Mi giunge la lettera del Prof. Giuseppe VULLO, che risponde al Dott. Fileccia. La missiva, ben articolata, è piuttosto lunga per pubblicarla quale commento alla segnalazione/denuncia del Dott. Fileccia. Pertanto la presento come lettera aperta al destinatario, certo che contribuirà ad accrescere il dibattito tra le varie persone facenti parte dello stesso mondo.
“Egr. dott. Antonello
Fileccia,
con la sua lettera ha
voluto coinvolgere quasi tutti gli organi e le società sportive nazionali,
pertanto ritengo che meriti risposta da parte mia.
Premesso che il
sottoscritto è uno dei maestri che a fondo pedana, quando segue i suoi allievi,
rumoreggia parecchio, tanto rumore appunto, per tutelare i suoi allievi su
presunti errori arbitrali, in buona o cattiva fede; ritenuto che comunque le
norme Federali devono essere rispettate e si debba tenere sempre e in ogni caso
una condotta conforme ai principi della lealtà, della probità e della
rettitudine, nonché della correttezza morale e sportiva; rimango sbigottito nel
leggere il contenuto della sua lettera, che a quanto pare sembra un puro sfogo
a un quesito da Lei chiesto alla Federazione Italiana Scherma, che non ha
trovato un riscontro positivo.
Mi sembra un pò tardiva
la sua richiesta di chiarimenti alla Federazione, giacché i suoi figli hanno
iniziato la quarta stagione agonistica delle competizioni schermistiche e il
maestro che li ha messi “in guardia” è il maestro Ingargiola.
Considerando anche il
fatto che Lei è anche cofondatore della società schermistica, presumo che ne
abbia letti lo statuto, il Regolamento e le norme statutarie prima di aver
chiesto l’affiliazione e la conseguente ratifica.
Lei essendo soggetto tesserato, mi sembra di capire, giacché cofondatore della società sportiva, abbia violando tutta una serie di norme del regolamento di Giustizia Sportiva e per questo se ne assumerà le dovute conseguenze se gli atti dovessero pervenire alla procura Federale, ma questa è un’altra storia.
Lo scandalo, secondo il mio modo di vedere le cose sta nel fatto che Lei persona adulta colta e intelligente per anni (circa quattro) non ha mai detto a nessuno che il maestro dei suoi figli fosse Pietro Ingargiola, e che quando questa presunta comunicazione, <<è stato sempre raccomandato a genitori ed allievi di mantenere il segreto su chi fosse il proprio maestro di scherma>> le venne, per l’appunto comunicata, doveva palesemente esternare il suo disaggio e non, condividerlo con il Consiglio Direttivo della società di appartenenza, (considerato che il maestro Ingargiola non è più maestro di suo figlio dovrebbe aver risolto il problema) a distanza di anni denuncia il disaggio che vive suo figlio…. Mi chiedo come mai?
Ha poca importanza, personalmente non interessa sapere, <<l’istinto pare porti l’essere umano a favorire un comportamento egoistico, dove prevale il rendiconto momentaneo o personale>> ed è per questo che Lei con tutto il Consiglio Direttivo del club di appartenenza ha consumato la violazione dei commi 2 e 6 dell'articolo 4 del Regolamento di Giustizia Sportiva, secondo il mio modesto modo di interpretare la sua lettera.
Lei essendo soggetto tesserato, mi sembra di capire, giacché cofondatore della società sportiva, abbia violando tutta una serie di norme del regolamento di Giustizia Sportiva e per questo se ne assumerà le dovute conseguenze se gli atti dovessero pervenire alla procura Federale, ma questa è un’altra storia.
Lo scandalo, secondo il mio modo di vedere le cose sta nel fatto che Lei persona adulta colta e intelligente per anni (circa quattro) non ha mai detto a nessuno che il maestro dei suoi figli fosse Pietro Ingargiola, e che quando questa presunta comunicazione, <<è stato sempre raccomandato a genitori ed allievi di mantenere il segreto su chi fosse il proprio maestro di scherma>> le venne, per l’appunto comunicata, doveva palesemente esternare il suo disaggio e non, condividerlo con il Consiglio Direttivo della società di appartenenza, (considerato che il maestro Ingargiola non è più maestro di suo figlio dovrebbe aver risolto il problema) a distanza di anni denuncia il disaggio che vive suo figlio…. Mi chiedo come mai?
Ha poca importanza, personalmente non interessa sapere, <<l’istinto pare porti l’essere umano a favorire un comportamento egoistico, dove prevale il rendiconto momentaneo o personale>> ed è per questo che Lei con tutto il Consiglio Direttivo del club di appartenenza ha consumato la violazione dei commi 2 e 6 dell'articolo 4 del Regolamento di Giustizia Sportiva, secondo il mio modesto modo di interpretare la sua lettera.
Ricordo un caso nel
calcio di tentata combine, un calciatore del Gubbio,
un tale Farina denunciò immediatamente un tentativo di truccare la gara, la sua
reazione alla proposta di combine fù quella di segnalare agli organi competenti il tentativo di
corruzione, facendo il suo dovere con coraggio, ricevendo attestazioni di
merito dalla Federazione, certo il quesito che Lei pone alla Federazione non è
di combine, ma sicuramente Lei qualche
dubbio lo doveva avere visto che il maestro Ingargiola voleva mantenere stretto
riserbo sull’attività da lui svolta nel club da Lei cofondato.
Lei carissimo dott.
Fileccia invece ne ha condiviso per anni il silenzio assenzio in barba alla
moralità e ai valori della scherma, mentendo sul nome del maestro di
suo figlio, non godendo della sua guida a bordo pedana, affidandosi in gara
alle istruzioni di maestri “di cortesia” o di più anziani compagni di sala, Lei ancora sostiene che per i suoi figli è
stata un’esperienza davvero frustrante e disorientante, a tal punto di dover
rivolgere il quesito alla Federazione Italiana Scherma, ma.... proprio ora che i
suoi figli godono del sostegno di un maestro che li segue, li allena e li guida
in maniera costante le vengono i dubbi????
Il dover mentire a
prescindere di qualunque situazione si tratta, è sempre un atto che mette a
disaggio, soprattutto se non si hanno buona memoria e faccia tosta.
Quindi non riesco a
capacitarmi, a capire ma… cosa voleva rendere noto al mondo sportivo il dott.
Fileccia?
Concludo augurandomi e
sperando che il suo sia un puro sfogo genitoriale e che non sia stato spinto da
chicchessia soggetto o rancore personale, che voglia arrecare danno
all’immagine della scherma in generale, lo sport più medagliato con una storia
da fare invidia.
Lei oggi <<DICE e
NON DICE>> mettendo in difficoltà,
il club di appartenenza, almeno credo che sia così, che ne risponde soggettivamente.
Non me ne voglia poiché
sono abituato ad esprimere ciò che penso e credo che molti siano gli argomenti
sui cui si potrebbe dibattere.
Ma lo si dovrebbe fare
senza preconcetti nel primario interesse dei nostri ragazzi, i quali in barba a
quello che fanno i grandi stringono amicizie, che se sapute coltivare rimangono
per sempre.
Un’ultima riflessione: un
domani i nostri ragazzi potrebbero trovarsi nella stessa posizione da Lei
denunciata, noi grandi come ci comporteremmo?
Con l’occasione i miei
più cordiali saluti.
Prof. Giuseppe Simone Vullo”
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