26 marzo 2025

GIUSTIZIA FEDERALE

Come è noto, sono stati individuati e nominati i componenti della Giustizia Federale. In totale 21 elementi. Tutte persone con un notevole curriculum, quindi in possesso dei necessari requisiti per assolvere all’incarico. Qualcosa però non mi quadra.

Prima di proseguire vale la pena porre in evidenza quale sia il ruolo della Giustizia Sportiva: assicurare agli affiliati e agli iscritti equilibrio e rispetto, nella scrupolosa osservanza di statuto e regolamenti. Vi chiederete il motivo della mia precisazione, ebbene, in più di qualche circostanza, la Giustizia federale ha agito, in taluni processi, in modo un po’ discutibile. Da quello che ho potuto vedere negli ultimi 4 decenni, i problemi più gravi della Giustizia sportiva sono riconducibili a due filoni: la normativa e la scelta dei soggetti giudicanti (nonché la formazione dei collegi). Per la prima problematica, credo che andrebbero riscritti i codici, introducendo, almeno in linea tendenziale, la tipicità degli addebiti disciplinari, ciò per evitare che l’addebito di violazione dei principi di lealtà, correttezza ecc. possa essere utilizzata per perseguitare (più che per perseguire) le persone sgradite ai vertici federali.

A mio modesto parere, tuttavia, “l’arruolamento” dei Giudici rappresenta il problema di più difficile soluzione. Il sistema peggiore è quello (oggi praticato) della nomina diretta da parte del Consiglio federale, in quanto, specialmente nelle piccole federazioni, la “vicinanza” (diciamo così) tra il CdA federale e i giudici è piuttosto pericolosa. Una alternativa potrebbe essere un ritorno al passato con l’elezione degli Organi di Giustizia, ma anche in questo caso non ci sarebbe la certezza di una selezione corretta in quanto i meccanismi elettorali, così come vengono attuati in concreto in ambito federale (l’esperienza insegna!), potrebbero risultare inquinati: la squadra del candidato alla Presidenza potrebbe essere tentata di ricercare aspiranti da proporre all’assemblea; potrebbe trattarsi, si vuol dire, di candidati che, in qualche modo, siano (o appaiano) troppo vicini alla nuova dirigenza.
Per introdurre un criterio di almeno parziale oggettività, si potrebbero, a mio parere, stabilire in via generale e costante, innanzitutto, i requisiti per essere ammessi nella rosa dei “papabili” (es. professori universitari, magistrati con adeguata anzianità, avvocati con almeno 10 anni di professione) e poi stabilire una sorta di graduazione dei titoli (es. pubblicazioni rilevanti, docenza o esperienza nel settore del diritto sportivo, specifici percorsi professionali ecc.), in modo da caratterizzare la selezione come qualcosa di abbastanza simile a un concorso per titoli.

Fatte queste considerazioni di carattere generale, sgombero il campo da possibili strumentalizzazioni; pertanto sia chiaro che non ho alcun motivo di dubitare della onestà intellettuale e della effettiva indipendenza di giudizio di queste persone. Tranne una, le altre mi sono sconosciute. Però dai nomi dei componenti nominati emerge una marcata caratterizzazione “cittadina” degli Organi di Giustizia e ciò non fa una bella impressione, talché si ha la sensazione che si siano voluti premiare l’appartenenza e i legami personali, piuttosto che l’indipendenza dei futuri giudici.

