19 giugno 2020

LA SCHERMA E IL COVID19, IN ITALIA E NEL MONDO


Cosa accadrebbe se fermassimo il mondo per tre mesi e poi ripartissimo? Intanto bisognerebbe trovare un motivo plausibile per farlo e poi dovremmo vedere le conseguenze che questo motivo ha prodotto sul mondo intero. Ed è quello che è accaduto alla fine di febbraio in tutto il pianeta.
Ma gli effetti di questo virus però non sono ancora calcolabili al meglio e per la verità è difficile trasformare il lockdown in una ripartenza con elementi virtuosi di rilancio dell’economia, delle relazioni e dei lavori politici. Non parliamo dello sport, cosa che pare essere ancora più difficile, specie qui in Italia e vediamo il perché nel dettaglio.
In data 17 maggio 2020 è stato emanato un Decreto Presidente del Consiglio dei Ministri, dal titolo: “Disposizioni attuative del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, Recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19, e del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, recante ulteriori misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19”
e pubblicato al seguente indirizzo web https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/05/17/ 20A02717/sg, di conseguenza la Federscherma ha costruito il suo protocollo informando le società sportive, einviando via mail molto materiale molto ben fatto e preciso, redatto dall’Ing. Lucia Fontana e dall’Avv. Monica Campione, che sono esperti del settore e lo si vede dai loro elaborati, molto accurati e precisi.
In sostanza il DPCM 17 maggio 2020, non è altro che una sorta di declinazione della normativa relativa alla sicurezza prevenzione e protezione sui luoghi di lavoro, applicata alla vita di tutti i giorni, ma declinata in chiave igienistica. È ovviamente un mio libero parere che non mira a trovare adepti, né sostenitori e se poi vi saranno detrattori, ne prenderò atto. Infine va detto che è una legge dello stato che va osservata senza detrazioni, anche perché si rischiano ammende e sanzioni, penali e civili.
Io però mi sono chiesto molto candidamente come si siano comportati in merito gli altri stati dell’Europa, e non solo, così ho fatto una ricerca che vi voglio sottoporvi.
In Francia la Federation Française Escrime, ha aperto una pagina apposita dal titolo: La FFE répond a vos questions, (=La FFE risponde alle vostre domande): https://www.escrime-ffe.fr/fr/actualites/toutes-les-actualites/197-la-ffe-repond-a-vos-questions-n-deg-10.html dove illustrano “un plan d’accompagnement exceptionnel à la reprise”, (=un piano di accompagnamento alla ripresa) che NON riguarda misure sanitarie, bensì economiche, con 100.000€ di budget totale a disposizione per aiutare i clubs, più 500kit di Prémière touche per riprendere le attività in sala e anche all’aperto, ma soprattutto nelle scuole. Ovviamente tutto si basa su una strettissima campagna di studio e reperimento di informazioni tramite questionario, che è possibile visionare qui: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSdWk6o4SVhnW–OnGakZ-6DvmMe3x9Wwc MHN aQzGK4dEJew/viewform che tutto sommato non è molto diverso da quello che aveva fatto pervenire la FIS tramite i Comitati Regionali.
In sostanza sono più gli aiuti che i divieti, e quasi non si parla né di sanzioni, né di protocolli e né di igienizzazione o sanitizzazione.
In Inghilterra
Il sito della British Fencing Association, è molto interessante, in quanto ha una specifica pagina dedicata al COVID19 con le seguenti voci, poco verbose e molto pratiche:
COVID19 Latest News
COVID19 Zone
Advice for Coaches
Advice for Clubs
Online Coaching Guidelines
#FIT2Fence
In nessuna di queste pagine si parla di scherma indoor, ma solo outdoor, dando linee guida di come praticarla e qui potrete trovare quello che vi serve:
Vi posso garantire che l’analisi di rischio della FIS è enormemente più dettagliata ed esaustiva di quella inglese, e per la verità quella inglese non è una vera analisi di rischio, al contrario è una tabella per far fare l’analisi di rischio ai maestri di scherma, di concerto con i suoi collaboratori ed eventualmente i genitori.
Gli inglesi però ci tengono a informare che *no sparring and no fencing lessons currently permitted* (=non è permesso attualmente fare lezioni e assalti) per cui se andrete in UK, state molto attenti, perché non potrete incrociare le lame con nessuno.
In Spagna
La Spagna, che tanto ci ha appassionato e forse anche terrorizzato nelle settimane di più alto contagio, appare meno drammatica di quanto ci potremmo aspettare. Anzi, direi ottimista, in quanto il giorno 20 giugno riprenderanno le gare iberiche. Si tratta solo di gare per veterani, cioè master, ma sempre gare sono, vedere per credere https://www.esgrima.es/competiciones-de-torneo/?tournament_id=CEVET, mentre per la faccenda Covid19, i files relativi a come riprendere le attività non sono più scaricabili: https://www.esgrima.es/informacion-sobre-las-fases-de-desescalada-en-el-deporte/, e forse la ragione sta nel fatto che essendo in qualche modo ripresa l’attività è inutile attenersi?
In Germania
