Ho
letto interessantissimi spunti negli ultimi articoli che hanno raccontato le
vicende FIS-AIMS-ANS. Alcuni soltanto, perché la maggior parte era solo un
tentativo di sovrastare la parte avversa citando articoli di legge che nulla c’entravano,
oppure ponendo termini di paragone assolutamente improponibili. Ma è giusto che
ognuno esprima la propria opinione, anche se la libertà non è poter dire la
prima fesseria che passa per la testa. Quella è la sua degradazione.
Vorrei
però soffermarmi su alcuni temi riguardanti la professione di "Maestro di
Scherma", così come riportato sul mio diploma magistrale che
orgogliosamente rivendico rilasciato dall'Accademia Nazionale di Scherma di
Napoli. Perché a me inorgoglisce pensare di essere stato valutato idoneo
all'insegnamento dello sport che amo da un ente che nella sua storia ha i più
grandi Maestri che la scherma italiana e mondiale abbia prodotto.
Ora
però entro nel merito. Che cos’è oggi la professione di insegnante di scherma?
Dal mio punto di vista aborrisco nella maniera più risoluta la dizione di
"artigiano". Gli artigiani, i ragazzi che andavano a bottega per
imparare un mestiere, appartengono ad un passato che per fortuna nostra non
tornerà mai più. Degli analfabeti che andavano ad imparare un mestiere manuale
da altri analfabeti. E difatti quello che imparavano era solo una sequenza di
gesti, di movimenti, di lavorazioni che andavano fatte così. Perché? perché
così si era sempre fatto, e quindi non poteva che essere giusto. Questa
impreparazione degli "insegnanti", se così vogliamo chiamarli, limitati
esecutori di azioni che sono state loro tramandate con la raccomandazione di
non porsi mai nessuna domanda, verrà trasmessa al ragazzo di bottega. Così si fà,
e basta.
Possiamo
parlare di moderni artigiani, ma sappiamo di cosa stiamo parlando? Il moderno
artigiano utilizza computer con sofisticati software, macchinari per il taglio
col laser, microscopi elettronici, e tutto quanto la moderna tecnologia possa
offrire per un prodotto high-tech, perché quello è l'artigiano moderno. Egli
spesso è un laureato, magari anche con dei Master conseguiti in istituzioni di
primissimo piano, il suo livello culturale è altissimo ed in continua
evoluzione. Uno che offre prodotti in quantità limitatissima ma di qualità
elevatissima.
Chiarito
che cosa è l'artigiano del XXI° secolo, e messo in soffitta oramai come figura
folkloristica il ciabattino di paese, vorrei capire che cosa può essere un
Maestro di Scherma nel nostro tempo.
Tracciamo
un profilo, almeno per linee generali. Oggigiorno deve prima di tutto essere un
imprenditore di se stesso. Deve conoscere non solo i rudimenti, ma apprendere
tutte le leggi che regolano il suo settore lavorativo, essere quindi in grado
di rapportarsi positivamente non solo con un consiglio direttivo di società,
anche con le pubbliche istituzioni. Avere la capacità di creare dei progetti da
presentare alle scuole, di compilare i bandi per ottenere i finanziamenti
pubblici, conoscere le leggi che regolano la sua attività e quindi essere in
grado di leggere e capire un contratto, quando non essere egli stesso a
redigerlo.
Deve
avere nozioni, quindi, anche di quelle leggi che regolano i rapporti lavorativi
del suo settore. La legge è chiara, e non ammette ignoranza.
Bisogna
poi formarlo a livello commerciale, perché dovrà essere capace di promuovere se
stesso in un territorio, conoscere le basi della pubblicità e come essa viene
regolata e gestita, anche burocraticamente.
Ma
serve anche formare un insegnante di scherma. Dovremo quindi fornirgli un
percorso didattico che crei un formatore di atleti, e non un cacciatore di
talenti. Un Maestro deve conoscere la progressione didattica che porta un
bambino di 6 anni a diventare un adulto che ancora pratica la scherma, e non
che smettere entro i 9 anni perché frustrato dalla mancanza di vittorie.
Psicologia dello sport, ne servirà a tonnellate, ma anche esercitazioni
pratiche nell'imparare quali siano i giochi e gli esercizi da proporre nelle
varie età. Perché in ogni momento dovrà essere cosciente di quale sia l'età del
bambino che ha davanti, e quali siano le capacità condizionali che dovrà
sviluppare per ogni step.
Non
basta però questo. Oggi vediamo che dell'attività paralimpica ci facciamo un
vanto, ma quanti saprebbero gestire un portatore di handicap? Trattarli alla
stregua di persone normali è il primo, gravissimo, errore. Non sono come gli
altri e non possiamo chiedergli di fare quello che fanno gli altri. Ci servono
allenatori capaci di saperli gestire anche dal punto di vista emotivo e psicologico,
che sappiano come muoversi in ambiente diverso da quello "ideale".
Ricordiamoci
poi che esiste anche una marea di bambini e ragazzini affetti dai cosiddetti
"disturbi nell'apprendimento". Non hanno nessuna patologia, handicap
o problema. Hanno solo delle caratteristiche diverse dalla maggioranza degli
altri. Purtroppo però vengono trattati come stupidi, come pigri, come
capricciosi, molto spesso prima di tutto dai genitori e poi anche dalla scuola
e dagli abituali compagni. Sono molto difficili da gestire, ed anche con loro
bisogna sapere quello che si sta facendo. Tra quel 30% di filologico abbandono,
come qualcuno superficialmente ha etichettato il fenomeno, sarebbe interessante
fare una statistica per capirne la composizione. Quanti bambini "certificati"
ci sono?
Serve
inoltre una figura di maestro che conosca le basi della Scienza dello Sport e
della Scienza dell’allenamento e la lingua inglese, se laureato in Scienza
dello Sport ancora meglio. Perche conoscere le basi della Scienza dello Sport e
dell’allenamento e la lingua inglese:
1.
Per capire quello che si sta facendo senza
essere dei meri esecutori di pratiche ereditate dal passato
2.
Per essere in grado di modificare quello che si
sta facendo
3.
Per poter dialogare efficiaciemente, e con
linguaggio adeguato, con le diverse figure con cui un Maestro si dovra
sicuramente rapportare: Medici, Fisioterapisti, Preparatori fisici, Psicologi,
Maestri di diverse Scuole soprattutto estere
4.
Per potersi autoaggiornare senza spendere troppo,
essendo in grado di leggere la letteratura e i nuovi testi prodotti soprattutto
all’estero.
Ho
tracciato un profilo che a mio parere copre quelle che sono le più importanti
esigenze di Maestro del XXI° secolo, ma cosa offre oggi la scuola magistrale
italiana?
Sostanzialmente
nulla di tutto questo. I libri di testo, così definiti, riportano nozioni che
andrebbero bene per un corso di scherma storica. Il Trattato di fioretto è
improntato su una scherma fatta con il fioretto "italiano", già
obsoleto nel 1970, figuriamoci oggi dopo quasi 50 anni. Le azioni possiamo
anche considerarle le stesse, come nomenclatura, ma l'esecuzione è
completamente cambiata. La sciabola è quella pre-elettrificazione. Mi domando
come mai anche la spada non sia quella "da terreno", visto che la
spada "da sala" altro non è che il fioretto stesso (rileggetevi il
Masaniello Parise per maggiori delucidazioni).
Non
voglio però fare polemica su questi testi, che tali sono e tali resteranno (e
dovranno restare, come testimonianza di un epoca), e non voglio fare i soliti
facili paragoni del tipo "Ma tu ti faresti operare da un chirurgo che ha
studiato su testi di 100 anni fa?", oppure "Come se ad ingegneria ti
insegnassero solo le caratteristiche della corrente continua, perché
l'alternata è arrivata dopo", mi spingo semplicemente a tradurre i titoli
di studio rilasciati.