A tal proposito mi risulta che siano state presentate diverse domande, talune sembrerebbe sollecitate da autorevoli dirigenti, per l’assunzione del ruolo anche di “Procuratore federale”. Alcune di esse, corredate da un curriculum di altissimo livello e connotate da provenienza regionale e cittadina al di sopra di ogni sospetto, sono state però messe da parte e, sembrerebbe (il condizionale è d’obbligo), che ciò sia avvenuto poiché non gradite ad attivi protagonisti della campagna elettorale. Francamente, non so se sia vero, ma, se così dovesse essere, quei dirigenti che hanno sollecitato la dichiarazione di disponibilità ad assumere incarichi nella giustizia FIS da parte di chi ha rivestito ruoli di vertice nell’ambito del potere giudiziario, hanno fatto una pessima figura sul piano personale; si è persa, per altro (e ciò è quello che più rileva) l’ennesima occasione per dimostrare quella trasparenza tanto sbandierata, ma che è stata sacrificata - ancora una volta e a dispetto del propagandato proposito di rinnovamento - sull’altare dei propri interessi o di quelli di qualche occulto suggeritore.
Ezio RINALDI
 

12 marzo 2025

NESSUNO MI PUO' GIUDICARE, MEMMENO TU.

Cateria CASELLI
Il sito federale, per gli appassionati di scherma, rappresenta la fonte di notizie primaria, a maggior ragione lo è per me. Tal ché navigandovi mi sono imbattuto nella sezione Giustizia/Tribunale Federale dalla quale leggevo dell’avvenuta pubblicazione, in data 5/3/25, di un’interessante ordinanza depositata dal Tribunale Federale.

Notavo subito che in tale ordinanza erano, naturalmente, “omessi” i dati anagrafici del destinatario del provvedimento, ed è apparso evidente di come si sia trattato di un atto interlocutorio emesso nel corso del procedimento disciplinare promosso dalla Procura Federale nei confronti dell’attore protagonista, e ciò a seguito della recente condanna, in sede penale, descritta da quasi tutti gli organi di stampa nazionali.

La lettura del provvedimento mi ha lasciato sgomento, probabilmente dovuto al fatto che non ho chiarissime competenze in atti giuridici.

Infatti, dall’ordinanza si apprende che il Tribunale avrebbe disposto il rinvio del procedimento all’udienza del 10 giugno 2025, così da poter valutare, in modo approfondito, l’iter logico/giuridico delle motivazioni poste dal GUP del Tribunale Penale a fondamento della condanna del precitato attore (?).

Considerazione sorprendente, visto che la condanna penale dell’incolpato, a conclusione del processo penale di primo grado, è “certa”, e, caso mai, potrà essere riformata solo a conclusione del futuro processo d’appello, peraltro già annunciato, a mezzo stampa, dallo stesso attore.

D’altra parte, non mi pare che il Tribunale Federale abbia una qualche competenza, né tanto meno una qualche necessità, per procedere ad una significativa valutazione dell’iter logico/giuridico delle motivazioni poste dal GUP a fondamento della propria decisione.

Credo che la verità, purtroppo, sia ben diversa.

Il rinvio del processo disciplinare sembra possa essere dipeso dal disagio dell’Organo di Giustizia Federale nel dover decidere sulla vicenda; e ciò, tra le altre, per un’eccezione preliminare sollevata dalla difesa dell’incolpato, la quale, esercitando correttamente le proprie prerogative, ha eccepito l’avvenuta decadenza dei termini utili per l’esercizio dell’azione disciplinare da parte della Procura Federale.

Peraltro per i medesimi fatti, l’imputato era già stato sospeso dal Tribunale (in sede cautelare) nell’ottobre 2023, e ciò senza che la Procura Federale, in seguito, abbia mai avviato il doveroso procedimento disciplinare nel rispetto dei tassativi termini prescritti dal regolamento di giustizia federale.

In tale incredibile situazione, la difesa del tesserato ha quindi eccepito l’intervenuta decadenza dell’azione disciplinare.

Ma il paradosso non finisce qui.

A breve, il consiglio federale dovrà nominare i nuovi membri degli organi di giustizia endofederali, i quali, loro malgrado, si dovranno occupare della gestione di questo procedimento disciplinare, e della negligenza dell’attuale Procura Federale.

Francamente, e l’ho già detto in altre circostanze, ho fiducia nella nuova dirigenza e credo che saranno poste in essere tutte le azioni necessarie a che la chiarezza diventi uno dei pilastri della nuova federazione.

