16 marzo 2021

COVID, SCHERMA E ZONE COLORATE

Prof. Emilio M° BASILE
È da giorni che provo a districarmi tra norme e decreti per cercare una soluzione agli allenamenti schermistici in zona rossa (la Campania è diventata tale da lunedì) e nelle altre zone (quella arancione scuro ad esempio) non è contemplata dal ministero della salute, ma dopo una affannosa ricerca, e soprattutto dopo aver letto tante, cose cerco in questo blog conforto e un confronto.
Sul sito CONI l’unico calendario pubblicato per la scherma è quello del 25 gennaio mentre la FIS ne pubblica un secondo, ma solo sul proprio sito, il 30 gennaio. inutile dire che quello sul sito CONI (unico a fare fede) nel solo mese di marzo propone una quantità impressionante di gare regionali, che per ovvie ragioni non può tener conto delle zone rosse, e due gare master.
Il calendario FIS del 30 gennaio invece ha una consistente attività e, soprattutto, oltre a quelle regionali ha il piano completo dell’attività nazionale. Nemmeno a farlo apposta, i Comitati Regionali più attivi e zelanti hanno dato subito seguito ad una serie di eventi applicando i rigidi protocolli federali e addirittura aggiungendo qualcosa di proprio, purtroppo non sul versante sicurezza bensì su quello burocratico.
Ovviamente tutti vogliamo tornare all’agonismo, per pura voglia di normalità, che ha fatto sì che io stesso partecipassi ad un test-event senza approfondire troppo le autorizzazioni che erano necessarie per realizzarlo, ma purtroppo solo a freddo inizio a percepire alcune insolite e curiose contraddizioni.
Come giusta premessa, salta all’occhio che noi Maestri siamo talmente “affamati” di agonismo che gareggeremmo perfino a colpi di respiratore nella trachea, stando in un reparto covid; se poi si intravede all’orizzonte la possibilità di partecipare a gare dove il numero di concorrenti potrebbe essere minimo, con un considerevole aumento delle probabilità di successo e piazzamento per il proprio allievo, la cosa diventa è il caso di dirlo, “virale”! Ricordo che un mio Maestro riuscì nell’impresa di far diventare seconda categoria due sue fiorettiste portandole ad una gara open (circuito che tutti snobbavano) a Terni in un fine settimana climaticamente da incubo con pioggia, neve fango e smottamenti vari. Finirono seconda e terza su quattro partecipanti in una gara dal coefficiente pauroso riuscendo così a totalizzare i punti necessari all’impresa.
Così, tra le cose che più mi hanno colpito in questo panorama di ritorno all’agonismo, c’è il modulo di affidamento dell’atleta minorenne ad un “tecnico”, divulgato dal CR Lombardia (pubblicato anche sul corrispondente sito), un documento che mi preoccupa molto perché rappresenta, a mio avviso, il modo per individuare un responsabile in caso di contagio durante un evento agonistico.
In questo scenario, creato ex-novo dal CR Lombardia non saremmo più in presenza di un Comitato Organizzatore di gara, o alla presenza di una Direzione di Torneo con un medico di gara che devono osservare norme e responsabilità per legge. Non avremmo nemmeno un responsabile covid per la vigilanza circa il rispetto dei protocolli e, tutto sommato, non sarebbe più nemmeno necessario un protocollo da rispettare, perché avremmo un Maestro/Tecnico/responsabile al 100% di tutto. Il Maestro/Tecnico, quale responsabile per aver ricevuto la delega genitoriale alla tutela della salute del minore, con tutto ciò che ne deriva, si dovrà adoperare per evitare il contagio per se, per il minore affidato e per tutti quelli che gli stanno intorno. Tutto questo sperando che non debba dividersi tra più minori lasciandone incustodito uno (magari il pierino della situazione) all’interno del campo gara.
Ora, tralasciando i pierini di turno e partendo dal fatto che il documento richiesto per la partecipazione si configura come una “delega” che cede i diritti/doveri della patria potestà circa la salute del minore ad un estraneo (quello sì che è maggiorenne) mi sorge un dubbio circa la legittimità dell’operazione. Forse i colleghi “tecnici” non hanno afferrato il concetto e probabilmente si sono anche sentiti lusingati per l’importanza del ruolo di delegato. Ma dimenticano un piccolo dettaglio, (per usare un eufemismo), o forse una serie di dettagli, in quanto in nessun caso la salute di un minore può essere affidata ad estranei mediante delega. Infatti solo una persona che eserciti la patria potestà può decidere in quel preciso ambito, tanto che nemmeno nella scuola statale esiste e può esistere questa precisa casistica. In caso di emergenza, infatti, nelle scuole interviene l’autorità sanitaria che effettua gli interventi del caso e perfino in casi estremi, cioè in caso di rischio della vita del soggetto, si attende un genitore (non un insegnante) per le decisioni sul da farsi. L’autorità sanitaria, infatti, interviene autonomamente con decisioni importanti solo in caso di rischio mortale, mentre in tutti gli altri si aspetta l’espresso consenso di un genitore o di chi ne esercita la patria potestà.