L'Istruttore
giovanile, per sua stessa definizione, dovrebbe essere in grado di rapportarsi
con i piccoli, dall'esordiente di 6 anni fino all'Allievo di 13, almeno per
quello che penso io. Dovrebbe studiare su un testo che offra una progressione
didattica, partendo da quello che sarebbe un "gioco-scherma" per
arrivare alle soglie di un lavoro più specifico che può essere svolto con
atleti più sviluppati dal punto di vista fisico. Quello su cui studia è però il
"trattato unico", non importa l'età dell'allievo, le azioni e la loro
esecuzione non variano. Il trattato, meglio chiarirlo, è stato scritto e
pensato "da campioni per campioni". Nessuno lo ha mai concepito per
"insegnare ad insegnare", quindi risulta per sua stessa natura
assolutamente inadatto per chi deve cominciare un percorso formativo che nulla
deve avere di agonistico.
Dopo
poche settimane il nostro istruttore di primo livello è pronto per affrontare
un corso di formazione per accedere al secondo livello, che non si discosta dal
terzo se non per il nome. Il libro è sempre lo stesso, la informazioni verranno
semplicemente ripetute, e nelle esercitazioni pratiche, stando al programma, si
aggiungeranno solo le uscite in tempo. A parte il fatto che la scherma se deve
essere insegnata viene insegnata tutta, ma poi che senso ha questa distinzione
ottocentesca tra le varie capacità di uno schermitore? Mica c'è un regolamento
che vieta ad un principiante di mettere a segno un punto tramite una "uscita
in tempo", e chi vieta poi ad un istruttore di 1 livello di insegnarla?
Quindi si dovrebbe dedurre che i nostri istruttori insegnino cose che non
conoscono, e questa sarebbe qualità? Un metodo di insegnamento, anzi una
scuola, dovrebbe avere anche una progressione didattica scandita dal tempo. Le
scuole elementari durano 5 anni non 6 mesi, e per arrivare al diploma di
maturità, il primo titolo di studio abilitativo di qualcosa, te ne servono
altri 8. Nella scherma, facendo un rapido calcolo, cominci come assoluto
esordiente il 1 settembre 2017, il 1 settembre 2019 puoi già iscriverti a corso
di istruttore di 1 livello (tre anni di tesseramento come atleta), nel 2020
comincia il corso da istruttore di II livello e l'anno dopo, 1 settembre 2021
puoi aprire la tua prima sala di scherma agonistica, totale: quattro anni scherma
sulle spalle, in sei anni puoi diventare Maestro, cioè il massimo titolo
magistrale conseguibile (il IV livello CONI non c'entra nulla con
l'insegnamento della scherma o di qualsiasi sport). I casi sono due: o siamo lo
sport più facile del mondo, o c'è una faciloneria impressionante nel rilasciare
titoli che poi abilitano all'insegnamento.
Prima
di tutto ci dovrebbe essere un primo sbarramento per conseguire il titolo di 1
livello, di studio con il conseguimento del diploma di maturità e poi di
pratica con almeno 10 anni consecutivi come atleta (e non solo come iscrizione)
in tutte e tre le armi. Qui dovrebbe iniziare un percorso didattico, che parta
da un 1 livello che è direttamente quello di "Istruttore Nazionale",
con almeno 3 anni di formazione continua, con diversi momenti teorici durante
gli anni che culminano con la settimana continuativa dove verrà prediletta la
parte pratica. Per quelli che vorranno proseguire il percorso ci saranno altri
3 anni di lavoro per arrivare al titolo di "Maestro di Scherma".
Ultimo avanzamento quello che viene proposto come "Maestro d'arme".
Un professionista capace di operare in molteplici campi, che non si limitano
solo a quello prettamente sportivo.
Ovviamente
i docenti di questi corsi non dovranno essere laureati "all'università
della vita", ma persone con un curriculum che parli chiaro sulle loro
capacità, e titoli di studio adeguati che ne possano comprovare le basi
scientifiche. Certamente le capacità non dovranno essere buttate via, ogni
docente potrà avvalersi anche di collaboratori con il diploma (meno è prendersi
in giro), ma per quanto concerne le parti pratiche, non certo per quelle
teoriche.
Una
scuola magistrale dovrà essere anche affiancata da una federale. Basta con presidenti
di società che con tanta buona volontà si "improvvisano" dirigenti, e
poi magari nemmeno sanno come si svolgono le elezioni dei quadri federali.
Dobbiamo cominciare a creare anche i nostri dirigenti, formarli ed erudirli su
qual è il loro ruolo e come devono svolgerlo al meglio.
Questa
figura professionale di "Maestro di Scherma" è quella che cerca il
mercato di oggi. Professionisti capaci che possano trovare la loro fetta di
mercato, andando anche a cercarla la dove in questo momento il mercato nemmeno
esiste. Una figura formata in una scuola di qualità, e non di quantità come è
oggi.
Formare
tanto per mettere una parola, diplomare in quantità solo per fare credere di
essere bravi non ha nessun significato. Lo dimostrano i numeri, l'altissimo
abbandono, il numero dei praticanti che ristagna e quello delle società che non
si muove in maniera significativa.
Dobbiamo
cominciare a farci delle domande, se vogliamo sopravvivere come protagonisti e
non tornare nella nostra nicchia. La prima è quella più semplice: c'è realmente
bisogno di sfornare ogni anno centinaia di nuovi tecnici? Signori miei, ma dove
la vedete tutta questa domanda che possa giustificare questa esponenziale
produzione di offerta? Quanti dei tecnici diplomati effettivamente lavora? Per
quante ore settimanali?
Io ho espresso il mio pensiero, e i miei dubbi, vediamo chi altro avrà voglia di dire la sua.
Paolo CUCCU
Io ho espresso il mio pensiero, e i miei dubbi, vediamo chi altro avrà voglia di dire la sua.
Ottima analisi
RispondiEliminaIl vero Maestro Venerabile fa sì che la Loggia sia disertata da tutti i suoi membri per restare da solo nella sua gloria.
RispondiEliminaPREFETTO DEL IV PILASTRO
Si chiama "narcisismo primario" ed è una patologia psichiatrica.
EliminaCaro Maestro Paolo Cuccu, la F.I.S. ha aderito allo SNaQ del C.O.N.I., quindi il Maestro di scherma è un allenatore capo, cioè l’allenatore in grado di coordinare altri tecnici, ed allenare qualsiasi atleta o squadra a livello agonistico nazionale o anche internazionale, soprattutto atleti appartenenti all’élite nazionale. Deve avere: 1) Abilità
RispondiElimina‘Generali’ cioè “Utilizza abilità personali per sintetizzare e gerarchizzare problemi e opportunità in funzione di uno sviluppo strategico e creativo efficace, mediante l’utilizzo di metodi innovativi e la padronanza degli strumenti e dei mezzi specifici più funzionali. Deve possedere la capacità di trasferire le conoscenze teoriche in proposte applicative, per risolvere problemi; è capace di relazionarsi con più persone, e sostiene argomentazioni per giustificare e promuovere il proprio lavoro”.
‘Allenamento’ cioè “Deve saper costruire programmi a medio e lungo termine in considerazione di tutte le componenti possibili (tecniche, tattiche, fisiche, coordinative, psicologiche, ecc.) in funzione delle caratteristiche degli atleti e delle specificità della disciplina sportiva, anche sulla base delle attuali conoscenze scientifiche. Nella programmazione deve essere capace di assegnare compiti ad allenatori di livello inferiore; è capace di organizzare in condizioni di sicurezza l’effettuazione delle sessioni di allenamento, valutando la qualità del lavoro degli atleti e le condizioni ambientali”.
