ACCADEMIA NAZIONALE DI SCHERMA
ENTE
MORALE FONDATO IN NAPOLI - 1861
Buongiorno,
Penso che buona parte delle mondo della scherma sia a
conoscenza della decisione della Federazione Italiana Scherma (FIS) di …
“avocare” a sé il compito di svolgere gli esami per istruttori e maestri di
scherma, cosa che, viceversa, fin dal 1880, è sempre stata una prerogativa
dall’Accademia Nazionale di Scherma (ANS). Chi ha seguito la vicenda,
principalmente sulle pagine di internet (Blog, Facebook e quant’altro) non ha
potuto - probabilmente - farsi un’idea esatta di cosa sia successo e perché.
È dunque mia intenzione esporre i fatti, nudi e crudi, nella
loro sequenza temporale, ovvero nella loro necessaria concatenazione logica,
lasciando al lettore la piena libertà di trarre le sue conclusioni, di operare
le sue valutazioni, di formulare i suoi giudizi. In altre parole, intendo,
nella mia qualità di presidente dell’Accademia Nazionale di Scherma e con
riferimento alle vicende che negli ultimi mesi hanno caratterizzato la
contrapposizione tra il predetto Ente e la FIS, esercitare il mio diritto di
cronaca (per informare le persone interessate) nonché, anche se in misura molto
più limitata, quello di critica (per rendere note le mie valutazioni su tali
avvenimenti).
Insomma, considerata la situazione, ritengo, necessario
intervenire affinché tutti coloro che, a vario titolo, compongono il mondo
della scherma (società, atleti, maestri, giudici, dirigenti ed appassionati)
conoscano - perché ne hanno diritto - i fatti (farò riferimento a quelli
documentati o documentabili), in modo che tutti possano giudicare il
comportamento tanto dell’ANS, quanto della FIS e possano, in particolare,
valutare la condotta di alcuni tra i protagonisti della vicenda.
Per la complessità dei fatti e per non abusare della vostra
pazienza ho pensato di procedere per puntate, come nelle serie TV.
In questa prima puntata mi propongo di illustrare l’origine
della contrapposizione ed il suo epilogo, vale a dire “l’esproprio” degli esami
da parte della FIS in danno dell’ANS. Nella seconda ci sarà un (breve, non
temete) accenno alle fonti normative che regolano la materia, in modo che i
lettori possano farsi un’idea sul fondamento della pretesa della FIS. Nella
terza mi propongo di illustrare le prospettive e i possibili sviluppi di questi
penosi avvenimenti.
PREMESSA: avete certamente saputo che la controversia ha avuto un
suo “sbocco istituzionale”. È stato adito il TAR Lazio con una richiesta di
sospensiva della sessione di esami indetta dalla FIS, senza il concorso
dell’Accademia. Purtroppo la sospensiva non è stata accordata e il TAR, con
decisione sommaria (e motivazione inesistente), ha sostenuto che l’ANS non ha
“l’esclusiva” degli esami.
Naturalmente il giudizio proseguirà in sede di merito, sede
nella quale, si spera, la questione verrà esaminata più approfonditamente,
tenendo conto anche degli orientamenti della dottrina (come si illustrerà nella
seconda puntata) e della giurisprudenza.
È stata poi coinvolta la Prefettura di Roma, che per lungo
tempo non ha registrato le modifiche statutarie della FIS e che, solo a seguito
di un parere – a dir poco eccentrico – dell’Avvocatura dello Stato ha,
improvvisamente cambiato idea. Nel frattempo sono fioccate le interrogazioni
parlamentari e gli articoli di stampa. Insomma, la giustizia, come si sa, è un
po’ lenta e, a mio parere, fa fatica a dare torto agli Enti più importanti (mi
riferisco non tanto alla federazione, quanto piuttosto al CONI, che in questa
vicenda è entrato pesantemente, difendendo a spada tratta la FIS, il cui
presidente, come è noto, era, all’epoca, anche il vice di Malagó).
Prima puntata: le “verità parallele” della Federazione.
Poco dopo il fattaccio, l’ANS scrisse al giornale “Il
Mattino” lamentandosi di quanto era successo e due giorni dopo lo stesso
giornale pubblicava la risposta di Scarso, presidente della FIS. Questo uno dei
passaggi fondamentali delle argomentazioni (!) presidenziali.
“ Ma la FIS – unica federazione
Sportiva titolare delle attribuzioni previste dalla legge per le discipline
schermistiche, ha anche il dovere di verificare la rispondenza dello statuto
dell’Accademia Nazionale di Scherma, ai principi della Federazione e
dell’ordinamento sportivo. Questa rispondenza è venuta a mancare nel recente
periodo ed ha comportato la mancata approvazione dell’ultima revisione dello
statuto dell’Accademia Nazionale di Scherma, nel testo proposto dalla stessa.” Da qui la decisione di avocare “i compiti a suo tempo demandati
all’Accademia Nazionale di Scherma……”
così Scarso ha pensato, con queste poche righe, di liquidare
la questione. Peccato che le … inesattezze espresse siano più numerose delle
notizie fornite.
