E quando, nella parte conclusiva, parli di "amicizia calpestata", non fai altro che spiegare, sottovoce e bisbigliando, i motivi del tuo sentirti calpestato, perché ribadisci che la pratica della "parresia":
- esige una franchezza assoluta;
- vieta la falsità e anche l’omissione;
- preferisce la critica ragionata all’adulazione vanitosa;
tutti concetti da te sempre seguiti ed applicati, ma mai compresi e/o recepiti e/o capiti da quei "calpestatori".
Pertanto, nel salutarti calorosamente, sento il bisogno di ringraziarti per questo significativo spunto di riflessione (se non proprio messaggio) che hai voluto offrire e che potrebbe - se sei d'accordo - essere così riassunto: "Ascoltare la verità - e, soprattutto, affermarla - è un dovere morale da anteporre a qualunque interesse o ambizione personale".
Mentre, a tutti i lettori giunga il solito: meditate, gente, meditate.
Cordialmente
Gaspare Fardella
Gaspare, ti ringrazio molto per le tue precisazioni, che sono puntuali ed assolutamente veritiere.
EliminaGentile Rinaldi non si dispiacccia più di tanto perché da buon militare saprà certamente che al mondo non c'è alleato migliore di un ex amico totalmente cretino.
RispondiEliminaPREFETTO DEL IV PILASTRO
Scusate... ma qualcuno sa se per le finali giovani e cadetti è prevista la Wilde card?
RispondiEliminaCerto che si, viene concessa su richiesta di chi ne ha titolo..
EliminaCaro Ezio, benvenuto tra di noi delusi dell'amicizia.
RispondiEliminaCaro Adelio, oltre la delusione, l'articolo vuole dare un messaggio significativo, che potrai trovare nel commento di Gaspare Fardella. Un caro abbraccio.
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