Io credo che in questo frangente la più interessante delle federazioni europee sia la Germania. I tedeschi, tanto ossequianti delle regole, e delle norme, si sono attivati come previsto con molta precisione e uno stile comunicativo molto friendly. Gare bloccate, allenamenti controllati, e ovviamente l’immancabile opuscolo per gestire la pandemia e le attività di ripresa, redatto dal dipartimento di medicina dello sport e che per vostra curiosità potrete scaricare qui:
Ancora più interessante vedere come in realtà sia la psiche degli schermitori nelle attenzioni federali, in quanto è predisposto un documento di tre pagine e un referente per poter affrontare il tema della pandemia a questo indirizzo: http://www.fechten.org/fileadmin/userupload/Empfehlungen CoronaSportpsychologie.pdf, Invece per quanto riguarda la ripresa degli allenamenti la DFB ha predisposto un documento cui attenersi, http://www.fechten.org/fileadmin/userupload/Corona UebergangsregelnzurWiederaufnahmedTrainingsbetriebs29.04.20.pdfcompatibilmente con le regole delle varie regioni tedesche, di sole 6 (sei) pagine, grazie al quale gli schermitori tedeschi sono stati autorizzati ad allenarsi già a partire dal 29 aprile 2020.
Vediamo adesso due stati che ritengo importanti per questa faccenda dell’oramai famigerato virus.
Gli USA
Gli Stati Uniti non sono stati da meno. Gare cancellate e poche parole, una pagina web con poche informazioni e molto chiare, suddivise per clubs, atleti, e operatori del settore, dove fino alla loro Fase 2 le attività di allenamento non sono consentite, mentre dalla Fase 3 potranno allenarsi solo gruppi inferiori a 10 persone, e non in spazi chiusi “Public health authorities allow small group activities (< 10 people), but public training facilities remain closed”. Il documento di sole 7 (sette) pagine lo trovate qui: https://cdn2.sportngin.com/attachments/document/1c39-2159784/USOPC ReturntoTrainingConsiderations.pdf#_ga=2.81101399.1908171982.1592405201-2139313289.1592405201
Ancora più interessante è che gli americani hanno già previsto un percorso serratissimo fino alla Phase 5, comprensiva di vaccinazione di Atleti e allenatori: “A vaccine or cure for COVID-19 is developed:
a. Incorporate COVID-19 vaccination into the standard vaccinations of athletes, coaches and staff”.
Ottime le Raccomandazioni per la disinfezione di attrezzature e living spaces per le attività di allenamento”:
il tutto premesso da un semplice: Hard (Non-porous) Surfaces If surfaces are dirty, they should be cleaned using a detergent or soap and water prior to disinfection.
(= Superfici dure (non porose) - Se le superfici sono sporche, devono essere pulite con un detergente o acqua e sapone prima della disinfezione). Dividendo così come avviene in Italia le due fasi di pulitura e disinfezione. Molto accurata e precisa e anche la Check list per la pulizia degli ambienti che è soprattutto pratica. https://cdn1.sportngin.com/attachments/document/ec39-2156746/ NSCASafetyChecklist.pdf#_ga=2.22334587.1908171982.1592405201-2139313289.1592405201
In Cina
Anche se Hong Kong è un caso specifico, è bene sapere che sembri non essere stata colpita dal virus e nel loro sito federale non appaiono notizie in merito e anche i frequenti Tiktokers che postano video, non sembrano interessati dalle problematiche innescate dalla recente pandemia.
Stesso stile anche per gli impenetrabili siti cinesi e della China Fencing Federation http://fencing.sport.org.cn/, come se nulla fosse accaduto.
In Giappone
Molto asciutti e immediati anche i giapponesi, che sono il popolo più organizzato del mondo e anche il più pulito, che anche in questo caso non si sono smentiti. Ovviamente è illeggibile per noi il loro pdf per le attività di contrasto al Covid19, ma se volete vedere cosa hanno fatto sono comunque molto interessanti le informazioni per gli allenamenti stando a casa:  https://fencing-jpn.jp/news/ 23427/ e il loro protocollo per la gestione dell’emergenza, senza quasi aver mai interrotto le attività di lavoro né di allenamento, né quelle di gara: https://fencing-jpn.jp/news/23420/
Conclusioni
Sarò sincero, in questo lungo viaggio informatico non ho trovato alcun riferimento a normative nemmeno minimamente simili a quelle italiane. Vero è che non mi sono addentrato nei siti governativi delle singole nazioni, ma è altrettanto vero che nessuna di queste federazioni straniere ha mai citato leggi, decreti e normative del loro stato in maniera così precisa come quelle citate dai protocolli italiani.
Come dice il celebre adagio: “paese che vai usanza che trovi” nulla da dire, però mi sia consentita una critica morale verso chi ha fatto le leggi italiane, dicendo che in questa emergenza pandemica avevamo bisogno di tutto, tranne che di una politica del contenimento dal contagio che avesse risvolti di tipo civile e penale verso eventuali contagi per l’accensione di nuovi focolai influenzali.
Chiedo venia se non sono stato preciso nella ricerca, ma sono certo che se vi sono errori in quello che ho detto, “mi corrigerete”.
Auguro alla Scherma italiana una ripresa grandiosa e sempre al top, perché cari amici ne abbiamo tutti un gran bisogno.
In bocca al lupo e buona estate schermistica a tutti!
Fabrizio ORSINI

