04 agosto 2016

PARALIMPIADI: il pasticcio dell'IWAS. La petizione a favore di Andrea PELLEGRINI

Da facebook e dopo l’autorizzazione dell’autore, riprendo un post di Andrea Pontillo inerente l’esclusione di Andrea Pellegrini dalle Paralimpiadi e la conseguente petizione a suo favore.
Molto si è detto sulla vicenda, ma poco da parte della FIS, la quale comunque ha inoltrato un ricorso alla IWAS affinché possa essere rivista la decisione assunta, e tra tutti i commenti sull’argomento credo che quello di Andrea Pontillo sia il più equilibrato ed assolutamente condivisibile. Nell’ottica di sostenere Andrea Pellegrini, molto volentieri lo pubblico sul blog.
Mi permetto, molto sommessamente, di far osservare che le disabilità devono essere la forza motrice per una integrazione sempre più convincente e non servirsene per fare vetrina. Non intendo accusare nessuno, tantomeno la FIS, però qualcuno può smentirmi? Potremmo aprire un dibattito dal quale le Istituzioni, sportive e non, ne uscirebbero massacrate.

 “Cambiare i criteri di una qualificazione Paralimpica a tre mesi circa dall'inizio dei giochi è semplicemente scorretto... Un'ingiustizia che ha colpito Andrea Pellegrini in particolar modo. Si pretende che lo sport Paralimpico venga equiparato come valori, qualità d'allenamento ed impegno a quello olimpico, ma siamo ancora vittime di una federazione internazionale (IWAS) rappresentata da persone che evidentemente non hanno una formazione sportiva completa, che non conoscono l'agonismo di alto livello e che non comprendono che l'allenamento fisico e mentale di un Atleta richiede degli obbiettivi certi da far raggiungere, delle regole da far seguire, dei canoni di qualifica noti, delle tempistiche di riferimento note... Un allenatore come può "garantire" al proprio Atleta che se rientrerà in tali limiti, allora sarà qualificato, se poi tanto tali valori verranno alterati? Vedo purtroppo una Federazione Italiana Scherma (una potenza in ambito olimpico) resa impotente, isolata, con un vicepresidente FIS, membro IWAS, evidentemente non messo a conoscenza di una tale non chiarissima manovra... Vedo purtroppo la stessa storia ripetersi: sempre l'IWAS nel 2012 cambiò i criteri di qualificazione per Londra a pochi mesi dall'inizio dei giochi e, per quanto mi riguarda, Andrea Macrì partecipò solo per le gara a squadre; come si può pretendere di preparare degli Atleti di alto livello, ponendosi dei traguardi per 4 anni se poi, dopo l'ultima competizione valida per le qualificazioni paralimpiche (Europei di Casale Monferrato), la federazione internazionale (IWAS) cambia i criteri di qualifica... o meglio, e ancora peggio, assicura a voce durante gli stessi Europei che la bozza di qualificazione sarà confermata e poi... cambiata! Quale professionalità? Quale rispetto per il lavoro di Tecnici e Atleti? Quale rispetto per l'impegno delle Federazioni Nazionali di scherma? IWAS: rendi le tue bozze di qualifica paralimpica definitive al massimo 1 anno prima dell'inizio dei Giochi! O che si trovi un numero fisso! Federazione Italiana Scherma porta avanti il ricorso... Altrimenti, quale "alto livello" paralimpico potrà mai esistere, se si continuano a seguire dei termini di qualificazione paralimpica soggettivi, mutevoli...? In futuro, quale logica integrazione sportiva e sociale, tra mondo Olimpico e Paralimpico, potrà mai essere sostenibile?”

Ezio RINALDI

1 commento:

  1. Massima solidarietà al nostro Andrea Pellegrini, campione dal quale tanti giovani dovrebbero prendere esempio per passione, dedizione e professionalità. Dispiace che ancora una volta, lo sport, che dovrebbe essere l'ancora di salvezza in questo momento storico privo di riferimenti e di valori per le nuove generazioni, si sia dimostrato come lo specchio della società. Regole che sembra da fuori siano volutamente lasciate fumose, al fine di attribuire a chi ha il cosiddetto "potere" la discrezionalità di potere, di volta in volta, applicare o interpretare questa o quella norma. Così si crea disinnamoramento per lo sport, non certo diffusione. E dispiace ancora una volta l'atteggiamento eccessivamente politically correct della scherma nostrana, che invece avrebbe dovuto prima diffondere questa informazione tramite i suoi canali ufficiali, e quindi dare massima diffusione alla petizione che si è formata attorno alla richiesta di revisione di questa è stata una interpretazione di una norma, e non una sua semplice applicazione. Una occasione perduta di stare vicino ad un nostro campione, che quando ha vinto (ed ha vinto tanto), è stato comunque un'ottima vetrina per tutti, ed anche di fare capire che l'Italia non è una nazione marginale e che chi la governa ha il suo peso politico.

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