Chi sarà chiamato alla gestione della Giustizia federale, in presenza di fatti conclamati, dovrà essere capace di assumere ordinanze/sentenze/provvedimenti anche impopolari che possano assicurare agli affiliati ed iscritti una giustizia giusta.

Ezio RINALDI

11 marzo 2025

UN MATTONE ALLA VOLTA!?

Al termine del Trofeo Luxardo il Presidente federale ha fatto sentire la sua voce affermando che il cambiamento si fa con un mattone per volta, quindi gradualmente. In tale contesto, in accordo con il Consiglio Federale, è stato avvicendato il CT della nazionale di sciabola e la novità è rappresentata dalla divisione del settore nominando due CT, uno per la maschile ed uno per la femminile.

In questo fine settimana abbiamo visto in azione fiorettisti a Il Cairo, sciabolatrici in Grecia e sciabolatori a Padova. l'Italia però era anche reduce da una buona performance agli europei cadetti e giovani di Antalya dove si è distinta, ma senza grandi exploit sebbene abbiamo visto emergere atleti di società sportive storiche che da tempo non si vedevano in campo internazionale e il Giardino di Milano è una di quelle.

Volti e nomi nuovi che si affacciano alla ribalta, prefigurano in qualche modo un possibile scenario futuro nelle sei armi che, come sappiamo, probabilmente saranno rinnovate, ma con una ristrutturazione graduale, cioè come si è sempre fatto, o se vogliamo dirlo in politichese, con un cambiamento che ci sarà, ma senza stravolgimenti improvvisi e nel tempo. Né più né meno di come avrebbe fatto qualsiasi dirigenza in carica.

Sotto questo aspetto direi nulla di nuovo all’orizzonte: è sempre stato così. Ritengo che il procedere del nuovo Consiglio sia improntato alla cautela ed all’analisi dell’esistente. Pertanto, viene da dire che è meglio non inventarsi niente poiché è già tutto inventato: nell’Esercito si diceva, ma si dice anche ora, guarda il precedente, d’altra parte credo sia da persone intelligenti non stravolgere anzi è meglio veleggiare sfruttando come si può il vento che spira lì dove si è, senza per forza andare a cercarne di più fresco e nuovo altrove.  E se da una parte plaudo e condivido il modo di procedere, dall’altra, in maniera un po’ maliziosa, credo che lo sbandierato "cambiamento", sia stata solo un'abile mossa di marketing politico.

Nel frattempo la sciabola francese si fa strada, costruendo la nuova generazione che forse a Los Angeles darà del filo da torcere al resto del mondo. Gli ungheresi stanno facendo timidi tentativi di rinnovamento, sebbene gli emergenti giapponesi e i tostissimi coreani non vogliano in alcun modo cedere di fronte a nessuno.

Il fioretto resta ben saldo in Italia, e gli americani non mollano la presa, anzi oramai è un'arma che maneggiano con destrezza. Le donne sempre in alto assieme agli uomini, anche se la outsider Harvey dal Canada sta mostrando ottime doti personali e con ogni probabilità la vedremo ancora.

Invece i problemi femminili della sciabola, saranno per Aquili un lungo rebus da sciogliere, ma sono certo che se farà prevalere il buon senso e saprà coinvolgere i pochissimi maestri italiani del settore, potrebbe ottenere valide risposte.

Restano sagome ben chiare all'orizzonte che saranno approdo del prossimo Consiglio federale, il quale non ha di certo in cima al suo Ordine del giorno i problemi delle medaglie internazionali, demandate ai nuovi CT, dette sagome riguardano questioni più scottanti verso le quali tutta la scherma resta in trepidante attesa, e per le quali siamo certi ci sarà una gestione equilibrata con inoppugnabile senso di giustizia ed equità.

Nel frattempo le tre caravelle delle armi schermistiche dovranno fare un lungo periplo attorno alla Penisola, per approdare a Genova per gli Europei, mostrando una nazionale non così tanto rinnovata, ma che di certo avrà tutta la voglia di fare bene.