‘Competizione’ cioè “Programma le attività finalizzate alla partecipazione e alla conduzione delle competizioni tenendo conto delle caratteristiche dei propri atleti e delle specificità e caratteristiche delle gare. Conduce la valutazione dei risultati delle competizioni ipotizzando gli andamenti di sviluppo, evidenziando i punti da migliorare e sapendo relazionare sugli stessi
‘Insegnamento e gestione’ cioè “È in grado di pianificare, gestire e valutare i piani di allenamento a medio e lungo termine organizzando l’attività di altri allenatori e tecnici coinvolti”.
‘Formazione e ricerca’ cioè “Pianifica programmi di formazione pratica e teorica degli allenatori assistenti e di altri tecnici connessi al lavoro, organizzando la valutazione degli apprendimenti ed i conseguenti feed-back attraverso gli adeguati strumenti di formazione (lezioni, dibattiti, ecc.). Sa organizzare e gestire semplici metodi di indagine e ricerca applicandone i risultati al lavoro sul campo”.
2) Conoscenze:
‘Generali’ cioè “Possiede le conoscenze generali necessarie per creare, gestire e valutare piani a lungo termine di allenamento e competizione che coinvolgono atleti e squadre in situazioni anche complesse”.
‘Allenamento e competizione’ cioè “Possiede le conoscenze relative a: i principi di programmazione del carico a lungo termine; gli aspetti scientifici necessari per l’individualizzazione della preparazione, anche in funzione delle diverse classi d’età o di particolari esigenze di contesto (ambientali, di carico psicologico, ecc.); la costruzione, la gestione e la valutazione dell’allenamento tecnico-tattico anche in funzione del contesto strategico (fasi di qualificazione, turn-over degli atleti o scelta delle competizioni,…); l’utilizzo di strumenti complessi di valutazione integrata dell’allenamento e della gara”.
‘Insegnamento e gestione’ Possiede le conoscenze relative a: i principi di somministrazione del carico (fisico, psicologico e cognitivo) e della loro organizzazione in una programmazione a lungo termine; le basi scientifiche del comportamento tecnico tattico e della sua valutazione (es. psicologia cognitiva, stili attentivi, memoria, nuove tecnologie, ecc.); gli elementi per la ricerca e lo sviluppo del talento; la gestione di team di tecnici”.
‘Formazione e ricerca’ cioè “Possiede le conoscenze relative alla costruzione e alla gestione di sessioni di lezioni sia pratiche che teoriche; l’utilizzo di metodi di indagine e la gestione dei dati”. IL MAESTRO DI SCHERMA È TUTTO QUESTO? SEMPLICEMENTE NO! Prima di cambiare, sarebbe forse opportuno rispettare lo SNaQ del C.O.N.I.
Quis custodiet ipsos custodes? Io ho delineato i contenuti, lei il contenitore, ma chi si occupa di trovare i docenti adatti a riempire le menti dei giovani Maestri? Perchè un programma non è nulla se non c'è una persona con i requisiti per poterlo svolgere. Ma qui la stessa SNAQ mostra i la corda, perchè indica una strada da non da nessuna segnalazione su come percorrerla. Abbiamo scritto tutte le caratteristiche degli allievi, ma adesso sarebbe ora di cominciare a scrivere qualcosa su quelle che devono avere i docenti.
EliminaNei grandi numeri, il maestro di scherma italiano del III millennio formato dalla Federazione rischia di essere un dilettante allo sbaraglio, senza entrare nel merito della discussione di questi mesi tra pro A.I.M.S. pro F.I.S. e pro Accademia. I grandi maestri italiani che sono andati all'estero per allenare le nazionali sono stati grandi campioni o forti atleti che prima di diventare tecnici hanno potuto lavorare con grandi maestri: Borella, Bortolaso, Cerioni, Magro, Mazzoni, Muzio, Omeri. Di sicuro la loro bravura non si deve ai corsi federali. Quasi tutti loro hanno fatto direttamente l’esame da maestro perché all'epoca chi aveva avuto la prima categoria non faceva il percorso formativo riservato a tutti gli altri. La formazione federale è oggi insufficiente. I responsabili della formazione federale italiana sono brave persone, sono simpatici e onesti ma non hanno alcuna competenza in materia perché fanno altro nella vita e non si sono formati per fare questo. Le nazioni europee con tradizione analoga all'Italia sono la Francia e l’Ungheria. In Francia la formazione è competenza dello Stato, in Ungheria delle Università; le Federazioni schermistiche danno tutto il supporto richiesto e curano ogni aspetto secondo gli indirizzi e i contenuti statali o universitari, perché i diplomi sono statali o universitari. In Francia è il DEjeps maître d'armes, in Ungheria è il diploma di maestro d’armi rilasciato dalla scuola superiore di educazione fisica di Budapest. I maestri di scherma sono professionisti. In Francia e in Ungheria c’è un contratto collettivo nazionale e il codice del lavoro, che disciplinano i rapporti lavorativi, assicurativi e previdenziali dei maestri. In Italia non si può parlare di professionismo perché fa comodo a tutti il sistema dei finti dilettanti. Tutti i commissari tecnici della nazionale di scherma olimpica o in carrozzina sono militari. Ci sono leggi che consentono ai maestri militari di ricevere lo stipendio, senza dover fare servizio se la Federazione li convoca. I maestri militari convocati dalla Federazione possono ricevere altri contributi federali. Per fortuna che c'è questo professionismo di Stato, come nei Paesi comunisti prima della caduta del muro di Berlino. La maggior parte dei tecnici della nazionale è formata da tecnici militari. Anche gli atleti sono tutti militari. È la nostra salvezza, altrimenti la scherma sarebbe morta. Anche le società civili che vincono devono molto ai maestri militari della nazionale. Frascati è la società campione d’Italia nella scherma ma deve molto ai suoi maestri militari delle nazionali: Aquili, Galli, Landi. La Partenope è fortissima nella spada ma deve molto a Cuomo. Anche il Presidente Scarso è stato un maestro militare. Anche il Presidente Crisci è stato un maestro militare. Senza i militari non ci sarebbe scherma di alto livello in Italia. Peccato non ci sia più la Scuola militare di Orvieto che formava gli istruttori militari. La Federazione dovrebbe chiedere al Ministero di riaprirla.
RispondiEliminaLei confonde i "Maestri Militari" con i "Maestri" che erano militari da atleti e che adesso hanno altro incarico all'interno dell'arma di appartenenza ma svolgono fuori dall'orario di lavoro i mestiere di Maestro di Scherma. Il M.i Galli, Landi e Aquili hanno fatto il percorso magistrale della Federazione. per sua cultura Lucio Landi si è diplomato presso l'Accademia Nazionale di Scherma il 20.12.1991, Andrea Aquili il 24.06.2012, il M.° Galli se non sbaglia ha conseguito anche il IV livello SNAQ. I tecnici militari, cioè quelli formati alla scuola di Orvieto, penso che i più giovani siano tutti sugli 80 anni, anno più anno meno, e oramai non insegnano più da un pezzo. Un mio amico fa il poliziotto e finito il lavoro va ad allenare una squadretta di calcio locale, ma non credo sia un "Mister Militare".
EliminaLa gloriosa Struttura Organica Centro Sportivo Carabinieri ha una sezione sportiva scherma che è comandata dal Maestro di scherma Maresciallo Capo Lucio Landi e vi fanno parte i Maestri Fabio Galli e Giovanni Sirovich. Tutti sono inquadrati come tecnici militari.
EliminaSorprendente, meravigliosa e, addirittura, pienamente calzante appare l'affermazione di chiusura: "Prima di cambiare, sarebbe forse opportuno rispettare lo SNaQ del C.O.N.I.", con la quale l'anonimo autore dell'autorevole suddetto scritto invita, in poche parole, al "RISPETTO DELLE REGOLE".
