Sono
stato a Lucca nella mia veste di Nonno al seguito della propria nipotina, la
quale affrontava una gara nazionale per la prima volta. Stazionando nel
parterre ho incontrato diverse persone, che mi hanno salutato con grande
affetto e calore, e con le medesime ho scambiato qualche parola, soprattutto
sui risultati dei ragazzi/e e bambini/e. Ebbene da una di queste persone, alla
mia domanda:” Come è andata?” mi sono sentito rispondere: “il mio allievo ha
avuto paura di vincere”. Una affermazione che per me non ha senso poiché, a mio
avviso, non si ha mai paura di vincere, perché la paura è
un'intensa emozione, derivata dalla
percezione di un pericolo, reale o supposto, pertanto l’allievo, non
sentendosi sicuro dei propri mezzi e pressato dall’avversario, ha paura di non
riuscire a batterlo e non di vincere l’assalto.
La
paura vera e propria attiene alle persone adulte e chi di noi non conosce la
paura? Essa è un’emozione che abbiamo certamente sperimentato nelle sue
varie sfaccettature e in relazione a diversi eventi o cose.
La paura è un allarme che scatta
di fronte a rischi dai quali fuggire o difendersi, oppure davanti a ciò che ci
sembra a prima vista estraneo, sconosciuto.
Essa si manifesta attraverso una
sensazione di allarme, di forte ansia, anche se è soprattutto il corpo che
reagisce nella maniera più intensa: tachicardia, respiro corto e spezzato,
senso di debolezza, o nei casi estremi, brividi, tremori, scariche di diarrea,
fin quasi a raggiungere la perdita dei sensi.
Spiegare la paura non è
semplice, ci sono meccanismi mentali, quindi psicologici, che a seconda del
nostro comportamento, delle nostre azioni, ne determinano l’intensità.
Le paure possono essere
infinite, per quanto infiniti possono essere gli oggetti o le situazioni che ci
troviamo ad affrontare nella vita di tutti i giorni.
La paura è un sentimento del
tutto soggettivo, che nasce profondamente dentro di noi, dal nostro modo di
affrontare la vita e di attribuire significati a ciò che ci circonda.
Dietro ad una nostra paura, per
quanto inoffensiva o incontenibile sia, si nasconde una sua ragione d’essere:
la paura svolge una precisa
funzione che affonda le sue origini nella storia personale di ognuno di noi, o
meglio ancora nel suo inconscio.
E’ utile chiederci: ma come si
fa a vincere una paura? Vincere una paura non vuol dire
cancellarla ignorandola e neppure arrendersi impotenti ad essa. Anche assumere
atteggiamenti del tipo “dichiarazione di guerra” non portano a nessun
risultato. Piuttosto è certamente vantaggioso disporsi con uno stato d’animo
aperto ed incontrare la paura sul suo stesso terreno, avvicinandola e
guardandola con meno diffidenza e più interesse e curiosità.
Se desideriamo veramente
superare una paura, qualsiasi essa sia, dobbiamo inevitabilmente accoglierla
come si farebbe con un ospite fastidioso ma necessario. L’accettazione è il primo passo. Questo
vuol dire ammettere intanto di avere una paura, ma anche cercare di
comprenderla, che non significa cercare di capirla con la mente, ossia
razionalmente. Comprendere vuol dire prenderla
dentro di noi, dando alla paura la possibilità di esserci, di esistere. Sento
quella paura e le faccio spazio dentro di me, così da consentirle di svolgere
la sua funzione, ma allo stesso tempo la conosco per capire meglio chi sono io,
perché la paura rivela aspetti di noi di cui spesso non siamo consapevoli.
Essa va quindi affrontata e non
elusa e per affrontarla bisogna conoscerla bene. Se tale sentimento deriva da
possibili ritorsioni a nostre azioni allora basta controllare queste ultime; se
invece deriva dalle nostre espressioni o dall’incapacità di esprimersi
liberamente su vari argomenti poiché ciò farebbe adirare qualcuno, allora
questa non è più paura ma vigliaccheria e la nascondiamo sotto varie forme, tra
le quali: “non mi esprimo, altrimenti verrei penalizzato negli incarichi che mi
sono stati affidati”.
Ciò avviene tutti i giorni, in
tutti gli ambienti, ed è causa di regresso: come si può migliorare se si ha
paura di esprimersi?
Rinunciare a se stessi,
rinunciare alle proprie idee è da codardi.
“I codardi muoiono molte volte
prima di morire, mentre i valorosi provano il gusto della morte una volta sola.” William Shakespeare.
“Chi ha paura muore ogni giorno,
chi non ha paura muore una sola volta“. Paolo Borsellino.
Sono partito da una considerazione sulla paura di vincere e sono finito per esprime il mio pensiero sull'argomento, che spesso ci accompagna: forse ho voluto esorcizzare le mie paure.
Ezio RINALDI
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