Cosa
accadrebbe se fermassimo il mondo per tre mesi e poi ripartissimo? Intanto
bisognerebbe trovare un motivo plausibile per farlo e poi dovremmo vedere le
conseguenze che questo motivo ha prodotto sul mondo intero. Ed è quello che è
accaduto alla fine di febbraio in tutto il pianeta.
Ma gli
effetti di questo virus però non sono ancora calcolabili al meglio e per la
verità è difficile trasformare il lockdown in una ripartenza con elementi
virtuosi di rilancio dell’economia, delle relazioni e dei lavori politici. Non
parliamo dello sport, cosa che pare essere ancora più difficile, specie qui in
Italia e vediamo il perché nel dettaglio.
In data 17
maggio 2020 è stato emanato un Decreto Presidente del Consiglio dei
Ministri, dal titolo: “Disposizioni attuative del decreto-legge 25 marzo
2020, n. 19, Recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica
da COVID-19, e del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, recante ulteriori
misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19”
e pubblicato
al seguente indirizzo web https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/05/17/
20A02717/sg, di conseguenza la Federscherma ha costruito il suo
protocollo informando le società sportive, einviando via mail molto materiale
molto ben fatto e preciso, redatto dall’Ing. Lucia Fontana e dall’Avv. Monica
Campione, che sono esperti del settore e lo si vede dai loro elaborati, molto
accurati e precisi.
In sostanza
il DPCM 17 maggio 2020, non è altro che una sorta di declinazione della
normativa relativa alla sicurezza prevenzione e protezione sui luoghi di
lavoro, applicata alla vita di tutti i giorni, ma declinata in chiave
igienistica. È ovviamente un mio libero parere che non mira a trovare adepti,
né sostenitori e se poi vi saranno detrattori, ne prenderò atto. Infine va
detto che è una legge dello stato che va osservata senza detrazioni, anche
perché si rischiano ammende e sanzioni, penali e civili.
Io però mi
sono chiesto molto candidamente come si siano comportati in merito gli altri
stati dell’Europa, e non solo, così ho fatto una ricerca che vi voglio
sottoporvi.
In Francia la Federation
Française Escrime, ha aperto una pagina apposita dal titolo: La FFE répond a vos questions, (=La FFE
risponde alle vostre domande): https://www.escrime-ffe.fr/fr/actualites/toutes-les-actualites/197-la-ffe-repond-a-vos-questions-n-deg-10.html dove illustrano “un
plan d’accompagnement exceptionnel à la reprise”, (=un piano di
accompagnamento alla ripresa) che NON riguarda misure sanitarie, bensì
economiche, con 100.000€ di budget totale a disposizione per aiutare i clubs,
più 500kit di Prémière touche per riprendere le attività in sala e anche
all’aperto, ma soprattutto nelle scuole. Ovviamente tutto si basa su una
strettissima campagna di studio e reperimento di informazioni tramite
questionario, che è possibile visionare qui: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSdWk6o4SVhnW–OnGakZ-6DvmMe3x9Wwc MHN aQzGK4dEJew/viewform che tutto sommato non è molto diverso da
quello che aveva fatto pervenire la FIS tramite i Comitati Regionali.
In sostanza
sono più gli aiuti che i divieti, e quasi non si parla né di sanzioni, né di
protocolli e né di igienizzazione o sanitizzazione.
In
Inghilterra
Il sito della
British Fencing Association, è molto interessante, in quanto ha una specifica
pagina dedicata al COVID19 con le seguenti voci, poco verbose e molto pratiche:
COVID19 Latest News
COVID19 Zone
Advice for Coaches
Advice for Clubs
Online Coaching Guidelines
#FIT2Fence
In
nessuna di queste pagine si parla di scherma indoor, ma solo outdoor, dando
linee guida di come praticarla e qui potrete
trovare quello che vi serve:
Vi posso
garantire che l’analisi di rischio della FIS è enormemente più dettagliata ed
esaustiva di quella inglese, e per la verità quella inglese non è una vera
analisi di rischio, al contrario è una tabella per far fare l’analisi di
rischio ai maestri di scherma, di concerto con i suoi collaboratori ed
eventualmente i genitori.
Gli inglesi
però ci tengono a informare che *no sparring and no fencing lessons currently permitted* (=non
è permesso attualmente fare lezioni e assalti) per cui se andrete in UK, state
molto attenti, perché non potrete incrociare le lame con nessuno.