RispondiEliminaOra, a parte il fatto che il maestro Cuccu non sembra aver violato alcuna regola, né soprattutto sollecitato alcuno a farlo (a meno che non mi sia sfuggito qualche concetto da lui espresso), l'autorevole anonimo autore, che forse non si è accorto che è in atto un reiterato calpestare dello Statuto federale, dovrebbe rivolgere - a mio sommesso e modesto avviso - tale invito ad altri, e non certo al citato maestro.
Cordialmente
Gaspare Fardella
E quindi "senza maestri militari non ci sarebbe scherma di alto livello"??
RispondiEliminaChiedo scusa, ma ho fortissimi dubbi in proposito. Tale affermazione è fatta sulla base di una analisi superficialissima e come al solito di parte. Faccio i nomi: Giuseppe Mangiarotti non era militare, Beppe Nadi non era militare, Italo Santelli fu diplomato militare, ma non fu mai o quasi militare,(e chiedo scusa se il profilo di Italo da me redatto non compare ancora sull'enciclopedia italiana, ma con un po' di pazienza potrà appagare la sua curiosità) e Eugenio Pini fu militare e istruttore dei militari (collegio navale Livorno) ma non aveva diploma di maestro militare, ma solo civile.
Per venire a noi, Livio Di Rosa non era militare e a cascata, nemmeno Giovanni Bortolaso e Massimo Omeri, senza dimenticare Attilio Calatroni. Tutti maestri diplomati a Napoli secondo la preparazione civile e non militare. Credo che con questi nomi la cosa possa autorevolmente bilanciarsi con quanto scritto dal solito anonimo.
Passiamo adesso ad analizzare i nomi indicati da lei sui maestri militari. Crisci e Scarso hanno fatto il corso di formazione militare per maestro di scherma, come tantissimi a suo tempo, fra i quali gli illustri Rocco La Mastra, Nardino, Tringale (mio maestro) e su tutti Elio Cucchiara. Aquili, Galli, Cuomo e Landi sono tutti diplomati a Napoli e se non erro non hanno compiuto alcun corso da istruttore militare (sono pronto a scusarmi e rettificare se mi sbaglio), pertanto la loro formazione è assolutamente ed esclusivamente civile, si vada a vedere i nomi dei loro rispettivi maestri giovanili. Vado a memoria oltre a Di Rosa, Coiro e Bassetta...tutti rigorosamente NON militari.
ORA però lei adduce la fortuna che costoro sono maestri militari e la classe andrebbe riaperta, ma in virtù di cosa? Dei risultati? Forse non tiene conto che questi "militari" non devono sbarcare il lunario per campare, a differenza di tutti gli altri maestri non militari che di lavori oltre al maestro sportivo di scherma, quando sono fortunati ne devono fare uno solo se non due addirittura, perché come diceva un mio collega carabiniere quando fui di leva: "caro Orsini, a noi alla fine del mese, c'è chi ci rincorre per darci lo stipendio, ma tu dovrai rincorrerli i clienti per farti pagare". Questo cosa comporta? Che in una società sportiva l'eventuale maestro militare nello staff può benissimo anche non essere retribuito, se però ha la controparte di essere convocato in nazionale e sottoscrivere un accordo (sottolineo) legittimo con la federazione, aiutando così il club, la squadra azzurra e i propri obiettivi sportivi anch'essi legittimi. Quindi di cosa stiamo parlando? Io rivedrei tante e nemmeno piccole cose che lei ha detto, per dare a Cesare ciò che è di Cesare e ai maestri ciò che è dei maestri.
Bravo Orsini! Ma cosa c'entrano i Maestri militari? Quelli citati sono tutti ex atleti militari, che non hanno fatto alcun corso militare. Hanno avuto la possibilità di rimanere nei loro Corpi come Cipressa o Sirovich. Ma anche Di Ciolo o Resegotti e tanti altri ancora. Perché non sono stati citati Candiani, il povero Carnevali o Chiadò? I risultati dei Nazionali sono legati ai loro insegnamenti. Questi Maestri rappresentano il vero sacrificio di chi rischia con la professione senza lo stipendio fisso. I gruppi sportivi sono di grande aiuto? Sì, ma senza il lavoro sporco e oscuro delle società di provenienza non ci sarebbe l'alto livello!
RispondiEliminaCaro amico, la ringrazio. Il mio commento è stato scritto sotto l'ombrellone, con il telefonino e soprattutto di pancia. A mente fredda avrei potuto citare anche Pignotti o Pessina...resta il fatto che certamente i gruppi militari sono di grande aiuto a tutta la scherma, ma non sono l'unica risorsa italiana nel campo, anzi, forse sono l'ultima, ma di un grande cammino sportivo e anche professionale all'interno di uno sport che ha come unico obiettivo essere una eccellenza italiana.
RispondiEliminaLa caduta del grande maestro è oramai prossima....... Tutta la storia fin qui narrata giungerà al suo naturale termine e potrà essere finalmente trascritta nel Libro degli Antichi Rancori
RispondiEliminaV° PILASTRO DOCET
MALAGO'/SCARSO: IN DISCESA LIBERA.
EliminaL'alba è alle porte!
PREFETTO DEL IV PILASTRO
Ma sto benedetto libro dei rancori è una cosa seria o una baggianata come altri libri che si vedono in giro e su cui vengono scritte notizie del cazzo solo per fare un favore a qualche amico fraterno ?
EliminaCould you be clear, please?
EliminaE Davide mise la mano a quel suo arnese, e ne prese una pietra, e, trattala con la frombola, percosse il Filisteo nella fronte; e la pietra gli si ficcò nella fronte, ed egli cadde boccone a terra. Così Davide, con la frombola e con la pietra, vinse il Filisteo; poi lo percosse, e l’uccise. Or Davide, non avendo spada alcuna in mano, corse, e, fermatosi sopra il Filisteo, prese la spada di esso, e, trattala fuor del fodero, l’ammazzò, e con essa gli spiccò la testa. Ed i Filistei, veduto che il lor valente campione era morto, si misero in fuga.
RispondiEliminaSamuele 17: 49-51.
Facendo seguito al mio intervento del 7 luglio ore 23.05 nell'articolo di qualche tempo fa “CONI-FIS-AIMS: a chi compete il rilascio dei diplomi di Maestro?”, di cui ringrazio il dott. Rinaldi per averlo pubblicato, mi permetto alcune altre osservazioni. Il Maestro Carlo Pessina, primo diplomato nella storia dell’Accademia di Napoli e in epoca più recente i Maestri Triccoli, Di Rosa, Di Ciolo, William Gaugler ed altri nomi illustri diplomatisi presso l’Accademia, si può forse dire che sono passati alla storia perché diplomati all'Accademia di Napoli o viceversa che l’Accademia abbia tratto lustro proprio grazie a questi personaggi? Ritengo che nulla c’entra l’Accademia con la “grandezza” delle persone citate, in quanto non vi è un nesso logico. Per ultimo sono stati citati anche i nomi degli attuali CT della Nazionale, Cuomo, Cipressa e Sirovich. Non capisco come si può dire che l’Accademia abbia fatto qualcosa di importante per questi Maestri avendo unicamente riconosciuto il loro valore con un esame. Secondo il mio avviso i meriti vanno riconosciuti all’Ente che li ha formati. In questo caso la Federazione. Ma potremmo anche parlare della Scuola Militare di Educazione fisica di Orvieto che ha formato Maestri come Gnisci, La Mastra, Palmiero, oppure la Scuola Magistrale della Pubblica Istruzione dalla quale sono usciti il Maestro Di Naro e tanti altri, o ancora dei Maestri come Maffei, Tomassini (Giulio e Tito) usciti dai corsi della Scuola dello Sport. Vogliamo poi dire che tutti questi Maestri sono diventati dei grandi solo per il fatto di aver dovuto sostenere un esame a Napoli? Con quale logica? Possiamo certamente riconoscere all’Accademia una correttezza nella gestione della complessa attività degli esami. Dobbiamo purtroppo però constatare a malincuore che ultimamente questa correttezza è stata offuscata da particolari episodi di diplomi rilasciati in modo non conforme a quanto previsto dai bandi della stessa Accademia. Per esempio esami svolti direttamente da Maestro senza il rispetto dei requisiti previsti, tra cui la frequenza ai corsi di formazione, esami svolti per il 2° livello senza aver prima conseguito il titolo di 1°, diplomi di Maestro di scherma storica rilasciati, non si capisce a che titolo, senza che l’interessato avesse frequentato corsi o sostenuto esami. Infine, ciliegina sulla torta, è dimostrabile che l’attuale Presidente dell’Accademia di Napoli, in data 25 aprile 2016 (foto ancora visibili sulla pagina Facebook dell’Ans) ha ricevuto un diploma honoris causa di Maestro d’Armi (in base a quale legge?) e nella stessa circostanza ha ricevuto anche un diploma di scherma storica e artistica, ovviamente senza aver frequentato un corso e forse (il dubbio è legittimo) senza neppure aver sostenuto il relativo esame. Ma ove questo esame fosse anche avvenuto, verrebbe da chiedersi nel rispetto di quale bando.