Chi insegna a scuola sa bene di cosa parlo ma evidentemente l’essere portati al rango di “tecnici” ha conferito “poteri” che nemmeno il codice civile poteva prevedere. Il perché di una simile impossibilità è fin troppo evidente e senza scomodare casi concreti provo a farvi sorridere dicendo che in maniera del tutto assurda quanto ipotetica, che con una simile delega, quella persona che ha in mano la salute del minore, datagli con apposita delega, potrebbe decidere di far asportare una cornea o un rene al/alla ragazzo/a, (e se fosse proprio un cattivone con i proventi, visto il consenso dato dalla famiglia, magari potrebbe acquistare una bella sala scherma covidfree). È ovvio che è una battuta bella e buona, ma che apre in maniera burlesca a scenari inquietanti, specie di questi tempi.
Al di là della battuta, pare che si finga di non sapere o dimenticare che semmai, i responsabili della salute degli atleti, non sono i “tecnici” bensì i dirigenti e sempre a loro la famiglia delega, insieme all’istruzione schermisca dei figli anche la vigilanza ed organizzazione della stessa.
Il Maestro o il “tecnico” invece ha una responsabilità pari a quella del docente e in caso di infortunio la sua può essere al massimo una “culpa in vigilando” riferendosi ai casi specie, ma in riferimento alla salute e al suo stato preliminare, all’atto della consegna e poi riconsegna, chi può garantire? I dirigenti o più in particolare il Presidente dell’ASD, avrebbero la responsabilità dell’acquisizione dei certificati medici e della vigilanza e applicazione delle normative covid ad esempio? Se così fosse, mi chiedo come mai risulti mancante in questa opzione?
A questo punto mi piacerebbe conoscere l’autore di questa autentica “genialata” e ovviamente il suo curriculum, perché in un sol colpo ha realizzato:
- lo “scarico di responsabilità” di tutta l’organizzazione di una gara sui “tecnici”;
- l’aggiornamento del codice civile.
In termini sindacali questa sarebbe un’aberrazione da far notare con azioni forti e simboliche. Purtroppo non esistendo un sindacato, maestri e “tecnici” restano come sempre l’anello debole del sistema scherma, utile solo in certi momenti della vita della Federazione e facili da convincere a fare certe azioni, cose che con le giuste argomentazioni solo un presidente di club sa fare.
Il risultato è che le gare si sono svolte, e probabilmente si svolgeranno ancora, i maestri hanno accettato le deleghe e i genitori nemmeno si sono resi conto di cosa stessero concedendo con quella firma.
Mi restano, in sintesi, alcuni dubbi sui quali invito tutti alla riflessione:
  1. gli unici allenamenti possibili sembrano essere quelli all’interno dello stesso comune di residenza, nella speranza che la sala scherma sia posizionata bene;
  2. le disposizioni vigenti bloccano le attività in zona rossa per tutti (esclusi i nazionali probabilmente);
  3. in tutte le zone gli under 10 dovrebbero essere banditi dalle sale perché tesserati “non agonisti” e gli under 12 idem anche perché non hanno un titolo di campione italiano da assegnare;
  4. le gare di prossima realizzazione (e quelle già fatte con il modulo “lombardo”) si sono svolte rischiando sulla pelle e forse la reputazione di Maestri, “tecnici” e genitori inconsapevoli di non poter delegare quanto riportato sul modulo circa la salute dei figli;
  5. in tutte le zone (in particolare le arancioni e rosse) con il calendario pubblicato sul sito CONI, gli allenamenti dovrebbero essere sospesi per tutte le categorie che non hanno previsione di gare e non hanno possibilità di preiscrizione alle stesse;
  6. nelle zone dove non è possibile spostarsi e quindi allenarsi, occorrerebbe una iscrizione a gara (pubblicata sul sito coni) documentabile o una deroga più chiara e con tanto di modalità per poter partecipare agli allenamenti (le forze dell’ordine alla fine vogliono solo l’autocertificazione e procedono alla segnalazione se non convinti dal singolo).
Urgono regole chiare, o forse è meglio che siano del tutto oscure per poter continuare senza che se ne venga a capo. C’è di cui farsi venire il mal di testa, ma senza sgravio di responsabilità a terzi.
Emilio BASILE
 