Andiamo per ordine. Nel primo rigo non è ben comprensibile
il pensiero del presidente. Comunque l’affermazione è quanto meno esagerata:
esiste infatti un’altra Federazione che ha a che fare con la scherma: la
Federazione Pentathlon Moderno ed esistono altri tipi di scherma oltre a quella
olimpica (es. scherma storica ecc.).
Veniamo, ora, alle affermazioni macroscopicamente inesatte.
La FIS non ha affatto il dovere di verificare lo statuto dell’ANS. E’ pur vero
che tale affermazione figura nello statuto federale, ma questa è una iniziativa
di parte (se avessero scritto che la FIS elegge il Papa, ciò sarebbe stato
vincolante per il Vaticano?). In realtà l’ANS è un Ente Autonomo (elevato al
rango di Ente Morale) con personalità giuridica, cui, per legge, è demandato il
compito di esaminare e diplomare i maestri di scherma. L’ANS ha il solo obbligo
di presentare il suo statuto alla Prefettura per l’approvazione. E’ pur vero
che l’ANS è iscritta, tramite gli enti di promozione, al registro del CONI, ma,
anche in questo caso, non compete alla FIS controllarne lo statuto. Tale
competenza è delegata alla FIS dal CONI, ma è limitata alle sole società
affiliate. L’ANS non è affiliata alla FIS ma ne è, da tempo immemorabile,
“membro d’Onore”.
La (rispettosa) esegesi del testo presidenziale, poi,
evidenzia altre incongruenze. E infatti, nelle righe successive, dalle parole
“Questa rispondenza” fino a “proposto
dalla stessa”, si colgono non poche aporie e
contraddizioni, al limite del grottesco. Invero: come può venire a mancare
qualcosa che da decenni non è cambiato? Quando mai la FIS ha o non ha approvato
uno statuto dell’ANS (ovvero i vari statuti che si sono succeduti nel corso del
tempo)? Ma la più grossa di tutte è questa: il testo dell’ultimo statuto
dell’Accademia Nazionale di Scherma è esattamente quello proposto (imposto?) dalla
FIS, elaborato in un incontro tra Azzi, Lauria e Annitto per la FIS e Fumo e La
Ragione per l’ANS. Peraltro - udite udite - successivamente a quella riunione
indetta per rivisitare lo statuto, affinché piacesse alla FIS (e questo vi dà
già un’idea del tipo di pressioni che l’ANS ha dovuto subire nei tempi proprio
per evitare rotture), Scarso, nientemeno (!) personalmente (!) mi ha mandato
una lettera nella quale si complimentava per il lavoro svolto e per il clima di
serenità e fattiva collaborazione. La lettera era inviata per conoscenza ad
altri e potete leggere i nomi … illustri tra i destinatari. Come se non
bastasse con queste pretestuose motivazioni la FIS ha deciso di “avocare i compiti a suo tempo
demandati all’ANS”. Ma quando la FIS avrebbe demandato
all’ANS questi compiti? MAI.
La FIS contempla nel suo statuto, norma a tutt’oggi vigente,
il riconoscimento dei diplomi rilasciati dall’ANS essa non ha alcun potere di delega in
tal senso, non l’ha dal Coni non dalla FIE, al massimo avrebbe potuto
rilasciare diplomi di allenatore in quanto aderente al Sistema Nazionale delle qualifiche
- SNaQ, e mai di Maestro di scherma (ma di ciò ne parleremo in modo più
approfondito in una prossima “puntata”).
L’ANS ha ricevuto si una delega a rilasciare i diplomi di
Maestro di scherma, ma dalla Legge Italiana. Ad oggi è l’unica Accademia, dopo
la scomparsa di quella Francese, ad avere una simile prerogativa delegata
direttamente dallo Stato.
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Pasquale LA RAGIONE |
Lascio a voi le conclusioni di questa prima “puntata”, ma
prima di congedarmi non posso tacere sul fatto che questo modus operandi ha evidentemente contribuito a una erronea rappresentazione
della realtà nella mente di alcuni consiglieri federali, i quali, non sapendone
molto e non potendo immaginare quanto distante dalla verità fosse la sua
rappresentazione ad opera della FIS, hanno votato a favore dell’iniziativa
bellica del presidente. E non posso tacere la mia meraviglia ed il mio
dispiacere di fronte al comportamento, direi piuttosto pilatesco, del vice
presidente Paolo Azzi, persona che stimavo molto, persona perfettamente al corrente
della situazione e il cui operato di mediazione è stato brutalmente “calpestato”. In altra epoca
una condotta di tal genere avrebbe forse determinato una sfida a duello; al
giorno d’oggi una persona così platealmente offesa, avrebbe fatto migliore
figura col presentare le sue dimissioni da un Consiglio che la ha, in pratica,
frontalmente sconfessato.
f.to
Pasquale La Ragione
Presidente
Accademia Nazionale di Scherma di Napoli