RispondiEliminaHttp://maestridisci.lombardia.it/maestri-honoris-causa/
EliminaSabato 24 gennaio al Monte Pora, il governatore della Lombardia Roberto Maroni è stato insignito del diploma di maestro di sci alpino honoris causa.
La consegna è stata fatta personalmente dal nostro Presidente Aldo Ghislandi.
E’ in possesso della medesima onorificenza anche l’Assessore allo Sport Antonio Rossi.
honoris causa
“A titolo di onore”: di titolo accademico conferito come riconoscimento di meriti eccezionali.
Signor Anonimo quanto livore e quante bugie.
Pasquale La Ragione è un Signore della Scherma Mondiale.
Atleta di altissimo livello biarma, nella Squadra Olimpica Azzurra.
Tecnico accompagnatore della Squadra Nazionale.
Direttore Tecnico nel pentathlon.
Consigliere federale in diversi mandati.
Allievo di Pessina.
Membro di commissione d'esami per più di quarant'anni.
Si scandalizza di ciò?
Ma si scandalizzi che sul sito dell'AIMS viene riportato un articolo nel quale viene chiamato come "Maestro" uno senza titoli.
Anonimo lei scrive cose non vere ma se ha le prove per smentirmi le citi.
RispondiEliminaNon ho trovato un solo bando del 1968 dell'accademia che prevedesse l'esame direttamente da maestro per gli istruttori militari e per i maestri dello sport del CONI.
La sua è una clamorosa manipolazione della storia.
Nel 1968 non c'erano i maestri dello sport del CONI! Come potevano sostenere direttamente l'esame da maestro di scherma a Napoli con lei e il presidente Crisci nel 1968? Come direbbe Totò ma mi faccia il piacere!
Il corso della scuola del CONI durava tre anni.
Ma la scuola centrale dello sport fu istituita a maggio 1966.
Lei sostiene di aver fatto col presidente Crisci l'esame a Napoli il 15 giugno 1968.
Ma il primo corso dei maestri dello sport si sarebbe diplomato esattamente un anno dopo, nel 1969! Che falsità ha scritto!
Mi citi questo fantomatico bando dell'accademia del 1968 che era preveggente consentendo ai futuri maestri dello sport di sostenere direttamente l'esame da maestro e non prima quello di aiuto maestro. Nel 1968 si doveva sostenere prima l'esame da aiuto maestro e poi l'esame da maestro.
Si chieda come fu possibile che gli istruttori militari avessero potuto fare direttamente l'esame da maestro e se poi veramente tutti potessero diplomarsi direttamente da maestro.
A me non risulta.
Caro Anonimo dell’8 luglio alle ore 16:04, a prescindere se dal 1968 il bando di Napoli prevedesse o meno la possibilità di diplomarsi direttamente come Maestri anche per i Maestri dello Sport, di sicuro c’è il fatto che da un volume azzurro edito dalla stessa Accademia di Napoli risulta con chiarezza che nella data del 15 giugno di quell’anno a diplomarsi con la Commissione composta da De Vecchi-Romanelli-Pignotti-Pessina-Conte-Guercia-Placella Rodolfo furono i sottoelencati istruttori Militari di Scherma di Orvieto:
EliminaBARBAROSSA GIOVANNI, CONTE ANGELO, CRISCI SAVERIO, DE VITO NICOLA, FARALLA GINO, GNISCI PIETRO, LA MASTRA ROCCO, MASTRAPASQUA PIETRO, NARDINO FRANCO, PALMIERO VITTORIO, PONTURO SALVATORE, SANTALUCIA ADELMO, TOMASINO VITO, VERGARI STEFANO e ZAPPALA’ FILADELFO.
In quella sessione non vi furono altri partecipanti agli esami se non i suddetti, che erano tutti quanti provenienti dai corsi militari di Orvieto. La stessa cosa, per chi avesse voglia e tempo per verificare, avvenne anche per le sessioni di esami del 30.11.1968, del 1.12.1968. Tutti i restanti istruttori di Orvieto, benché si siano diplomati in sessioni successive che comprendevano anche istruttori civili (14.06.1969, 29.11.1969 e 31.03.1973) hanno tutti quanti sostenuto gli esami direttamente da Maestro).
Quindi da ciò si deduce chiaramente che questa non poteva essere che un’”eccezione” prevista dal bando e non fatta ad hoc per l’attuale Presidente dell’AIMS come qualcuno vorrebbe continuare ad insinuare.
Mi inserisco da anziano sedicente esperto di vicende schermistiche per dare del materiale al Maestro Orsini. La sessione del 1968 fu eccezionalmente aperta ai primi Istruttori Militari, ai quali 'per saltum' fu consentito di sostenere direttamente l'esame di Maestro di Scherma al posto del previsto esame di Aiuto Maestro. Successivamente diventò regola per tutti gli Istruttori Militari. L'eccezione fu fatta su richiesta dello Stato Maggiore Difesa; il Maestro Pignotti fu decisivo con un suo parere scritto: dare il diploma a chi veramente tra gli Istruttori Militari ne fosse stato 'meritevole'. Sul concetto di 'merito' e 'meritevole' si può discutere. Come in ogni esame c'è chi brillò e chi prese una sufficienza striminzita. Chi prende una sufficienza striminzita può dirsi meritevole? Cosa è il merito? Oggi i maturandi che mi potrebbero essere nipoti sono giudicati in Centesimi e la sufficienza si raggiunge col voto di Sessanta. Chi è meritevole oggi alla Maturità, chi ha preso Sessanta o una votazione decisamente maggiore?