In Spagna
La Spagna,
che tanto ci ha appassionato e forse anche terrorizzato nelle settimane di più
alto contagio, appare meno drammatica di quanto ci potremmo aspettare. Anzi,
direi ottimista, in quanto il giorno 20 giugno riprenderanno le gare iberiche.
Si tratta solo di gare per veterani, cioè master,
ma sempre gare sono, vedere per credere https://www.esgrima.es/competiciones-de-torneo/?tournament_id=CEVET, mentre per la
faccenda Covid19, i files relativi a come
riprendere le attività non sono più scaricabili: https://www.esgrima.es/informacion-sobre-las-fases-de-desescalada-en-el-deporte/,
e forse la ragione sta nel fatto che essendo in qualche modo ripresa l’attività
è inutile attenersi?
In Germania
Io credo che
in questo frangente la più interessante delle federazioni europee sia la
Germania. I tedeschi, tanto ossequianti delle regole, e delle norme, si sono
attivati come previsto con molta precisione e uno stile comunicativo molto
friendly. Gare bloccate, allenamenti controllati, e ovviamente l’immancabile
opuscolo per gestire la pandemia e le attività di ripresa, redatto dal
dipartimento di medicina dello sport e che per
vostra curiosità potrete scaricare qui:
Ancora più
interessante vedere come in realtà sia la psiche degli schermitori nelle
attenzioni federali, in quanto è predisposto un documento di tre pagine e un
referente per poter affrontare il tema della pandemia a
questo indirizzo: http://www.fechten.org/fileadmin/userupload/Empfehlungen
CoronaSportpsychologie.pdf, Invece per quanto riguarda la ripresa degli allenamenti la DFB ha predisposto un
documento cui attenersi, http://www.fechten.org/fileadmin/userupload/Corona
UebergangsregelnzurWiederaufnahmedTrainingsbetriebs29.04.20.pdf, compatibilmente
con le regole delle varie regioni tedesche, di sole 6 (sei) pagine, grazie al
quale gli schermitori tedeschi sono stati autorizzati ad allenarsi già a
partire dal 29 aprile 2020.
Vediamo
adesso due stati che ritengo importanti per questa faccenda dell’oramai
famigerato virus.
Gli USA
Gli Stati
Uniti non sono stati da meno. Gare cancellate e poche parole, una pagina web
con poche informazioni e molto chiare, suddivise per clubs, atleti, e operatori
del settore, dove fino alla loro Fase 2 le attività di allenamento non sono
consentite, mentre dalla Fase 3 potranno allenarsi solo gruppi inferiori a 10
persone, e non in spazi chiusi “Public health authorities allow small group
activities (< 10 people), but public training facilities remain closed”.
Il documento di sole 7 (sette) pagine lo trovate
qui: https://cdn2.sportngin.com/attachments/document/1c39-2159784/USOPC
ReturntoTrainingConsiderations.pdf#_ga=2.81101399.1908171982.1592405201-2139313289.1592405201
Ancora più
interessante è che gli americani hanno già previsto un percorso serratissimo
fino alla Phase 5, comprensiva di vaccinazione di Atleti e allenatori: “A
vaccine or cure for COVID-19 is developed:
a. Incorporate COVID-19 vaccination into the standard vaccinations of
athletes, coaches and staff”.
Ottime le “Raccomandazioni per la disinfezione di attrezzature e
living spaces per le attività di allenamento”:
il tutto
premesso da un semplice: Hard
(Non-porous) Surfaces If surfaces are dirty, they should be cleaned using a
detergent or soap and water prior to disinfection.
(=
Superfici dure (non porose) - Se le superfici sono sporche, devono essere
pulite con un detergente o acqua e sapone prima della disinfezione). Dividendo
così come avviene in Italia le due fasi di pulitura e disinfezione. Molto
accurata e precisa e anche la Check list per la pulizia degli ambienti
che è soprattutto pratica. https://cdn1.sportngin.com/attachments/document/ec39-2156746/ NSCASafetyChecklist.pdf#_ga=2.22334587.1908171982.1592405201-2139313289.1592405201
In Cina
Anche
se Hong Kong è un caso specifico, è bene sapere che sembri non essere stata
colpita dal virus e nel loro sito federale non appaiono notizie in merito e
anche i frequenti Tiktokers che postano video, non sembrano interessati dalle
problematiche innescate dalla recente pandemia.
Stesso
stile anche per gli impenetrabili siti cinesi e della China Fencing Federation http://fencing.sport.org.cn/, come se nulla fosse accaduto.
In
Giappone
Molto
asciutti e immediati anche i giapponesi, che sono il popolo più organizzato del
mondo e anche il più pulito, che anche in questo caso non si sono smentiti.
