Dopo tanti anni di esperienza maturata nella veste dirigenziale, credo di poter esternare una riflessione su uno degli aspetti attinenti alla promozione/propaganda del sistema scherma. A mio avviso, siamo in presenza di una carente progettualità verso coloro che si avviano alla frequenza del nostro sport, soprattutto se sono nuovi tesserati di età avanzata.
L’esasperata ricerca del campione
crea un cortocircuito in cui un bambino di 12 anni viene considerato “troppo
vecchio”, conseguentemente destinato alla pratica della spada. Pertanto, si
potrebbe affermare che l’80% dei praticanti possa essere utile solo per fare
numero ed alimentare il turismo sportivo.
Con l’inizio di questa stagione
agonistica è stata varata la riforma del calendario gare: ottima iniziativa da
parte federale, ma occorrerebbe una più significativa razionalizzazione delle
competizioni, sia dal punto di vista logistico, che temporale. Non si possono
proporre gare di qualificazione ad una settimana di distanza: vuoi perché
mettono in difficoltà le famiglie ed i ragazzi in età scolastica, vuoi perché
il covid non è stato sconfitto e sono, tuttora, in vigore pertinenti protocolli
per la gestione di eventuali contagi. Faccio un esempio: oggi in una palestra
un ragazzo si contagia, scatta, quindi, la quarantena per 7 giorni; fa il
tampone di uscita e, per rientrare in palestra, deve effettuare la visita
“Return to Play”, che richiede minimo 7 giorni di attesa dal tampone negativo.
Considerando la situazione attuale, in cui i centri di Medicina dello sport
sono intasati di richieste di rinnovo delle visite agonistiche (siamo ad inizio
stagione), il ragazzo potrebbe saltare due impegni agonistici / che so, gare di
qualificazione (cadetti e assoluti) e non è, di sicuro, pensabile motivare dei
ragazzi ponendo loro, dapprima, eventi agonistici a 6 mesi, e poi, per una
scelta opinabile, si pongono date inutilmente ravvicinate. Diventa assai
complicato trattenerlo in palestra con i giusti stimoli.
Per quel che ne so, in altri
sport il calendario è strutturato per livelli, proprio perché il primo fine è
quello promozionale, cioè motivare gli atleti per riscriversi l’anno dopo.
Nella scherma - a quanto è dato vedere - non è proprio così, perché sembrerebbe
che il calendario sia concepito affinché il primo 5% (atleti militari o di alto
livello) abbia una frequenza di gare piuttosto alta e, quando non ci sono
competizioni, sono programmati ritiri collegiali; mentre, per il restante 95%
vi è una attenzione meno significativa, sia a livello centrale che periferico:
sembra, appunto, esserci un disinteresse della federazione, intesa come ente
centrale, e la totale inerzia dei centri di governo periferici, i quali appaiono
limitare la loro funzione a semplici “passacarte”, svolgendo un minimo di
attività obbligatoria, perché così imposta dal calendario federale. Poco
basterebbe, per esempio, una gara regionale, nella stessa data di quella
nazionale, per coloro che non si qualificano per l’Open assoluto, sarebbe già
un primo passo. In tal modo, si comincerebbe a dare alle competizioni quel
“livello” che oggi sembra non esserci. Prima della riforma, per la Coppa Italia
Cadetti e Giovani, alla prima prova tutti potevano accedere; mentre, per la
seconda, bastava la partecipazione ad una delle due prove di qualificazione nazionale
(e sottolineo: nazionale); queste sono oggi sostituite dai campionati italiani
GOLD, che - come è noto - sono destinati per il titolo ai primi 70 e per il
“titolino” ad altri 70, i restanti 200 finiscono l’attività a metà gennaio, con
l’evidente rischio che questi possano essere persi, venendo meno gli stimoli
per restare in sala. A ciò si aggiunga anche il rischio di non tesserarli per
la stagione successiva, con grave danno economico, di immagine e promozione.
Appare evidente che un intervento migliorativo possa essere utile. Si potrebbe
fare con un progetto promozionale che veda coinvolto l’intero movimento, come
fare? Ogni anno, a metà settembre o giù di lì, la FIS dovrebbe acquistare una
pagina sui principali quotidiani nazionali per pubblicizzare l’attività
territoriale, pagina da personalizzare per regione, con l’elenco degli
affiliati ed i riferimenti. Questo per avviare una operazione di
reclamizzazione della propria attività e così promuovere il reclutamento di
nuove leve. In tale contesto, potrebbe essere una idea riprendere il concetto
del “Trofeo Topolino”, anche se non con il giornalino della Mondadori,
sicuramente con uno sponsor di base nazionale, ma questa volta non rivolto
direttamente ai bambini già tesserati per le società, ma per le scuole.
Intensificare, quindi, i rapporti con i Provveditorati agli Studi al fine di
armonizzare le iniziative concordate o sottoscritte.
Quanto sopra è la mia idea e può anche darsi che la FIS
abbia già attuato qualcosa del genere, in ogni caso ho voluto esprimere, come
sempre il mio pensiero.
Nei prossimi articoli proveremo ad affrontare le tematiche
relative alle premiazioni, agli eventi internazionali ed alle sedi di gara.
Ezio RINALDI
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