EliminaL'Organo Governativo Accademico comunque decise di fare questa eccezione per gli Istruttori Militari. Negli anni la prerogativa dell'accesso 'per saltum' fu concessa ai Maestri dello Sport diplomati dal C.O.N.I. nonché ad altri. Le Prime Categorie, Stranieri con particolari Curricola. L'importante è che l'Organo Governativo dell'Accademia fosse favorevole. I Bandi dell'Accademia hanno sempre ricordato questa prerogativa. Certamente, queste vicende vanno lette con gli occhiali della Storia e del Buon Senso o con gli strumenti dei Giureconsulti, che amano ripetere 'TEMPUS REGIT ACTUM'. Se dovessimo leggere i Curricola dei candidati degli Anni '60 con i requisiti della 'Scuola Magistrale SNAQ',non sarebbero pochi 'i non ammissibili' vuoi per la mancanza del Titolo di Studio della Scuola Secondaria Superiore di Secondo Grado vuoi per la limitatezza o assenza dei percorsi formativi. Gli Istruttori Militari iniziavano e completavano in un triennio. Oggi in un triennio non diventi nemmeno Istruttore Abilitante all'Affiliazione Federale. Le Prime Categorie erano ammesse direttamente senza formazione. Nell'era successiva al defenestramento di quel Gran Signore Ingegnere Renzo Nostini, Anni '90, fu deciso che il ruolo del Commissario Tecnico fosse ricoperto esclusivamente da Maestri. Alcuni esami furono imbastiti rocambolescamente. Oggi non è neanche necessario essere Maestro di Scherma, ma è sufficiente essere Istruttore Abilitante all'Affiliazione Federale. Un dì si ritornerà forse al CT unico non Maestro.
Anonimo militare mi hai confermato che il primo esame del 1968 è avvenuto con procedura eccezionale non espressamente prescritta perchè la via ordinaria per tutti era prima l'esame da aiuto maestro e poi l'esame da maestro.
EliminaLa certificazione dell'accademia di Napoli è valida per sostenere la regolarità degli esami con procedura eccezionale dei militari nel 1968 ma non è valida per altri casi, tra l'altro presunti?
La presenza di una commissione d'esame nei documenti accademici è una prova per i militari?
E gli altri casi presunti non avevano una commissione d'esame dell'accademia?
E la procedura eccezionale poteva essere fatta solo per i militari nel 1968 ma non per altri?
E questo sarebbe il motivo che ha portato alla rottura tra accademia e federazione?
Ma vi rendete conto di quello che scrivete!
Anonimo come diceva sempre Totò mamirifacciailpiacere!
La devo contraddire, con l'attuale sistema formativo in tre anni si diventa Maestro, altro che Istruttore Abilitante all'Affiliazione Federale. Ed è proprio questo il problema, una produzione di diplomati abnorme rispetto all'effettiva richiesta del mercato, licenziati in fretta dopo un brevissimo percorso fatto in maniera superficiale su testi superati. Forse invece di disquisire su faccende accadute 50 anni fa, o peggio cavillare sulla fedina penale di un personaggio morto nel 1892, manco si giocasse su quello il futuro della scherma italiana, sarebbe ora di cominciare a parlare del futuro, di quello che dovrà succedere oggi, 2017 a.d. Parlare sempre del passato è tipico delle persone molto avanti con gli anni, che non avendo più da parlare di futuro si contentano di accapigliarsi su chi ha avuto il passato migliore. ma intanto questi signori continuano a rimanere pervicacemente attaccati alla loro poltrona, fino a che morte non li separi.
EliminaCaro anonimo delle 20.27, la validità della procedura eccezionale adottata nel 1968 non è comparabile con le procedure "eccezionali" adottate in altri casi che abbiamo definito "presunti". Perché? Perché la procedura eccezionale adottata nel 1968 a favore di tutti gli istruttori Militari di Orvieto e reiterata nel tempo, era espressamente prevista nel bando dell'Accademia, mentre le altre procedure "eccezionali" cui lei fa riferimento, non sono mai state formalizzate per iscritto in alcun bando e quindi dobbiamo anche presumere che la Commissione di esame, in questo caso, ne fosse all'oscuro.
EliminaIntanto tutti abbiamo compreso che nessun favoritismo è stato mai concesso all'attuale Presidente dell'AIMS e questo, anche per l'amico Cuccu, non è un ricordo di poca importanza, ma quanto dovuto per chiarire le illazioni che erano state fatte circolare ad arte.
Caro anonimo delle 22:04, nonostante i vostri reiterati commenti non avete prodotto alcun bando dell'accademia antecedente il 15 giugno 1968. Avete parlato di volumetti azzurri dell'accademia o vi siete limitati a riportare i nominativi dei membri delle commissioni e quelli dei candidati, al pari delle sessioni del terzo millennio per le quali voi ad arte state facendo circolare illazioni. Vada su internet e veda sul sito dell'accademia e sulle news federali i nominativi di valutatori e valutati dal 2000.
EliminaTorniamo al 15 giugno 1968. Non c'era nessun bando dell'accademia che prevedesse o formalizzasse l'esame direttamente da maestro per i militari che ebbero la sessione a Napoli il 15 giugno 1968. Il presidente Crisci fece l'esame in quella data. L'Anonimo sedicente esperto di vicende schermistiche ha scritto cose interessanti da approfondire per ulteriori prove. Voi continuate a fare illazioni senza produrre prove o i nominativi e le circolate ad arte, dopo anni dai fatti accaduti, come già in passato. Prima amici e poi acerrimi nemici. Ma il tempo è galantuomo e come il dott. Contrada è stato assolto anche altri sono stati assolti da ingiuste accuse in procedimenti penali. Chi ha buone orecchie capisce.
Quanta dietrologia! Il maestro Crisci ha sostenuto e superato un esame per il conseguimento del titolo di Maestro di Scherma, tutto il resto serve dolo a fare "bla,bla ,bla. Credo che non possano essere messi in discussione gli atti posti in essere allora, così come non possano esserlo quelli di adesso dell'Accademia. Un tavolo serio dove discutere e trovare punti di intesa tra le parti è il punto iniziale di un nuovo percorso, altrimenti le vicende legali non avranno mai fine.
EliminaCaro Dott. RINALDI e cari M° CUCCU e M° ORSINI.
EliminaCome altri a Chianciano, durante le pause siamo impegnati nella lettura di piazzadellascherma.
Da corsisti ci interessa molto l'argomento sulla formazione degli insegnanti di scherma.
Negli anni sessanta il M° PIGNOTTI fu Presidente dell'AAI.
Oggi il Presidente dell'AAI è il M° RAPISARDI.
L'AAI con la presidenza PIGNOTTI approvò un primo standard internazionale per la formazione e per il mutuo riconoscimento dei Maestri:
http://www.aai.world/wp-content/uploads/2017/02/norme-AAI-1965.jpg.
Qual'è il vostro pensiero su quell'esperienza del 1965?
Il M° PIGNOTTI fece leva su quello standard AAI del 1965 per far accettare all'ANS di esaminare i diplomati militi di Orvieto subito da Maestri nel 1968.
La Storia è bizzarra. Chi ottenne all'epoca benefici dalla Presidenza italiana dell'AAI, oggi avversa ogni iniziativa della Presidenza italiana dell'AAI.
Tra le attuali iniziative dell'AAI c'è l'adozione del SIQMA, un protocollo che fornisce indicazioni sulla formazione e sui formatori ovviamente in chiave contemporanea.
Siccome ne è vietata la discussione ufficiale, ci farebbe piacere avere vostri commenti sul nuovo protocollo AAI.
Grazie.
Anonimi in gruppo
Caro anonimo dell'8 luglio alle 16:04, ho sostenuto il mio esame nell'anno 2007 e per curiosità sono andato a riprendere il bando di quell'occasione che ho gelosamente conservato per ricordo. All'articolo 3 del bando entrato in vigore il 15 settembre 2007 vi è scritto "Sono altresì ammessi a sostenere l'esame per maestro di scherma coloro che abbiano conseguito il titolo di istruttore militare di scherma presso la Scuola Militare di Orvieto, ovvero il titolo di maestro dello sport con specializzazione nella scherma, e possano certificare il prescritto tirocinio per almeno due anni". Informandomi ho saputo che tale regola era già in vigore nel bando del 1968 e ho potuto ulteriormente verificare che qualche anno dopo era in essere anche per i Maestri dello sport con specialità scherma.
EliminaIl diploma rilasciato dal CONI di Maestro dello Sport era un diploma rilasciato a diversi sportivi con una specializzazione specifica. Quindi non era un diploma di tecnico di scherma, ma gli interessati avvalendosi di quel diploma potevano avere accesso diretto all'esame da Maestro.
