E
ora parliamo del mondiale paralimpici di IKSAN. Era partito con grande slancio per
poi trasformarsi in un evento quasi fantasma.
Prima
di partire abbiamo visto con piacere, il video del Capo delegazione Bebe Vio
Grandis, ma anche la presentazione di ogni atleta su Instagram, cosa
piacevolissima, visto che non conosciamo molti dei ragazzi che sono in
nazionale. E anche una narrazione precisa e puntuale per ogni medaglia, ma poi,
non sappiamo per quale motivo, tutta la concentrazione mediatica si è come
spenta. Un breve e succinto riepilogo sul Sito federale, cioè un elenco di
quanto vinto e i risultati degli atleti e un’archiviazione quasi
irrintracciabile nel mare magnum del web, che solo Google è stato capace di
trovare.
Interviste?
Poche grazie! Medagliere? Sì ma senza vanteria, sebbene l’Italia abbia chiuso
la classifica in seconda posizione, dietro la Cina! Highliths degli assalti?
Quanto basta per non trovarli. Prossimi appuntamenti paralimpici? Chi può
dirlo?
Insomma
il mondiale paralimpico sembra diventato un mondiale fantasma, tenendo conto
che l’unico soggetto che ne ha parlato è stato Sky sport, solo per pochi
spettatori paganti, grazie alla voce di Sara Cometti, e rimbalzato dalla
Federscherma.
Eppure
meritavano di più le 7 medaglie azzurre. Due ori (Sciabola maschile a
squadre) e Andreea Mogos (fioretto femminile Cat.B); due argenti
(Squadra femminile fioretto) e Leonardo Rigo /Fioretto Cat.C); tre bronzi
(Edoardo Giordan Sciabola Cat.A) Emanuele Lambertini (fioretto Cat.A) e Squadra
fioretto maschile.
Noi
del blog ci associamo alla nazionale paralimpica, e li sosteniamo in maniera
totale, anche perchè questo secondo posto fa molto riflettere, infatti non si è
vista la Francia, e nemmeno gli Stati uniti, sebbene la Cina abbia raccolto
ventotto medaglie e noi, si fa per dire, solo sette. Una distanza vertiginosa
che meriterebbe approfondimenti vari.
Quello
paralimpico è inoltre proporzionato al movimento dei normodotati, scarno e poco
attenzionato, sebbene la FIS abbia sempre curato con molto affetto tutto il
settore, che vanta purtroppo pochi numeri e ancora meno tecnici e società
disposte a portare avanti un discorso che varrebbe un lavoro più mirato.
Dal
medagliere emerge in modo orgoglioso e meritatissimo, non solo la bravura degli
atleti, ma quella del settore magistrale e dei preparatori fisici. Da fuori
infatti non si può capire come mai, con così pochi atleti, si possano ottenere
risultati così prestigiosi. Chi però conosce la scherma italiana sa che il
trucco è proprio nella classe magistrale e nelle società di appartenenza che
hanno saputo costruire ottimi atleti, per poi passarli alla Federazione che non
ha sprecato nemmeno una goccia del talento dei nostri nazionali.
Affinché
ci sia una maggiore promozione e, quindi una conoscenza più approfondita del
settore, sarebbe necessario un potenziamento delle disponibilità a
disposizione, sia come infrastrutture che di pubblicità. Siamo tutti a
conoscenza delle carenze logistiche che i club devono affrontare quotidianamente,
le quali non sono all’altezza dell’attività schermistica paralimpica. Insomma
il settore meriterebbe di più, molto di più.
Sono
già molti che segnaliamo una carente attività politica degli spazi
schermistici, e, quindi, invitiamo la Federazione ad assumere significative
iniziative per qualcosa di concreto, di serio. Crediamo anche che la
federazione, con il coinvolgimento di tutte le federazioni, spinga verso il
Coni talché l’intero sport fosse promotore di proposte di leggi speciali
affinché tutti gli atleti paralimpici abbiano un adeguato supporto per la loro
attività. In altre parole non rendiamo il paralimpico un settore quasi invisibile.
Ezio RINALDI
Nessun commento:
Posta un commento