2 commenti:

  1. Il Presidente del C.R.Lombardia a chiarimento di quanto esposto dal Prof BASILE ha chiesto la pubblicazione di una nota di chiarimento, che qui di seguito potete leggere:
    Milano, lì 17 marzo 2021
    In merito all’articolo apparso sul sito “piazzadellascherma.blogspot.com” in data
    16 marzo u.s. alle ore 18:29 a firma del Sig. Emilio Basile, si chiede di provvedere a voler
    pubblicare a margine la seguente nota di chiarimento.
    Il modulo cosiddetto “di affidamento” citato dal Sig. Emilio Basile è stato adottato dal
    C.R. Lombardia, Organo Territoriale della Federazione Italiana Scherma, in quanto
    espressamente previsto dal “Protocollo per l’organizzazione e lo svolgimento di eventi e
    competizioni agonistiche nella disciplina della Scherma” pubblicato in data 27 febbraio
    u.s. sul sito federale -alla sua pagina 6- ed è stato redatto in conformità con il facsimile
    predisposto dagli Uffici federali.
    Con l’occasione si porgono cordiali saluti.
    CR. FIS Lombardia
    Il Presidente Maurizio Novellini

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    1. Corretto, infatti non mettevo in alcun modo in dubbio l'operato del C.R. Lombardia, ero sicuro del rispetto delle norme. La mia riflessione ed invito al confronto, mirava a considerare aspetti che, probabilmente non sono stati considerati adeguatamente dai redattori materiali del modulo che contiene una previsione eccessiva a mio modo di vedere.
      Avevo verificato il protocollo (https://www.federscherma.it/covid19-ripartiamo/21875-protocollo-per-l’organizzazione-e-lo-svolgimento-di-eventi-e-competizioni-schermistiche-2/file.html) che alla pagina 6, come correttamente riportato nella lettera cita:
      "I genitori di atleti minorenni o chi ne esercita la patria potestà genitoriale dovranno compilare preventivamente il modulo di “affido” che dovrà essere presentato unitamente alla copia del documento di riconoscimento del genitore o di chi esercita la patria podestà."
      La previsione del protocollo, a mio modo di vedere, conferma l'"affido" che in senso stretto è anch’essa eccessiva. Infatti la interpretiamo tutti nel senso meno stringente, cioè riguardare l'accompagnamento di un atleta in gara, al pari dell’autorizzazione per una gita scolastica dove viene indicato anche il nome del docente di riferimento durante la visita al museo. Le mie riflessioni erano più sull’oggetto della delega che sul metodo che è assolutamente coerente con il protocollo, peraltro mancante del fac-simile. Delegare la salute del proprio figlio, forse rappresenta qualcosa che va oltre e che apre, al tempo stesso, scenari imprevisti per tutti noi. Intendevo evidenziare solo questo e porre l’accento sul metodo di lavoro. Forse confrontarsi con punti di vista diversi può portare ricchezza al nostro mondo. Il lavoro premia sempre ed il plauso al CR Lombardia c’è tutto per le attività che ha saputo mettere in campo. Volgere lo sguardo al miglioramento vuol dire anche ascoltare anche la voce fuori dal coro. Se potesse essere utile un confronto sul tema io resto disponibile, sempre, con tutte le mie competenze da docente e da Maestro al servizio della Scherma.

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