03 agosto 2021

BILANCIO DELLE OLIMPIADI DELLA SCHERMA

Da qualche giorno è calato il sipario sulle olimpiadi della scherma ed il bilancio non è positivo: 5 medaglie di cui 3 argento (Samele, sc.m. ind., squadra sc. M. e Garozzo F.M.ind.) 2 bronzo (squadra Sp.f. e squadra F.F.).
Che sia finita un’epoca, soprattutto nel fioretto femminile, è un dato di fatto. Non siamo più la nazione di riferimento nel panorama schermistico mondiale e non lo siamo da molto tempo. I nostri atleti più talentuosi con le loro vittorie hanno nascosto sotto la cenere i vari problemi, mai affrontati.
E’ finita l’epoca di Vezzali, Trllini, Di Francisca, Granbassi, tanto per citarne le più famose, e non siamo stati capaci di rinnovarci. In quest’arma hanno prevalso logiche personali e nepotiste, probabilmente dovute alla certezza di essere riconfermati. Ho visto una Alice VOLPI in sovrappeso e mi domando come sia stato possibile che nessuno se ne sia accorto e se, invece, tale condizione era manifesta perché non si è intervenuti?
Nella Sciabola maschile Curatoli molto probabilmente, è la mia sensazione, deve aver sentito il peso di una competizione a cui tutto il mondo guarda e pur andando in vantaggio ha perso il primo di diretta; stessa sorte per Berrè, mentre Luigi Samele ha dimostrato, sempre a mio avviso, un gran carattere, posto in evidenza anche nell’intervista post assalto, nella quale ha riconosciuto i meriti e la grandezza dell’avversario con grande lucidità, affermando che aveva preparato l’assalto in un certo modo e si è trovato in un altro incontro. Una medaglia meritata, frutto di tanti sacrifici (a Rio non fu convocato e, sempre a mio avviso, ingiustamente) e di una forza mentale notevole oltre, naturalmente, al suo talento: BRAVO! Daniele Garozzo si è confermato ad altissimo livello, segno, anche per lui, di un talento fuori dal comune: BRAVO!
Ribadisco ciò che a me è apparso evidente guardando gli assalti in TV e cioè una condizione fisica non all’altezza dell’evento (vds i crampi di Garozzo e il torpore di Santarelli in semifinale).
Purtroppo le dolenti note vengono dal settore spada, dove il migliore è stato Santarelli, il quale nell’assalto per entrare in finale è sembrato sulle gambe (preparazione atletica sbagliata?).
Purtroppo peggio hanno fatto le spadiste. E si che schieravamo due atlete vincitrici di mondiali e medaglie olimpiche (Navarria e Fiamingo), fermatesi entrambe lontano dal podio. Sintomatica è la foto in cui è da sottolineare la grande attenzione (evidente dall'atteggiamento) di Isola nell'abbeverarsi dei preziosi consigli di chi la seguiva a fondo pedana. Un atteggiamento quello della Isola di completa chiusura nei confronti di chi le stava vicino. Ora mi domando: perch le nostre spadiste sono state, non prive, ma private dei loro maestri? Eppure questi erano presenti sul luogo di gara. La foto, oltre che interessante da un punto di vista comunicativo, può essere anche divertente, poiché sembra volerci dire: TROVA L'INTRUSO! A parte le battute, una seria riflessione va assolutamente fatta. Le ragazze di spada si sono poi rifatte nella gara a squadre dove hanno conseguito una eccellente medaglia di bronzo. Medaglia che, a mio avviso, stava sfuggendo poiché il CT nel penultimo assalto faceva entrare la riserva Alberta SANTUCCIO. Certamente lo avrà fatto tenendo conto, a detta di qualcuno, di valori etici, morali e sportivi secondo i quali Alberta aveva diritto di sentirsi parte integrante della squadra e pare che tale decisione sia stata presa in accordo con tutte le ragazze. Non entro nel merito della decisione poiché umanamente mi sento di condividerla, ma dal punto di vista tecnico/agonistico e sportivo io non lo avrei fatto. In tal senso ho solidarizzato in toto con quanto Riccardo Bonsignore ha scritto sulla sua pagina facebook. Va anche detto che chi vince ha sempre ragione. Credo, però, che la struttura debba essere rivista: molte cose non tornano, soprattutto i personalismi.
La sciabola maschile a squadre ha conquistato un eccellente argento, perdendo in finale con la Korea 45-26. I ragazzi hanno cercato di tenere testa agli asiatici ma questi hanno ben presto ingabbiato gli azzurri. Il risultato ripete la prestazione del 2004 e migliora quelle del 2008 e 2012.
Una considerazione va comunque fatta: se alle olimpiadi ci siamo andati con un quarantatreenne, ancorché fuoriclasse, significa che non c’è un ricambio degno di nota ed è una situazione che deve far riflettere ed anche molto.
E mancato il fioretto maschile a sq. e totalmente la sciabola femminile. I ragazzi del fioretto hanno fatto una disamina a caldo dei loro risultati assumendosi le proprie responsabilità che, a mio avviso non ci sono, e questo rende loro onore e ci fa capire che il l’impegno, la voglia di incidere non sono venuti meno. E infatti, ad essi nulla si può rimproverare ma, semplicemente ringraziarli ed abbracciarli. Tale pensiero vale per tutti gli atleti, uomini e donne. Le analisi si fanno sulla base degli obiettivi da raggiunfgere  ed  i numeri che ne derivano non mentono mai. Peraltro, per il raggiungimento dei progetti programmati (le olimpiadi) si è retribuiti ed anche profumatamente. Dalla tabella sottostante potete ricavare spunti interessanti sulla gestione del periodo scarsiano. Va detto che l’attuale presidente non è esente da responsabilità, rappresentando egli la continuità della precedente amministrazione: egli, i suoi due vice presidenti ed il consigliere romagnolo.
