Sulla
Gazzetta dello sport del 23 luglio 2014, a pagina 10, è stato pubblicato
“L’angolo dell’etica” in cui Bruno PIZZUL, popolare giornalista e telecronista
sportivo, intervistato da Germano Bertin , autore dell’articolo, afferma che “lo sport, nella sua originaria natura
possiede un grande patrimonio di valori educativi ed etici atto a farlo
diventare vera e propria scuola di vita:
lo sport offre opportunità incredibili di crescita umana, di accoglienza, di
solidarietà, di confronto e di integrazione”. Mi fermo qui anche se il
giornalista mette l’accento su un ambiente, quello sportivo, che può essere
concepito solo attraverso la sinergia convinta e condivisa tra tutti coloro
che, seppur in modo diverso, gravitano nel variegato mondo dello sport.
Credo
che in queste poche parole egli abbia detto tanto ed a me è venuto in mente il
codice etico edito dalla FIS, nel quale non mi è parso di leggere qualcosa
sull’educazione sportiva ma tutta una serie di articoli con i quali vengono
stabiliti i divieti per i tesserati. Mai un riferimento alla centralità della
persona/atleta il cui rispetto, nella sua integralità, dovrebbe essere sempre
garantito; mai un accenno alle garanzie sulle pari opportunità; non un richiamo
alla lealtà quale obiettivo e percorso da realizzare. Forse non ho letto bene
il codice della FIS e spero tanto che la mia superficialità sia conclamata
perché ciò smentirebbe, con mio grande piacere, i rilievi accennati.
Mi
è sempre sorto l’interrogativo se tale codice non fosse una specie di arma
impropria da utilizzare in un ambiente in cui le controversie sono una ragione
di vita. Comunque nel documento si fa riferimento alla “imparzialità” alla
“indebita pressione” e ad altri fattori come le lezioni in sala o il divieto di
partecipazione ai forum sui vari network. Non una citazione sulle
incompatibilità di cariche; non una indicazione allo svolgimento di mansioni,
ancorché abusive, in contrasto con i
ruoli istituzionali, discorso affrontato e sviscerato su questo blog.
Condivido
pienamente il pensiero di Bruno PIZZUL quando afferma che “facendo sport nella giusta maniera i giovani possono maturare in modo
naturale e gradevole l’abitudine al rispetto delle regole. Uno sport ben
proposto e praticato può diventare una efficace via per uscire dalla odierna
emergenza educativa”. Personalmente aggiungo che lo sport non è solamente
agonismo e gare ma un mezzo per interagire, comunicare e confrontarsi, dove il
rispetto non è imposto con le regole ma viene da una educazione morale per la
quale la considerazione della persona viene al primo posto.
Lucio
VIRGILIO
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