Il CONI che a partire dal 1942 aveva dallo Stato il compito di formare i tecnici sportivi, delegava le Federazioni al rilascio dei diplomi tecnici e se in quel periodo la Federazione Scherma si avvaleva dell'Accademia, ciò non significa che non potesse rilasciare in autonomia i diplomi.
Anonimo 9 luglio 2017 16:33
EliminaLe sue informazioni non sono soddisfacenti. Lei cita un bando in vigore nel 2007 e come prova per il 1968 rimanda ad un non verificabile "informandomi ho saputo che". Quindi anche lei non produce alcun bando antecedente alla sessione del 1968.
Non sono verificabili anche le sue versioni sulle prerogative del CONI, delle Federazioni e dell'Accademia. Fa affermazioni senza riportare fonti normative a supporto. Con la nascita della Repubblica italiana abbiamo il primo Statuto federale non fascista e non monarchico. Lo Statuto federale non fascista e non monarchico espressamente affermava che l'Accademia rilasciava i diplomi per Legge. Anno 1948. Se vuole trovare i riferimenti vada nel Museo curato dal Maestro Toràn. Quindi l'Accademia rilasciava per Legge i diplomi, non per delega federale. Questa previsione rimase anche nello Statuto approvato dall'Assemblea in occasione della Riforma Melandri del 1999. Quello Statuto fu approvato con decreto ministeriale. Se vuole trova i riferimenti nel sito dell'Accademia o nella Gazzetta Ufficiale.
In conclusione, anche lei non ci ha fornito alcuna prova; neppure ci ha indicato una fonte di prova.
NON ABBIAMO UN BANDO CHE FORMALIZZI GLI ESAMI DEL 1968.
Cari ragazzi, meglio di me potranno rispondere il maestro CUCCU e l'istruttore nazionale arch. ORSINI, quest'ultimo in qualità di storico. Però, come sempre non mi sottraggo alla richiesta dei lettori ed avendo una età molto più pesante della vostra credo di poter parlare più per esperienza che per conoscenza diretta di taluni accordi. Credo che stiate parlando di scherma storica per cui meglio sarebbe se a rispondervi fosse il maestro RAPISARDI. Posso dirvi solo questo: qualche lustro fa il maestro TORAN, allora presidente dell'AIMS si fece promotore per un riconoscimento totale della scherma storica, talché la FIS stabilì che i sodalizi praticanti solo scherma storica potessero affiliarsi ed avere diritto di voto. Ritengo, in tal senso, che le iniziative dell'AIMS, dell'Associazione della scherma storica e della Federazione Italiana Scherma costituirono gli elementi essenziali per apporre una pietra miliare nella storia della scherma italiana. Fu un grandissimo passo avanti dal quale, al di la delle polemiche attuali, tutti ne hanno tratto notevoli benefici. Non intendo fare la storia di come si raggiunse il punto di incontro per gli accordi, so solo che fu una gran bella storia. Oggi viviamo un momento di grande difficoltà, e chi non lo ammette è in malafede, che vede coinvolti FIS/ANS/AIMS. Ad onor del vero l'AIMS ufficialmente non c'entra niente, però alcuni articoli e commenti pubblicati su questo blog fanno capire il contrario e non sarò certi io a smentirli. Ormai la situazione ha preso una strada di non ritorno e la questione potrà essere risolta solo in aule di tribunale, a meno che, con grande intelligenza, tutte le parti coinvolte non facciano un passo indietro e ci si sieda intorno ad un tavolo e senza posizioni di predominio si cerchi di risolvere la questione. Personalmente saprei cosa fare, ma non credo di essere la persona più gradita per la risoluzione di tutta la faccenda. Per ultimo, la scherma storica è un patrimonio di tutto il movimento schermistico italiano.
Eliminawww.accademianazionaledischerma.it/public/news/SIQMA%2520(ITA).pdf&ved=0ahUKEwi8wouK3fzUAhWIzRQKHUPECyYQFggcMAA&usg=AFQjCNEOSn8IivRAwZ9Gr79SAzah34bt2Q
EliminaSIQMA= scherma olimpica + scherma storica + scherma artistica
Dunque, non mi riesce di ricostruire le vicende legate all'AAI ai tempi di Pignotti. La cosa mi richiederebbe tempo e soprattutto lettura e perderei la freschezza della risposta che ora provo a darvi.
EliminaAi tempi del fascismo, uno dei più importanti argomenti che il duce aveva necessità di controllare politicamente era lo sport italiano in tutta la sua interezza, formativa, culturale e prestazionale. Tramite un personaggio che l'Italia oramai ha preferito dimenticare, Nicola Pende, il fascismo cominciò a irretire e catechizzare gli insegnanti sportivi, in quanto era tramite le performances atletiche di qualsiasi tipo, che si riuscivano ad applicare le tristissime e ributtanti leggi razziali italiane. Il fenotipo italico, mediterraneo, non si poteva dire ariano come per i nazisti e venire facilmente censito sulla base dei requisiti somatici (capelli biondi, carnato chiaro, occhi azzurri ecc...). La razza italica veniva censita dagli insegnanti sportivi, a qualsiasi livello, tramite le capacità atletiche e sportive. Pertanto se uno non era capace, sportivamente parlando, di certo era un "non italiano". La scherma potete immaginare dovette maledettamente adeguarsi e i corsi di perfezionamento, completamento, aggiornamento furono in 20 anni tantissimi. Ogni aggiornamento serviva per molteplici scopi, uno peggio dell'altro, come ciascuno di noi può immaginare. E se un maestro non aveva il diploma richiesto dalla normativa del tempo, scalava di posizione, veniva emarginato ecc...
Oggi nulla di tutto ciò ovviamente, ma nel dopoguerra la necessità di avere maestri di scherma nuovi e maestri sportivi nuovi era basilare. Ovviamente dati i trascorsi (fascisti), per circa 20 anni corrispondenti al dopoguerra, ovvero fino all'olimpiade di Roma 1960 e dintorni, lo sport italiano Coni compreso, rimase in bilico per molto tempo se essere cancellato oppure no, con tutti i suoi contenuti buoni e cattivi, e se riformularlo o addirittura eliminarlo e farla finita con lo sport in Italia. Soprattutto perché molti specialisti del settore, formati in quella maniera (inaccettabile) erano ancora a piede libero e insegnavano liberamente nelle scuole e nelle società sportive. (Non è difficile capirne le problematiche). Il fatto che una Italia si volesse affidare a normative straniere per avere punti di riferimento formativi, con la necessità di diplomare soggetti rapidamente, per soppiantare la vecchia scuola che ancora conteneva i germi di ideologie malsane, era una idea progressista, intrisa di fermenti politici nuovi (a mio giudizio positivi) che servivano a "pulire" o se vogliamo a contrastare un establishment che imperversava ancora nella penisola senza avere controparti degne e autorevoli e soprattutto adeguatamente titolate (!) a poter aprire bocca senza essere tacciate di essere degli abusivi del titolo (anche questa cosa è facilmente comprensibile). L'unica soluzione era di affidarsi a una normativa internazionale e che il titolo avesse un valore superiore a quello nazionale che come avrete capito era inquinato in maniera irreparabile o quasi.
Il fatto che Pignotti (autorevole maestro e grande campione, stimato da tutti) difendesse e patrocinasse con il proprio lavoro tale pratica, dava fiducia alla nuova classe magistrale che (provo ad immaginare) vedeva in lui la garanzia che quello che si stava facendo fosse cosa buona e giusta. Finalmente l'Italia si liberava dei vecchi (ex?) fascisti, che ancora esercitavano un potere a tutti i livelli sportivi.