Tra le altre cose il Consiglio Federale ha nominato i CT per il settore paralimpico: Alessandro PAROLI - Fioretto; Antongiulio STELLA - sciabola; Michele TARANTINI - Spada. Ai tre neo commissari i migliori auguri per un proficuo lavoro che porti a nuovi e strabilianti successi.

Infine e per concludere, non va dimenticato che il nuovo Consiglio non ha ereditato una federazione in disarmo, bensì un movimento vivo e vegeto per il quale un cambio di passo, con un rinnovamento che riguardi anche, se non soprattutto, un deciso cambiamento di mentalità. Mi riferisco in particolar modo al rispetto delle regole.

Ezio RINALDI

04 marzo 2025

L'ETICA NELLA SCHERMA

Mi sono ritrovato a discettare con alcuni amici, i soliti ex cicloamatori, di ETICA ed inevitabilmente il mio pensiero è andato al mondo scherma, ripensando ad un articolo pubblicato sulla “PIAZZA”, qualche tempo fa. Rileggendolo, reputo la tematica sempre attuale e non a caso se ne parla in ogni contesto. E’ chiaro che non ho la pretesa di assumere la figura di un esperto, voglio semplicemente fare qualche riflessione su un tema pertinente alla quotidianità.

Non voglio tediarvi addentrandomi nei meandri della filosofia, materia assai profonda e che va studiata e trattata con grande attenzione, ma restando nella cultura dell’uomo della strada, quale io sono, mi faccio la domanda: “Per me cosa rappresenta l’etica?” Ecco, credo di poter rispondere che essa è l’insieme di norme, di comportamenti, di codici, di deontologia e di quant’altro possa indicare una persona come soggetto rispettoso di uno o più criteri, che gli consentono di gestire adeguatamente la propria libertà nel rispetto di quella altrui.

Di conseguenza, a mio avviso, ci si deve riferire a particolari azioni o situazioni in cui si intravede un uso del potere a fini personalistici, favorendo persone orbitanti nell’ambito della propria cerchia di amici e parenti, indipendentemente della loro bravura e preparazione. E’ etico raccomandare? E’ etico contravvenire a regole stabilite dal tempo (non dalla legge) tra persone o società? E’ etico sottacere o evitare azioni meritevoli di interventi? NO! Non lo è!

I miei amici mi hanno chiesto se nel mondo dello sport e della scherma in particolare esistono situazioni riconducibili a contesti contrari all’etica, che direttamente o indirettamente possano influire sulla collettività. E’ una domanda alla quale ho fornito vaghe spiegazioni ed il motivo è semplicissimo perché la questione etica ognuno la vive secondo un proprio dogma.

In relazione al contesto schermistico, la Federazione Italiana Scherma tra le sue commissioni ha istituito il Comitato Etico i cui componenti sono persone accreditate ed esperte, ma quando esso può o deve intervenire? E’ necessaria una denuncia oppure è sufficiente venire a conoscenza, anche attraverso mezzi di informazione, di fatti o circostanze meritevoli di doverose azioni?

Il Codice Etico prevede che le "segnalazioni" (cioè, denunce) vengano presentate all'Organismo di Vigilanza (art. 20, comma 3) ma, al tempo stesso, non pare definire e precisare cosa sia questo organismo, come si deve costituire, di cosa si deve occupare e come deve lavorare.

A mio avviso le operazioni del Comitato Etico devono essere condotte autonomamente, oltre che su sollecitazione degli aventi causa (istanze o segnalazioni), nel senso che tale organismo deve intervenire allorquando, e con qualsiasi mezzo, venga a conoscenza di episodi, fatti o situazioni degne di attenzioni e non esprimere solo pareri su richiesta del Consiglio federale.

Sommessamente e senza pretenziosità, mi sia consentito proporre alla dirigenza federale una rivisitazione/integrazione di alcune parti del Codice Etico, affinchè diventi uno strumento più chiaro e, conseguentemente, più efficace.

Ezio RINALDI