M° Vito MANNO |
Insomma anni intensi. Gianni Augugliaro, Luciano Dal Zotto e Pietro Ingargiola sono stati i presidenti con cui ho collaborato cercando di essere sempre pronto e disponibile nell'affrontare anche le situazioni più complesse.
Resta l'amaro in bocca per come mi è stato fatto capire (qualcuno avrebbe potuto dirmelo) che avevo dato quello che potevo e che era giunta l’ora di farmi da parte. Peccato, da insegnante, mi sarebbe piaciuto collaborare per migliorare sia gli aspetti formativi che quelli valutativi di Arbitri, Computeristi e Direttori di Torneo che sono assoggettati al giudizio insindacabile della commissione di turno, dei suoi umori, dei suoi equilibri, delle simpatie e delle antipatie, delle incompetenze e delle cattiverie di cui potrebbe essere capace.
In tutti questi anni mi sono trovato a pensare che i componenti della commissione hanno il solo dovere di redigere gli elenchi dei convocati alle varie gare, compresi se stessi e collaborare con la DT alle designazioni arbitrali. A Luciano Dal Zotto il merito di aver condotto una battaglia lunga e seria contro comportamenti deprecabili o comunque poco consoni, ma sopportati per anni, di alcuni arbitri “importanti” e di aver promosso e condotto importanti incontri “interpretativi” con i Maestri.
Ho apprezzato molto di Luciano l'esplicita e ferma convinzione che per valutare l'operato di un DT bisognasse lasciare che operasse assumendosi in toto le responsabilità direttamente collegate alla sua funzione. Mi sarebbe piaciuto vedere un/una giovane presidente del GSA mettere in campo iniziative volte al reclutamento, formazione, e gestione degli arbitri italiani in un percorso di formazione permanente. Simona Pierucci mi sembra l’unico delegato regionale del GSA che abbia svolto un lavoro importante in tale direzione ottenendo ottimi risultati (fino ad un decennio fa la Toscana portava un gruppo di arbitri numericamente ridicolo a livello nazionale), mettendosi in gioco anche a costo di fare da bersaglio alle bordate che giungono da detrattori privi di argomenti.
Le attitudini e le capacità di Simona dovrebbero essere messe a disposizione di tutti gli arbitri e non solo di quelli toscani. Tentativi di gemellaggio e di scambio con altri Delegati regionali sono stati fatti ma per il fatto di essere stati esclusivi hanno attirato più critiche che apprezzamenti. Bisognerebbe fare tesoro delle cosiddette “buone pratiche” e con umiltà riconoscere i meriti altrui copiandole.
Non so cosa il presidente Aru abbia progettato o già messo in campo
per la crescita di un gruppo di arbitri che rappresenti l'Italia ai massimi
livelli, spero e auspico che qualunque sia il percorso possa essere
trasparente, meritocratico e rispettoso delle donne e degli uomini che
contribuiscono nei fine settimana a far funzionare la grande giostra delle gare
di scherma.
Vito MANNO
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