Cateria CASELLI |
Notavo
subito che in tale ordinanza erano, naturalmente, “omessi” i dati anagrafici
del destinatario del provvedimento, ed è apparso evidente di come si sia
trattato di un atto interlocutorio emesso nel corso del procedimento
disciplinare promosso dalla Procura Federale nei confronti dell’attore
protagonista, e ciò a seguito della recente condanna, in sede penale, descritta
da quasi tutti gli organi di stampa nazionali.
La
lettura del provvedimento mi ha lasciato sgomento, probabilmente dovuto
al fatto che non ho chiarissime competenze in atti giuridici.
Infatti,
dall’ordinanza si apprende che il Tribunale avrebbe disposto il rinvio del procedimento
all’udienza del 10 giugno 2025, così da poter valutare, in modo approfondito, l’iter
logico/giuridico delle motivazioni poste dal GUP del Tribunale Penale a
fondamento della condanna del precitato attore (?).
Considerazione
sorprendente, visto che la condanna penale dell’incolpato, a conclusione del
processo penale di primo grado, è “certa”, e, caso mai, potrà essere riformata solo
a conclusione del futuro processo d’appello, peraltro già annunciato, a mezzo
stampa, dallo stesso attore.
D’altra
parte, non mi pare che il Tribunale Federale abbia una qualche competenza, né
tanto meno una qualche necessità, per procedere ad una significativa
valutazione dell’iter logico/giuridico delle motivazioni poste dal GUP a
fondamento della propria decisione.
Credo
che la verità, purtroppo, sia ben diversa.
Il
rinvio del processo disciplinare sembra possa essere dipeso dal disagio dell’Organo
di Giustizia Federale nel dover decidere sulla vicenda; e ciò, tra le altre, per
un’eccezione preliminare sollevata dalla difesa dell’incolpato, la quale,
esercitando correttamente le proprie prerogative, ha eccepito l’avvenuta
decadenza dei termini utili per l’esercizio dell’azione disciplinare da parte
della Procura Federale.
Peraltro
per i medesimi fatti, l’imputato era già stato sospeso dal Tribunale (in
sede cautelare) nell’ottobre 2023, e ciò senza che la Procura Federale, in
seguito, abbia mai avviato il doveroso procedimento disciplinare nel rispetto
dei tassativi termini prescritti dal regolamento di giustizia federale.
In
tale incredibile situazione, la difesa del tesserato ha quindi eccepito
l’intervenuta decadenza dell’azione disciplinare.
Ma
il paradosso non finisce qui.
A
breve, il consiglio federale dovrà nominare i nuovi membri degli organi di
giustizia endofederali, i quali, loro malgrado, si dovranno occupare della
gestione di questo procedimento disciplinare, e della negligenza dell’attuale
Procura Federale.
Francamente, e l’ho già detto in altre circostanze, ho fiducia nella nuova dirigenza e credo che saranno poste in essere tutte le azioni necessarie a che la chiarezza diventi uno dei pilastri della nuova federazione.
Chi sarà chiamato alla
gestione della Giustizia federale, in presenza di fatti conclamati, dovrà
essere capace di assumere ordinanze/sentenze/provvedimenti anche impopolari che
possano assicurare agli affiliati ed iscritti una giustizia giusta.
Ezio RINALDI
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