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A ogni
modo, chiunque mirasse a ottenere un consenso elettorale il piΓΉ vasto possibile,
per di piΓΉ puntando proprio sulla prospettiva di una realtΓ nuova e, almeno
sulla carta, migliore, dovrebbe riflettere attentamente soprattutto in merito
all'importanza di trasmettere al pubblico un messaggio politico caratterizzato in
primo luogo dalla massima sinceritΓ e limpidezza.
Certe
qualitΓ sul piano etico, insomma, non possono essere semplicemente dichiarate
ma devono essere dimostrate coi fatti, perchΓ© a nulla servono le affascinanti
promesse delle iniziative promozionali, se viene meno proprio l'elemento
fondamentale della democrazia: la trasparenza.
In parole
povere, troppo spesso le campagne elettorali sono caratterizzate da una
moltitudine di slogan e spot oltremodo seducenti, tutti piΓΉ o meno infarciti di
una retorica che cerca di trasmettere un messaggio di rinnovamento, di evocare
l'idea di un futuro piΓΉ attraente e di costruire un'immagine fresca e moderna.
Tuttavia,
nonostante operazioni propagandistiche di questo tipo siano spesso molto
efficaci a un primo impatto, in un secondo momento possono correre il rischio
di essere percepite dal pubblico a cui sono dirette come poco sostanziali o
addirittura incoerenti, specie quando siano accompagnate da un'evidente volontΓ
di occultamento di qualcosa che non sarebbe certo percepito come un esempio di
innovazione ma, anzi, come la sua totale antitesi.
Per di
piΓΉ, la buffa storiella dell’endorsement, di recente rispolverata da un noto
personaggio per tentare di giustificare la presenza dietro le quinte di
un’ingombrante figura che con ogni evidenza Γ¨ da tempo al lavoro per tornare in
auge, potrebbe essere propinata solo a degli ingenui, in quanto sorvola
“tatticamente” su una serie di vicissitudini che hanno caratterizzato in modo
non proprio entusiasmante la storia della FIS dal 2004 al 2021 e che,
soprattutto per rispetto di persone da poco scomparse, evito di citare nei
dettagli.
Comunque, quando chi sostiene Paolo Azzi - il sottoscritto - parla da tempo di retroscena imbarazzante e di necessitΓ di trasparenza, non fa certo “terrorismo politico” ma, sulla base di un elementare dinamica democratica, cerca solo di sensibilizzare gli elettori in merito al rischio di riportare indietro nel tempo la scherma italiana: esattamente l’opposto, quindi, di quanto viene propagandato dalla alternativa al Presidente in carica.
In
conclusione, sento per l’ennesima volta la necessitΓ di lanciare un
avvertimento.
Quando certi
accattivanti messaggi promozionali appaiono a tutti gli effetti poco congruenti
con un’imbarazzante veritΓ tenuta accuratamente e tenacemente nascosta per mesi
(e in tal senso qualsiasi persona dotata di un’intelligenza almeno media
dovrebbe chiedersi “perchΓ©?”), possono perfino diventare una specie di
boomerang, rischiando di scatenare nella gente vari tipi di reazioni negative,
come la disillusione, il dispiacere ma, soprattutto, un dubbio atroce: che
certi slogan possano rappresentare, come purtroppo accade spesso, solo gli
strumenti di mascheramento di strategie di potere decisamente piΓΉ prosaiche e
aggressive, molte delle quali giΓ ampiamente sperimentate in passato e, come
tali, intollerabili.
Ezio RINALDI