2 commenti:

  1. Fra tutte le difficoltà mi sembra che ci sia stato anche qualche errore, mi riferisco alla restituzione dei 250€ dell'affiliazione 2019/20 che hanno come causale: contributo COVID. Questa causale, da quello che mi sembra di aver capito, impedisce la richiesta dei contributi a fondo perduto regionali che possono essere erogati solo in assenza di altri contributi. Spero che la Federazione, se così dovesse essere, possa porre rimedio al più presto

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  2. Caro Fabrizio,
    la tua esaustiva disamina sulle norme adottate dal nostro paese per fronteggiare la pandemia COVID 19, paragonate a quelle adottate da molti altre nazioni , arriva alla conclusione che in Italia siamo ricorsi ad un’iperbole di decreti, ordinanze, protocolli che hanno esaltato la naturale tendenza alla burocrazia del “belpaese”, cercando d’identificare sempre una responsabilità civile e/o penale dei soggetti più che semplificare e agire concretamente.
    Le mie conoscenze in campo medico e un minimo di approfondimento nella letteratura scientifica mi hanno convinto di un eccessivo ricorso a misure precauzionali che poco senso hanno per tutelarsi dal contagio virale, soprattutto per quanto riguarda il contatto da superficie. Pulizia, disinfezione, decontaminazione, igienizzazione, purificazione, sanificazione, in un rincorrersi di concetti e di termini coniugati in tutte le salse ipotizzando l’utilizzazione di raggi UV, ozono, ammoni quaternari (ormai obsoleta anche in ambiente ospedaliero) hanno reso estremamente difficile e dispendiosa la riapertura di attività, tra le quali quelle sportive, convincendo molte delle nostre associazioni a soprassedere aspettando tempi migliori. E’ come se ci avessero detto: “queste sono le condizioni, ripartite se ci riuscite”! Il concetto qui espresso è ancora più calzante in realtà, quali quelle del sud Italia, dove il contagio sembra essere meno aggressivo e i dati sulla mortalità generale non si discostano da quelli degli anni precedenti.
    La mia conclusione, forse distorta da una visione prospettica, è che l’Italia sia diventato un paese dove il ricorso alla legge è eccessivo e tradisce spesso il naturale decorso degli eventi. Si può ricorrere ad esempi ed aneddoti nei campi più disparati, sfiorando molte volte il paradosso. Anche l’emergenza COVID 19 ne ha fatto le spese. Nessuno vuole più correre rischi e assumere responsabilità, così si gioca allo “scaricabarile” emanando norme che difficilmente possono essere applicate e che hanno, come conseguenza, quella di scoraggiare l’azione e fermare le attività. L’Italia è, notoriamente, un paese allo stallo.
    La ricetta nello specifico? Quella da te prospettata Fabrizio, più informazione, più buonsenso, meno leggi punitive, più consigli pratici e facilmente applicabili.
    Alberto Coltorti

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