02 febbraio 2015

ARBITRI, REGOLE E PROVVEDIMENTI


In un commento al post precedente mi è stato rimproverato di aver negativamente accumunato l’intera classe arbitrale e di aver fatto di tutta l’erba un fascio. Non mi sembra che sia stato così.

Intanto perché colui che mi ha lanciato l’accusa ha implicitamente riconosciuto che una parte del mondo arbitrale è sicuramente censurabile.

Sono perfettamente d’accordo con questa tesi e, purtroppo, la parte censurabile continua ad insistere in atteggiamenti arroganti, manifestati anche nei luoghi di gara, imponendosi come direttore d’orchestra che vuol mettere fuori gioco chiunque non si adegui alla sua disarmonica  cadenza musicale.

Ebbene questa parte del mondo schermistico deve essere allontanata poiché in essa non vi è traccia del rispetto per le regole, in particolar modo del codice etico.

Così, a causa di una persistente cecità di chi dovrebbe analizzare  i provvedimenti del giudice sportivo, per sviscerarne le ragioni di fondo che li occasionano, si continua a sottovalutare il radicale problema che sta dietro i cartellini che gli arbitri comminano agli accompagnatori, rei di contestare  il loro giudizio sulle stoccate.

E’ ora di prendere atto che una certa percentuale dei giudici di gara non è all’altezza degli standard,  e quando si afferma che è stata cresciuta una classe arbitrale di livello internazionale si sta affermando una abnormità.

Sicuramente abbiamo degli arbitri di livello internazionale, ma quanti sono e per quali gare vengono convocati?

Mi hanno meravigliato le espressioni di autorevoli personaggi della scherma che ritengono la mia attività di blogger effetto della mia estromissione dal Consiglio federale.

Ebbene questi signori dimenticano che il sottoscritto si dimise dalla carica di Consigliere, con atto formale del febbraio 2012, ossia con circa un anno di anticipo sulla scadenza del mandato. I motivi delle mie dimissioni sono note ai più.

Ciò detto, credo fermamente che la mia attività di blogger, poiché incontrollata ed incontrollabile da parte di chicchessia, renda un servizio all’intero movimento e di questo ne sono orgoglioso e ne ho grande riscontro per i numerosi apprezzamenti che ricevo quotidianamente, molti dei quali sul blog, sia pure in forma anonima.

E  tali apprezzamenti mi incoraggiano per mandare avanti questa iniziativa affinché possa aprirsi un varco sul muro di gomma oltre il quale poter ottenere un radicale cambiamento di mentalità che, oggi, ha irreversibilmente incancrenito alcuni settori federali, avendo imboccato  strade senza ritorno.

Ritengo che offrire a tutti, senza alcun tipo di discriminazione o interesse, una finestra dalla quale  esternare i propri apprezzamenti o le proprie censure nei confronti del mondo schermistico  è certamente un valore aggiunto soprattutto per  coloro le cui legittime istanze sono state e continuano a restare inascoltate.

La mia esperienza registra che tutte le segnalazioni che pervengono sul blog sono di segno negativo, la maggior parte delle quali anonime che, in quanto tali, non vengono pubblicate.

Se ciò potrebbe ben comprendersi da parte di chi ritenga tali post frutto degli insoddisfatti di turno,  meno comprensibile appare la totale assenza di post o commenti positivi sulla gestione federale  degli ultimi anni.

Ezio RINALDI

1 commento:

  1. Nel fine settimana appena trascorso ho accompagnato i miei figli alle gare regionali di Santa Venerina. Tra un assalto e l'altro ho assistito ad un sereno dialogo, intercorso tra alcuni esperti genitori ed alcuni maestri, sul merito del giudizio arbitrale nel settore della sciabola. Tutti erano d’accordo nell’affermare che la mancanza di precise linee guida, che il GSA avrebbe dovuto impartire in questi anni per rendere univoci e concordanti i giudizi arbitrali e ridurre al minimo gli ampi spazi di discrezionalità, sarebbe all’origine di quei frequenti conflitti di valutazione che nascono non solo fra maestri ed arbitri ma perfino fra gli arbitri stessi.
    Qualcuno fra i presenti ha addirittura affermato che nella sciabola italiana nessun passo avanti è stato fatto nonostante l’utilizzo di strumenti elettronici e che l’esito finale degli assalti fra atleti di pari livello è quasi sempre controverso poiché dipende da insondabili scelte dell’arbitro di turno. La discussione mi ha riportato alla mente un pensiero che il Presidente regionale del Comitato siciliano ebbe a manifestarmi in occasione di un incontro avvenuto all’inizio del 2014 ovvero che il miglior arbitro di sciabola e quello che riesce a convincerti che la ragione sta dalla sua parte.
    Tutto questo mi ha condotto alla seguente riflessione: non sarebbe forse il caso di recuperare l’antica tradizione dei duelli al “primo sangue”? Probabilmente, nelle more che la Fis assuma le opportune iniziative volte a dirimere i contrasti esistenti fra le molteplici scuole di pensiero arbitrale, questa potrebbe essere la soluzione più efficace per inibire l’insorgere di futuri conflitti.

    Antonello Fileccia

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