Il n.2 della FIS ha ripreso la
tematica annunciando, tramite un video postato sui social, la messa in opera
del progetto. Pertanto vale la pena andare un po' più a fondo e per due semplici
motivi: 1. Fornire un contributo di idee alla FIS; 2. Analizzare il progetto
sia sotto l’aspetto economico che ambientale.
Non voglio entrare, almeno per il
momento, in altri temi assai interessanti: ne parleremo in futuro.
Allo stato attuale vale la pena
prendere atto che un progetto annunciato in campagna elettorale sta prendendo
corpo.
Il piano prevede la raccolta delle
lame rotte e la relativa consegna sui luoghi di gara. L’azienda che compirà il miracolo della
rifusione sarà la Valbruna di Vicenza, chiacchierata sul sito del TG3 (https://www.rainews.it/tgr/veneto/video/2025/11/vicenza-bolzano-caso-acciaierie-valbruna-governo-ha-annunciato-di-voler-esercitare-golden-power-e40b31c3-00d0-4492-a8e4-6ee6a292ec21.html),
per alcune faccende legate all’assegnazione fondiaria e i soldi, che derivano
da questo, che sono il capitolo più interessante della vicenda. Non si intende
entrare nel merito della bontà della iniziativa bensì sottoporvi alcuni dati
scevri da ideologie o contrapposizioni nei confronti di alcuno.
Il costo dell’acciaio viene pagato
circa 1.500€/ton (https://mercatometalli.com/quotazione-rottami/quotazione-rottami-mercato-italiano-quotazioni-rottami-di-acciaio-mercato-italiano/,
una cifra non molto distante dal costo dell’acciaio edilizio. Se il peso di una
lama si aggira sui 0,4kg (peso molto generoso!), per raggiungere 1,5k€, la FIS
dovrebbe totalizzare almeno il peso di 3.750 lame.
Se a una gara come quella Cadetti di
Roma, i 1.411 partecipanti avessero spezzato una lama, il progetto Ecoblade
avrebbe raggiunto la stratosferica percentuale di circa mezza tonnellata, per
un ipotetico incasso di 850/900€. Se e solo se ogni atleta avesse rotto una
lama, cifra altamente improbabile.
Facciamo però un secondo calcolo, più
esteso e supponiamo che lo sportello per incamerare le lame spezzate sia aperto
tutto l’anno e alla fine della stagione sportiva la FIS abbia totalizzato la
straordinaria cifra di una lama spezzata per ogni atleta agonista, che dal sito
Scherma.me sembrerebbe essere il magico numero di 10.736 atleti, si potrebbe
totalizzare circa 4.300kg, cioè 4,3ton, che tradotti in soldi, sarebbero
6.450€, il tutto da ripartire per 362 società (fonte Scherma.me), così come
promesso dal Sito federale. Tirando le somme vorrebbe dire poco meno di 18€ per
ciascuna società. Ma provate a pensare se ogni atleta rompesse non una, ma tre
lame all’anno, siamo nell’ordine di circa 35,6€ per società sportiva!
Considerato, stando ai calcoli, che
l’importo conseguibile sarebbe di irrisoria portata, allora sarebbe auspicabile
porre in essere iniziative o, se volete, regolamentazioni, che disciplinino la
destinazione degli importi realizzati.
Tutto ciò detto, se lo scopo è fornire
un contributo alla ecosostenibilità, credo che l’iniziativa vada semplicemente
sostenuta, contrariamente se la meta è realizzare un introito da destinare alle
società credo che la montagna abbia partorito un topolino.
In conclusione, ho come la sensazione
che il progetto sia un lampo che non genererebbe nè un temporale nè una bella
giornata.
Ezio RINALDI
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