16 marzo 2022

SIAMO ALLA DERIVA?

Nel fine settimana scorso, ed esattamente nei giorni 12 e 13 marzo, sono emersi alcuni episodi che inducono a qualche riflessione. In particolare, è capitato che, nel corso di una gara, alcuni tecnici - peraltro, molto chiacchierati – hanno avuto accesso sui campi gara qualificandosi come appartenenti ad una tal società, mentre invece non lo erano. In più, tali soggetti si sono prodotti in litigi con altri colleghi tecnici, spingendosi ai limiti della collisione fisica. Conosco nomi e cognomi degli attori in
causa, ma a me non interessano le loro generalità bensì il comportamento tenuto, che, certamente, non è stato - e, comunque, non è mai - di buon esempio per gli astanti, atleti, maestri, dirigenti e genitori; ciò che colpisce maggiormente è che il tutto sembrerebbe essere caratterizzato da uno strano e perdurante immobilismo federale - tanto che lo definirei ”staticità perenne” - visto che non si è a conoscenza di iniziative del Procuratore federale. Tuttavia, è da riconoscersi che la mancanza di tali iniziative potrebbe pure dipendere, molto probabilmente, a causa della carenza di appropriate segnalazioni o denunce agli Organi competenti.
Altro episodio accaduto - certamente, ben più grave e di cui tutti sanno, ma nessuno parla - è quello che è stato posto in essere da un personaggio, che ama autodefinirsi “influente”, il quale, forte del suo incondizionato sostegno alla vecchia e nuova dirigenza, si è permesso - e non è stata la prima o l’unica volta - di proporre a giovani (maschi e femmine) spedite, veloci, rapide, immediate e, soprattutto, apicali carriere in alcuni importanti settori del movimento schermistico, in cambio di prestazioni - diciamo, così - un po’ atipiche o personali e, comunque, difficilmente definibili. A seguito di tali iniziative, costui sembrerebbe essere stato oggetto di indagini da parte della Procura federale, la quale, ritenutolo colpevole, lo avrebbe deferito agli Organi di giustizia. Sembrerebbe che l’autoreferenziale “protagonista” di questa triste e non chiara vicenda, per concludere la stessa ed evitare di sottoporsi ed affrontare un processo sportivo, avrebbe preferito o “autosospendersi” (per restare in tema con il personaggio) o accettare un provvedimento di sospensione direttamente dalla FIS.
Ora, senza entrare nel merito di ciò che comporta una “notizia criminis” (spero tanto non sia questo il caso) e volendo restare nell’ambito sportivo, pur non ricordando bene cosa preveda il regolamento di giustizia in fatti simili, parrebbe però evidente - a mio sommesso avviso - che il Procuratore, nel seguire detta procedura, sarà stato d’accordo con la parte offesa e/o il Consiglio federale; poi, quest’ultimo avrebbe deliberato in tal senso. In proposito, devo anche ammettere che non ricordo se la delibera così assunta sarebbe poi dovuta passare, per l’approvazione, al Procuratore Generale dello Sport (CONI), ma sta di fatto che la vicenda presenta dei contorni oscuri ed indecifrabili, perché nei confronti dell’autore del gesto, anzi, di un’azione e di una condotta che non esito a definire assolutamente inqualificabili, è stato semplicemente assunto un provvedimento di sospensione e, per di più, per un limitatissimo lasso di tempo. Chiaramente anche qui conosco i nomi dei protagonisti, uomini e donne, ma per ragioni di riservatezza e salvaguardia di una delle due parti non ne rivelo le generalità.
Ciò che amareggia, e di molto, è la circostanza che la Federazione sa benissimo che il caso contiene aspetti e profili piuttosto pesanti e gravosi, i quali avrebbero richiesto e meritato una sanzione importante e significativa, al fine di una giusta e corretta stigmatizzazione dell’accaduto; ciononostante ed ancora una volta, si è deciso, invece, di mettere la polvere, anzi, la schifosissima “monnezza” sotto il tappeto.
Altra segnalazione riguarda una gara regionale alla quale il pubblico non è stato ammesso. Sembra - però, dalle foto non ci sarebbero dubbi - che sulle tribune non ci fosse uno spazio asciutto, nemmeno per gli atleti, i quali erano costretti a stare sul bagnato e a ricorrere, forse, all’ombrello.
La struttura de qua, ove si è svolta la competizione, è un impianto in comodato d’uso alla società organizzatrice o ospitante, costruito tra il 2000 ed il 2003. Pare che, prima della concessione in uso (2013?), l’impianto fosse rimasto chiuso per una decina d’anni, con le conseguenze che potete facilmente immaginare, e la società comodataria, da parte sua, non avrebbe provveduto all’ordinaria manutenzione talché l’impianto ha subito le infiltrazioni di acqua piovana sul parterre e, in quantità maggiore, sulle tribune.
Non voglio ora spiegare la differenza tra manutenzione ordinaria e straordinaria e devo anche ammettere che è pur vero che mantenere un impianto sportivo richiede un notevole impegno, amministrativo, economico ed operativo, ma ciò non toglie - e va opportunamente evidenziato - che nel 2022 non è assolutamente accettabile gareggiare in luoghi simili (Comune, Comitato regionale e Federazione battete un colpo).
Concludo affermando che pare ci si stia mestamente avviando verso una deriva etico/morale e gestionale che deve essere però necessariamente fermata, con interventi seri, puntuali e precisi, sia sul piano normativo federale che su quello strutturale. Forse non è questo il momento, però sono cose ormai ineludibili.
Ezio RINADI

1 commento:

  1. Altro che deriva, siamo proprio alle parole di Dante: "... nave sanza nocchiere in gran tempesta...".

    Per la precisione, il Divin poeta, al VI° canto del Purgatorio, verso 76, testualmente recita: "Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!"

    Che dire? Aveva torto?

    Cordialmente.
    Gaspare Fardella

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