La scherma fece la sua parte.
Che dire?
Personalmente esorto tutti alla conciliazione, senza indugio e a trovare formule vantaggiose per i corsi formativi e gli esami.
Buon lavoro a tutti!
Caro Ezio,alla luce degli ultimi accadimenti e dei rumors che arrivano da viale Tiziano credo che non ci siano più persone che vogliono risolvere davvero la questione, nessuno disposto a fare un passo indietro, almeno non in Fis,per cui nessuna grande intelligenza ma solo grande prepotenza.Saranno malgrado tutto le aule dei tribunali,federali e non,che metteranno forse la parola fine a queste vicende,che iniziate il 20 novembre scorso,hanno visto,vedono e vedranno coinvolta buona parte della nomenklatura FIS,sorda,prepotente e tracotante che ormai considera "cosa propria" la federazione in dispregio di ogni più elementare forma di rispetto verso gli affiliati e verso un minimo di democrazia,senza aver neppure capito quanto sarebbe stato facile e con forte impatto d'immagine risolvere la questione.
EliminaCari amici, colleghi, anonimi e nominati, sono ben disponibile a rispondere a qualunque domanda relativa al SIQMA (Sistema Internazionale di Qualifica dei Maestri d'Armi) redatto dall'AAI e adottato dall'ANS e a breve dall'Academie d'Arme de France (AAF) e dalla Academia Espanola de Maestros de Armas (AEMA). Tale protocollo, permette non solo di identificare i requisiti minimi della formazione e certificazione dei maestri di scherma, ma anche i criteri di equivalenza necessari al riconoscimento dei diplomi rilasciati all'estero. Attenzione però: il sistema identifica preliminarmente cosa è la scherma e in cosa consiste la professione di maestro d'armi, qualcosa di ulteriore rispetto al mero allenatore sportivo di scherma. Negli ultimi settant'anni circa si è progressivamente fatto e mantenuto l'errore di far coincidere queste due figure, mentre nel SIQMA se ne specificano dettagliatamente le differenze.
EliminaUna volta per tutte, il maestro di scherma (o maestro d'armi) è la figura professionale preposta all'insegnamento del maneggio delle armi bianche (e in teoria non solo) in combattimento, a fini sportivi, artistici o di difesa personale, mentre l'allenatore di scherma è il tecnico che allena e prepara atleti alla mera performance sportiva (che può consistere nelle specialità della scherma olimpica - FIE, UIPM, IPC - , o della scherma storica o artistica, nelle loro forme sportive). In breve il maestro di scherma deve essere qualificato anche come allenatore sportivo, ma l'allenatore sportivo non ha necessariamente le competenze per essere un maestro di scherma.
Per inciso, la scherma cosiddetta olimpica, nata in origine (1913, fondazione della FIE) come forma sportiva cortese e non cruenta della pratica, concreta a quell'epoca, del duello all'arma bianca, dopo oltre un secolo è divenuta inevitabilmente una forma di scherma storica, dato che fioretti, spade e sciabole da duello sono ormai armi anacronistiche, non più utilizzate né in contesto civile, né in quello militare.
Risulta paradossalmente più contemporanea certa scherma storica (pensiamo ad esempio alla scherma delle armi corte o doppie o in asta), indubbiamente molto più adatta all'addestramento dei militari o delle forze di polizia, per non parlare dell'impiego nei set cinematografici o teatrali.
L'auspicio dell'AAI, tramite il SIQMA, è che il maestro di scherma si possa riappropriare di quelle professionalità originali, perdute negli ultimi decenni.
Un saluto cordiale
Giovanni Rapisardi
PS. ricordo che in ambito istituzionale CIO e SportAccord la scherma occidentale è praticata non solo dalla FIE, ma anche dall'UIPM (Pentathlon) e dal CISM (Sport Militari), pertanto non esiste una federazione, internazionale o nazionale, che possa arrogarsi l'esclusività della pratica schermistica in forma sportiva.
Il primo Maestro dello Sport diplomato a Napoli fu RUSCA CARLO il 15/09/1974, se non erro.
RispondiEliminaI Maestri dello Sport erano diplomati dal CONI, se non erro.
La FIS ora dice che riceve delega dal CONI per diplomare i Maestri di Scherma, se non erro.
La FIS ora dice che l'ANS ha sempre rilasciato i diplomi di Maestro di Scherma per delega della FIS.
C'è qualcosa che non torna....
Se il CONI ha delegato la FIS significa che il CONI ha la potestà di diplomare i Maestri di Scherma, se non erro.
Una domanda sorge spontanea.
Perché i diplomati CONI hanno dovuto sostenere l'esame a Napoli presso l'ANS che era una delegata FIS e la FIS era una delegata CONI?
Forse che questa nuova Verità della FIS tanto Verità non è?
Sempre se non erro.
marcoPannella
RispondiEliminaR.I.P.
Saverio Muratori
EliminaR.I.P.
Vorrei ricordare il grande M° Marcello Lodetti. Prese il diploma a Napoli di Aiuto Maestro ed esercitò la qualifica negli anni 1957 e 1958 alla Forza e
RispondiEliminaCostanza di Brescia con il M° Canizzo. Nel 1959 esattamente il 31-5-1959 a Napoli Marcello divenne Maestro di scherma. Questa era la trafila.
"Ma bomba o non bomba noi arriveremo a Roma, malgrado te."
RispondiEliminaA. Venditti
" Nuntereggae più "
EliminaRino Gaetano
Gentile Ezio Rinaldi, apprezzo il suo intervento del 9 luglio 2017.
RispondiEliminaEffettivamente quanta dietrologia!
L’amico maestro Crisci e tutti gli altri amici maestri hanno sostenuto e superato un esame a Napoli davanti a regolari Commissioni per il conseguimento di un regolare titolo di Maestro di Scherma, che non può essere messo in discussione dopo anni.
Non si deve attaccare l’amico maestro Crisci ma neanche gli altri amici maestri o peggio ancora consentire illazioni, allusioni che colpiscono persone degnissime che tanto hanno dato alla nostra scherma. Qualche errore c’è stato, da parte di tutti, mi dispiace per gli amici maestri che hanno litigato e per vecchi rancori mai sopiti si attaccano e così facendo mettono però in crisi le istituzioni. Ma la calunnia no, questa giammai è accettabile! Soprattutto da chi riveste incarichi che richiedono senso della misura e delle istituzioni.
Quando canto l’eccelso Rossini prediligo quest’aria tratta da Almaviva, ossia l'inutil precauzione, meglio conosciuta come Il Barbiere di Siviglia. La dedico a tutti i calunniati che nella vita incontrano il loro Don Basilio.
La calunnia è un venticello,
un'auretta assai gentile
che insensibile, sottile,
leggermente, dolcemente
incomincia a sussurrar.
Piano piano, terra terra,
sottovoce, sibilando,
va scorrendo, va ronzando;
nelle orecchie della gente
s'introduce destramente
e le teste ed i cervelli
fa stordire e fa gonfiar.
Dalla bocca fuori uscendo
lo schiamazzo va crescendo
prende forza a poco a poco,
vola già di loco in loco;
sembra il tuono, la tempesta
che nel sen della foresta
va fischiando, brontolando
e ti fa d'orror gelar.
Alla fin trabocca e scoppia,
si propaga, si raddoppia
e produce un'esplosione
come un colpo di cannone,
un tremuoto, un temporale,
un tumulto generale,
che fa l'aria rimbombar.
E il meschino calunniato,
avvilito, calpestato,
sotto il pubblico flagello
per gran sorte ha crepar.
Davanti a tutta la questa roba scritta, questa dovizia di riferimenti, date, nomi, conoscenze mi sento ignorante e come tale mi chiedo, e chiedo d'istinto: ma il maestro di scherma, cosa fa?
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