06 agosto 2021

TANTO TUONO' CHE PIOVVE: la resa dei conti

Tanto tuonò che piovve. Non è proprio così poiché era nuvolo, ma nessuna indicazione di un uragano.
Tanto è stato scritto, subito dopo la fine dei giochi olimpici per la scherma: critiche da parte di tutta la stampa e soprattutto dal Presidente del CONI, Giovanni MALAGO’, per i risultati conseguiti, non tanto nel numero delle medaglie quanto nel colore del metallo.
Le dichiarazioni degli atleti, i quali si sono assunti responsabilità che a mio avviso non sono riconducibili al loro impegno ed alla serietà delle loro persone, anzi essi, lo ripeto ancora una volta, vanno ringraziati ed abbracciati tutti, sono state assai indicative: nessun ringraziamento verso la FIS, ma soltanto ai loro maestri, alle società di allenamento, ai gruppi sportivi di appartenenza e per ultimo, ma non ultimo, alle famiglie. E’ stato un messaggio molto chiaro, che solo gli sprovveduti non hanno colto. Il disagio degli atleti era già stato manifestato compiutamente da Elisa Di Francisca nel suo libro e nelle dichiarazioni fatte in ogni dove: giornali, televisione e manifestazioni varie.
Ho sempre sostenuto ( dal 2012 ) che il settore andava ristrutturato, che c’era bisogno di una riforma, che era necessario rivedere i rapporti con i gruppi sportivi militari, ora siamo arrivati a quel momento. Ci arriviamo con molto ritardo, ci arriviamo dopo che le crepe hanno evidenziato prima la pericolosità della situazione e dopo il crollo. Non tutto sarebbe da buttare: Garozzo, Volpi, Errigo possono dare ancora molto e secondo me sarà necessario partire da loro per una ricostruzione sana e duratura.
Oggi sul CORRIERE DELLA SERA appare il seguente articolo:
“CORRIERE DELLA SERA
TOKYO 2020
6 agosto 2021 - 10:03
Olimpiade di Tokyo, la fronda del fioretto italiano: «Via il ct Cipressa, non è adatto»
di Flavio Vanetti
Tokyo Andrea Cipressa, il c.t. del fioretto entrato nel pieno della bufera per le critiche dell’ex olimpionica Elisa Di Francisca dopo i risultati al di sotto delle attese di quest’arma ai Giochi di Tokyo, è ora ufficialmente sfiduciato da un bel po’ di atleti, di sicuro quelli di punta. È partita infatti una lettera ufficiale al presidente federale Paolo Azzi, firmata da sedici azzurri, che ha il sapore della petizione per rimuovere il commissario tecnico. Ecco i nomi: Giorgio Avola, Daniele Garozzo, Alessio Foconi, Andrea Cassarà, Edoardo Luperi, Alessandro Paroli, Guillelme Bianchi, Lorenzo Nista, Damiano Rosatelli, Arianna Errigo, Alice Volpi, Martina Batini, Camilla Mancini, Martina Sinigallia, Francesca Palumbo, Valentina Di Costanzo. In pratica ci sono, prima di tutto, le squadre al completo, maschile e femminile, di Tokyo, con l’esclusione di Erika Cipressa, per ovvi motivi essendo la figlia del coach (che fu olimpionico a squadre a Los Angeles 1984). ). Peraltro tra i nomi indicati – e che abbiamo indicato così come appaiono sulla lettera – ce ne sono due sbagliati: Bianchi si chiama Guillaume e Sinigalia ha una sola «elle». Inoltre nell’«oggetto» della missiva c’è un refuso marchiano «Comunicaizone» che è strano sia sfuggito a tutti i firmatari. Come mai queste anomalie?”
E questa è la lettera inviata al Presidente della Federazione


Il giornalista pone in evidenza alcune anomalie della lettera e si chiede come mai gli atleti non se ne siano accorti. Eccellente riflessione e dal momento che sono un malpensante pongo la seguente domanda: siamo sicuri che non ci sia un regista, magari appartenente alle stanze che contano, che diriga il tutto? Faccio un po’ di dietrologia e vado indietro nel tempo, ma non molto indietro. Alle elezioni per il rinnovo delle cariche del CONI, spifferi, voci, indiscrezioni dicono che la coppia Scarso/Azzi non abbia votato per MALAGO’ e se così fosse si capirebbe il perchè delle dichiarazioni del massimo dirigente sportivo italiano, il quale, senza tanti giri di parole, ha dichiarato che la scherma è da rifondare. Badate bene non ha parlato del settore tecnico, ma più in generale di ciò che compone la FIS.
Tornando alla lettera degli atleti, essa non è un atto di sfiducia al solo CT, ma anche al Presidente della federazione che ha appoggiato e condiviso tutte le sue scelte, così come ha sempre fatto Scarso, quindi nel segno della continuità ed è in quel segno che ognuno dovrà assumersi le proprie responsabilità.
Per quanto riguarda il CT, mi viene da chiedergli dove siano finiti i “cippoboys”; oggi, sembrano svaniti nel nulla; ma, nel caso in cui questi fossero stati i medesimi atleti, credo che egli abbia, da un lato, sopravvalutato se stesso e, dall’altro, sottovalutato il mondo che lo circonda.
Mi piacerebbe conoscere, su questa vicenda e sui risultati di Tokio, il pensiero del capo dell’opposizione attuale, cioè Michele MAFFEI, che, ricordiamolo, si presentò candidato alla presidenza con l’intendo di cambiare l’ambiente, senza però snaturarlo e soprattutto con lo spirito predisposto all’ascolto di tutte le componenti: lasciatemi dire che è stata un’occasione persa!
Ezio RINALDI

2 commenti:

  1. Certo, caro Ezio col senno di poi tutto diventa più semplice anche le cose irrealizzabili.
    Più di qualcuno in tempi non sospetti aspettava questo temporale.
    Ma mi viene spontanea una domanda:
    Cosa avrebbe potuto fare il caro Michele Maffei, in un periodo così stretto, per cambiare le cose?
    Ammeno che non avesse avuto una bacchetta magica, credo che tutto sommato gli è andata anche troppobene, visti gli esiti.
    Quindi io rimango dell'opinione che se cambiamento, riforma, innovazione, chiamatela come volete, ci deve essere, sono convinto che questa Federazione avrà la capacità e la forza di affrontare il problema è raddrizzare il timone.
    Sempre per il bene del nostro movimento.
    Alessandro Rubino

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  2. Caro Alesandro, ho scritto che dal 2012 sostengo la necessità di un cambiamento. Tutto quello che scrivo lo trovi sul blog, wuindi non sono uno che parla dopo i disastri. Questa Federazione non sarà capace di cambiare indirizzo perché rappresenta la continuità della passata amministrazione, poi se fosdi smentito non avrei problemi a cospargermi il capi di cenere. I problemi oggi evidenziatisi provengono da lontano (leggi Errigo/Di Francisca) e mai affrontati con serietà. Questo é il mio pensiero senza avere la pretesa di essere condiviso.

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