Sul conflitto in atto, ma è più
preciso affermare sull’aggressione della Russia ai danni dell’Ukraina, si
stanno versando fiumi di inchiostro con le più svariate posizioni. L’occidente,
naturalmente, parla di invasione, i filo russi di guerra preventiva. La realtà
è che la Russia ha mire espansionistiche al fine di ripristinare il vecchio
impero sovietico. Putin e i suoi sostenitori, anche in Italia, afferma di
essere stato accerchiato dall’espansione della NATO, la quale con la sua
politica avrebbe occupato gran parte delle nazioni satelliti del vecchia URSS.
A noi comuni mortali non è dato
conoscere esattam
ente come stanno le cose, parliamo e ci esprimiamo per quello
che vediamo e leggiamo ed in tale contesto, qualsivoglia motivazione russa e
dei suoi sostenitori è del tutto inammissibile. Non è accettabile che nel 2022
si debbano risolvere questioni politiche con il ricorso alle armi. Quando
succede, e chiunque sia l’attore principale, vuol dire che si è diventati
prepotenti, arroganti ed egoisti. Migliaia di persone innocenti, che con la
guerra non hanno nulla a che vedere, ci rimettono la vita, senza distinzione di
età: è aberrante!
Abbiamo il dovere di combattere,
senza armi, con i mezzi che la tecnologia ci mette a disposizione per difendere
la libertà ed i confini territoriali della propria Patria. Per capire le
ragioni dell’aggressione bisognerebbe fare un passo indietro e studiare un po’
di storia dello stato Ukraino, nato nel 1991.
Non intendo addentrarmi nella
storia, prendo atto che questo conflitto altro non è che una aggressione da
parte della Russia ad uno Stato libero ed indipendente. Se la scusa è
l’espansione ad est della NATO la Russia deve porsi la domanda sul perché ciò
sia avvenuto e va detto che l’alleanza atlantica non ha imposto l’adesione alla
sua organizzazione con la forza ma è stata una libera scelta delle nazioni
aderenti.
Ora il mondo intero o meglio
l’occidente ha deciso di inviare aiuti ma di non intervenire direttamente a
favore dell’Ukraina, oltre a ciò sta studiando gli interventi più efficaci da
adottare e tra questi vi sono l’adozione di sanzioni politiche e finanziarie.
Il mondo dello sport si è
mobilitato con varie iniziative a salvaguardia dei valori universali di
libertà, democrazia e uguaglianza. La UEFA ha stabilito che tutte le
competizioni cui vedono impegnati atleti ukraini e russi si svolgano in campo
neutro ed ha spostato la finale di Champions da San Pietroburgo a Parigi.
In ogni sport, atleti di tutto il
mondo stanno manifestando la propria avversione alla guerra, rifiutandosi di
prendere parte a manifestazioni sportive in territorio russo. Inoltre il CIO ha
emesso un comunicato ufficiale con il quale ha invitato tutte le federazioni a
cancellare la partecipazione ad eventi sportivi in Russia ed in Bielorussia. E
la FIS cosa ha fatto? C’era da aspettarsi che la partecipazione della nazionale
di spada femminile alla competizione di Sochi fosse cancellata e che le atlete
italiane fossero invitate dalla federazione a non salire in pedana, in segno di
rispetto verso donne e uomini del paese invaso, che stanno subendo una guerra
odiosa, ma anche verso tutti quei cittadini russi che hanno trovato il coraggio
di scendere in piazza, supplicando il proprio governo di porre fine al
conflitto. La FIS ha lasciato all’arbitrio delle atlete se gareggiare o meno,
quindi non ha deciso: verrebbe da ricordare una famosa frase, fuori onda,
espressa dal giornalista Emilio FEDE, ma lasciamo perdere.
Ciò che mi aspetto, aspetterò
invano, è che il Presidente Azzi inviti Usmanov a dimettersi dalla carica di
presidente della FIE e ciò in palese conflitto di interesse essendo egli un
oligarca russo vicino a Putin. Nulla contro la persona del presidente FIE ma,
chiaramente, da parte della nostra federazione sarebbe un segnale forte e di
vicinanza vera verso il popolo ukraino, uniformandosi, peraltro, alle
iniziative messe in atto dall’occidente. L’azione darebbe un profondo peso alla
parola “sdegno” di cui tanti si riempiono la bocca. Soprattutto diamo un significato
più incisivo alle nostre azioni contro l’invasore e di vicinanza all’aggredito,
perché è chiaro chi sia l’invasore e chi l’aggredito.
Ezio RINALDI