Le cause del fallimento, riferito naturalmente al complesso della struttura tecnica e della sua gestione, vanno ricercate in una sclerotizzazione del sistema.
Non commento le affermazioni di qualche CT, con le quali ha certato di giustificare l’obiettivo mancato. Dico soltanto che quando si percepiscono due stipendi per raggiungere gli scopi prefissati e si fallisce forse il silenzio e la meditazione sarebbero d’obbligo.
In tale contesto non è esente da responsabilità Malagò, il quale non a caso ha parlato di ambiente da riformare, e non solo di settore tecnico. Un ambiente inquinato, negli ultimi anni, da una gestione che ha ridotto gli spazi di confronto democratico, si pensi alla gestione delle ultime assemblee e alle modifiche statutarie. Che ha trasformato in nemici da punire le voci critiche, invece di valorizzarle e tenerne conto. Che ha speso somme importanti nel tentativo di cancellare un pezzo della nostra storia, come l’Accademia di Napoli, per puro calcolo elettorale. Che ha occultato notizie scomode, invece di prenderne le distanze. Che ha ignorato macroscopici conflitti di interessi, come se fossero cose normali. Che in definitiva, sull’altare dell’alto livello ha demotivato e sfilacciato la base vitale delle società e dei maestri. E quel che è successo a Tokio ne è anche conseguenza. Tutto questo Malagò non può non saperlo, e per questo parla di rifondare un intero ambiente, che oggi appare diviso e pieno di conflitti sotterranei, che emergono anche dalle dichiarazioni degli atleti.
Le responsabilità del numero uno dello sport italiano attengono all’incondizionato appoggio e la totale condivisione di ogni iniziativa, tecnico/agonistico e regolamentare del presidente FIS,  il quale nei 16 anni di regno ha prodotto danni che pagheremo nei prossimi decenni. Dichiarò pubblicamente che aveva preso una federazione dal sottoscala e quella era una federazione che aveva vinto 7 medaglie ad Atene di cui tre ori tre argenti e un bronzo. Cioè una FIS vincente. Anche sotto l’aspetto politico era molto forte visto che a livello internazionale aveva un Segretario generale FIE (Mario Favia) e in tutte le commissioni era presente un italiano. Dunque non proprio nel sottoscala. Faccio, altresì, notare che nel periodo diblasiano, dal 1993 al 2004, le armi ammesse alle olimpiadi erano 4 e solo ad Atene fu ammessa la sciabola femminile. Dunque Di BLASI, durante la sua gestione, vinse 19 medaglie olimpiche, SCARSO nei suoi 16 anni ne ha vinto 18, potendo contare su un’arma in più, il che la dice lunga su quello che ha fatto il padovano rispetto al siciliano. Ma, vi prego, analizzate per bene la tabella e troverete molte risposte.
Oggi si parla di una emarginazione politica di Scarso e se la mancata elezione alla giunta del CONI possa essere indicativa, immaginiamoci alla FIE cosa succederà.
L’assemblea elettiva di febbraio non ha voluto eleggere Michele Maffei, l’uomo giusto al posto giusto, preferendogli AZZI Paolo. Un errore gravissimo ed una occasione persa per dare un taglio ed un indirizzo diverso alla organizzazione federale.
Sarebbe lecito attendersi le dimissioni degli autori del fallimento, ma siamo in Italia e tale atto non è conosciuto. Allora, per una volta, devo dare ragione a Scarso, che voleva, con tutte le sue forze, rinviare la conclusione del suo mandato a dopo le Olimpiadi: forse, sarebbe stato meglio che l'elezioni si fossero svolte dopo i giochi olimpici: non ci sarebbe stato bisogno di invocare l'istituto delle dimissioni!"
LE MEDAGLIE OLIMPICHE DELLA SCHERMA DAL 1972 a TOKIO 2020

Ezio RINALDI

2 commenti:

  1. Buongiorno
    vorrei rilevare, se posso, due inesattezze nel suo articolo.
    - Non è la spada femminile ad essere stata introdotta ad Atene, ma la neonata sciabola femminile.
    - A Rio non c'era la sciabola maschile a squadre, quindi la qualifica fu in base al ranking internazionale: Samele, seppur per poco, non rientrò tra i qualificati in quanto venivano ammessi al massimo due atleti per nazione, che furono Montano e Occhiuzzi

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  2. Grazie per le precisazioni. Ho provveduto alle correzioni. Per quanto riguarda Samele, al di la del ranking avrebbe meritato di essere presente a Rio. Comunque il problena non è tanto questo quantoil runnovamento di una struttura obsoleta. Come dicevo, gli atleti partecipanti al torneo olimpico vanno tutti, nessuno escluso, ringraziati per il loro impegno e la loro onestà.

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