Ovviamente è illeggibile per noi il loro pdf per le attività di contrasto al
Covid19, ma se volete vedere cosa hanno fatto sono comunque molto interessanti le
informazioni per gli allenamenti stando a casa: https://fencing-jpn.jp/news/
23427/ e il loro protocollo per la gestione dell’emergenza, senza quasi aver mai interrotto le attività di lavoro né
di allenamento, né quelle di gara: https://fencing-jpn.jp/news/23420/
Conclusioni
Sarò
sincero, in questo lungo viaggio informatico non ho trovato alcun riferimento a
normative nemmeno minimamente simili a quelle italiane. Vero è che non mi sono
addentrato nei siti governativi delle singole nazioni, ma è altrettanto vero
che nessuna di queste federazioni straniere ha mai citato leggi, decreti e
normative del loro stato in maniera così precisa come quelle citate dai
protocolli italiani.
Come
dice il celebre adagio: “paese che vai usanza che trovi” nulla da dire, però mi
sia consentita una critica morale verso chi ha fatto le leggi italiane, dicendo
che in questa emergenza pandemica avevamo bisogno di tutto, tranne che di una
politica del contenimento dal contagio che avesse risvolti di tipo civile e
penale verso eventuali contagi per l’accensione di nuovi focolai influenzali.
Chiedo
venia se non sono stato preciso nella ricerca, ma sono certo che se vi sono
errori in quello che ho detto, “mi corrigerete”.
Auguro
alla Scherma italiana una ripresa grandiosa e sempre al top, perché cari amici
ne abbiamo tutti un gran bisogno.
In
bocca al lupo e buona estate schermistica a tutti!
Fabrizio ORSINI
Fra tutte le difficoltà mi sembra che ci sia stato anche qualche errore, mi riferisco alla restituzione dei 250€ dell'affiliazione 2019/20 che hanno come causale: contributo COVID. Questa causale, da quello che mi sembra di aver capito, impedisce la richiesta dei contributi a fondo perduto regionali che possono essere erogati solo in assenza di altri contributi. Spero che la Federazione, se così dovesse essere, possa porre rimedio al più presto
RispondiEliminaCaro Fabrizio,
RispondiEliminala tua esaustiva disamina sulle norme adottate dal nostro paese per fronteggiare la pandemia COVID 19, paragonate a quelle adottate da molti altre nazioni , arriva alla conclusione che in Italia siamo ricorsi ad un’iperbole di decreti, ordinanze, protocolli che hanno esaltato la naturale tendenza alla burocrazia del “belpaese”, cercando d’identificare sempre una responsabilità civile e/o penale dei soggetti più che semplificare e agire concretamente.
Le mie conoscenze in campo medico e un minimo di approfondimento nella letteratura scientifica mi hanno convinto di un eccessivo ricorso a misure precauzionali che poco senso hanno per tutelarsi dal contagio virale, soprattutto per quanto riguarda il contatto da superficie. Pulizia, disinfezione, decontaminazione, igienizzazione, purificazione, sanificazione, in un rincorrersi di concetti e di termini coniugati in tutte le salse ipotizzando l’utilizzazione di raggi UV, ozono, ammoni quaternari (ormai obsoleta anche in ambiente ospedaliero) hanno reso estremamente difficile e dispendiosa la riapertura di attività, tra le quali quelle sportive, convincendo molte delle nostre associazioni a soprassedere aspettando tempi migliori. E’ come se ci avessero detto: “queste sono le condizioni, ripartite se ci riuscite”! Il concetto qui espresso è ancora più calzante in realtà, quali quelle del sud Italia, dove il contagio sembra essere meno aggressivo e i dati sulla mortalità generale non si discostano da quelli degli anni precedenti.
La mia conclusione, forse distorta da una visione prospettica, è che l’Italia sia diventato un paese dove il ricorso alla legge è eccessivo e tradisce spesso il naturale decorso degli eventi. Si può ricorrere ad esempi ed aneddoti nei campi più disparati, sfiorando molte volte il paradosso. Anche l’emergenza COVID 19 ne ha fatto le spese. Nessuno vuole più correre rischi e assumere responsabilità, così si gioca allo “scaricabarile” emanando norme che difficilmente possono essere applicate e che hanno, come conseguenza, quella di scoraggiare l’azione e fermare le attività. L’Italia è, notoriamente, un paese allo stallo.
La ricetta nello specifico? Quella da te prospettata Fabrizio, più informazione, più buonsenso, meno leggi punitive, più consigli pratici e facilmente applicabili.
Alberto Coltorti